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4.1. La “Legione autotrasportabile croata” (Lako Prevozni Drug) sul fronte orientale
fu l’ennesimo entusiasmo riposto da militari e politici croati nella Germania, accentuato dal viaggio di Kvaternik a Berlino e di lì al fronte orientale. 603
Il 2 luglio del 1941, in un appello alla popolazione, anche Pavelić aveva invitato i croati ad arruolarsi nell’esercito e nell’aviazione tedesca per combattere la minaccia bolscevica: in molti scelsero quindi di arruolarsi volontari nelle divisioni delle Waffen-SS e in quelle della Wehrmacht – non necessariamente impiegati sul fronte russo – la cui legione croata nel corso della Seconda guerra mondiale giunse ad annoverare la 369ª Divisione Legionaria (Vražja), la 373ª Divisione Tigre (Tigar) e la 392ª Divisione Blu (Plava). La Germania reclutò in Croazia, in gran parte sul litorale adriatico, anche marinai per la marina da guerra del Reich. Duemila uomini inviati in Germania per essere poi avviati sul fronte orientale furono invece scelti tra la milizia ustaša, con ufficiali prelevati dalla guardia del corpo del Poglavnik, poiché l’esercito regolare croato non era in possesso di un elevato numero di reparti efficienti e fidati.604
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Lo Stato Maggiore italiano considerò l’arruolamento di croati nella macchina bellica tedesca una violazione degli Accordi di Roma e di quanto stabilito nell’incontro a Venezia del 18 dicembre tra il Poglavnik e Ciano. Per bilanciare l’influenza militare tedesca sui croati, una loro unità, la “Legione Autotrasportabile Croata” (Lako prevozni zdrug), su richiesta specifica italiana, venne quindi prima formata e addestrata in Italia e successivamente aggregata all’8ª Armata sul fronte meridionale russo, con la quale condivise i pochi successi e la drammatica ritirata del Don.605 Inizialmente Cavallero insistette presso Kvaternik affinché i croati del 369° Reggimento passassero alle dipendenze del Regio Esercito per compensare le perdite del CSIR in Russia, prossimo all’ampliamento dei propri effettivi. Il 369° Reggimento, tuttavia, intenzionato a continuare la propria preparazione con la Wehrmacht, rifiutò il trasferimento e fu così deciso di creare un’altra legione croata da inviare al fianco dei soldati italiani. Il 20 ottobre 1941 Cavallero informava il Ministero della Guerra e lo Stato Maggiore dell’esercito che sarebbe stata inviata sul fronte orientale una legione
603 ASDMAE, b. 1493 (AP 28), Ministero degli Affari Esteri, Gab.A.P. Uff. Croazia, a Governo della Dalmazia Zara, telegramma n. 29589 P.R., f.to Pietromarchi, Roma 30 luglio 1941-XIX. 604 AUSSME, M-3, b. 6, fasc. 1, Comando Supremo, Ufficio Operativo, Notiziari del generale Pièche 1942 (situazione in Croazia; movimenti cetnici), Rapporti del generale Pièche al Ministero degli Esteri (notizie dalla Serbia), a Ministero degli Affari Esteri, Gabinetto-Ufficio A.P. Roma, oggetto: Relazione sulla Croazia, f.to il generale Pièche, P.M.10, 5 agosto 1942-XX. 605 Sulla legione si veda M. Pojić, Lako prevozni zdrug Hrvatske legije (Legione Croata Autotrasportabile), 1941.-1942., in Časopis za suvremenu povijest, n. 1, 31, 1999, pp. 183-203; S. Fabei, La “legione straniera” di Mussolini, Milano, Mursia, 2008, pp. 243-261.
croata aggregata al CSIR in qualità di truppa suppletiva di Corpo d’Armata.606 Il CSIR, al comando del generale Giovanni Messe, riuniva circa sessantaduemila uomini ed era composto dalle divisioni di fanteria Pasubio e Torino e dalla 3ª Divisione Celere Principe Amedeo Duca d’Aosta. Ad ogni divisione di fanteria era affiancata una legione di camicie nere (CC.NN.).
I soldati croati, in parte regolari dell’esercito, in parte volontari, avrebbero indossato un’uniforme di foggia italiana con i distintivi di grado sul bavero e il fascio littorio sul petto, prestando giuramento di fedeltà al Duce. La “Legione Autotrasportabile Croata” sarebbe stata composta da più di cento tra ufficiali e sottoufficiali e da circa mille soldati, ma lo Stato Maggiore avrebbe potuto, qualora lo avesse ritenuto necessario, cambiare l’organico comunicando le modifiche effettuate al governo croato tramite la Missione militare a Zagabria del generale Oxilia. L’equipaggiamento e gli automezzi necessari sarebbero stati forniti dal Regio Esercito, mentre Zagabria avrebbe fornito parte del corredo individuale. Il comando del XVIII Corpo d’Armata (trasferito a Spalato il febbraio successivo) durante l’addestramento in Italia e il CSIR poi, avrebbero provveduto a spese e rifornimenti, comunque addebitati allo Stato Indipendente Croato.607
I piani originali prevedevano che la legione – completato l’addestramento in Croazia – fosse trasferita sul fronte russo entro il gennaio del 1942, dopo aver raggiunto l’Italia verso la metà di novembre e aver continuato lì i preparativi nel mese di dicembre. Il nucleo originario dei legionari che avrebbe composto l’unità fu tuttavia ritirato dalla Bosnia – dove era impiegato in operazioni anti-partigiane – solamente agli inizi di novembre, per essere concentrato a Varaždin ed essere ampliato con nuovi elementi.608 Alla legione furono inoltre assegnati ufficiali ed interpreti per l’istruzione dei soldati e degli ufficiali croati sulla tattica di guerra italiana. Il generale Oxilia, consapevole dei sentimenti anti-italiani diffusi tra la popolazione croata, sottolineò l’opportunità che gli ufficiali italiani incaricati dell’addestramento, pur intrattenendo rapporti cordiali con i soldati e gli ufficiali croati, assumessero fermamente la direzione disciplinare della legione; Kvaternik fu d’accordo con gli italiani sulla severa punizione di eventuali deficienze
606 AUSSME, fondo M-7, Circolari vari uffici, 298/2, Circolari legione croata 1941-1942, Comando Supremo a Ministero della Guerra, a Stato Maggiore Regio Esercito, prot. n. 920/O, oggetto: legione croata per il fronte russo, 20 ottobre 1941-XIX. 607 Ibidem, Comando Supremo, Ufficio Ordinamento e Addestramento, allegato a circolare prot. n. 920/O, Formazioni provvisorie di guerra della legione autotrasportabile croata, ottobre 1941. 608 Ibidem, Ministero della Guerra-Gabinetto, Promemoria per il signor capo di Gabinetto, 17 novembre 1941-XX; id., Regia Missione Militare Italiana in Croazia, prot. n. 2163, a Ministero della Guerra, oggetto: legione croata autotrasportabile, 2 dicembre 1941-XX.
disciplinari, con il rimpatrio di chiunque avesse dimostrato di non essere adeguato all’incarico, soldato od ufficiale che fosse.609
A dicembre la legione era pronta a trasferirsi in Italia per completare l’addestramento: il 17 arrivò a Riva del Garda, attesa dal generale Gabriele Nasci, comandante del XVIII Corpo d’Armata, dal prefetto di Trento e dalle autorità locali. Al comando dell’unità v’era il tenente colonnello Egon Žitnik, che pochi giorni prima della partenza aveva sostituito il tenente colonnello Neuberger, inquisito per motivi disciplinari.610 Una relazione del Ministero della Guerra del gennaio 1942 descrive gli ufficiali della legione – compreso il comandante – come non molto preparati professionalmente, ma con buona cultura generale, volenterosi e disciplinati; i sottoufficiali prestanti, energici, volenterosi, autoritari; i militari di truppa fieri di carattere e disciplinati, ma intellettualmente tardi (sic). Tutti, pur dando pieno affidamento per il raggiungimento del giusto grado d’istruzione occorrente all’impiego in battaglia, erano inclini alla guerriglia ed insofferenti alle tattiche di guerra italiane. Ottimi i rapporti con il personale italiano preposto all’istruzione, corretto – sotto tutti gli aspetti – il contegno fuori servizio, cordiali i rapporti con la popolazione locale.611
La legione croata, formata da un battaglione fucilieri rinforzato, da reparti d’armi d’accompagnamento e da una compagnia di complemento, rimase a Riva del Garda fino all’aprile del 1942: una volta ritenuta pronta fu assegnata al CSIR, che di lì a poco sarebbe stato inquadrato nella più grande 8ª Armata, al cui comando fu posto il generale Italo Gariboldi. Tra le forze che componevano l’organico dell’8ª Armata v’erano le divisioni Pasubio, Torino e la 3ª Divisione Celere, i raggruppamenti di camicie nere inquadrati nel XXXV Corpo d’ArmataCSIR., le divisioni Sforzesca, Ravenna e Cosseria, il raggruppamento di CC.NN. 23 Marzo con i gruppi Leonessa e Valle Scrivia inquadrati nel 2° Corpo d’Armata e le
609 Ibidem, Stato Maggiore Regio Esercito, Ufficio Addestramento-3ª Sezione, a Comando Supremo, a Ministero della Guerra, prot. n. 23284, oggetto: legione croata per il fronte russo, 27 novembre 1941-XX; id., Comando Supremo, I Reparto, a Stato Maggiore Regio Esercito-Ufficio Addestramento, a Ministero della Guerra, prot. n. 309/A, oggetto: legione croata, 12 dicembre 1941XIX. In allegato telescritto R. Missione Militare in Croazia, prot. n. 2420, oggetto: legione croata. 610 Ibidem, R. Missione Militare Italiana in Croazia, a Ministero della Guerra, telegrammi prot. n. 2356 e 2382, 9 e 10 dicembre 1941-XX; id., Superesercito-Trasporti, a Ministero della Guerra, a Comando Supremo, telegrammi prot. n. 43395 e 43983, 12 e 14 dicembre 1941-XX; id., XVIII Corpo d’Armata, a Ministero della Guerra-Gabinetto prot. n. 7431/8, oggetto: arrivo legione croata a Riva, 20 dicembre 1941-XX. 611 Ibidem, H-9, b. 11, Ministero della Guerra, Gabinetto, Promemoria per il Duce, Prime impressioni sulla legione croata autotrasportabile, f.to Scuero, Roma, 8 gennaio 1942-XX.
divisioni Julia, Cuneense e Tridentina, costituenti il Corpo d’Armata Alpino inizialmente destinato ad operare sulle montagne del Caucaso.
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La legione croata fu aggregata al Gruppo CC.NN. Tagliamento, inquadrato nella 3ª Divisione Celere. La legione, il 19 aprile trasferita ad Alexejewo Orlowo, fu successivamente schierata a Greko, dove respinse una serie di attacchi sovietici (maggio-giugno 1942) infliggendo al nemico gravi perdite ma subendone in gran numero al tempo stesso. L’11 luglio, nel corso dell’avanzata dello schieramento offensivo italiano, alla legione croata fu ordinata l’occupazione di Vessjelijì, per assicurare le basi di partenza per la successiva avanzata. Passata al comando del XXXV Corpo d’Armata, la legione ricevette poi l’ordine di occupare il bacino carbonifero di Bokowo Antrazit nella regione di Krasnyi Luch, lungo il fiume Mius, con le divisioni Pasubio, Celere e Sforzesca e la 198ª Divisione tedesca: il Tagliamento e la legione croata puntarono su Krasnaja Poljana, rimanendo a presidio, con le altre unità di rinforzo, delle posizioni conquistate dalle divisioni italiane e tedesche.613
Terminate le operazioni nel bacino minerario del Mius, il comando tedesco dispiegò le truppe italiane lungo le sponde del Don, per prestare aiuto alle divisioni tedesche impegnate ad assicurarsi il possesso della sponda destra del fiume.614 La legione croata, schierata vicino a Frolow, il 15 agosto passò alle dipendenze della Pasubio. 615 All’inizio del mese i legionari croati impiegati sul fronte russo ammontavano a circa diciassettemila, di cui più di tredicimila inquadrati in unità tedesche e circa tremiladuecento alle dipendenze dell’ARMIR. A disposizione della Germania furono messe aliquote di personale d’aviazione per la costituzione di una squadriglia da caccia ed una da bombardamento; alcune centinaia di marinai croati furono impiegati nel Mar Nero per il rastrellamento delle mine e in compiti territoriali.616 Il 20 agosto un reggimento di fucilieri sovietico, dopo aver attraversato il Don nell’ansa di Merkulov, sferrò un attacco contro le posizioni difese dalla legione croata nel tratto di fronte – particolarmente sensibile per conformazione del terreno e caratteristiche del fiume – assegnato alla
612 Si veda Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941-1943), Roma, 1977, pp. 187-203. 613 S. Fabei, op. cit., pp. 248-249. 614 Le operazioni delle unità italiane al fronte russo, p. 208. 615 Cfr. V. Luoni, La “Pasubio” sul fronte russo, Roma, Edizioni dell’Ateneo & Bizzarri, 1977, p. 221 e 226. 616 AUSSME, L-10, b. 38, fasc. 3, Stato Maggiore R. Esercito, Servizio Informazioni Esercito (S.I.E.), Promemoria, oggetto: Croazia – Contributo militare alla guerra antibolscevica, f.to il Colonnello S.M. Capo Servizio Edmondo de Renzi, 9 gennaio 1943-XXI; id., Stato Maggiore R. Esercito, Ufficio Operazioni I Sezione 3ª, Promemoria, oggetto: Croazia – contributo militare alla guerra antibolscevica, 11 gennaio 1943-XXI.
Pasubio.
617 Nei giorni seguenti la legione subì una serie di perdite, non solo a causa dell’attacco nemico: il 25, infatti, nel tardo pomeriggio, fu bombardata per sbaglio da un aereo tedesco nella zona nord di Kramskow, malgrado l’esposizione dei teli segnaletici.618 I croati, infine, il 28 agosto respinsero il nemico all’arma bianca (nella legione due morti e dieci feriti), contribuendo alla controffensiva della Prima battaglia difensiva del Don, terminata il 1° settembre del 1942.619 Nella sua relazione sui combattimenti il generale Roberto Olmi, comandante della Pasubio, afferma che i militari della valorosa legione croata, sia nella difesa sia nell’assalto, si rivelarono animosissimi, sereni, decisi, pieni di spirito di abnegazione. 620
I combattimenti proseguirono per tutto il mese, mentre il Comando Supremo tedesco, con l’aggravarsi della situazione interna dello Stato Indipendente Croato, aderiva alla richiesta del Poglavnik di far rientrare in patria parte dei legionari croati del 369° Reggimento Fanteria. Con il reggimento, inquadrato da ufficiali tedeschi, fu costituita una divisione di pari ordinativo al comando di un generale tedesco e alle dirette dipendenze del comandante le truppe tedesche nello Stato croato, impegnata nelle successive operazioni anti-partigiane.621 Sul fronte orientale, come su quello nord-africano, la fine del 1942 vedeva delinearsi la sconfitta dell’Asse e la situazione dell’ARMIR, croati inclusi, diventò drammatica. L’11 dicembre i sovietici lanciarono l’attacco Piccolo Saturno (Seconda battaglia difensiva del Don) avviando l’offensiva contro l’8ª Armata, con la legione croata schierata alla sua destra – insieme al 3° Reggimento Bersaglieri – tra la Torino e la 3ª Celere. 622 A croati e bersaglieri fu ordinato di occupare il ponte di Meschkoff e di predisporsi a difesa della valle Tichaja, ma vennero attaccati da forze sovietiche corazzate e di fanteria. I bersaglieri si dispersero rapidamente, i legionari croati furono falcidiati: i superstiti fuggirono a piccoli gruppi verso Millerowo, ma il freddo inverno russo e gli attacchi sovietici trasformarono la ritirata in una catastrofe. Italiani e croati vennero uccisi o catturati, nella legione croata pochissimi si salvarono. Di lì a poco anche il comando dell’ARMIR avrebbe
617 V. Luoni, op. cit., pp. 226 e 229. 618 Ibidem, p. 238. 619 Le operazioni delle unità italiane al fronte russo, pp. 249 e 279; V. luoni, op. cit., p. 243; S. Fabei, op. cit., p. 250. 620 V. Luoni, op. cit., p. 245. 621 AUSSME, L-10, b. 38, fasc. 3, Stato Maggiore R. Esercito, Servizio Informazioni Esercito (S.I.E.), Promemoria, oggetto: Croazia – Contributo militare alla guerra antibolscevica, f.to il Colonnello S.M. Capo Servizio Edmondo de Renzi, 9 gennaio 1943-XXI; id., Stato Maggiore R. Esercito, Ufficio Operazioni I Sezione 3ª, Promemoria, oggetto: Croazia – contributo militare alla guerra antibolscevica, 11 gennaio 1943-XXI. 622 Sulla seconda battaglia difensiva del Don si veda Ministero della Guerra, Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, L’8ª Armata italiana nella seconda battaglia difensiva del Don: 11 dicembre 1942-31 gennaio 1943, Roma, 1946.
concluso le attività operative sul fronte russo, mentre Stalingrado veniva riconquistata dai sovietici. La legione croata della Wehrmacht continuò a battersi accanto ai tedeschi, condividendo la sorte dei connazionali arruolati nel Regio Esercito.623
Nel corso del 1943 sembrò ancora possibile la formazione di una seconda legione croata inquadrata al fianco delle truppe italiane. Già nel settembre del 1942 lo Stato Maggiore italiano aveva disposto la costituzione a Riva del Garda – a cura del comando del XIX Corpo d’Armata – di altri due gruppi di personale istruttore croato e italiano, nucleo della nuova legione. 624 A gennaio la Missione militare a Zagabria comunicava al comando della 2ª Armata la possibilità di collaborazione concreta italo-croata che avrebbe assunto le due forme dell’inglobamento di reparti croati nelle unità italiane dislocate in Croazia e dell’addestramento di una aliquota delle reclute classe 1923 (circa tremila soldati). 625 Tuttavia gli italiani dovettero accettare il fatto che iniziative analoghe dell’alleato tedesco fossero destinate a maggior successo. I tedeschi si erano assicurati il controllo militare di buona parte dello Stato e il concorso della quasi totalità delle forze armate croate.626 Anche l’accordo per l’addestramento di una parte delle reclute classe 1923 era la conseguenza di un’intesa precedentemente raggiunta dal Poglavnik – senza informare gli italiani – con i vertici militari tedeschi per la costituzione di una divisione legionaria nella Wehrmacht (presumibilmente la 369ª Divisione) mediante la cessione ai centri di addestramento in Germania di un forte contingente di reclute (circa quattordicimila). 627 La costituzione da parte italiana di una nuova legione croata avrebbe ancora una volta simbolicamente equilibrato l’affermazione tedesca: per bilanciare la penetrazione del Reich nello Stato Indipendente Croato era necessario ampliare il centro di addestramento di Riva del Garda, al fine di farvi affluire battaglioni di domobranci e ustaša da impiegare alle dipendenze dei comandi italiani. In tal modo il Regio Esercito avrebbe ottenuto il diritto di esigere
623 S. Fabei, op. cit., pp. 252-254. 624 AUSSME, M-7, 298/2, Stato Maggiore R. Esercito, Ufficio Ordinamento-3ª Sezione, a Comando XIX Corpo d’Armata, prot. n. 0046490/3, oggetto: costituzione elementi per legione croata, 15 settembre 1942-XX. 625 ASDMAE, b. 1497 (AP 32), AG Croazia 2, R. Legazione d’Italia, a R. Ministero degli Affari Esteri Gab.A.P. Roma, telespresso n. 366/124, oggetto: Collaborazione militare nel campo addestrativo e operativo, f.to Casertano, Zagabria 25 gennaio 1943-XXI. 626 AUSSME, M-7, 298/2, Stato Maggiore R. Esercito, Ufficio Operazioni I-Sez. 3ª, Promemoria, oggetto: divisione legionaria croata e collaborazione militare, gennaio 1943-XXI; ASDMAE, b. 1502 (AP 37), Febbraio, Ministero degli Affari Esteri, Gab.AP.-Croazia, Appunto per il Duce, Roma 22 febbraio 1943-XXI. 627 ASDMAE, b. 1497 (AP 32), AG Croazia 2, a Comando Superiore FF.AA. Slovenia-Dalmazia P.M.10 e p.c. al Comando Supremo P.M.21, n. 355, Inglobamento e addestramento delle truppe croate nella II zona, f.to il Capo Missione Colonnello d’art. Stato Maggiore Gian Carlo Re, Zagabria 23 gennaio 1943-XXI.