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Enterococcus faecium, VRE 3.9 11.2 23
Tuttavia, la consapevolezza del fenomeno è ancora estremamente limitata. Una survey della Commissione Europea del 2019 ha evidenziato che solo il 75% degli operatori sanitari è a conoscenza della correlazione tra terapia antibiotica e sviluppo dell’antibiotico-resistenza, e meno del 60% conosce esaustivamente le misure di infection control in ambito sanitario.(11)
Il ruolo dei vaccini.
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Dal 2015 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) promuove programmi di prevenzione e sviluppo per contrastare l’AMR non soltanto nell’ambito della salute umana e animale, ma anche nel settore ambientale, agricolo e industriale. La cosiddetta strategia “One Health”, successivamente implementata dalle istituzioni di salute pubblica nazionali come i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi e lo stesso Ministero della Salute italiano tramite il PNCAR 2017-2020, riconosce ai vaccini un ruolo fondamentale nella prevenzione delle resistenze agli antibiotici.(9,12-14) In che modo? Riducendo i casi di infezioni, i vaccini
permettono un risparmio di antibiotici non soltanto nelle forme ad eziologia batterica per le quali è indicata l’antibioticoterapia, ma anche nelle infezioni virali per cui spesso si ricorre ad essa impropriamente e nelle infezioni con diagnosi clinica che ricevono un
trattamento empirico. (2,15-18) Si calcola, ad esempio, che la vaccinazione antipneumococcica universale permetterebbe di ridurre in media del 47% la prescrizione di antibiotici nel mondo, con un risparmio approssimativo di 11.4 milioni di giorni di antibioticoterapia.(8, 15) In Belgio, tra il 2016 e il 2019, su 3847 bambini affetti da varicella il 27% ha ricevuto antibiotici, con un picco del 42% nei bambini di età inferiore a 1 anno: l’estensione della copertura vaccinale per varicella permetterebbe di evitare l’infezione virale e le sue complicanze e, di conseguenza, di limitare il ricorso agli antibiotici.(19) Ancora più emblematico è il caso della vaccinazione antinfluenzale. Secondo i dati dell’OMS, fino al 2019 si contavano circa 3-5 milioni di casi e oltre mezzo milione di morti per influenza ogni anno, soprattutto nella popolazione anziana e fragile. Globalmente il periodo influenzale coincide con un aumento di prescrizioni di antibiotici, sebbene la maggior parte dei patogeni responsabili delle infezioni respiratorie siano virus per i quali tali farmaci non apportano alcun vantaggio.(8) Da una metanalisi di 96 studi pubblicata nel 2019 è stato evidenziato come la vaccinazione antinfluenzale riduca del 28% l’utilizzo di antibiotici negli adulti, e insieme alla vaccinazione antipneumococcica sembri ottenere una diminuzione dell’antibioticoterapia anche nei bambini e negli adolescenti.(20) Studi condotti in Turchia e Canada riportano