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11 renrativo del colonnello Musolino
sera, per mezzo del conte Tasca, venne offerto al Mundy da parte degli insorti un lasciapassare, da intestarsi ad un suo ufficiale, nel caso che egli volesse inviarlo fuori città per assistere quale osservatore neutrale alle operazioni: nuovo rifiuto da parte dell'ammiraglio. Come appare evidente, ognuna delle due fazioni contrapposte mirava a forzargli la mano, per provocarne un diretto intervento. Alle otto di mattina del giorno 24, la squadra britannica innalzò il gran pavese per festeggiare il genetliaco della regina Vitcoria. Il console francese e i conunercianci britannici, durante la giornata, richiamarono l'attenzione del Mundy sulle minacciose evoluzioni delle unità da guerra napoletane, che sembravano
tJren.Jere pùsizioiie per bombardare l'abitato: l'an1rr.iragliv li assicurò che sniva
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seguendo attentamente gli sviluppi della situazione e che avrebbe fatto il possibile per evitare il precipitare della crisi. Questo 24 maggio fu un giorno di incertezze c di ansia per la popolazione: Garibaldi sembrava scomparso - in realtà si trovava a Piana dei Greci - inseguito dalle truppe borboniche al comando del von Mechel; le squadre del La Masa, concentratesi a Gibilrossa, si agitavano per l'inattesa ritirata del Ditrarore; il generale Lam.a ed il suo Stato Maggiore
ufficiali di Marina delle unità da guerra straniere presenti nei golfo salirono a bordo del!' Hannibal, dove la banda musicale della nave ammiraglia, diretta da un napoletano, ii accoise ai suono ripetuto dei «God sa11e the Queen»: e il pran7.o di gala procedette, tutto sommato, ~hhasmn7.a hene, nonostante la presen:t.a del comandante borbonico Flores e del marchese D' Asce del Co11ernolo, i quali naturalmente si guardavano con una certa freddezza. Il 2 5 è il giorno della cosi detta «beffa di Corleone», che trascin() lontano i quattromila uomini della colonna von Mechel, mentre i garibaldini ritornavano verso Palermo: beffa su cui ancor oggi gli storici disputano per stabilire se la parte di Garibaldi sia stata recitata intenzionalmente o meno (5Z)_ La voce che
i ~, filibustieri}} er~:--: o !n rotta sulle strade dì Cor!eone, per cerc;1re s1..:ampo nellH
fuga e reimbarcarsi a Sciacca, si diffuse in città verso mezzogiorno, quando il capitano Chinnici, comandante dei «compagni d'arme», arrivò recando i rapporti del von Mechel, raccontando mirabilia e vantandosi che, se avesse avutO sotto mano uno squadrone di cavalleria, avrebbe addirittura «annientato» i ribelli. Siffatte notizie valsero a rinfrancare un po' il Lanza, che la vigilia si era veduto ridotto così a mal partito da dare ordine che si imbarcassero in tutta fretta sull'Ercole 600.000 ducati prelevati dal regio banco; e gli permisero di affrontare con una cerca baldanza la presenza dell'ammiraglio inglese, al quale, due giorni prima, aveva rivolto con tanta insistemm la supplica di intcrporsi come
(52) Cfr., per rurrì, l'A(jllATI, / mille, àt. , pagg. 428-30 e 540-47.