198
Italia e Stato Indipendente Croato (1941-1943)
un regime che non fosse quello del Poglavnik, dello Stato croato. Secondo Pièche infatti Pavelić era imbarcato su un fragile scafo pieno di falle e tentando di continuare la faticosa navigazione ne regge affannosamente il timone, cercando di evitare i vortici e gli scogli costituitisi dalle difficoltà interne, dalla incontenibile invadenza tedesca e dal risentimento italiano: purtroppo non sempre vi riesce. (…) Il governo croato, vaso di terracotta viaggiante fra i vasi di ferro delle contrastanti correnti italo-tedesche, si destreggia come può, in un continuo alterno movimento di altalena fra i tedeschi e noi, ma con la precisa e sempre più accentuatasi tendenza ad orientarsi verso la Germania. E ciò è naturale e direi persino logico.657
Mussolini, comunque, non volle intervenire contro Pavelić e rifiutandosi di prendere in considerazione i consigli dei propri vertici militari presenti nei territori dello Stato croato divenne, insieme a Hitler, il difensore ad oltranza del regime del Poglavnik.
4.3.
Il sostegno italiano ai četnici
Frequenti le collaborazioni tra četnici e autorità militari italiane.658 In seguito agli episodi in cui i militari italiani erano intervenuti in difesa dei serbi contro le violenze degli ustaša, i četnici si convinsero che gli italiani, nonostante lo status di occupanti, fossero il male minore: truppe italiane e četnici avevano in Tito e nei partigiani comunisti l’avversario comune contro il quale combattere, mentre non erano sconosciuti ai serbi neppure i risentimenti italiani verso croati e tedeschi per come andavano evolvendosi le vicende nei territori jugoslavi occupati. Nelle intenzioni delle autorità militari italiane v’era sicuramente anche il tentativo di contrapporre all’alleanza tedesco-ustaša l’intesa italo-četnica, mentre i četnici si rivolsero alla 2ª Armata soprattutto per ottenere viveri e armi, necessari alla lotta anti-partigiana e a difendere le proprie abitazioni e famiglie. I notabili serbi avevano assicurato le autorità italiane di essere pronti a rendere i propri servizi con l’unico desiderio di combattere i partigiani, ma una volta armate, le bande
657
AUSSME, M-3, b. 6, fasc. 1, Comando Supremo, Ufficio Operativo, Notiziari del generale
Pièche 1942 (situazione in Croazia; movimenti cetnici), Rapporti del generale Pièche al Ministero degli Esteri (notizie dalla Serbia), a Ministero degli Affari Esteri, Gab.A.P. Roma, oggetto: Relazione sulla Croazia, f.to il Generale Pièche, P.M.10, 5 agosto 1942-XX. 658
Sulla collaborazione tra militari italiani e četnici si veda S. Fabei, I cetnici nella Seconda guerra
mondiale. Dalla Resistenza alla collaborazione con l’Esercito italiano, Gorizia, Libreria Editrice Goriziana, 2006.