Diplomazia e operazioni militari nel 1943
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trovò a dover lottare contro il dinaro jugoslavo, rimasto sempre quotato, ed il buono di cassa tedesco stampato dalle truppe ed emesso come valuta d’occupazione. La richiesta continua che si faceva al tesoro per l’amministrazione dello Stato, le spese straordinarie e le esigenze propagandistiche del regime, non potevano essere coperte dalle entrate, che per effetto della contrazione delle attività economiche andavano sempre più diminuendo. Si continuò a stampare moneta e alla fine del primo anno di vita dello Stato croato la circolazione ammontava ad oltre dieci miliardi di kune, superando i limiti del possibile, tanto che si ricorse all’emissione di buoni del Tesoro; alla fine del secondo anno la circolazione di kune era salita per un valore di oltre ventiquattro miliardi. La continua svalutazione della kuna, derivato naturale dell’inflazione, ebbe una ripercussione sulla formazione dei prezzi, la quale a sua volta, ove determinata da cause estranee alla valuta, aiutò la moneta a precipitare ulteriormente, come dimostravano le quotazioni raggiunte dalla borsa nera (con quella ufficiale che non dettava più quotazioni reali era questa praticamente la vera borsa), nella quale la lira veniva correntemente pagata tra le sei e le otto kune, mentre il cambio ufficiale era di 2,6315. Il marco tedesco invece era quotato a venti kune ma sul mercato nero lo si poteva acquistare con quattordici e anche dodici kune, a tutto vantaggio tedesco; il deprezzamento del cambio aumentò, insieme al movimento delle valute, anche a causa delle leggi create per controllare il valore delle merci. Il mercato interno divenne preda delle speculazioni, con poca merce e grande guadagno, mentre gli affari con l’estero andarono diminuendo progressivamente, fino a diventare del tutto sporadici, sia per deficienza di merce sia per difficoltà di pagamento. Il problema del cambio, a circa due anni dalla proclamazione dello Stato Indipendente Croato, persisteva dunque come uno dei principali ostacoli allo svolgimento degli affari e dell’economia nei territori occupati.982
5.5.
Conclusione dei lavori della commissione confini
All’inizio del 1943 la Commissione regionale per la delimitazione dei confini italo-croati continuava gli studi relativi al tracciamento della linea di confine in Dalmazia, nonostante nella zona confinaria, come nel territorio annesso e in quello occupato dalle truppe italiane, perdurasse la condizione di profonda insicurezza dovuta alle azioni partigiane.983 Dalle relazioni mensili della delegazione italiana non solo
982
Ibidem.
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A metà febbraio le commissioni regionali Croazia, Montenegro e Albania, in ottemperanza
alle disposizioni del Comando Supremo, subirono l’ennesimo ridimensionamento, a cinque elementi più il presidente. AUSSME, N. 1-11, b. 962, Commissione regionale per la delimitazione