188 lago francese, nemmeno in una ipotetica réverie di granckzza, che fino al 1860 era almeno stata possibile <62l. 49. Nulla pit1 che un sogno <lovette sembrare a molti quel che si affermava nel proclama lanciato il 22 marzo 1860 da La Farin a, in cui si adombrava l'utopistica visione d i un 'Italia « ... con 500.000 11omini sotto le anni, con d11e flotte che inm.-
tano rispetto in Adriatico e nel Mediterraneo» <6 .,>. A prescindere dall'accenno a ll ' Adriatico e no n al Tirreno, dovuco a ragioni politiche contingenti, che non eliminava no però il carattere di seconda ri età rispetto a l M cditcrranco dei due baLiui paralleli alla Pen isoia, qu eiia utopia sembrava esaurirsi in una costruzione immaginosa, che non aveva alcun seri o rapporto con la realtà italiana e mediterra nea. Ma al termine della fase siciliana dell'impresa de i Mille, e precisa mente al momento in cu i la rivoluzione forzava lo Stretto di Messina , e passava sul continente, il sogno no n parve più vaneggiamento retorico, ma felice vaticinio di un 'era nuova. li fatto è che l'az io11t: garibald ina in Sicilia nel 1860 aveva prodotco un radICale cambiamento, una duplice rivoluzione di prospettive, riguardo all'l rnlia e riguard o al Mediterraneo. 11 vecchio stato sabaudo, arroccato al di là delle coste ligu ri, co i pro pri limiti provinciali e la propria politica di espansione ln ngo la valle del Po, verso le ricche pianure lombard e, emiliane e venete, veniva s uperato d i coipo, e nasceva in s ua vece uno stato nuovo, proietta to sul mare, componente obbligata e importante della politica medirer ninea . G li «elementi di
(62) Ddla rivalirà mediterranea, a nglo-francese, sia pure in una prospettiva errata che ignorava l'eventualità di u na com ponente politica nazionale ita liana , a veva parlato il genera le Filangieri con il gener ale fran cese Roguet il 30 sccrembre 1859, secondo quanto lo stesso Fi langieri scriveva il giorno su ccessivo, da Pozzop iano, al re Francesco Il : « . .. gli accennai gli Jranda/oJi intrighi degli l!!gltt!i ::h:: fo:::.ent::.-::anr: h1 :nua fbol,t i disorduu. eJ ;t 1,1tdtu11itmfo ,uniru il jJrovvidlJ Governo tli V.iri. per p,-011111over11i rma eJp/0Jio11e... tendente ,rifa Jeparazio11e del/'/Jola dal Reame di Nflpoli, nel 1:hc t"Ìlfsce11do 11umovrerehhero in 111odo d,t itrlo cadere sollo il prntettomlo. o al111e110 sotto l'e.rclt1siva loro i11flt1enza, ed allora Jt"oppiando 11110 g11erra fra i due coloJJi occidentali. il Medile,·r,meo. invece di cJsere 1111 l,,go francue , r11111e lo vollero L11igi X TV ed i moi J11rce.uor1, diverrebbe 1111 /,,go i11g/e,e, pro/tifo da Cihilterra. Malta, Corfù, Mwi11a. /\11g11Jla, Siram.ra, che Jorto i pi,ì belli porti d'littropa. /\I/ora addio all'All!,cria, addio ad ogni i11jl11e11z,1 mll'T'.gitto. Jllll'Arcipelago e la Grecia, mi mari di Mm"l!lara, Nero. e di Azof, ecc.». Curiosa è invece la opposta inrerpretnione che offriva la lettera de l principe di Petrulla, ambasciatore napolcrano a Vienna , ul colo nnel lo Severino, segrera rio particolare del re Francesco II, datata da Vienna al 2 apr ile 1860: l' Inghilterra «... per punto cardirtale deve (come ai le111pi del p1•i1110 Impero) sostenere la din,tJtia regna11te in Napoli e Sicilia ed occupare q11est'11ltilfla se vietr 111inaccia1a da ,ma rivolt1ziot1e che potrebbe da,· l11ogo a 1111 colpo di 111ar10 fr,mce.re ed i11 conseg11enz,1 mettere i11 pericolo Malta e la prepo11dera11z,1 ingleJe in Mcdi1erra11eo». Cfr. R. M OSCATI, Lajìne del 1<.egno di Napoli, cit., pagg. 121 e 22 7. (63) La r iproduceva ancht' " L 'E.rpér,mce" del 16 giugno 1860 , e in realrà era il momento di ricordare q uel non più rroppo a mbizioso proclama: gli eventi stavano d imostrandone la straorclinaria attualità storica.