Innovatio Educativa Anno 3 / 6-7 / 2020

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ACELAB

AUTONOMIA, CREATIVITÀ, EMOZIONI di Colangelo Daniela e Renzella Giuliana PAROLE CHIAVE:

ADOLESCENZA, BENESSERE, BISOGNO EDUCATIVO, CONNESSIONI, INTERAZIONI Esperienza emblematica di due docenti di sostegno che operano in un istituto scolastico superiore che si concentra sulle emozioni dei soggetti adolescenti con Bisogni Educativi Speciali, piuttosto che sui contenuti e sulle materie di studio.

La scuola presso la quale lavoriamo come docenti di sostegno è l’IIS “Statista Aldo Moro” di Passo Corese (RI), frequentato da numerosi studenti tra cui alcuni disabili ognuno con un Bisogno Educativo Speciale. I nostri ragazzi hanno tra i 14 e i 20 anni e stanno attraversando la fase di passaggio che li traghetta dall’adolescenza verso l’età adulta, la fase che li porta a costruire la propria identità, a rivendicare la propria autonomia, a fare delle scelte, esprimere bisogni e desideri, a volte anche in modo conflittuale e turbolento. Quando si tratta di persona con disabilità, la protesta viene spesso attribuita alla sua compromissione cognitiva, comportamentale o affettivo-relazionale e questo ci impedisce di vedere e di comprendere la specifica situazione di ogni soggetto. Spesso questi ragazzi diversamente abili sono considerati fragili e carenti di protezione, per questo motivo viene concessa loro poca autonomia, di conseguenza vengono condannati a vivere in uno stato di infanzia perenne. Al contrario reclamano il loro diritto a vivere, a emozionarsi, a sperimentare e ri-

mettersi in discussione esattamente come qualsiasi altro adolescente. Ci capita spesso di discutere di questi argomenti e di cosa potrebbe fare la scuola. Uno dei più grandi limiti, soprattutto dell’istruzione superiore, è quello di puntare tutto sulle discipline e i contenuti, trascurando il lavoro specifico su emotività e socialità. Partendo da questa considerazione, abbiamo focalizzato il nostro progetto sullo sviluppo della capacità di concentrarsi su se stessi, sul proprio mondo interiore, entrare in connessione con i desideri più profondi, capire quale emozione proviamo, perché ci sentiamo in un certo modo e cosa possiamo fare di queste sensazioni a cui si aggiunga la capacità di sintonizzarsi sugli altri, entrare in empatia con loro, relazionarsi, comunicare, collaborare e cooperare1. L’acronimo ACElab sta per autonomia, creatività, emozioni; ha coinvolto 60 ragazzi circa, è cominciato a ottobre ed è durato tutto l’anno. Dopo la chiusura della scuola a causa del Covid-19 è stato adattato alla modalità DAD. Durante i primi incontri si è cercato di lavorare su alcune delle emozioni di

base partendo da testi narrativi, poetici, arte visiva, musica2. Per ogni emozione è stata predisposta una scheda utile a stimolare una riflessione su pensieri, segnali del corpo, reazione comportamentale. Nel caso di rabbia o paura, è seguito un momento di confronto su come gestire gli stati emotivi negativi. Il lavoro specifico sulle emozioni è stato intervallato da altre attività a esso collegate, tra queste il percorso Scopriamo il nostro animale totem. Grazie allo spunto fornito dalla lettura di una favola africana, ogni ragazzo ha scelto il suo animale totem, il gruppo ha aggiunto un aggettivo che lo qualificasse (es. Cavallo curioso). Attraverso l’utilizzo di una scheda, è stata avviata una riflessione e ricerca di se stessi e della propria personalità e di come si è visti dagli altri partendo dall’animale scelto e dall’attributo che gli è stato assegnato. Il laboratorio è stato condotto da uno studente appassionato di animali e alla fine della giornata è nato nei ragazzi il desiderio di scrivere un testo teatrale utilizzando il materiale raccolto. Con la chiusura della scuola per il COVID, le domande emerse sono state: come dare senso, concretezza emozioni e vita alla didattica a distanza? Come declinare attraverso un percorso virtuale, i principi di una pedagogia della cura, in un momento in cui molti dei riferimenti quotidiani dei nostri ragazzi si sono resi improvvisamente di difficile individuazione? Il primo elemento emerso è stata la necessità di dare continuità didattica, ma anche emotiva e affettiva alla nuova esperienza DAD, ricostruendo il gruppo che insieme lavorava a scuola. Quindi dai ragazzi sono stati ripresi e ripensati i lavori e le tematiche condivise durante l’attività scolastica

Goleman D., Senge P., A scuola di futuro- Manifesto di una nuova educazione, Rizzoli, Milano 2016. Sono stati sempre diversificati gli stimoli, così che ognuno potesse sperimentare il canale per lui/lei più congeniale. All’interno del nostro gruppo sono presenti studenti con disabilità cognitive gravi e profonde per cui è stata sempre utilizzata una modalità interattiva che consentisse di intercettare i feedback e intervenire, rinforzare quando necessario e accertarsi che tutti avessero compreso prima di andare avanti. 1 2

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