ITALIA E STATO INDIPENDENTE CROATO (1941-1943)

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Invasione e spartizione della Jugoslavia

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aveva raccolto consensi presso i settori più integralisti del cattolicesimo croato, come l’associazione dei “Crociati” (Križari), che nello Stato Indipendente Croato pubblicava regolarmente il suo organo stampa, il settimanale “La Domenica” (Nedelja). Se parte del clero cattolico locale aderì alle politiche di Zagabria, vi fu anche chi cercò di alleviare le sofferenze dei perseguitati offrendo rifugio a serbi ed ebrei e predicando la pacificazione. Alcuni prelati sfidarono il regime firmando un documento di condanna delle distruzioni delle chiese ortodosse e della deportazione e uccisione dei pope, altri finirono per unirsi ai partigiani di Tito (casi comunque piuttosto eccezionali).267 Numerose anche nelle relazioni dei militari italiani le testimonianze della partecipazione diretta di religiosi cattolici ai massacri degli ustaša (a Dernis-Drniš, Knin, Signo-Sinj), soprattutto in funzione dell’aperta ostilità assunta dai francescani nei confronti dell’alleato occupante. Vivai di propaganda nazionalista e anti-italiana furono segnalati nei seminari, influenzati dal contegno di preti e docenti, che nelle zone rurali e periferiche conducevano una decisa azione improntata a sentimenti e ideali irredentisti, riaffermando le rivendicazioni croate in Dalmazia. Il convento dei frati francescani delle Paludi di Spalato era ritenuto un ricettacolo di elementi ostili: i parroci della città e dei dintorni (Salona, Castel Vitturi, Traù-Trogir, Sebenico) erano considerati i più ferventi sostenitori dell’irredentismo croato, propagato fra gli studenti delle scuole e dimostrato quotidianamente nell’ostilità manifestata alle truppe italiane. L’intera Bosnia divenne il centro dell’ustascismo francescano e per il loro atteggiamento indipendente e nazionalista i francescani, da sempre accesi custodi dell’identità nazionale croata, divennero una costante preoccupazione per il governo di Roma.

2.3.

Le truppe italiane in Dalmazia e la nomina del Commissariato civile

Le truppe italiane si disposero a presidio di larghe zone della Dalmazia, della Croazia e della Bosnia-Erzegovina: all’iniziale malcontento dei nazionalisti croati sarebbe progressivamente subentrata una calma diffusa, in attesa dello sviluppo degli eventi. Il comando della 2ª Armata fu inizialmente stabilito a Sušak ma il Poglavnik, per agevolare i rapporti tra Kvaternik e Ambrosio, spinse per trasferirlo a Karlovac, meno distante da Zagabria, dove rimase fino al settembre del 1941, quando tornò alla sede iniziale.268 Il governo croato iniziò l’organizzazione

267

P. Adriano, G. Cingolani, op. cit., p. 275.

268

ASDMAE, b. 1493 (AP 28), Ministero degli Affari Esteri, Gab.A.P., a R. Ministero Guerra-

Gabinetto, telegramma n. 15055 P.R., segreto, Roma 12 maggio 1941-XIX; N. Kisić Kolanović, op.


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Bibliografia

16min
pages 335-346

5.6. Tra 25 luglio e 8 settembre

17min
pages 316-324

Conclusioni

11min
pages 325-332

5.4. Il fallimentare nuovo ordine economico

31min
pages 297-310

5.5. Conclusione dei lavori della commissione confini

11min
pages 311-315

5.3. Sviluppo dell’occupazione tedesca

16min
pages 290-296

5.2. L’operazione Weiss

34min
pages 275-289

5.1. Situazione dello Stato Indipendente Croato

13min
pages 269-274

4.8. Il confine dalmata

26min
pages 257-268

4.7. Repressione e internamento di civili

16min
pages 250-256

4.6. La 2ª Armata e gli ebrei

39min
pages 233-249

4.3. Il sostegno italiano ai četnici

32min
pages 196-209

4.4. Operazione Trio

33min
pages 210-223

4.5. Gli accordi di Zagabria, 19 giugno 1942

21min
pages 224-232

4.2. Notizie dalla Croazia: la ricostituzione del Sabor

22min
pages 186-195

4.1. La “Legione autotrasportabile croata” (Lako Prevozni Drug) sul fronte orientale

13min
pages 180-185

3.7. Popolazione civile, militari italiani ed ustaša

19min
pages 170-179

3.6. Gli incontri di Zagabria, Abbazia e Venezia

15min
pages 163-169

3.5. Il Governatorato della Dalmazia

13min
pages 157-162

3.4. La rioccupazione della seconda e terza zona

22min
pages 147-156

3.3. Tito, Mihailović e la resistenza

16min
pages 140-146

3.2. La rivolta in Lika

19min
pages 132-139

3.1. Gli eventi dell’estate

44min
pages 113-131

2.5. La Commissione per la delimitazione dei confini italo-croati

30min
pages 99-112

2.4. Gli Accordi di Roma, 18 maggio 1941

23min
pages 89-98

2.3. Le truppe italiane in Dalmazia e la nomina del Commissariato civile

32min
pages 75-88

2.2. Lo Stato Indipendente Croato

39min
pages 58-74

1.4. La neutralità di Belgrado (1939-1941

18min
pages 37-46

1.3. L’isolamento jugoslavo

15min
pages 30-36

2.1. L’aggressione dell’Asse

25min
pages 47-57

1.1. L’Italia e la questione nazionale croata

25min
pages 11-21

1.2. Lo Sporazum serbo-croato e la ripresa del sostegno italiano a Pavelić

18min
pages 22-29

Premessa

5min
pages 7-10
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ITALIA E STATO INDIPENDENTE CROATO (1941-1943) by Biblioteca Militare - Issuu