Viaggio-Issue n°6 Palin magazine

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viaggio

issue 06

La gamba

storta di Maria Colella

Quale dolce mela che su alto ramo rosseggia, alta sul più alto; la dimenticarono i coglitori; no, non fu dimenticata: invano tentarono raggiungerla.

bra si apriva in riverberi sotto il sole pomeridiano, come fosse uno spirito. L’aveva guardata con un sorriso timido che aveva fatto abbassare lo sguardo anche a lei; poi aveva posato gli occhi sul suo ginocchio sinistro, rosso di cicatrici, scoperto dai pantaloni tagliati. Il cuore le si era dilatato, colandole nello stomaco. Quella era stata la prima volta in cui si era resa conto di guardare T. con un desiderio che non riconosceva. Sentiva il richiamo a prendere con la forza una parte di lei che le apparteneva di diritto, un comando cieco che non capiva fino in fondo: le era stato rubato qualcosa a cui non sapeva dare un nome e lei ora lo voleva indietro da T. Non glielo aveva detto, né lo aveva detto a sé stessa; si era solo lasciata andare al loro fitto chiacchierare, finché T. non aveva svoltato in uno dei frutteti, facendole segno di fermarsi. Il sole era basso, forte e obliquo, T. traspirava dalla fronte e dalle narici: le era sembrata un animale in agonia, l’aveva guardata con tenerezza e impotenza. «Mi trasferirò in città la prossima estate», aveva finalmente detto T., con gli occhi socchiusi fissi sui piedi, la fronte aggrottata a ricordare qualcosa. Lei non aveva capito subito il significato di quelle parole. Spostando lo sguardo verso i canali di scolo, si era invece chiesta se anche in lei non ci fosse una parte nascosta di T. da restituirle in qualche modo, se T. riuscisse a sentire con quanta forza battesse il suo cuore, un tappeto impolverato contro una ringhiera. Si era tesa e di nuovo si era ritratta, sentiva i muscoli punti da una scossa: la notizia non l’aveva sconvolta, aveva solo un vertiginoso vuoto allo sto-

(fr. 105a Voigt) Aveva notato il modo in cui zoppicava quasi per caso. Lei e T. stavano passeggiando per la campagna del paese, parlando di scuola, di libri e di canzoni famose in quel momento (un folk americano che entrambe ascoltavano per ore), quando il suo sguardo era finito sulla piega delle gambe di lei. Il cinguettio degli uccelli era un canto dolce, si rifletteva negli occhi neri di T. dando a lei che la guardava una sensazione di singolare struggimento. Tutt'intorno, la campagna si apriva in campi di tabacco, facendo eco al rumore insistente delle macchine agricole. Loro due camminavano verso la strada, in silenzio, con le mani nelle tasche. Lei e T. si erano accordate per una passeggiata nei campi; erano giorni di vacanza, e lei aveva aspettato l’ora dell’appuntamento con insolita impazienza. Incontrarsi da sole aveva sempre avuto il sapore di un frutto troppo maturo, ma l’attesa di quei momenti era diventata col tempo dolce, graffiante: si sentiva spossata di fronte a T., con il fiato corto di una corsa infinita. Vedendola avvicinarsi in lontananza, aveva assaporato per un po’ una sensazione di sazietà: T. aveva i capelli neri e corti, dritti sulle spalle, la sua om-

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