LE ORIGINI E GLI SVILUPPI DELLA CREMAZIONE IN EUROPA

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“materializzazione” in cui si vede all’opera la forza della negazione. Chi muore non è un “centro” simbolico da cui si dipartono le diramazioni costituite dai legami affettivi, bensì un agglomerato fisico tenuto insieme in equilibrio meccanico, così che quando un “pezzo” si guasta ed è ormai insostituibile, la macchina si ferma per sempre e conseguentemente va scartata. Ed è paradossale che una civiltà che ha avuto impulso da un potente “rigonfiamento dell’Io”, trasformi poi i suoi membri in pezzi assolutamente intercambiabili (Cavicchia Scalamonti, 1991: 115)

La morte viene quindi occultata dai sistemi esperti della scienza. I familiari e l’uomo comune acquisiscono un’incapacità alla gestione del thanatos, tanto familiare a tutte le culture precedenti. Ciò accentua altresì il disagio legato alla malattia grave, della ripugnanza fisica che provoca, del bisogno di nasconderla a sé e agli altri. (Ariès, 1985: 690). La morte diventa insomma un concetto fuori dall’ordinario e negativo per l’andamento rampante di una società sempre più competitiva e in crescita. 1.5 Pompe funebri L’allontanamento del cimitero dei luoghi di culto ha creato un nuovo spazio urbano, la medicalizzazione ha saputo addomesticare la morte ad un sipario scientifico lontano dalla famiglia e anche l’imprenditoria funeraria ha saputo collocarsi fra questi due

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