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Klebsiella pneumoniae, ESBL 46.5 55.9 54

Vaccini: ruolo e prospettive future nella lotta all’antibiotico-resistenza

Agnese Giaccone, Giuseppina Muto, Carmela Iervolino, Ivan Gentile Sezione di Malattie Infettive – Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia – Università degli Studi di Napoli Federico II

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La resistenza agli antibiotici: cos’è e quanto ne sappiamo?

A partire dalla seconda metà del secolo scorso, l’avvento degli antimicrobici ha permesso di contrastare efficacemente le infezioni più difficili da trattare, sfruttando molecole e meccanismi d’azione sempre più sofisticati. L’utilizzo esteso – e spesso

improprio – di tali farmaci ha provocato, tuttavia, l’insorgenza del fenomeno parallelo della antibiotico-resistenza (antimicrobial-resistance,AMR), ovvero della capacità di alcuni ceppi microbici sottoposti alla pressione selettiva degli antibiotici di sviluppare meccanismi di resistenza e acquisire un vantaggio in termini di sopravvivenza rispetto ai ceppi sensibili. L’accumulo di più meccanismi di resistenza si manifesta nelle infezioni da germi MDR (multidrug resistant) o XDR (extensivelydrug resistant), per le quali le possibilità terapeutiche risultano drammaticamente ridotte.(1-3)

Nel 2015 in Europa si stimava un’incidenza di infezioni da batteri resistenti di 113/100.000 abitanti, di cui il 75% correlate all’assistenza sanitaria; la mortalità attribuita era 6.44/100.000 abitanti, maggiormente nei bambini di età inferiore a 1 anno e nei soggetti over-65.(4) Nonostante l’adozione di programmi di antimicrobial stewardship e di infection control, attualmente si segnalano 670.000 casi e 33.000 morti per infezioni ogni anno in Europa, con un impatto economico calcolato per il 2019 di circa 1.1 miliardi di euro. Tali numeri sono in crescita soprattutto nei paesi dell’Europa meridionale e orientale, in primis Italia, Grecia, Portogallo e Romania, per i quali è stato dimostrato un nesso tra il consumo di antibiotici e la prevalenza di ceppi resistenti.(5-7) Sulla base di alcuni modelli matematici, si

stima che entro il 2030 i tassi europei di resistenza agli antibiotici di seconda e terza linea aumenteranno del 5070%, raggiungendo nel 2050 una mortalità attribuibile alle infezioni da germi MDR di 10 milioni di persone all’anno nel mondo, di cui 390.000 all’anno solo in Europa.(1, 5, 7)

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