issue 06
palin
Catabasi di Elena Giorgiana Mirabelli
Ormai era radice
Lei scrive sul quaderno e lo rilegge. Le scelte sintattiche sono quasi inalterate. Il lessico si rafforza, il tono diventa più netto, forse più denso, perché la rabbia, è la rabbia il tratto di cui si ha bisogno.
↗R.M. Rilke #territorial pissings
#something in the way
L
a primavera è verde e temperata. La stanza è sempre luminosa. Hai sei anni, ne hai tredici, poi sono ventidue. Non hai ricordi di pezzi della tua vita. Salti l’adolescenza perché esiste solo come concetto. C’è chi ricorda con esattezza – profumi, forme, sensazioni – e a te capita di pensare che il ricordo esatto spetti a chi ha vissuto quel momento cristallizzandolo. Non sbiadisce perché è fermo. C’è chi dice che le ossessioni siano poche, pochissime. Che sei agito da una forza misteriosa che ti interroga, ma che la domanda è solo una anche se hai la sensazione che le domande esplodano, che la tua testa si riempia di frasi, e parole, e lettere, e occlusive, e fricative, canzoni, fiori, salotti, bilabiali, palatali e cose e ancora cose. Ma il tuo cosmo risponde a una sola domanda. E l’infanzia è la domanda che si ripete, sempre uguale. Quando ti sposti nel cervello, la ricerca di punti fermi diventa un modo per costruire una mappa. Le mappe sono rappresentazioni della realtà. I tuoi punti fermi diventano la tua realtà.
Il quaderno è pieno di citazioni. Sono inventate come quelle dello scrittore che ha fatto dire a Casanova «… poi, per quella notte, non la pensai più». Lei sa che quel quaderno può prendere vita perché lo ha visto pulsare per anni. Le pagine si gonfiano, diventano bolle, l’odore di carne, il sapore di muschio. Quel quaderno, la donna, lo ha nascosto. Si convince. La donna ha il camice e le unghie smaltate di rosso. È bella perché tutti dicono che lo sia. Descrive. La donna esiste perché è di carne, ha annotato. Poi sono arrivate le pagine dedicate al bambino che si trasferisce d’estate accanto alla sua vecchia casa. D’estate il bambino sta dai nonni, ha scritto. Lei legge le pagine del quaderno che lo riguardano e pensa che quel bambino nella sua memoria non c’è, ma nel quaderno sì, nelle sue note sì, e quel bambino diventa simile a un documento apocrifo. Il quaderno ha una vita al di là di lei. E allora la percezione si sfalda. Il quaderno è arrivato a casa sua e lei non lo ricorda. Il quaderno ha la copertina ocra. È sottile. Le è capitato di vedere le lettere andarsene in giro per
20