CULTURA E SCUOLA
CLIL infatti significa “utilizzare mentre impari e imparare mentre utilizzi”, non imparare ora per utilizzare dopo, nel rispetto degli stili di apprendimento preferiti dalla nuova generazione internet emergente che ora frequenta le nostre scuole e che, secondo la letteratura internazionale in materia, sta portando a risultati molto promettenti con studenti e insegnanti. Di qui la necessità di creare le condizioni per la formazione dei docenti e per la sperimentazione di questa nuova frontiera linguistica, aspetti su cui la Rete Nazionale LES si è molto spesa nell’ambito delle misure di accompagnamento finalizzate al consolidamento del nuovo percorso liceale. A tal proposito è stato organizzato un workshop biennale sulla metodologia CLIL dedicato ai docenti delle discipline d’indirizzo del Licei economico – sociali, nello specifico ai Docenti delle classi di concorso A019 e A036, con il coinvolgimento di 24 referenti regionali CLIL per svolgere un’attività laboratoriale di ricerca-azione. Durante il workshop, svoltosi in modalità blended, il core team (composto dalla professoressa Emanuela De Angelis, formatrice CLIL, da Cynthia Alston, docente madrelingua, e dalla professoressa Giulietta Breccia, referente CLIL per la Rete nazionale LES) ha cercato di creare un ambiente di apprendimento duale, integrando lingua e contenuti non linguistici con l’uso sistematico di materiale autentico tratto da siti internet. La lingua veicolare è stata l’inglese, i temi trattati “Consumer Behaviour”, “Constitutions: a comparative study”, “The New Divides: the digital divide”, “Welfare State: a comparative study”, “Immigration and interculturalism”, “LEDC, MEDC and BRICS”, da cui i docenti partecipanti hanno tratto UU.DD. spendibili nelle varie realtà LES. Ciascuna UD è stata affrontata con riferimento a materiali originali, diagrammi e quadri sinottici, che hanno previsto l’uso costante delle moderne tecnologie – video, link ad internet, piattaforme on line come Moodle ecc. – includendo, oltre ad attività prettamente didattiche, anche momenti di confronto e strumenti di verifica e valutazione. Le attività laboratoriali, basate sul cooperative learning e il constructional approach, sono state di stimolo per i docenti a familiarizzare con strumenti tecnologici per la didattica, a produrre materiali didattici digitali, a selezionare e adattare materiali e risorse e, soprattutto, a progettare percorsi CLIL trasferibili nelle loro classi creando un inventory di buone pratiche da mettere a disposizione di tutti i LES per la futura programmazione. Durante le attività di formazione è tuttavia emersa una questione importante, che resta tuttora da definire: in che modo occorre gestire i rapporti tra lingua e contenuto, tra la disciplina non linguistica (DNL) e la lingua veicolare. È necessario stabilire un’integrazione didattica equilibrata del modus operandi del docente di lingua e di DNL sia nella progettazione che nella valutazione, perché un maggior carico dell’una o dell’altra disciplina avrebbe come risultato l’applicazione di una metodologia CLIL orientata più sulla lingua veicolare o sulla disciplina specifica, venendo così ad inficiare non solo quelli che sono gli aspetti prettamente didattici della metodologia ovvero Content and Language Integrated ma, soprattutto, gli scopi extralinguistici dell’insegnamento della disciplina non linguistica. La lingua veicolare diventa per lo studente uno strumento oggettivo per esprimere conoscenze in un contesto in cui la lingua non è infatti considerata per la sua forma linguistica, ma appunto per veicolare dei contenuti. Vedremo se, più avanti, quando la formazione dei docenti e la sperimentazione di questa nuova frontiera linguistica sarà stata raggiunta, dati alla mano, si potrà beneficiare di maggiori chiarimenti posto che le trame del tessuto CLIL possono legarsi indistintamente a qualsiasi disciplina.
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