Qdr / Didattica e letteratura 18

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Didattica e letteratura

Il racconto del passato La formazione del canone letterario italiano tra programmi ministeriali, manuali scolastici e storiografia letteraria (1861-1945)

Simone Marsi

QdR / Didattica e letteratura

Collana diretta da Natascia Tonelli e Simone Giusti

La collana

La didattica della letteratura è una disciplina ancora giovane, che dagli anni Sessanta del secolo scorso ha accompagnato con riflessioni teoriche e proposte pratiche il cambiamento della società contemporanea. Oggi, di fronte agli sconvolgimenti legati alla rivoluzione digitale e alle profonde mutazioni del contesto socio-culturale, si rende necessario stipulare un nuovo patto tra scuola e università, tra insegnamento e ricerca, al fine di individuare metodi e strumenti idonei a valorizzare il ruolo degli studi letterari, della scrittura, della lettura, e dell’interpretazione delle opere letterarie.

La collana vuole essere un punto di riferimento per coloro che, nel mondo della scuola e dell’università, sono interessati ad approfondire i problemi dell’insegnamento letterario e degli apprendimenti correlati alla fruizione della letteratura.

Comitato scientifico

Paolo Giovannetti (IULM)

Pasquale Guaragnella (Università degli Studi di Bari)

Marielle Macé (CRAL Parigi)

Francisco Rico (Universitat Autònoma Barcelona)

Francesco Stella (Università degli Studi di Siena)

I volumi della collana sono sottoposti a un processo di peer review.

Volumi pubblicati

1. Jean-Marie Schaeffer, Piccola ecologia degli studi letterari. Come e perché studiare la letteratura?

2. Cinzia Ruozzi, Raccontare la scuola. Testi, autori e forme del secondo Novecento

3. Pasquale Guaragnella, Barocco e «nuova scienza». Proposte di ricerca didattica per il docente di italiano

4. Marielle Macé, La lettura nella vita. Modi di leggere, modi di essere

5. Le competenze dell’italiano, a cura di Natascia Tonelli

6. Per leggere i classici del Novecento, a cura di Francesca Latini e Simone Giusti

7. Letterature e letteratura delle origini: lo spazio culturale europeo. Prospettive didattiche per la Scuola secondaria e per l’Università, a cura di Giuseppe Noto

8. Simone Giusti, Tradurre le opere, leggere le traduzioni

9. Insegnare letteratura. Teorie e pratiche di una disciplina, a cura di Ambra Carta 10. Ariosto tra gli specchi del Novecento, a cura di Clara Allasia e Carla Sclarandis 11. Sulle spalle di Atlante. Un altro Novecento, a cura di Carlo Albarello e Simonetta Teucci

12. Simone Giusti, Natascia Tonelli, Comunità di pratiche letterarie. Il valore d’uso della letteratura e il suo insegnamento

13. La felice impresa. Letture e commenti delle opere di Gianni Rodari, a cura di Benedetta Aldinucci e Vanessa Roghi

14. Paolo Jedlowski, Nicola H. Cosentino, Fantascienza e modernità. Una breve guida alla fantascienza sociale

15. Nancie Atwell, Anne Atwell Merkel, La zona di lettura. Come aiutare i ragazzi e le ragazze a diventare lettori abili, appassionati, abituali, critici

16. Elisa Golinelli, Sabina Minuto, Meraviglia da sfogliare. Quando l’albo illustrato incontra il laboratorio di lettura e scrittura

17. Le risorse della letteratura per la scuola democratica, a cura di Simone Giusti e Natascia Tonelli

QdR

Didattica e letteratura

Il racconto del passato

La formazione del canone letterario italiano tra programmi ministeriali, manuali scolastici e storiografia letteraria (1861-1945)

Simone Marsi

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ISBN 9788820139254

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Introduzione 9 1. Un prisma dalle facce infinite . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 1.1. Il manuale come oggetto di studio . . . . . . . . . . . . . . 13 1.2. Manuale come storia letteraria . . . . . . . . . . . . . . . 20 1.3. Il canone letterario: manuali e programmi scolastici . . . . . . . 28 2. La formazione del canone letterario italiano: i programmi ministeriali . . 35 2.1. I Primi programmi e la questione della lingua . . . . . . . . . . 35 2.2. Dalle prime modifiche alla fine del secolo . . . . . . . . . . . 53 2.3. La riforma Gentile e la fine del Regno . . . . . . . . . . . . . 92 3. La formazione del canone letterario italiano: i manuali scolastici . . . . 131 3.1. I manuali, premesse metodologiche . . . . . . . . . . . . . 131 3.2. Manuali come genere letterario . . . . . . . . . . . . . . . 142 3.3. Il principio tassonomico come fondamento della storia . . . . . . 150 3.4. Il giudizio morale e il racconto del passato . . . . . . . . . . . 162 3.5. Scienziati letterati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 167 3.6. Geografia e storia letteraria . . . . . . . . . . . . . . . . . 175 3.7. Gli autori stranieri nel racconto italiano . . . . . . . . . . . . 182 3.8. La fascistizzazione del passato . . . . . . . . . . . . . . . 198 3.9. La costruzione di un canone civile . . . . . . . . . . . . . . 213 3.10. Lo spazio delle scrittrici . . . . . . . . . . . . . . . . . 224 3.11. Canone letterario e editoria . . . . . . . . . . . . . . . . 234 3.12. Tra la parola della legge e quella della storia . . . . . . . . . . 241 4. Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 253 4.1. Letteratura come documento, monumento, strumento . . . . . . 253 4.2. Storia letteraria e l’Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . 263
Indice

Introduzione

Raccontare il passato significa preservarlo e diffonderne la conoscenza. Ma raccontare il passato significa anche, e soprattutto, dargli una forma. Significa, cioè, osservarne le tracce, porle in relazione, cercare cause ed effetti, scegliere ciò che è memorabile e ciò che non lo è, e, soprattutto, porre il tutto in una forma narrativa. Proprio perché implica queste scelte, ogni racconto del passato racchiude informazioni non solo sul suo argomento specifico, ma anche sull’autore che ha realizzato la sua narrazione su quelle scelte.

Questa riflessione acquista ancor maggior risonanza se portata nel campo della letteratura italiana. La letteratura italiana, infatti, ha sempre avuto un legame strettissimo con il passato. Già Dante, il maggiore scrittore in lingua italiana, è stato forse anche il primo grande critico letterario nazionale, che ha speso pagine e pagine a discutere le proprie composizioni soppesandole alla luce delle tradizioni letterarie che lo avevano preceduto. Questa peculiarità della cultura italiana, che sembra essere nata e cresciuta guardandosi alle spalle, è divenuta sempre più evidente con la nascita della nazione unita e la costituzione del sistema scolastico nazionale. Questo passaggio, infatti, ha imposto una sistematizzazione della cultura passata, in vista di una sua trasmissione didattica alle nuove generazioni che si sarebbero succedute sui banchi di scuola. La letteratura italiana, che già era stata raccontata in forma storica, come ad esempio nell’eruditissima Storia di Girolamo Tiraboschi, che risale agli anni Settanta del Settecento, diviene così oggetto di programmi scolastici, che ne orientano e prescrivono lo studio, e di manuali scolastici che ne raccontano la storia, le vicissitudini e i maggiori protagonisti, creando un’enorme mole di materiale dedicato al racconto del passato letterario. Dedicarsi allo studio di questi oggetti può apparire, a prima vista, una sorta di critica della critica, una critica alla seconda potenza che rappresenta la chiusura dell’accademia, la sua iperspecializzazione, con il rischio, come ogni volta in cui l’accademia è chiamata a riflettere su sé stessa, che l’autoreferenzialità possa trasformarsi in autoanalisi. Ma non è così. Studiare i racconti del passato, infatti, significa studiare le modalità attraverso cui una società opera una selezione della propria tradizione culturale e ne codifica gli ele-

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menti essenziali per trasmetterli alle generazioni future; significa studiare i valori fondativi attorno ai quali è edificata una comunità; i programmi scolastici che, attraverso la parola legislativa, tentano di omogeneizzare il patrimonio culturale della società; i principi educativi e didattici introdotti per trasformare le nuove generazioni in cittadini; la formazione dei docenti, il loro arruolamento e la loro adeguatezza al dovere cui sono chiamati a rispondere; il ruolo attribuito alla letteratura, e il suo rapporto con ciascun individuo e cittadino; il valore spirituale e simbolico di alcune opere fondamentali; il ruolo dell’editoria e del mercato economico nella diffusione del sapere; le modalità attraverso le quali una comunità interpreta il proprio passato, si rappresenta, e si proietta nel futuro… insomma, studiare i racconti del passato significa studiare tante cose.

Per compiere questo lavoro, e per renderlo in qualche modo controllabile data la mole così vasta e stratificata da rendere velleitaria qualunque ambizione sistematica, ho deciso di concentrare la ricerca sul Regno d’Italia, cioè quel periodo che va dal 1861 al 19451, dall’Unità d’Italia alla fine della Seconda guerra mondiale, e in particolare sulle sorti del liceo (classico e poi scientifico dalla sua istituzione), la scuola che era pensata per definire la classe dirigente del Paese. In questo modo è possibile osservare la relazione che la nazione ha instaurato con la tradizione letteraria attraverso alcuni momenti essenziali della propria storia: la nascita, la costituzione del sistema scolastico nazionale, i primi sviluppi a cavallo del nuovo secolo, la Prima guerra mondiale e i suoi strascichi, l’ascesa del fascismo, la fascistizzazione delle masse e la Seconda guerra mondiale. Da questo punto di vista, la storia della letteratura, della scuola, e dell’istruzione, è anche storia d’Italia.

Per ricostruire questa storia, il libro è suddiviso in tre capitoli principali.

Il primo capitolo è dedicato ai manuali, e cerca di presentare gli strumenti concettuali utili alle analisi successive. Essendo lo studio dei manuali (e delle storie letterarie) piuttosto recente, il capitolo presenta lo stato dell’arte, e mostra le numerose informazioni che racchiudono questi particolari oggetti.

Dopo questo capitolo teorico, ve ne sono due che ricostruiscono il racconto del passato letterario da due prospettive distinte ma indissolubilmente legate: i programmi scolastici e i manuali.

1. Anche se il Regno termina effettivamente nel 1946, il limite ultimo dell’indagine affrontata da questo libro è quello della Seconda guerra mondiale, considerando anche l’impatto devastante che ha avuto sulla nazione e, ovviamente, su scuola e istruzione. Anche se dunque questo elaborato non comprende gli ultimi mesi del 1946 ma si arresta ai concitati anni del 1944 e 1945, quando alla guerra si affiancavano i primi tentativi di ricostruzione della scuola pubblica, è stata adottata la dicitura “Regno d’Italia” per inquadrare l’itinerario politico dell’intero periodo.

10 IMPARARE PER COMPETENZE IL RACCONTO DEL PASSATO

Il secondo capitolo, infatti, ricostruisce il modo in cui la nazione, attraverso l’azione del governo, dei ministri, di intellettuali e di semplici cittadini, ha riscritto il proprio passato letterario. A questo scopo due fonti primarie hanno costituito la colonna vertebrale del capitolo: i testi di legge contenuti nella «Gazzetta Ufficiale» e nel «Bollettino Ufficiale del Ministero della Pubblica Istruzione». A differenza di altri importanti storie della scuola italiana 2 , si tratta di una storia della scuola focalizzata sulla letteratura, che pone come suo perno e fonti primarie gli atti ufficiali dell’amministrazione pubblica, ma che attorno a questi cerca di ricostruire il contesto in cui quei programmi sono stati scritti, varati e attuati, attraverso i dibattiti sulla lingua, quelli sulla didattica, e alcune opere letterarie, impiegate come vere e proprie fonti storiche per ricostruire la quotidianità scolastica, che la burocrazia dello Stato spesso non riesce a trasmettere.

Il terzo capitolo è dedicato al racconto del passato nei manuali scolastici. L’analisi, svolta su un corpus costituito da volumi sicuramente apparsi sui banchi di scuola, si potrebbe definire a distanza variabile. Il primo punto di osservazione di queste storie è a distanza, e ha permesso la creazione di grafici in grado di mostrare la fortuna di determinati scrittori nel tempo, attraverso le pubblicazioni dei manuali3. Il secondo punto di osservazione, invece, è ravvicinato: attraverso una attenta lettura dei manuali (un vero e proprio close reading di solito riservato alle opere letterarie) ho cercato di mostrare l’idea di passato letterario di volta in volta presente nel racconto manualistico. Se lo stile di un romanziere (la scelta delle parole, la sintassi usata, la struttura dell’intero libro) ci permette di comprendere quale sia la sua idea di realtà, analizzare lo stile di uno storico ci permette di comprendere quale sia la sua concettualizzazione del passato, le sue convinzioni, i suoi sistemi di pensiero, le sue preferenze e le sue idiosincrasie. Sarà cioè possibile, leggendo e confrontando molti racconti del passato, riuscire a definire il rapporto che

2. G. Talamo, La scuola: dalla legge Casati all’inchiesta del 1864, Milano, Giuffrè, 1960; D. Bertoni Jovine, La scuola italiana dal 1870 ai giorni nostri, Roma, Editori Riuniti, 1967; G. Ricuperati, La scuola nell’Italia unita, in Storia d’Italia, V/2. Documenti, Torino, Einaudi, 1973, pp. 1696-1737; AA.VV., La scuola secondaria in Italia (1859-1977), Firenze, Vallecchi, 1978; G. Cives, La scuola italiana dall’Unità ai giorni nostri, Firenze, La Nuova Italia, 1990; J. Charnitzky, Fascismo e scuola: la politica scolastica del regime, 1922-1943, Firenze, La Nuova Italia, 1996; A. Scotto di Luzio, Il liceo classico, Bologna, il Mulino, 1999; Id., La scuola degli italiani, Bologna, il Mulino, 2007; N. D’Amico, Storia e storie della scuola, Bologna, Zanichelli, 2010; M. Morandi, La scuola secondaria in Italia: ordinamento e programmi dal 1859 ad oggi, Milano, FrancoAngeli, 2014; solo per citarne alcune. Da ricordare anche G. Ricuperati, Storia della scuola in Italia: dall’Unità a oggi, Brescia, La scuola, 2015, dove il racconto storico è innestato su una continua riflessione sulle fonti e sulla storiografia relativa alla scuola.

3. A ogni autore citato di volta in volta nei manuali si è associato un numero corrispondente allo spazio dedicato a quell’autore in ciascun manuale (in termini di pagine). Ciò rende possibile visualizzare la presenza e l’incidenza degli autori nei manuali, nonché lo sviluppo della loro fortuna nell’arco del tempo.

11 INTRODUZIONE

gli autori delle storie letterarie (e quindi, potenzialmente, gli italiani che su quei libri si sono formati) intrattenevano con la tradizione e come si immaginavano nei suoi confronti4.

Ringraziamenti

Questo libro nasce dalla rielaborazione della mia tesi di dottorato scritta e discussa presso l’Università di Parma. Ci tengo a ringraziare tutti coloro che ho incontrato e che, a vario titolo, hanno arricchito questo lavoro, e tutti coloro che, nel corso delle varie revisioni, lo hanno letto e commentato, contribuendo a renderlo quello che è oggi: i docenti dell’Università, gli amici di Compalit, gli amici di ELICom, i revisori della tesi, i membri della commissione dell’esame finale, e le mie colleghe del dottorato. Ringrazio in particolare i professori Carlo Varotti, Nicola Catelli, Diego Varini, Corrado Confalonieri, Michele Daloiso e Isotta Piazza per le numerose discussioni e osservazioni che hanno arricchito questo libro. Un ringraziamento speciale al prof. Giulio Iacoli, che ha seguito questo progetto fin dall’inizio e con i suoi consigli lo ha guidato nell’ampio, complesso e stimolante campo della teoria letteraria. Un ringraziamento, infine, alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto e a Giulia, per tutto.

4. Nel corso del testo, si è usato il seguente sistema di abbreviazioni relativo alle fonti più spesso citate: BU: «Bollettino Ufficiale del Ministero della Pubblica Istruzione»; CF: «Collezione Celerifera delle leggi, dei decreti e delle istruzioni e circolari»; GP: «Gazzetta Piemontese, Giornale Ufficiale del Regno»; GU: «Gazzetta Ufficiale».

12 IMPARARE PER COMPETENZE IL RACCONTO DEL PASSATO

QUESTO VOLUME, SPROVVISTO DI TALLONCINO A FRONTE (O OPPORTUNAMENTE PUNZONATO O ALTRIMENTI CONTRASSEGNATO), È DA CONSIDERARSI COPIA DI SAGGIO - CAMPIONE GRATUITO, FUORI COMMERCIO (VENDITA E ALTRI ATTI DI DISPOSIZIONE VIETATI: ART. 17, L.D.A.). ESCLUSO DA I.V.A. (DPR 26-10-1972, N.633, ART. 2, 3° COMMA, LETT. D.). ESENTE DA DOCUMENTO DI TRASPORTO.

QdR / Didattica e letteratura

Il racconto del passato

Questo volume vuole ricostruire il modo in cui l’Italia, in particolar modo nel periodo che va dalla nascita della nazione alla fine della Seconda guerra mondiale (1861-1945), ha inventato e raccontato la propria tradizione letteraria. A questo scopo, sono stati analizzati sia gli interventi legislativi che, con la nascita della scuola nazionale, hanno cercato di dare una forma istituzionale alla materia letteraria, sia i manuali scolastici e le storie letterarie scritte per i licei, che hanno portato gli autori della tradizione sui banchi di scuola a intere generazioni di italiani. Il libro, dunque, ricostruisce le modalità di costruzione e narrazione (ed evoluzione) del canone letterario italiano soffermandosi anche sugli scienziati, i politici, le scrittrici, gli autori stranieri, intrecciando le riflessioni teoriche proprie della comparatistica al dibattito sulla didattica durante il Regno, allo stato (anche fisico) delle scuole, al grado di preparazione dei docenti, riuscendo così a offrire una panoramica approfondita e complessa del rapporto tra letteratura e nazione in un importante periodo della storia nazionale.

Simone Marsi insegna cultura italiana contemporanea presso l’Università di Urbino e letterature comparate presso quella di Parma, dove è attualmente assegnista di ricerca.

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MARSI IL RACCONTO DEL PASSATO
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