LE ORIGINI E GLI SVILUPPI DELLA CREMAZIONE IN EUROPA

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2.12 Russia E veniamo al baluardo ideologico della Russia, che come abbiamo visto ha inibito la Finlandia. Le ancore ideologiche che ne frenarono l’impeto furono la chiesa ortodossa e l’ostilità dello Zar. Dopo la Rivoluzione russa del 1917, alla cremazione tocca una sorte migliore grazie alla strada spianata da Lenin legalizzandone l’uso. I leader bolscevichi ne diffondono l’uso anche per compattare le epidemie causate dalla guerra civile. Il primo esperimento ufficiale di costruzione di un crematorio avviene a Leningrado, ad ogni modo, il progetto viene rimandato per mancanza di fondi ma l’anno dopo l’attività di incenerimento venne officiata anche se dopo alcuni mesi e 379 cremazioni all’attivo, furono costretti a chiudere per mancanza di fondi. Di questi corpi, solo 16 vengono dati alle fiamme sotto il desiderio degli estinti, a conferma dell’impopolarità di questa pratica. Viene quindi lanciata una propaganda del governo massiva, sono aperte esposizioni a Leningrado e Mosca mostrando i vantaggi dell’incenerimento dei cadaveri introducendo processi tecnologici innovativi così come per i trattori, le automobili e l’elettrificazione. Si apre in questo periodo –siamo nel 1927 – il primo crematorio di Mosca nel monastero confiscato di Donskoi, anno questo della creazione della società crematoria ORRIK e prima della seconda guerra mondiale si aprirà un altro crematorio a Cracovia. Gli anni 1929–33 sono quelli della collettivizzazione dell’agricoltura e della distruzione di chiese, cosa che agevola la costruzione dei crematori. I primi dati statistici sulle cremazioni russe risalgono agli anni Trenta con un costante aumento: si va dagli 8379 cremati del 1931 ai 12000 del 1938, tra i cremati celebri ci 71


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