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3.6 Gli orientamenti e le evoluzioni in campo religioso
dagli impegni di governo, può riprendere, come un tempo, a “cospirare”. Forse nell’incontro del 6 ottobre, a Leri, fra Cavour e La Farina, oltre che della ricostruzione
della Società Nazionale, si è parlato anche di un diverso modo per utilizzare
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Zambeccari? Fatto sta che due giorni dopo ha luogo la riunione istitutiva dell’Ausonia. In seguito, nel Grande Oriente Italiano confluiranno man mano vari sostenitori e
collaboratori di Cavour, fra cui Felice Govean, Constantino Nigra, Pier Carlo Boggio
e lo stesso La Farina, mentre la rete cospirativa della Società Nazionale, resa ormai
superflua nel 1860 dai progressi dell’unificazione, verrà utilizzata ai fini dell’Ausonia, e Filippo Delpino, Gran Maestro pro tempore, pronuncia un discorso piuttosto abile, in
cui gli ideali patriottici vengono raccordati alle finalità tradizionali della filantropia e
della pedagogia massonica. (Comba, Nonnis Vigilante, Mana: 1998,181-182).
Torino, Roma, Napoli e Palermo costituiranno il nucleo scozzesi diretto da Alessandro
de Milbitz, David Levi e Timoteo Riboli particolarmente ostile ai tentativi romani per
la riunificazione del rito, e desideroso di essere riconosciuto a li vello internazionale,
come l’unica autorità massonica legale in Italia. Nel 1875 ottiene di essere inviato come tale al Congresso internazionale (“Convento”) scozzese di Losanna, il che costituisce un’importante convalida delle sue pretese. (Comba, Nonnis Vigilante, Mana:
1998,190)
Nella massoneria italiana di rito scozzese, lo scopo sarà lo sviluppo massimo della
filantropia. 2. La massoneria italiana professa come condizione essenziale della
filantropia i principi di Indipendenza ed unità delle singole Nazioni, e fraternità delle
medesime; tolleranza di qualunque religione, e uguaglianza assoluta dei culti;
progresso morale e materiale delle masse (Comba, Nonnis Vigilante, Mana: 1998,186)
Per quanto riguarda la fondazione della So.crem di Torino, la sua promozione Cesare
Goldmann, israelita, triestino di nascita, giunto a Torino nel 1876 a 18 anni come
rappresentante del Cotonificio Cantoni. Le difficoltà economiche in cui versa la sua
famiglia aguzzano evidentemente il suo ingegno e il suo dinamismo imprenditoriale
inducendolo nell’arco di pochi anni ad assumere svariate rappresentanze anche di ditte straniere in primo luogo austriache e tedesche. Affiliato alla loggia torinese Pietro
Micca – Ausonia va moltiplicando proprio nei primi anni Ottanta il suo impegno sia
nelle iniziative di filantropia laica sia nell’associazionismo politico di stampo democratico.
Si accede all’associazione per quota associativa, dove ogni socio alla propria morte potrà essere cremato gratuitamente (Comba, Vigilante, Mana: 1998, 19) e come a
Livorno, i morti indigenti possono essere cremati a spese del Municipio (Comba,
Vigilante, Mana: 1998, 24).
Sarà nominato presidente Ariodante Fabbretti. Maestro venerabile della loggia Dante
Alighieri, e spirito di tradizione laica del processo risorgimentale e del mondo del
libero pensiero. Perugino di nascita, mazziniano, aveva fatto parte – diventandone
segretario – dell’Assemblea costituente della Repubblica Romana. Giunto esule a Torino aveva continuato tra mille difficoltà i suoi studi di archeologia e sugli antichi
idiomi italici; nel 1858 era stato nominato assistente presso il Museo Egizio e delle
Antichità di cui aveva poi assunto la direzione dal 1872. Chiamato infatti nel 1860 ad
occupare la neo costituita cattedra di Archeologia dell’Università di Torino Fabretti aveva deciso di stabilirsi definitivamente nella città subalpina, pur sinistra democratica
per l’elezione in Parlamento, ed eletto nella XIII legislatura. (Comba, Vigilante, Mana: 1998, 10).
3.6 Gli orientamenti e le evoluzioni in campo religioso
In questo nucleo tematico, cerchiamo ora di vedere dall’Ottocento ad oggi come è cambiata dal punto di vista della giurisprudenza religiosa, la percezione della
cremazione.
Cominciamo dalla Chiesa Cattolica Romana. Come abbiamo detto, nel 1886 la
cremazione risulta vietata dal diritto canonico (si tratta in particolare di un decreto del
15 dicembre). Ancora, nel 1917 il Codex Iuris Canonici riporta che “ I corpi dei fedeli defunti devono essere seppelliti, ed è riprovata la cremazione (c.1203)”. In questo divieto perde significato ogni contatto, testamento o atto con ciò una persona esprime
la volontà che il proprio corpo sia cremato. Per tanto a chi trasgredisce tale proibizione
viene rifiutata la sepoltura ecclesiastica. Il 19 giugno 1926 viene emanata un’ulteriore istituzione da parte del Santo Officio che correla l’anticlericalismo alla cremazione in cui si ammonisce che chi non tiene presente la resurrezione e l’esistenza dell’aldilà sceglie la strada della filosofia materialistica e professa più o meno esplicitamente il
materialismo o il panteismo, come significato di estrema ostilità alla fede cristiana.
Va da sé che quindi orientamenti di un certo tipo politico e una vicinanza massonica
vengono condannati con la scomunica che nega quindi i sacramenti.
La vicinanza tra Fascismo e Chiesa Cattolica non fa che confermare tale visione anche
se le leggi crispine che approvano tale rito dal 1888 hanno ancora legittimità in quanto
negli anni della dittatura, la cremazione è osteggiata ma non vietata.
Per una visione cattolica sempre riprovevole verso tale rito, la vera svolta si avrà solo
il 5 luglio 1963 con i segnali di apertura del Concilio Vaticano II nel De cadaverum
crematione: piam et constantem: si esprime tolleranza nei confronti di questo rito non
più visto come simbolo anticlericale anche se da praticare in vie eccezionali e facendo
così dell’inumazione sempre la pratica più consona.
Si legge in proposito:
Di fatto l’abbruciamento del cadavere, come non tocca l’anima, e non impedisce
all’onnipotenza divina di ricostruire il corpo, così non contiene, in sé e per sé, l’oggettiva negazione di quei dogmi. Non si tratta, quindi di cosa intrinsecamente cattiva o di per sé contraria alla religione cristiana. E ciò fu
sempre sentito dalla Chiesa, come risulta di fatto che, in date circostanze, e cioè
quando risultava che la cremazione dei cadaveri era chiesto con animo onesto
e per gravi cause, specialmente di ordine pubblico, essa soleva permettere la
cremazione.
Il grande cambiamento sarà dato dalla possibilità di officiare con i sacramenti i funerali
dei cremati.
Perché il cambiamento di percezione della Chiesa non vede più come una sfida “al senso cristiano della vita e della morte” la cremazione, “ e si può presumere che la cosa
avvenga per motivi onesti, alieni da scopi antidogmatici ed anticristiani”.
Finita dunque la guerra, finisce la minaccia della cremazione in forma antagonista dei
liberi pensatori e usciti dalla fase pioneristica, si può cominciare ad aprire spiragli verso
una cremazione più sobria e meno militante sul piano simbolico. Ciò renderebbe più
morbida l’accettazione anche nella sfera dei cattolici.
Nel XXI secolo si torna a legiferare in materia ribadendo le posizioni del 1963 ma
condannando la dispersione delle ceneri e la trasformazione di tali in oggetti, gioielli e
diamanti che da esse si possono ricavare facendo del defunto un feticismo di merci
commerciali. Un documento importante sarà dunque l’Ad resurgendum cum Christi del 25 ottobre 2016 di Papa Francesco Bergoglio in cui però si ribadisce che “la chiesa continua a preferire la sepoltura dei corpi rispetto alla cremazione poiché con essa si
mostra una maggiore stima verso i defunti.” Ciò completa quello che è stato lasciato scritto nel 2011 con la Conferenza episcopale italiana rito delle esequie dove si
conclude che la dispersione o la conservazione in casa delle ceneri debbano
considerarsi segno di una scelta compiuta per ragioni contrarie alla fede cristiana e che
pertanto comportino la privazione delle esequie ecclesiastiche. Ma già
precedentemente nel 2002 con Papa Giovanni Paolo II il direttorio sulla pietà popolare
e liturgia afferma al n.254 “Si esortino i fedeli a non conservare in casa le ceneri di familiari, ma a dare ad esse consueta sepoltura” segno che il rito della dispersione delle ceneri conserva ancora un residuo del suo etichettamento di vilipendio di cadavere dei