SICILIA 1860 – DA MARSALA ALLO STRETTO

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178 Premuri dalle ambizioni di Parigi, gli inglesi sopravvalutarono probabilmente la potenza reale della Francia - lo spettro <lel primo Napoleone dovette in qualche modo influire - ed optarono per la nascita della nuova potenza mediterranea italiana, convinti che questa, per vivere ed affermarsi, avrebbe dovuto frenare l'ambiziosa invadenza francese. Da questo punto <li vista deve essere interpretato il famoso telegramma di lord Russcl all'Hudson, ambasciatore inglese a Torino, del 27 ottobre 1860, che nella difficile congiuntura fu di massimo ai uto al governo sardo: « ... Il Governo di S.M. britannica è costretto a riconoscere che gli Italiani sono i migliori giudici dei propri interwi... D(JjJ(J !!,li eventi Jbalurditivi ati abbia1110 aSJistitu è dijfìcilt: t'redere dJe il Papa e il J<e delle Due Sicilie po.rsiedano il cuore dei loro popoli. Il Governo di S.M. britannica non vede ragione mlficiente a giustificare il severo biasimo con cui l'Austria, la Prancia, la Prussia e la Russia hanno bollato gli atti del Re di Sardevztt. Il Governo di S.M. preferisce guardare verso la lieta prospettiva di un popolo inteso a costrttirsi l'edificio delle proprie libertà ed a consolidare la propria indipendenza» <2 <>>. Questa indipendenza significava , naturalmente, un nuovo grande problema lungo le fronti ere maritri111e ou.,i<lentali Jdla Fra111_ia, d,t: avrt:OOt: <l<>vuln Lt::llt::l' J'u<..dtio la nuov a v icina perché non diventasse troppo inco moda, e ra llenta re quindi la pressione in altre d irezioni. Quanto alle prevedibili ambizioni del nuovo Stato, purché n on arrivasse ad insediarsi a Tunisi, potevano essere incoraggiate dall ' Ing hilterra perché avrebbero urtato fatalmente la Francia e ne avrebbero stimolato la diffidenza <30>. 47. Se si eccettua il tentati vo di convincere i franco-inglesi a sbarrare lo Stretto di Messina, la tradiziona le amicizia russa p e r i Borbone non p esò d irettamente sug li avvenimenti sicilia ni e mediter ranei d el 1860, sia p erché il governo zarista fu regolarmente sorpreso dagli eventi, sia p erché ogni movimento nel Medirerra neo restava inibito alla Russia dalla pace di Parigi d el 1856. Essa aveva sa n:1.ionato la sconfirra russa n ella guerra di Crimea, con clausole p esa nti: non

(29) Cfr. Ac;RATI, Dtt P,dermo ttl Volt11mo. cit., pag. 533. (30) A<l influenzare questo punto <li vista concorse certamente la p sicosi antifrancese che

era in quel remp o diffusa in Ing hilte rra . Un noto esempio che si puii citare in p roposito fu la lunga questione della Sardegna, che la nostra diplomazia dovette affrontare nel 1862: Londra temeva che si volesse cedere al Papa l'isola in camhio di Roma, e poiché il Pontefice appariva allora troppo legato a lla Francia, il governo inglese si oppose fieramente; vale la pena di ricordare che le reazioni britanniche furono assai decise in quella occasione e che lord Palmersron proclamò: «L 'lnghilterrtt .ri opporrebbe .rtren11011.rly ad 1m,1 sì111ìle estemione dell'injl11enza /ranreJ·e in quesJo man'>> . Anche in altre occasioni era stata confe rmata la ferma intenzione del governo inglese «di impedire ad ognì co.rto un .ri111ile aumento della potenz,1 mttrittìma delltt F,·,incia nel Mediterraneo», cfr. lettern del D ' Azeg lio al Cavour del 4 marzo 186 1, in Dowmenti Diplomatici italiani, Serie 1, voi. 1, pag . 2 6 ; vedi pure, iv i, pagg. 189 e 503-5; Atti Pt1rla111entari, Camertt , 1861-2, 3 ° periodo, voi. V , Roma 188 1, pag. 2 78 7 ; SIOTTO-PlNTOR, Intorno alle voci di cmione della isola di Sardeina, Mila no 1861. · ·


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