Invasione e spartizione della Jugoslavia
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Vezio Orazi).311 Per la provincia di Fiume, esterna al governatorato e ampliata con i distretti di Sušak, Castua, Čabar, parte di Delnice e le isole Arbe e Veglia, il 18 maggio era stato riconfermato Temistocle Testa. Il 6 giugno il commissario civile Bartolucci si congedava dal suo incarico e il giorno successivo Bastianini arrivava a Zara, sede del Governatorato. Dipendente direttamente da Mussolini, il governatore della Dalmazia avrebbe esercitato le potestà – legislativa, esecutiva e giudiziaria – nella regione, avrebbe attuato le direttive generali per l’assetto amministrativo, economico e sociale dei territori delle tre province e avrebbe reso effettive le decisioni impartite da Roma in merito a servizi civili, governativi e locali.312 Si provvide rapidamente al trapasso dei poteri civili nelle località fino a quel momento amministrate dalle forze d’occupazione italiane – Knin, Dernis, Signo, Obrovazzo, Tribanj, Almissa (Omiš), Brazza, Lesina, Makarska, Metković, Ragusa – ed assegnate allo Stato Indipendente Croato. L’equivoca condizione delle truppe italiane lasciate nello Stato croato, formalmente non più come forze d’occupazione ma in sostegno al consolidamento dell’amministrazione croata, contribuirono a rendere ancora più complessi i vari problemi esistenti. Ne sarebbe inevitabilmente derivato un progressivo allontanamento tra l’orientamento della linea politica ufficiale del governo di Roma e gli atteggiamenti delle forze armate italiane, che tendenti a soccorrere la consistente minoranza serba perseguita dagli ustaša, creò di fatto un imprevisto legame con essa, in contrasto con le intese raggiunte tra Roma e Zagabria. Ne sarebbero nate gravi incomprensioni e attriti, sia tra i due governi, sia tra le massime autorità politiche italiane e l’esercito schierato in Dalmazia e nei territori passati ai croati.
2.4.
Gli Accordi di Roma, 18 maggio 1941
Le trattative tra Roma e Zagabria per la delimitazione del confine dalmata non sembravano affatto semplici. Il problema delle frontiere non era mai stato contemplato in modo specifico con Pavelić, che aveva sempre e solo acconsentito ad un generico impegno a tenere in particolare considerazione gli interessi italiani in Dalmazia. Il Poglavnik, tuttavia, nelle prime dichiarazioni programmatiche aveva affermato apertamente il diritto croato sull’intero litorale dalmata, dalle Bocche di Cattaro a Fiume, incluse le isole. Giunto a Zagabria aveva
311
D. Rodogno, op. cit., p. 111.
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M. Dassovich, I molti problemi dell’Italia al confine orientale, vol. 2, pp. 99-100. Per il testo del
decreto-legge con cui fu annessa la Dalmazia si veda Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, n. 133, 7 giugno 1941-XIX (Regio decreto-legge 18 maggio 1941-XIX): n. 452, Sistemazione dei territori venuti a far parte integrante del Regno d’Italia; n. 453, Circoscrizioni territoriali delle provincie di Zara, Spalato e Cattaro e attribuzioni del Governatore della Dalmazia.