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Economics to Bridge Division”

8.7. La “23rd European Economic Education Conference - Teaching Economics to Bridge Division”

Renella Bandinelli

Il dialogo sulla 23^ Conferenza Internazionale dell’Associazione Europea per l’Educazione Economica, che si terrà a Friburgo dal 7 al 9 ottobre 2021, è cominciato durante il terzo convegno nazionale cultura e scuola a Matera ed è stato oggetto di alcune comunicazioni che dovrebbero essere sul sito LES – call for proposals, le aree tematiche oggetto del convegno, alcune considerazioni relative al tema centrale proposto in agenda, “La disuguaglianza”, nell’ambito di “Teaching economics to bridge division”, insieme alla bozza del regolamento di partecipazione al bando AEEE – e soprattutto avrebbe dovuto essere oggetto di discussione durante l’incontro di febbraio; ne avevamo parlato in dettaglio con la collega Ingicco, ma le peripezie della rete e della scuola in questo ultimo anno lo hanno impedito. È opportuno quindi riprendere le fila di un discorso avviato, ma non concretizzato e credo sia anche opportuno ricordarne le tappe che nel tempo hanno caratterizzato il percorso per capire le ragioni che hanno condotto a proporre la partecipazione delle scuole LES a un tale evento.

La storia del rapporto fra rete dei Licei Economico Sociali e le passate conferenze internazionali della Associazione Europea per l’Educazione Economica inizia ben prima della progettazione dei convegni nazionali Cultura e Scuola. Infatti rimanda ai primi contatti della Rete con la sezione italiana dell’Associazione, diretta dal prof Roberto Fini, quando si cercava di costruire un curriculum scolastico traducendo le Indicazioni nazionali in percorso educativo di apprendimento.

Come tutti ricordiamo bene, sono stati anni intensi di discussione, di ricerca, di approfondimento, dialogo e confronto per la condivisione delle idee e delle parole chiave: i pilastri li chiamavamo, perché ritenevamo individuassero e caratterizzassero il LES. Parole come cultura, contemporaneità, innovazione, l’idea della sfida della conoscenza e del cambiamento, la visione di considerare l’economia politica come scienza sociale della complessità, ragionare sulla logica dialogica per la costruzione delle competenze: idee e parole tutte finalizzate a veder riconosciuta identità e autonomia del nostro Liceo. Identità e autonomia perché il LES da sempre ha assunto una specifica missione culturale sistemica nell’ambito dell’economia politica, del diritto e della Sociologia andando ben oltre il comune significato attribuito alla dizione di Scienze Umane. La sezione italiana dell’Associazione Europea per l’Educazione Economica dopo il contributo alla discussione sulla costruzione del curriculum, dopo la partecipazione alla formazione dei docenti della Rete, la partecipazione al convegno di Pistoia col contributo reperibile nel “Un LIBRO BIANCO per il Liceo Economico Sociale” si è distanziata, ben prima della pandemia, dal nostro itinerario di ricerca ed evoluzione intellettuale e scientifica, ma nel frattempo era iniziata la storia della partecipazione alle Conferenze biennali che la struttura europea dell’Associazione organizzava.

Nel 2014 ad Aix-en Provence la 20° conferenza ha conosciuto il LES in due relazioni: la mia e quella presentata dalla dottoressa Doris Valente, rappresentante italiana nel board internazionale di AEEE. In 2 diversi work shop si è illustrato le caratteristiche del nuovo curriculum del LES: la relazione apprendimento insegnamento multidisciplinare – apprendimento integrato – dell’economia politica col diritto e con la sociologia, rappresentato non solo in termini di competenze in ambito economico, giuridico e sociale, ma anche come educazione alla cittadinanza, le cui parole chiave erano: - integrazione dei saperi e competenze avanzate per studenti di successo; - approfondimento dei processi culturali per educare collaboratori efficaci; - comprendere la complessità da cittadini responsabili; 159

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- cooperare e partecipare come persone affidabili in un impegno lungo tutto l’arco della vita.

Si rievocava così anche suggestioni provenienti dalle linee strategiche di documenti europei. Una proposta educativa e un metodo di lavoro di assoluta novità nel panorama europeo perché fino ad allora solo gli Istituti Tecnici italiani avevano partecipato con i loro studenti al convegno con studi di settore che riguardavano l’economia aziendale e la questione imprenditoriale piuttosto che riferirsi all’economia politica e alle sue relazioni culturali col diritto e la Sociologia che il LES proponeva e che, scoprimmo in quella sede, trovava invece maggiore coerenza nei licei francesi dove l’economia politica era posta anche in relazione con la storia. L’impostazione del LES fu accolta con molto interesse, anche per la novità dell’impostazione proposta, si fece anche l’ipotesi di creazione di un network europeo di scuole che condividevano la visione educativa del LES, ma la successiva proposta di progetto europeo purtroppo non ha trovato realizzazione.

Comunque, l’anno successivo, non più con AEEE, ma presso l’università di Gottinga, nell’11^ Conferenza dove l’Associazione Internazionale per l’Educazione Sociale ed Economica richiamava, fin dal titolo del l titolo del convegno, a ragionare sul potenziale e sul ruolo dell’educazione alla cittadinanza nel fronteggiare le sfide di sistema alle quali i sistemi politici ed economici erano chiamati, l’identità della proposta educativa del LES fu ancora una volta presentata come modello per affrontare in modo consapevole e riflessivo la questione cittadinanza, questione che il percorso educativo del liceo economico sociale poteva leggere attraverso il valore e l’identità che lo caratterizzano: il ruolo culturale dell’Economia Politica come Scienza Sociale, l’integrazione e l’interdipendenza dei saperi per la visione del futuro in tempi di complessità e incertezza, le competenze di cittadinanza come sapere agito, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, descritte in termini di responsabilità e autonomia

Bisogna però aspettare il 2018 per riparlare di LES a una Conferenza Internazionale dell’Associazione Europea per l’Educazione Economica. Nel frattempo c’era stato il nostro primo convegno a Pistoia capitale italiana della cultura 2017, archetipo dei questo e dei precedenti convegni di Palermo e Matera, e speriamo anche di altri futuri incontri. Un’altra occasione di internazionalizzazione per la proposta educativa del LES fu l’invito a Copenaghen alla 22^ Conferenza che aveva per oggetto la sfida del cambiamento nell’educazione economica e nelle relazioni di affari, in una società in continua trasformazione. Anche in questa sede ho riaffermato che in tema di Economia e Società vale sempre la pena di cimentarsi con l’imparare l’Economia Politica come Scienza Sociale non solo perché “l’economia politica, il diritto e la sociologia sono le 3 scienze che in qualche modo hanno cercato di aggiustare il mondo leggendo e riflettendo sulla sua imperfezione” ma anche perché così si propone un approccio integrato che ricongiunge Economia Politica, diritto e Sociologia in una prospettiva educativa – equità, giustizia sociale, libertà - che riafferma l’impostazione metodologico culturale e metodologico organizzativa per la quale vale la pena imparate l’economia politica e costruire le relative competenze di cittadinanza agite in un contesto giuridico che si muove in spazi e ambiti di azione e reazione legati a situazioni reali. La relazione suscitò l’interesse del prof. Gunther Seeber che nel suo dipartimento presso l’Università tedesca di Landau si stava proprio occupando di competenze in ambito economico sociale tanto che raggiunse Palermo per il convegno che avevo annunciato a Copenaghen, ma purtroppo in quella sede non fu trovato uno spazio adeguato a un suo intervento, e così l’occasione… è andata perduta.

Tuttavia fui contattata dal responsabile di una rivista americana online: il «Journal of Applied Business and Economics» della North American Business Press, che aveva individuato la mia presentazione sul sito del Convegno. Ne fu ricavato un articolo che fu pubblicato sul Volume 20 (9) del mese di settembre della rivista online del 2018.

In breve tempo anche la sezione italiana di AEEE mi chiese di presentare la relazione in un incontro organizzato dal dipartimento di scienze economico-aziendali e Diritto per l’economia dell’università Bicocca di Milano. Il tema dell’incontro era “Insegnare nel contesto europeo”. Tradotto l’originale titolo in inglese della mia relazione in “per che cosa vale la pena cimentarsi quando si impara l’economia politica” – traendo ispirazione dal libro di Fullan Hardgraves, What’s worth fighting for in education – ho spiegato e illustrato che il LES propone una prospettiva educativa specifica e innovativa rispetto alle proposte esistenti; un cambiamento metodologico, culturale e organizzativo, del curriculum degli studi per ricongiungere saperi diversi, ma complementari in una visone sistemica e integrata allo scopo di rendere l’economia politica, il diritto e la sociologia emozionanti ed efficaci per l’apprendimento dei nostri studenti perché li aiuta a comprendere la realtà del mondo nel quale vivono.

Direi che molte sono state le occasioni nella quali il LES è andato in giro per l’Europa ed ha anche varcato l’Atlantico, molte delle relazioni di cui ho parlato dovrebbero trovarsi sul sito insieme a altri interventi in sede nazionale, quindi mi sento di sostenere che si debba fare ancora un passo avanti e sollecitare le scuole a partecipare alla 23^ conferenza AEEE il prossimo 7-9 ottobre 2021 a Friburgo perché ci sono molte ragioni che dovrebbero indurci a farlo. - Per assicurare una doverosa continuità culturale e operativa al discorso che è stato avviato; credo sia giunto il momento per aggiungere alla visione settoriale offerta degli Istituti tecnici la visione integrata e sistemica dei Licei Economico Sociali. È la prima volta che fra i temi del convegno si distingue fra economia politica e economia Aziendale come avevo suggerito di distinguere nella mia relazione a Copenaghen facendo riferimento alle 2 materie insegnate nella secondaria di secondo grado; quindi in una conferenza internazionale si prende in considerazione “l’altra metà del cielo dell’economia” come ho chiamato più volte l’area culturale presidiata dall’offerta formativa del Liceo Economico Sociale. - Inoltre è anche arrivato il momento che le scuole della rete e i loro studenti diventino protagonisti del loro ruolo; mi ha colpito la relazione della prof.ssa Orietta Sonaglia che potrebbe essere una delle proposte per rappresentare il LES a Friburgo. Una scuola potrebbe assumere il coordinamento di processo della procedura di ammissione che è stata presentata in bozza all’attenzione della Rete: potremmo in qualche modo rivedere e condividere la procedura proposta e aggiornarla a eventuali nuove situazioni e rilanciare il ruolo culturale del LES in chiave europea. - Europa è la nostra casa comune ed è nostra responsabilità e dovere educativo aiutare i giovani a continuarne la costruzione. Non solo prima e durante l’emergenza, ma un mondo nuovo dopo la pandemia. - Partecipare per ovviare alla distanza che la pandemia ci impone. La distanza fisica che caratterizza questi incontri del 4^ Convegno Nazionale Cultura e Scuola sia invito, stimolo, sostegno, suggerimento a percorrere sentieri inconsueti ma straordinari e creare comunque vicinanza nella distanza e avviare nuove “magnifiche sorti e progressive” non solo per imparare l’Economia Politica, ma per rinnovare il messaggio e l’esperienza di docenti e studenti del Liceo Economico Sociale italiano in Europa.

Economia politica sempre più scienza sociale della complessità anche nello scritto di Joseph Eugene Stiglitz sull’economia progressiva edito da Einaudi in questo 2020 – Popolo, Potere, profitti (anche se nella versione originale profit è al singolare), Un capitalismo progressista in un’epoca di malcontento.

Cogliere l’interdipendenza aiuta a capire i legami e le contraddizioni, aiuta a interagire nel dibattito sulla complessità e a orientare il dialogo nell’incertezza delle situazioni; Stiglitz evidenzia una way forward per cambiare lo stato delle cose e sognare la democrazia che verrà con un capitalismo progressivo compatibile col realizzarsi di aspettative di equità giustizia sociale e libertà. 161