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Tutti in carrozza

Placido, placido Jolly Jumper traina il nostro carrozzone attraverso la bella Ajoie.

In carrozzone attraverso il Giura

Il paesaggio leggermente collinare dell’Ajoie sembra esser stato creato apposta per un viaggio in carrozzone trainato da un cavallo. Spostarsi quattro giorni al ritmo dei docili cavalli di razza Franches Montagnes godendo appieno questo bell’angolo della Svizzera.

REPORTAGE FELIX MAURHOFER J olly Jumper tende le orecchie e si ferma di colpo, alza la sua elegante testa e nitrisce. Cos’ha? Cosa succede? Il sensibile e bonario stallone Franches Montagnes è stato allarmato da qualcosa nel cuore di una foresta dell’Ajoie, regione incantevole vicina alla frontiera francese. Un paio di secondi dopo una volpe sfreccia incrociando il sentiero. Al cavallo dal mantello rosso-bruno basta un invito pacato per calmarsi e avanzare. Senza fretta traina il carrozzone in direzione di Porrentruy. Stamattina ci siamo congedati da Jacqueline Noirjean e la sua fattoria ricca di animali a Lugnez, nel canton

Giura. Dopo una notte trascorsa su un letto di paglia, come ogni mattina ci siamo prima di tutto occupati del nostro destriero. Per il foraggio è responsabile la contadina, mentre noi pensiamo all’acqua e alla cura del cavallo. Quando ci avviciniamo al box, lo stallone picchia lo zoccolo a terra per segnalarci che ha sete. Provveduto a lui, tocca a noi far colazione con prodotti locali come formaggio e treccia fatta in casa. Anche il picnic della pausa pranzo soddisfa ogni desiderio. Dopo aver caricato il carrozzone, andiamo a prendere Jolly Jumper dal box, lo strigliamo, gli puliamo gli zoccoli e infine lo bardiamo. Nel frattempo i ragazzi salutano gli animali, dalle quaglie agli emù passando per i ranocchi. Mentre i più piccoli si accomodano nel carrozzone, io mi posiziono sulla panca per prendere in mano le redini e il freno. La mia figlia più grande cammina accanto al cavallo e lo conduce alla longhina. La terza tappa delle nostre vacanze equestri è di 15 km e conduce da Lugnez a Porrentruy alla fattoria agrituristica Ferme du Bonheur.

A bordo del carrozzone Il viaggio è cominciato a Courtedoux da David Protti, che da 20 anni noleggia i suoi carrozzoni e i docili Franches Mon

Il proprietario David Protti

spiega come s’imbriglia il cavallo. tagnes. Prima della nostra partenza, ci ha spiegato le basi della cura del cavallo: da come si mettono e si tolgono i finimenti a come si puliscono il mantello e gli zoccoli. Se si ha già avuto a che fare con i cavalli, è meglio. A noi è stato assegnato Jolly Jumper che da subito ha conquistato l’affetto dei bambini. Sotto l’occhio vigile di Protti abbiamo preparato il cavallo, attaccato al carrozzone e via per quest’avventura. Lungo i primi metri ci ha accompagnato il proprietario in

In fattoria il gentile Franches Montagnes si gode una bella strigliata.

modo da poterci dare gli ultimi consigli. Poi abbiamo continuato da soli – devo ammettere che all’inizio non ero al cento per cento tranquillo, ma poi, col trascorrere del tempo, mi sono sentito a mio agio. Dopo due ore, una pausa su una radura che ci sembrava un posto idoneo per tutti. Abbiamo sbrigliato Jolly Jumper e lo abbiamo attaccato ad un albero. Dopo l’acqua ha ricevuto un po’ di foraggio e infine anche noi ci siamo sgranchiti le gambe. Nel tardo

pomeriggio abbiamo raggiunto l’agriturismo La Bergerie a Mormont, ci siamo occupati del cavallo secondo le indicazioni di Protti e poi trascorso la serata grigliando.

La fattoria degli animali Il giorno successivo abbiamo affrontato il percorso di 16 km in direzione di Lugnez. La mattinata era fresca e il sentiero conduceva perlopiù attraverso boschi misti tipici del Giura. Dopo la pausa di mezzogiorno però l’itinerario ci ha portato in mezzo ai campi ed è qui che siamo stati assaliti dai tafani. Nonostante lo spray repellente il cavallo è stato tartassato dai fastidiosi insetti. Arrivati a Lugnez Jolly Jumper viene subito liberato dalla cavezza e si gode una meritata doccia per infine riposarsi all’ombra. Nel cortile della famiglia Noirjean non si corre il pericolo di annoiarsi. I bambini possono ammirare i numerosi animali e anche aiutare a dar loro da mangiare. Per la cena consiglio di fermarsi in paese e accomodarsi al ristorante La Rauracienne. Le pizze uscite dal forno a legna sono ottime.

La pesca senza carpe Mentre viaggiamo lungo l’Allaine il nostro stallone si rende conto che sta dirigendosi verso il traguardo di tappa. Il pensiero della meta lo induce ad andare al trotto e costringe me a tirare le redini

e lanciare l’ordine «hooo» di rallentare. La Ferme du Bonheur si trova in riva al fiume e il proprietario Gabriel Schenk accompagnato da uno sciame di bambini, che trascorre qui le vacanze, ci sta già aspettando. Jolly Jumper va a pascere l’erba fresca sul prato e noi ci avviamo verso lo stagno di carpe con il pescatore professionista Christian Theuvenat. Ma le carpe non si fanno vive e ci dobbiamo così accontentare di un paio di piccoli leucischi. La cena nel cortile è saporita e ci concilia il sonno nel nostro letto di paglia.

Al ritmo degli zoccoli L’ultima tappa che ci porta a Courtedoux ha in serbo per noi un’altra sfida. Attraversare la città di Porrentruy. Ma Jolly Jumper non si scompone. Tutti i tragitti sono ben segnalati e se ce ne fosse bisogno, nel carrozzone si trovano cartine con gli itinerari da percorrere. Alla fine arriviamo sani, salvi e felici alla fattoria della famiglia Protti. Per l’ultima volta togliamo i finimenti a Jolly Jumper e a malincuore lo lasciamo in compagnia degli altri cavalli al pascolo. Viaggiare su un carrozzone trainato da un Franches Montagnes attraverso il paesaggio collinare del Giura è quasi un’esperienza meditativa. Si ha tutto il tempo per ammirare la natura al ritmo degli zoccoli di Jolly Jumper. • Eurotrek ha reso possibile questo viaggio.

Nella pausa

di mezzogiorno il primo a mangiare e bere è il cavallo.

DA SAPERE

Turismo equestre a Por

rentruy: quattro giorni Tragitti: da 15 a 20 chilometri al giorno su strade secondarie e forestali Età minima: quattro anni (meglio a partire da otto) Pernottare: in fattoria, sulla paglia, in alloggi collettivi o albergo Equipaggiamento: abbigliamento outdoor, scarpe per escursioni, saccoletto Costo: per due adulti e due bambini da 2150 fr.

Prenotazione: eurotrek.ch

Vorarlberg – a spasso per boschi e monti

Nella valle incontaminata del Montafon lo stress quotidiano svanisce come per incanto. P er salire sulla funivia Tafamunt ci vogliono i nervi saldi. Soprattutto se, come il sottoscritto, si soffre di vertigini. Lo sguardo Una passeggiata nella riserva che si perde nel profondo della valle del naturale Wiegensee ritempra Montafon è a dir poco mozzafiato: in un lo spirito e spingersi in e-bike punto si è appesi a un filo a 100 metri da sul Kristberg è puro relax. terra. La prova di coraggio della durata di cinque minuti sulla funivia che porta REPORTAGE THOMAS WÄLTI da Partenen sino alla catena montuosa delle Alpi Verwall vale in ogni caso la pena. A partire dalla stazione a monte (1530 m) gli escursionisti varcano la soglia di un nuovo mondo.

La brughiera del Wiegensee Gerlinde Manz-Christ è già pronta per partire. Durante le prossime sei ore ci guiderà attraverso il parco naturale europeo del Wiegensee, letteralmente «lago della culla», uno straordinario gioiello naturalistico ed escursionistico. Situato a 1925 metri, è il cuore di una brughiera d’interesse internazionale. Il lago palustre è considerato il più antico bacino del Montafon, nello stato federato austriaco Vorarlberg. «Si trova tra due pendenze che si uniscono in un avvallamento, la cosiddetta culla», spiega Gerlinde Manz-Christ l’origine del nome del lago. Diplomatica di alto rango fino a

260 km di percorsi segnalati fanno del Montafon un vero paradiso per biker.

Ambasciatrice della natura, l’ex diplomatica Gerlinde Manz-Christ. qualche anno fa, per la guida naturalistica il mestiere non è cambiato di molto: «Prima facevo da mediatrice tra persone e culture. Oggi costruisco ponti tra persone e natura».

Il fischio della marmotta Durante l’escursione attorno al Wiegensee si arricchisce il proprio bagaglio culturale. La guida si ferma a ritmo regolare nella foresta subalpina di abeti rossi, appoggia lo zaino per terra e illustra la ricchezza della fauna. Quando non si riesce a vedere dal vivo l’animale, lo mostra su fotografie tratte dal suo album. Come il picchio nero. «È l’ingegnere edile del bosco, costruisce incavi per civette, martore, pipistrelli e scoiattoli». Oppure la marmotta: «Quando fischia una volta, lancia l’allarme per un nemico dal cielo – un’aquila reale o un falcone pellegrino. Se fischia più volte, il pericolo arriva da terra – una volpe o una persona che si sta avvicinando».

Fare il pieno di energia e di quiete Nel biotopo della brughiera, dove sono di casa il gallo cedrone, il fagiano di monte, il francolino di monte e la pernice bianca, Gerlinde ManzChrist invita i suoi ospiti a camminare lentamente e respirare profondamente. Passeggiare diviene così un atto meditativo. «Nella natura l’essere umano si può rilassare e fare il pieno di energia e di quiete indispensabile per poi riprendere

l’attività quotidiana». La sosta presso l’Alpe Verbella con vista sulla maestosa Silvretta arriva al momento giusto. Il gerente della capanna serve latticello, un piatto di carne secca con rafano molto forte e il gustoso formaggio Sura Kees di Montafon. La storia di questo formaggio locale risale al Dodicesimo secolo. La tradizione della produzione di formaggio al latte acido è una delle più antiche dell’arco alpino. Dopo lo spuntino si procede attraverso una magnifica foresta profumata di cembri per tornare a Partenen, uno degli undici luoghi turistici del Montafon.

Un giro in e-bike nel parco avventura Chi predilige la vacanza attiva, può sbizzarrirsi in sella a un’ebike. I sentieri ciclistici del Montafon offrono molto divertimento su due ruote. Una rete di itinerari e singletrail per una lunghezza totale di 260 chilometri fanno della giornata in rampichino un’avventura. Una bella gita conduce attraverso la pittoresca valle Silber, dove oltre mille anni fa si scavava alla ricerca di argento, ferro e rame. Il percorso ora si snoda passando accanto a graziosi rustici sino a raggiungere la stazione a monte della funivia Kristberg. Dopo qualche pedalata si arriva a Bartholomäberg, un paesino sempre baciato dal sole. Durante l’escursione si gode un panorama maestoso, la Catena del Reticone (Rätikon) attira tutti gli sguardi su di sé e con →

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