PREVENZIONE E SANITÀ PUBBLICA

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una diminuzione rispettivamente del 50% e del 64% della prescrizione di antibiotici nei soggetti vaccinati con l’antinfluenzale(17, 20); analogamente, ponendo a confronto il tasso di copertura vaccinale antinfluenzale dei diversi Stati degli USA, si osserva una riduzione del 6.5% nella prescrizione di antibiotici per ogni incremento del 10% di popolazione vaccinata.(21) Riducendo l’incidenza dell’influenza, inoltre, si prevengono le infezioni batteriche secondarie quali polmoniti e otiti medie: le statistiche in Italia e all’estero sono concordi nell’affermare che la copertura vaccinale riduca l’incidenza di otiti medie del 50-85% nei bambini sotto i 5 anni di età, con un significativo risparmio sull’utilizzo di antibiotici.(8, 22-23) Prevenendo le infezioni, inoltre, i vaccini riducono le possibilità dei patogeni di proliferare e acquisire meccanismi di resistenza; lo stesso microbiota, non sottoposto alle alterazioni conseguenti all’impiego di antibiotici ad ampio spettro, andrà meno facilmente incontro a mutazioni e a selezione di ceppi resistenti.(2, 15-16, 18, 23-25) Nel caso di Streptococcus pneumoniae, molti degli isolati resistenti agli antibiotici appartengono ai sierotipi inclusi nel vaccino: negli USA, l’introduzione del vaccino coniugato ha ridotto del 90% l’incidenza di infezioni pneumococciche infantili e dell’81% quelle da pneumococchi resistenti nei bambini di età inferiore ai 2 anni (8, 23, 26-27); un risultato quasi sovrapponibile si è ottenuto dopo 4 anni dall’introduzione del vaccino coniugato

anti-pneumococco in Sud Africa.(26, 28) Una metanalisi francese recentemente pubblicata osserva una riduzione sia di infezioni che di colonizzazione da pneumococchi resistenti, rispettivamente del 57% e del 28%, a seguito del vaccino.(29) Analogamente, l’introduzione del vaccino coniugato per l’Haemophilus influenzae di tipo b, oltre a provocare un drastico calo dei casi, si è accompagnata a una sensibile riduzione di isolamento dei ceppi produttori di beta-lattamasi.(8,17) Inoltre, nelle infezioni a carattere epidemico come l’influenza, la vaccinazione permette di ridurre l’incidenza della malattia e la necessità di ospedalizzazione, evitando il sovraccarico delle strutture sanitarie che si accompagna inevitabilmente a una minore adesione alle misure di infection control.(2, 16) Con il raggiungimento dell’immunità di gregge, tali vantaggi ricadono non soltanto sui soggetti vaccinati ma sull’intera comunità.(2, 8, 15, 20) Dalla fine del secolo scorso, lo sviluppo di nuovi antibiotici ha subito una battuta d’arresto e le nuove molecole diventano rapidamente obsolete a causa della rapida emergenza e diffusione di ceppi resistenti. Al contrario, la resistenza ai vaccini è estremamente ridotta e richiede decenni per manifestarsi significativamente: usati in prevenzione, infatti, essi agiscono su una popolazione di batteri numericamente ridotta e con meno

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