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5.3.
Italia e Stato Indipendente Croato (1941-1943)
Sviluppo dell’occupazione tedesca
Lo Stato Indipendente Croato presentava campagne incolte, villaggi semidistrutti, assenza di popolazione valida al lavoro, denutrizione del bestiame. Nei territori della seconda e terza zona le popolazioni vivevano in uno stato di depressione e ristrettezze: la fucilazione di alcuni cattolici, i fermi eseguiti durante i rastrellamenti, la distruzione delle abitazioni nei villaggi che ospitavano i partigiani avevano suscitato ulteriore avversione all’occupazione italiana. Anche in Dalmazia la sicurezza pubblica era mantenuta a fatica, specie nei territori di Sebenico, Traù e Spalato, per l’intensificata attività ribelle. Frequenti i rastrellamenti effettuati dai reparti italiani, senza tuttavia ottenere particolari risultati. Fra la popolazione andava rafforzandosi sempre più la convinzione della temporaneità della presenza italiana, incapace di reprimere l’attività partigiana.927 I tedeschi presidiavano Zagabria e i centri più importanti non occupati dai partigiani: esercito, polizia, poste, telegrafi, ferrovie, ordine pubblico, era tutto in loro controllo e nel maggior numero dei casi le autorità tedesche agivano e prendevano provvedimenti senza consultare quelle croate o italiane. Le forze militari dell’Asse avevano svolto negli ultimi mesi un’intensa attività operativa, importanti formazioni partigiane erano state disciolte e vaste regioni rastrellate, ma resistevano forti ed efficienti formazioni che premevano verso sud e sud-ovest. Le forze armate tedesche e croate formavano ormai nella Bosnia-Erzegovina e nel Sangiaccato un’unità inscindibile sottoposta al comando tedesco, che controllava i commissari civili croati addetti ai singoli comandi. Tuttavia all’arruolamento sotto il controllo tedesco sempre più giovani preferivano unirsi ai partigiani e a giugno gli studenti universitari chiamati alle armi preferirono darsi alla macchia con i gruppi presenti nelle varie zone. Negli ambienti politici croati l’elemento più equilibrato e con tendenze ad appoggiarsi ora alla Germania ora all’Italia dividendone l’influenza sul territorio statale, vedeva con manifesta preoccupazione lo sviluppo del programma tedesco favorito dalle circostanze belliche e dal minore interesse che militarmente l’Italia andava dimostrando per i territori croati. Non mancavano comunque le note correnti anti-italiane e irredentiste che vedevano già realizzata la liberazione della fascia costiera. Le truppe italiane, dopo gli scontri e le numerose perdite, avevano ripiegato in molti punti restringendo l’occupazione ad una limitata fascia costiera. La Lika era stata occupata per intero dai partigiani, che nonostante le gravi perdite subite, erano improvvisamente riapparsi ben armati ed equipaggiati alle spalle delle truppe operanti minacciando le più importanti vie di comunicazione. La necessità di presidiare le zone abbandonate dalla 2ª Armata aveva portato le truppe tedesche a
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AUSSME, H-9, b. 11, Promemoria per il Capo del Governo compilato dai CC., gennaio 1942
– febbraio 1943, Relazione sullo spirito delle truppe, I. Impressioni e commenti di carattere generale, 19 febbraio 1943-XXI.