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Inefficienza navale napoletana durante la Campagna di Sicilia 128
e di coordinamento delle informazioni durante quella fase di accesa. Dal canto suo l'ammiraglio, con l'invio dell'lntrepid a Trapani per la restituzione delle armi alla colonia inglese <li Marsala, aveva provveduto alla protezione degli interessi britannici nell'altro centro dell'isola dove essi erano importanti e dove risiedeva un numeroso gruppo di connazionali: e per ora non doveva più preoccuparsi di quanto potesse succedere sulla cosca occidentale. Non gli rimaneva che agire sul luogo, anzitutto per gli scopi della sua missione protettiva, e poi anche, nella misura del possibile, in difesa della città stessa di Palermo e dei suoi abitanti, minacciati di distruzione e di strage. Si sarebbe veduto nei prossimi giorni se al Mundy sarebbe riuscito di agire efficacemente in tal senso, senza per alcro uscire dalla srrecta neurraiicà eh<: gli tra stata prtscricta.
L 5. Ritorniamo alla sera del 22.
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Rientrando a bordo dalla riunione dei residenti inglesi, l'ammiraglio trovò la risposta del generale Lanza: un misto di cortesia formale e di tracotanza, quale si addiceva allo stato d'animo del governatore, affetto in quei giorni, a dire del cappellano borbonico Buttà, da un accesso di «bombardomania» <451 e persuaso c.: he c.:on il bombarJamemo Jelia c.:i LLa si pmesse risolvere ogni µroblema. Se Palermo insorge, diceva in sostanza il mtssaggio del regio Commissario, la guarnigione farà uso di tutti i mezzi in suo potere allo scopo di reprimere la rivolta; naturalmente sono stati impartiti ordini per il rispetto dei sudditi britannici compatibilmente con le esigenze militari, e d'altra parte si rifugge dall'idea del bombardamento, così lontana «dai sentimenti di umanità che animano il Re nostro Signore»: ma se l'esercito, occupato a respingere l'invasione straniera sostenuta dai ribelli, verrà accaccaco alle spalle dagli insorti nella città, non si esiterà un istante a ricorrere all'artiglieria. «L'avviso dato dal generale Salzano» concludeva la lettera - «è conforme agli mi delle nazioni civili e i sudditi inglesi debbono provvedere essi stessi alla salvezza loro e delle loro proprietà. Spero che non si giunga a simili estremi, ma tocca alla popolazione mantenersi tranquilla, .re non desidera esporsi agli orrori della gtterra civile» <46l _ A quesro punto, l'azione della Marina britannica enrra in una fase importantissima, sia da un punto di vista generale, sia da quello particolare degli interessi nazionali italiani. In effetti, quantunque dettata <la considerazioni e da moventi affatro estranei all'Italia nascente (protezione dei connazionali, motivi umanitari, ragioni politiche, ecc.), ed improntata alla lettera ed allo spirito delle norme di diritto internazionale che regolavano lo stato di neutralità, tuttavia la condotta della squadra inglese, e specialmente quella personale del contrammiraglio Mun<ly,
(45) BurrÀ, cÌI. , riportato dall'AGRATJ, I Mille, cit. , pag. 455. (46) MlJNDY, cit., pag. 90.