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2.11 Finlandia

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Conclusioni

Conclusioni

chiesa luterana) e attraversa l’eredità del suo essere stata parte della Svezia per

settecento anni.

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Ad ogni modo, nella prima fase del Novecento, la Finlandia resta al giogo di un periodo

conservatorista e stagnante. La cremazione appare soprattutto un fenomeno d’élite appartenente ai ceti alti di madrelingua svedese.

Le prime idee cremazioniste cominciano a circolare negli anni ’80 dell’Ottocento e le prime concessioni dovute ad una pressione meno forte del governo russo concedono

terreno a partire dal 1905 quando fu concessa la libertà di espressione e di libera

associazione dei cittadini. Eppure con la russificazione del 1907 furono introdotte

limitazioni all’introduzione della cremazione, un’idea che si allontanò ulteriormente

con i costi delle materie prime dovute alla prima Guerra Mondiale.

Bisognerà aspettare il 1927 affinché il primo crematorio venga inaugurato. Negli anni

Trenta però si arresta un processo di assimilazione della cremazione da parte di

congregazioni religiose che ne avevano programmato la realizzazione dopo un rigetto

iniziale, ma la Seconda Guerra Mondiale ne rallenta la progettualizzazione. Negli anni

Sessanta la chiesa decise che fosse un proprio compito stabilirne la costruzione così

come accadde nel caso del crematorio di Esbo.

Secondo le statistiche, nel 2000 la cremazione in termini assoluti raggiunge il 25% sul

totale e il 75% di questa fetta si concentra nella città di Helsinki. È anche vero che in

Finlandia vivono 50mila cristiani-ortodossi, popolazione secondo cui la cremazione è

ben lungi dall’essere accettata. (Davies, Mates 2005:184-186)

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