SICILIA 1860 – DA MARSALA ALLO STRETTO

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47 e d i coo rdinamento delle informazioni durante quella fase di accesa. Dal canto suo l'ammiraglio, con l'invio dell'lntrepid a Trapani per la restituzione delle armi alla colonia inglese <li Marsala, aveva provveduto alla protezione degli interessi britannici nell'altro centro dell'isola dove essi erano importanti e dove risiedeva un numeroso gruppo di connazionali: e per ora non doveva più preoccupars i di quanto potesse succedere sulla cosca occidentale. Non gli rimaneva che agire sul luogo, anzitutto per gli scopi della sua missione protettiva , e poi anche, nella misura del possibile, in difesa della città stessa di Palermo e dei suoi abitanti, minacciati di distruzione e di strage. Si sarebbe veduto nei prossimi giorni se al Mundy sarebbe riuscito di agire efficacemente in tal senso, senza per alcro uscire dalla srrecta neurraiicà eh<: gli tra stata prtscricta. L5. Ritorniamo alla sera del 22.

Rientrando a bordo dalla riunione dei residenti inglesi , l'ammiraglio trovò la risposta del generale Lanza: un mi sto di cortesia formale e di tracotanza, quale si addiceva allo stato d'ani mo del governatore, affetto in quei g iorni, a dire del cappellano borbonico Buttà, da un accesso di «bombardomania» <451 e persuaso c.: he c.:on il bombarJamemo Jelia c.:i LLa si pmesse risolvere og ni µro blema. Se Palermo inso rge, diceva in sostanza il mtssaggio del regio Commissario, la g uarnigione farà uso di tutti i mezzi in suo potere allo scopo di reprimere la rivolta; na turalmente sono stati impartiti ordini per il rispetto dei suddi ti britannici compatibilmente con le esige nze militari, e d'altra p a rte si rifugge dall'idea del bombardamento , così lontana «dai sentimenti di uma nità ch e animano il Re nostro Signore»: m a se l' esercito, occupato a respingere l'in vasione stra niera sostenuta dai ribelli, verrà accaccaco alle spalle d agli insorti nella città, non si esiterà un ista nte a ricorrere all'artiglieria. «L'avviso dato dal generale Salzano» ~ co ncludeva la lettera - «è conforme agli mi delle nazioni civili e i sudditi inglesi debbono provvedere essi stessi alla salvezza loro e delle loro proprietà. Spero che non si giunga a simili estremi, ma tocca alla popolazione mantenersi tranquilla, .re non desidera esporsi agli orrori della gtterra civile» <46l_ A quesro punto, l'azione della Marina britannica e nrra in una fase impor tantissima, sia da un punto di vista generale, sia da quello particolare degli in teressi nazionali italiani. In effetti, quantunque dettata <la considerazioni e da moventi affatro estra nei all' Italia nascente (protezione dei connazionali, motivi umanitari, ragioni politic he, ecc.), ed impronta ta alla lettera ed allo spirito delle norme di diritto internazionale che regolavano lo stato di neutralità, tuttavia la condotta della squadra inglese, e specialmente quella personale del contrammiraglio Mu n<ly, (45) BurrÀ, cÌI. , riportato dall'AGRATJ, I Mille, cit. , pag. 455. (46)

MlJ NDY,

cit., pag. 90.


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