170 della Sicilia, e risultò in definitiva come uno sforzo disperato e vano, quasi che al di là delle apparenze, il risultato ne fosse stato dolorosamente scontato fin dal!' inizio, per la parte borbonica. Pure alla fase siciliana - includendo naturalmente in essa l'episodio del passaggio dello Stretto - va attribuito lo sfaldamento morale della compagine borbonica. Prendiamo il caso della flotta: a Marsala, sia pure in ritardo, essa intervenne ed aprì il fuoco; a Palermo cannoneggiò la città; nello Stretto si condusse fi acca mente e nell'episodio dello sbarco di Garibaldi in Calabria, a Mclito, arrivò cardi, come a Marsala; ma lo specchio di mare da controllare era ben più ristretto, le sue colpe erano ben più gravi. In seguito, più nulla: dopo la defezione dell' Anguissola, nessun altro ufficiale osò disertare così clamorosamente, ma l'oscuro favoreggiamento dell'avversario, l'inazione, l'indecisione, la slealtà verso il proprio sovrano si estesero come una cancrena nella Marina di Napoli. Fosse ciò frutto del tiepido amore che la causa borbonica ispirava agli ufficiali della Marina napoletana, o delle seduzioni del Persano, fatto sta che dopo la Sicilia la Marina borbonica non brillò in una azione, in un tentativo, nemmeno in una facile, ma almeno aperta ribellione. Altro aspetco notevole.: dei fatti d i Sicilia del 1860 fu la partecipazione popolare all'impresa dei Mille, l'insurrezione di Palermo, la guerra dei picciotti a fianco dei garibaldini, per cui veramente poté dirsi che l'isola non fu conquistaca dai settentrion;ili, ma che fu liberata dagli sforzi congiunti degli abitanti e dei ga ribaldini. Questa fratellanza d 'armi e d'intenti - almeno per quanto si riferì alla cacciata dei Borboni dall'isola - venò di un'atmosfera particolare il momento più elettrizza nte del Risorgimenrn e ridi colinò le proteste sull'invasione operata dal «brigante» Garibaldi. La partecipazione popolare condizione> il successo dell'avventura e la rese m orale ed irn.:sistibile. In definitiva quindi gli avven imenti siciliani risultarono due volte decisivi , sul terreno militare perché determinarono il crollo dell'apparato difensivo borbonico, sul terreno politico perché forza rono i tempi dell'unità italia na e ne provocaro no la fortuna su scala nazio nale. La liber azio ne della Sicilia non andava più interpretata come un episodio, ma, sto ricamente, come l'atto di nascita della nuova potenza m editerranea italiana, fattore determinante della futura politica internazionale nel grande mare aperto. 46. Puc.> essere interessante regis trare il cono ca uto, ma tuttavia sintomatico, di una delle prime reazioni della stampa popolare inglese alla notizia dello sbarco a Marsala. Nell'articolo di fondo del 19 maggio, in titolato Sicilian affairs, I' !llttstrated London News scriveva: «La moralità della legge internazionale Jà sentire tutto il s11,o peso, ed è impossibile controbattere il fatto rhe il famoso Generale partigiano, nella ma presente impresa, si conduce né più né meno che come !(.n bucaniere; che egli si è reso colpevole di pura e semplice piratet·ia; e, se dovesse essere raltttrato con le armi alla mano