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1.4. Orientamento ed economia della conoscenza come sistema di produzione del “capitale umano”

Gennaro Boggia

Se la scuola in tempi di pandemia da Covid-19 non si è fermata, nemmeno le attività di orientamento, sebbene esercitate e vissute “a distanza” si sono fermate. Scuole, Università, Enti Locali e Regionali, realtà produttive inserite nei sistemi di produzione micro e macro economici (spesso organizzate in rete) hanno assicurato agli studenti e alle loro famiglie la massima disponibilità “orientativa” possibile nonostante gli obblighi derivanti dai protocolli di sicurezza anti Covid-19.

In tal senso sarà bene ricordare quanto realizzato dal collega Antonio Guida (Regione Puglia) con le attività poste in essere nel progetto Starnet Italia, Starnet, Before, nel quale viene proposto un percorso orientativo “verticale” capace di coinvolgere scuole del primo ciclo (con particolare attenzione alla primaria), scuola superiore di primo e secondo grado e, non ultimo il variegato e complesso orizzonte universitario e del lavoro.

OR.CO (orientamento consapevole) – Transizione Scuola-Lavoro su OrCo Radio – è il nome del progetto realizzato dal professor Guida e dai suoi collaboratori OrConauti interessando scuole di Bari, Castellaneta (TA), Ginosa (TA), Lecce, Modugno (BA), Potenza, Surbo (LE), Stigliano (MT). La sezione progettuale dedicata alle scuole del primo ciclo di istruzione prevede azioni orientative dentro e fuori la scuola. Obiettivi: accompagnare i minori coinvolti alla scoperta di sé, dei propri talenti e del mondo circostante mirando al potenziamento dell’autostima e delle capacità relazionali, comunicative e di problem solving. Nei territori (contesti) fuori dalla scuola, le attività laboratoriali del progetto Or.Co. mirano a valorizzare e consolidare la Comunità Educante, intesa come lavoro in rete, collaborazione tra scuole, famiglie, associazioni, enti locali, con lo scopo di potenziare l’offerta (orientativo-formativa) per la promozione del benessere del minore e di contrastare, in tal modo, la povertà educativa e dispersione scolastica.

Dal febbraio 2020 a conclusione dell’anno scolastico 2021, tutte le scuole, di ogni ordine e grado, hanno posto in essere attività online di orientamento. Le scuole dell’infanzia in direzione della primaria, dalla primaria alle scuole superiori di primo e secondo grado, da queste agli atenei universitari. Gli open-day virtuali e le schede di orientamento elaborate e inserite in Scuola in Chiaro, da docenti e studenti, perché le famiglie potessero disporre di una corretta e completa informazione relativa alle diverse Offerte Formative delle singole scuole, in tempi di pandemia da Covid-19, hanno subito un’interessante e importante implementazione, grazie a una rinnovata e aggiornata gestione delle piattaforme digitali dedicate.

L’uso consapevole e “creativo” delle tecnologie digitali (anche le più sofisticate) ha permesso di raggiungere famiglie, utenti, territori, in modalità telematica, senza che la qualità dell’informazione-formazione, subisse cali di rendimento e/o minimalizzazioni tematiche. Gli obiettivi di questo immane sforzo “orientativo” quelli di: - formare personale scolastico capace di progettare e gestire l’orientamento come parte integrante di un curricolo “verticale” (dalla scuola dell’infanzia all’ateneo); - informare scuole, studenti e famiglie sulle prospettive di lavoro nel proprio contesto regionale e locale, senza perdere mai di vista l’orizzonte nazionale e non solo; - creare reti territoriali e di coordinamento di team di esperti, individuati a seconda delle particolari e dedicate azioni di orientamento e formazione, individuati dagli USR, dalle scuole, con compiti di coinvolgimento, documentazione e coordinamento; - promuovere e pensare l’Istruzione come mezzo per creare “capitale umano” e ridurre la massimo il disinteresseper la scuola da parte di studenti, famiglie, territori e contesti di produzione lavoro, contenendo quanto più possibile la soglia di “insicurezza” nella con-

tinuità degli studi. In tal senso, citando Andrea Cegolon2:

«È l’istruzione che stimola il processo di formazione e accumulazione di capitale umano individuale e migliora le competenze professionali delle persone e, con ciò, la loro produttività e i loro redditi, oltreché il reddito nazionale incidendo direttamente sul benessere del popolo».

Tre sono gli aspetti distinti del capitale umano - singolarmente rilevanti ed essenziali - presi in considerazione dalla teoria economica: 1. definire e, in qualche modo, misurare lo stock di conoscenze, competenze, abilità e competenze possedute da una persona, cioè il suo capitale umano; 2. questa grandezza è un input importante, anche se non unico, della produzione del reddito (e di altre componenti del benessere degli individui e della società); 3. questa grandezza è un output esso stesso producibile e accumulabile a seguito di esplicite decisioni di investimento».

Domenico Ioppolo, direttore del Salone dello Studente, nel suo intervento in convegno, ha rimarcato quanto la partecipazione degli studenti, nonostante la pandemia, sia riuscita a coinvolgere in piattaforma orientativa più di 220.00 utenti digitali che hanno partecipato ai workshop telematici. Un “capitale umano” che ha testimoniato la propria disponibilità di formarsi e di proseguire gli studi, fare della crisi pandemica opportunità orientativa “alternativa” ma intensa, facendo in modo che l’uso delle tecnologie digitali, se opportunamente pianificato, possa sicuramente integrare la didattica (orientativa) in presenza, e facendo ben attenzione nel considerare la user experience digitale come profondamente diversa da quella fisica e in presenza. Per cui è sbagliato trasferire in modo automatico la didattica in presenza sulle piattaforme digitali, bisogna modificare il modello pedagogico lavorando più per progetti e modificando i meccanismi di valutazione.

Ioppolo, quindi, non ha mancato di sottolineare gli effetti della pandemia sulla mobilità degli studenti, infatti, il Covid-19 ha ridotto questa tendenza dei ragazzi a spostarsi dal proprio territorio di appartenenza con conseguente effetto positivo sulle immatricolazioni degli atenei “locali”. Sia Guida sia Ioppolo hanno riconosciuto l’importanza dell’articolazione dell’offerta terziaria (ITS, accademie, alta formazione...) che, in buona sostanza, fa sì che l’università “tradizionale” non sia più l’unica scelta degli studenti.

Messaggio perfettamente ricevuto dagli straordinari ragazzi di IntERvallo (Emilia Romagna), “Il futuro non si ferma”, che, dalle loro emittenti, pur nel rispetto dei protocolli anti Covid-19, hanno portato in radio e video le azioni orientative coinvolgendo esperti, decisori politici regionali, locali, docenti, studenti, famiglie.

Anche in questo caso, l’interessante e frizzante esperienza orientativo-formativa dei ragazzi di IntERvallo ha reso possibile la costruzione di idonei laboratori digitali per la produzione di capitale umano.

L’anno scolastico 2021-2022 sta per iniziare. L’attuale Ministro dell’Istruzione, P. Bianchi, unitamente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, del C.T.S. e dell’I.S.S., hanno ribadito il ritorno alla didattica in presenza come conditio sine qua non imprescindibile per ricollocare lo studente e la scuola al centro del processo di “ri-normalizzazione” dell’Istruzione e della Formazione. in tale direzione, vanno anche gli importanti finanziamenti già stanziati e quelli in via di ulteriore collocazione per la ripartenza in sicurezza del nuovo anno scolastico. Una possibilità che, indubbiamente, stimola la nuova progettazione di idonei e dedicati percorsi di Orientamento e di Pedagogia dell’Orientamento, capitalizzando e riutilizzando ad hoc, tutta l’esperienza comunicativo-telematica “accumulata” nelle lezioni in DaD o in DDI.

2. In Il valore educativo del capitale umano, FrancoAngeli, Milano 2012, p. 14. 187

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La “storia” della normativa nazionale legata alle tematiche connesse all’Orientamento in ingresso e/o in uscita va dai primi e timidi provvedimenti amministrativo-legislativi alle Linee Guida (del 2009 prima e del 2014 poi) che, in coda a questo articolo, sarà il caso di riprendere perché non vengano archiviate e/o dimenticate ma, invece, opportunamente rilette in chiave dell’attuale contesto “storico”, in quanto ancora capaci di suggerire idonee e necessarie nuove strategie per la produzione di modelli psico-pedagogici per l’orientamento scolastico e permanente.

Con la C.M. n. 43 Prot. n. 0002156 del 2009 veniva definito e diffuso il Piano Nazionale di Orientamento Linee guida in materia di orientamento lungo tutto l’arco della vita. Indicazioni nazionali, e con la C.M IUR prot.n. 0004232 del 19.02.2014 avente oggetto: Trasmissione delle Linee Guida nazionali per l’orientamento permanente, il documento, a firma dell’allora Ministro Maria Chiara Carrozza, ribadisce che «l’orientamento non è più solo lo strumento per gestire la transizione tra scuola, formazione e lavoro, ma assume un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale».

In tal senso «Le linee guida propongono l’impegno ai vari livelli in uno sforzo di integrazione, che va sostenuto e ampliato, affinché l’intervento orientativo assuma un ruolo strategico, con un impatto crescente sull’intera società e, soprattutto, sul futuro di ogni persona».

Di pari importanza l’Accordo tra Governo, Regioni ed Enti Locali sul documento recante: «Definizione di standard minimi dei servizi e delle competenze professionali degli operatori con riferimento alle funzioni e ai servizi di orientamento attualmente in essere nei diversi contesti territoriali e nei sistemi dell’istruzione, della Formazione e del Lavoro» del 13.11.2014.

Allo scopo, sarà utile fare riferimento alla sintesi elaborata da Flavia Marostica in: «Scuola7» del 14.10.2019, n. 155:

Norme e Documenti in Italia

[…] Dal 2000 a oggi negli ultimi due decenni, sulla scia delle elaborazioni progressive della letteratura dedicata ma anche sulla base dei risultati delle buone pratiche ad essa ispirate, sono emanate in continuità altre norme e testi fondamentali.

Un Documento rilevante

nel 2004 il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali redige il Documento tecnico-scientifico Prospettive di sviluppo di un sistema nazionale di orientamento, di grande interesse perché riferito a tutti i pezzi per costruire un sistema integrato. nel primo capitolo si legge: «L’orientamento è da intendersi come processo attivo, gestito dal soggetto con le proprie risorse (personali e sociali) e con i propri vissuti (formativi e lavorativi) e influenzato dalle proprie appartenenze (ambientali e familiari), ma al tempo stesso come un processo storicizzato, integrato cioè dentro un mercato del lavoro complesso e globalizzato, e attento alle diverse culture (razza, genere, target sociale, etc.) di cui sono espressione i singoli attori»; «la finalità generale delle pratiche di orientamento rimane lo sviluppo personale e sociale dell’individuo e la sua capacità di far fronte alle transizioni che connotano l’evoluzione delle storie personali»; «questo processo matura nella persona attraverso l’acquisizione di competenze specifiche (competenze orientative), in fasi diversi della vita (orientamento lungo tutto l’arco della vita)». nel secondo capitolo si individuano le diverse fasi (formazione, ingresso nel mondo del lavoro, attività lavorativa, conclusione dell’esperienza lavorativa) in riferimento alle quali si articolano gli interventi opportuni; si legge: «L’orientamento rappresenta un processo permanente

per un soggetto contemporaneo che storicamente dovrà muoversi all’interno di un percorso professionale che potrà comprendere, a più riprese, periodi di istruzione, formazione, lavoro (dipendente o autonomo), disoccupazione»; nella fase di formazione occorre prima di tutto «sviluppare pre-requisiti formativi (o competenze orientative di base e trasversali) per maturare un’autonomia orientativa». C’è poi un ampio e dettagliato riferimento al quadro europeo a partire agli anni Sessanta e al Rapporto dell’OCSE Career Guidance and Public Policy del 2004 (cap.3), una definizione delle tipologie di azioni orientative - con attenzione anche alla didattica orientativa - che sono ancora attuali e da rileggere perché a queste si ispirano molte buone pratiche (cap.4), l’individuazione della mission dei sistemi coinvolti con un’ampia parte dedicata alla scuola, università, formazione professionale, servizi per il lavoro (cap.5), la descrizione delle risorse umane e professionalità dedicate (cap.6) e quella delle strutture di assistenza tecnica al sistema orientamento (cap.7).

Le Linee MIUR del 2009

Queste Linee guida in materia di orientamento lungo tutto l’arco della vita (corredate da sei documenti tematici) iniziano con un esplicito riferimento alle norme UE e a quelle italiane, e, superando un’ottica esclusivamente informativa, definisce l’orientamento come processo continuo che mette in grado la persona di «identificare i suoi interessi, le sue capacità, competenze e attitudini, opportunità e risorse e metterle in relazione con i vincoli e i condizionamenti, prendere decisioni in modo responsabile in merito all’istruzione, alla formazione, all’occupazione… progettare e realizzare i propri progetti, gestire percorsi attivi nell’ambito dell’istruzione, della formazione e del lavoro»; precisa inoltre che «è una modalità educativa permanente e trasversale che attraversa tutti gli ordini e gradi di scuola e tutte le discipline». nel processo vengono distinte attività di formazione tese alla costruzione di competenze orientative di base attraverso la didattica orientativa, utilizzando le disciplina in termini orientanti, e attività di tutorato che «accompagnano l’esperienza formativa dello studente e sono finalizzate a: - sviluppare […] capacità di auto-monitoraggio orientativo del proprio percorso scolastico […]; - promuovere […] una preparazione ed educazione alle scelte scolastico-professionali e un sostegno all’impatto con nuovi cicli di studio nella logica della continuità formativa; - garantire agli studenti in difficoltà e a rischio di dispersione un’attività di sostegno e di aiuto personalizzato con finalità di prevenzione dell’insuccesso […] fino all’assolvimento del diritto/dovere all’istruzione e, comunque, all’acquisizione di un titolo di studio». Entrambe le tipologie di attività «possono, quindi, insieme contribuire a fornire sostegno agli studenti nello sviluppo dell’identità nella scuola primaria e nell’orientamento alla carriera durante la scuola secondaria, oltre che nella pianificazione del proprio futuro». È indicata anche l’opportunità di un’alleanza con i genitori e con gli altri soggetti significativi presenti sul territorio. In particolare è auspicata l’individuazione di una «strategia organizzativa e operativa di un sistema integrato di orientamento nazionale, che sia in grado di dare risposte unitarie e coerenti ai bisogni espressi da ogni persona lungo tutto l’arco della vita» e quindi la «definizione di un quadro unitario in materia di orientamento» con accordi e intese in una logica di rete per ottimizzare le risorse.

Due Accordi fondamentali

Sono stipulati tra Governo, Regioni ed Enti locali su Definizione del sistema nazionale sull’orientamento permanente (2012) e sul documento Definizione delle Linee guida del sistema nazionale sull’orientamento permanente (2013). Il primo afferma che l’orientamento «costituisce parte integrante dei sistemi dell’istruzione, 189

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della formazione professionale e del lavoro e presuppone competenze specifiche che siano in grado di sostenere le scelte… lungo tutto l’arco della vita» e «nelle istituzioni scolastiche e formative è presente in tutte le discipline, in tutte le attività di apprendimento e in ogni livello di scolarizzazione, è collegato alla formazione globale della persona e allo sviluppo dell’identità e costituisce parte integrante della formazione iniziale e continua di ogni docente». Quindi «ritiene necessario […] realizzare «una strategia nazionale sull’orientamento al fine di superare la frammentazione degli interventi […] per realizzare il raccordo» sui seguenti punti: Definizione di orientamento permanente, Sistema nazionale di orientamento permanente, Costituzione e compiti di un Gruppo di lavoro nazionale per l’orientamento permanente. Il secondo - che intende essere uno strumento operativo e quindi è molto dettagliato - tratta sia le Linee di indirizzo strategico (diritto all’orientamento, funzioni dell’orientamento, governance multilivello) sia gli Obiettivi specifici e azioni operative (contrastare il disagio formativo, favorire e sostenere l’occupabilità, promuovere l’inclusione sociale). È significativa l’affermazione che la prima funzione dell’orientamento è «a partire dalla scuola primaria» quella educativa finalizzata al «processo di auto-orientamento» e all’«acquisizione delle competenze orientative generali e trasversali in quanto premesse indispensabili per un efficace auto-orientamento» e che lo «strumento principale […] è la didattica orientativa». Dice anche che un’altra funzione importante nella scuola è l’accompagnamento in specifiche esperienze di transizione come ad esempio il passaggio da un ordine scolastico a un altro.

Le Linee MIUR del 2014

Queste Linee guida nazionali per l’orientamento permanente sono un approfondimento all’interno del sistema scuola delle Linee guida del sistema nazionale (condivise) del 2013 in continuità con le norme precedente, ma con alcune interessanti integrazioni. Ribadita la «centralità del sistema scolastico […] luogo insostituibile nel quale ogni giovane deve acquisire e potenziare le competenze di base e trasversali […] necessarie a sviluppare la propria identità, autonomia, decisione e progettualità» e il fatto che «senza questo ‘zoccolo’ di competenze è difficile pensare di poter innestare con successo gli ulteriori processi di transizione, di consulenza, di professionalizzazione, di cambiamento, di successivi apprendimenti», i punti fondamentali e con immediati risvolti operativi sono: 1. ogni scuola è tenuta a predisporre «un organico Piano» di orientamento da inserire nel POF con l’indicazione degli standard minimi di orientamento»; 2. tutte le attività sono finalizzate «alla costruzione e al potenziamento di specifiche competenze orientative […] attraverso: - l’orientamento formativo o didattica orientativa/orientante rivolto a tutti i giovani per lo sviluppo delle competenze orientative di base» (propedeutiche) nell’insegnamento delle discipline «finalizzato all’acquisizione dei saperi di base, delle abilità cognitive, logiche e metodologiche, ma anche delle abilità trasversali comunicative, metacognitive, metaemozionali» e al recupero del «‘valore’ del lavoro per la persona e la ‘cultura del lavoro» e dell’imprenditorialità; - l’accompagnamento e la consulenza per lo sviluppo di competenze orientative di monitoraggio e di sviluppo «a sostegno della progettualità individuale» ovvero azioni rivolte o a un’intera classe o a piccoli gruppi o singoli a seconda dei reali bisogni, condotte dai docenti, ma con funzione non di insegnamento ma di mediazione/facilitazione, per aiutare i «giovani a utilizzare/valorizzare quanto appreso a scuola per costruire progressivamente la propria esperienza di vita e per operare le scelte necessarie»; 3. ogni istituto individua una figura di sistema (tutor) con il compito di «organizzare/ coordinare le attività interne di orientamento e relazionarsi con il gruppo di docenti dedicati» e […] di «interfacciarsi con continuità con gli altri attori della rete di orientamento nel territorio» ovvero di tenere «il presidio operativo» dell’insieme di attività di orien-

tamento per coordinarle e renderle efficaci; per svolgere bene questo ruolo deve essere formata e individuata in modo stabile e formalmente riconosciuto sulla base delle competenze professionali possedute e accertate; 4. per realizzare attività mirate ed efficaci è necessario un investimento «sulla formazione iniziale e continua di tutti i docenti» e prevedere: - per tutti «moduli di formazione iniziale obbligatoria sul significato di orientamento permanente, sulla didattica orientativa, sulle azioni di accompagnamento lungo tutto il percorso scolastico … sulla conoscenza del mondo del lavoro e delle professioni, sulla cultura del lavoro dell’imprenditorialità; - per le figure di sistema «specifici master […] promossi dalle Università in accordo con il» MIUR, con «percorsi più brevi per docenti e operatori (perfezionamento o moduli del master)». Tutte le norme e i documenti citati nell’articolo si trovano nelle diverse sezioni di https://www.orientamentoirreer.it/.

A conclusione di questo breve intervento, mi sia concesso segnalare, a mero titolo di esempio (in quanto certamente non unico a livello nazionale) quanto realizzato dal Comune di Cremona con il Progetto Passepartout già a partire dal 2018. Uno straordinario percorso orientativo verticale dalla scuola dell’infanzia al post-universitario gestito e realizzato in rete con il fondamentale contributo di esperti, pedagogisti, psicologi, decisori politici locali e regionali, università, imprese produttive inserite nei sistemi di micro e macro economia.

Il Progetto viene così definito:

Trasversalità e lavoro di rete sono gli obbiettivi di Passepartout.

Un impegno che ha messo al centro l’orientamento, diventato ormai una domanda sociale estesa a sempre più ampie fasce di popolazione, coinvolgendo nuovi soggetti, non più soltanto i ragazzi e i giovani. I soggetti che si occupano di orientamento sul nostro territorio sono diversi e ognuno agisce tale mandato valorizzando ed esprimendo le proprie competenze e il proprio ruolo. A tale proposito nella sezione Porta Aperta viene segnalato il Piano Provinciale per l’Orientamento, documento che ha come obiettivo specifico di migliorare la governance del sistema territoriale per l’orientamento permanente. Un’azione sinergica, condivisa e complementare che contribuisce alla realizzazione di una proposta organica e completa, evitando spreco di risorse e inutili sovrapposizioni e favorendo la comprensione da parte dei destinatari della proposta stessa. negli ultimi anni si è fatto un grande sforzo in questa direzione e i soggetti del mondo economico, sociale e istituzionale hanno lavorato insieme per questo obiettivo. nello stesso Comune di Cremona si è avvertita forte l’esigenza di agire in tale direzione. Dopo un’attenta azione di analisi e di scouting delle risorse e delle proposte, si è ritenuto utile unire sotto un unico settore i servizi dedicati all’istruzione e alle politiche per i giovani, accorpando alle tradizionali Politiche Educative, l’Informagiovani e le Politiche Giovanili: non si tratta di una semplice riorganizzazione funzionale, ma di una vera e propria strategia culturale che vuole ragionare sul tema dell’orientamento, “riordinando” e coordinando in maniera sistematica e funzionale gli interventi e le proposte attivati da anni dall’Amministrazione Comunale di Cremona e rivolti agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, alle famiglie e ai docenti. A tal fine, è stato predisposto Passepartout - proposte, attività, servizi e strumenti per l’orientamento. Passepartout intende essere uno strumento che si propone di: - promuovere un sistema che anticipi l’azione di orientamento per aumentare la probabilità di scelte ben “orientate” e consapevoli; 191

- consolidare la logica che l’orientamento costituisce parte integrante dei curricula di studio e, più in generale, del processo educativo; - incoraggiare l’utilizzo critico della conoscenza già a partire dalla scuola d’infanzia in un’ottica di prevenzione della dispersione scolastica; - rafforzare un modello finalizzato alla riduzione della dispersione scolastica, degli insuccessi e degli abbandoni; - favorire il dialogo tra scuola e mondo produttivo, offrendo un’opportunità che permetta di far conoscere attraverso visite in aziende, imprese e enti, la varietà e la ricchezza del nostro territorio e delle professioni; - porre l’individuo al centro del sistema, affinché sia in grado di orientarsi in maniera critica nella realtà complessa in cui si trova a vivere e ad inserirsi, sia capace di fare le proprie scelte in coerenza con le proprie caratteristiche, attitudini e il proprio progetto personale continuamente verificato e riposizionato in rapporto alle contingenze sociali e lavorative; - avviare un coinvolgimento maggiore delle famiglie e degli attori del territorio al fine di costruire una rete efficace e competente; - offrire una molteplicità di opportunità di interventi che vanno dall’azione informativa a quella consulenziale, dall’accompagnamento all’intervento motivazionale e psicologico.

Conclusioni

Fino a quando l’Istruzione resterà una voce della spesa pubblica del Bilancio Economico Nazionale e non quella di Investimento Produttivo di Capitale Umano, l’azione dell’intero SistemaScuola del nostro Paese in termini di Economia della Conoscenza, resterà basso e/o autoreferenziale. È necessaria una decisiva e coraggiosa svolta “politica” capace di ridisegnare il nuovo modello di Istruzione e Formazione finalmente sganciato dalla “tradizione” didattica (ancora purtroppo molto presente) capace di rendere attraente e orientante il tempo scuola degli studenti. Progetto che necessariamente dovrà prevedere un diverso sistema di reclutamento dei docenti teso ad assicurare all’intero Sistema Scuola, alle famiglie, alti livelli di professionalità, specifiche conoscenze, competenze, abilità, tali da rendere la Scuola il luogo “fisico” di massimo sviluppo del Capitale Umano, a partire dalla più tenera età degli allievi.

L’orientamento scolastico (in e/o out e permanente), inserito in una vision integrata di Economia della Conoscenza, certamente contribuirà al miglioramento della formazione necessaria ai nostri studenti per affrontare con saggio e informato realismo gli orizzonti economici del nostro Paese a partire dal proprio contesto produttivo locale e regionale sia in tempi pandemici che covid-free.

Scuola e Sistemi di Produzione devono continuare a parlarsi e a scegliere insieme quali le life skill necessarie per una “nuova rivoluzione industriale” basata non più sulle canoniche leggi di mercato e/o di profitto (capitalismo freddo) ma puntando tutto sulla potentissima carica rigenerante e produttivo-creativa del Capitale Umano, esattamente come gli studi condotti da Schulz a partire dal 1963 hanno permesso di capire e dimostrare.

Solo in questo modo sarà possibile modificare il rapporto tra “ricchi” e “poveri” che in Italia è stimato all’incirca di 1 a 20! Tradotto significa che il 10% più ricco della popolazione gode di un reddito pari al 198% di quello della cosiddetta classe media(na), intesa come gruppo di persone che occupa la posizione centrale nella distribuzione dei salari.3

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3. Cfr. A. Cegolon, Il valore educativo del capitale umano, cit., p. 17.