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Nidi e scuole dell’’infanzia: riflessioni per ripartire Luciano Poli
NIDI E SCUOLE DELL’INFANZIA: RIFLESSIONI PER RIPARTIRE
di Luciano Poli
PAROLE CHIAVE: CORRESPONSABILITÀ EDUCATIVA, AUTONOMIA, IDENTITÀ, COMPETENZA, CODING.
La ripresa delle attività nei servizi educativi e nelle scuole dell’infanzia richiede una attenta riflessione su ciò che è accaduto durante la chiusura delle scuole al fine di valorizzare i percorsi intrapresi e raccogliere il maggior numero possibile di elementi per progettare le azioni future. I comportamenti e le azioni da adottare per garantire la tutela dei più piccoli e degli adulti possono rappresentare uno stimolo per valorizzare l’iniziativa dei bambini e la loro creatività.
Quando finirà o sparirà questa pandemia? È una domanda ricorrente, specialmente ora che riprendono le attività in presenza nei servizi educativi e nelle scuole dell’’infanzia e si avverte la necessità di progettare un nuovo inizio. Una ripartenza che tenga conto di ciò che è successo, in cui ci sia il tempo per riflettere su ciò che è avvenuto in questi mesi e riconoscerne il significato, il valore e i limiti. Molti educatori e insegnanti affermano che la forza del ciclone Covid ha rimescolato e per certi versi sparigliato le carte di tante realtà educative, ridando o riassegnando ruoli a soggetti che in alcuni casi sembravano assai defilati sulla scena educativa della contemporaneità. I bambini, prima di tutto, che hanno dimostrato, pur nella eterogeneità delle situazioni (si pensi per esempio all’importanza della presenza costante dei genitori e alla dimensione degli spazi abitativi), di saper far fronte alla nuova realtà continuando a esplorare, a scoprire, a domandare, a fidarsi, in altre parole ad apprendere e a crescere. In molti casi, per esempio, “ La forza del ciclone Covid ha rimescolato e per certi versi sparigliato le carte di tante realtà educative, ridando o riassegnando ruoli a soggetti che in alcuni casi sembravano assai defilati sulla scena educativa della contemporaneità. ”
hanno avuto la possibilità di sperimentare concretamente i concetti di “limite” negli spazi e di “possibile/impossibile” nelle azioni: elementi indispensabili al percorso di crescita. Gli educatori e gli insegnanti che nel lungo periodo di chiusura dei nidi e delle scuole dell’’infanzia con le più disparate attività (chat, video chiamate, video letture, preparazioni di specifiche attività on line o di materiali da far pervenire ai piccoli), hanno manifestato un amore e un interesse per il loro lavoro che non potrà essere sottovalutato. Hanno contribuito con la loro intelligenza creativa a mantenere viva e attiva la scuola che
ha continuato a essere, quando tutto si chiudeva, un punto di riferimento e di ascolto aperto ai bisogni e alle necessità di bambini e famiglie. I genitori, infine, ma certamente non per ultimo, hanno potenziato e affinato la loro consapevolezza di guida implementando o costruendo nei fatti, quel patto di corresponsabilità educativa che a volte pareva essere solo uno slogan pedagogico. Per non parlare poi dei Collegi dei Docenti o dei Collettivi dei Servizi per la prima infanzia che spesso hanno ritrovato, con adeguate riflessioni educative e organizzative, una rinnovata ragione di essere, facendo fronte alle difficoltà e alle incomprensioni che inevitabilmente ci sono state, ma più spesso valorizzando le esperienze positive che hanno dato luce all’essenza della scuola. Uno sguardo e una riflessione su quanto è accaduto appaiono fondamentali per l’interessante sfida che attende ognuno di noi in questi primi mesi di riapertura del sistema scolastico 0/6 anni, così come sembra fondamentale porsi alcune doman-
de, consapevoli che le risposte non possono che essere parziali e approssimative o, meglio ancora, non definitive. Come aiutare i bambini ad affrontare la nuova realtà? Come valorizzare le tante conquiste individuali all’interno di una visione di comunità? Come far avvertire lo scopo e l’obiettivo del ritornare a stare insieme? Come accogliere i diversi apprendimenti indiretti dei bambini? Come favorire l’acquisizione di nuove e diverse conoscenze, abilità e competenze? Come mantenere, potenziare o costruire l’alleanza genitori – insegnanti nella condivisione del significato di nuove azioni e proposte, dettate da una situazione a volte di non facile lettura e in continua evoluzione, superando una visione centrata prevalentemente sugli aspetti sanitari? Non può che essere, verrebbe da pensare, un percorso “in progress” che richiede necessariamente di porre attenzione non tanto all’organizzazione (incerta e mutevole), quanto sulle cose accadute e imparate che stanno contribuendo a ridefinire la nostra idea di scuola. Si potrebbe iniziare evidenziando alcuni punti fermi: la valorizzazione dell’alleanza educativa con i genitori; i percorsi metodologici da utilizzare affinché la scuola, che non è il luogo in cui è sufficiente che i bambini si incontrino per fare apprendimento, favorisca anche in questa particolare situazione organizzativa (distanziamento, nuove modalità di relazione adulti - bambini, ridefinizione dei gruppi anche alle luce delle recenti Linee guida MIUR), il potenziamento e l’incremento di tre fondamentali obiettivi. La maturazione dell’identità intesa come sicurezza, stima di sé, fiducia nelle proprie potenzialità, motivazione alla curiosità, riconoscimento e apprezzamento di identità altrui con le differenze di sesso, cultura e valori. La progressiva conquista dell’au

tonomia, intesa come capacità di orientamento e di scelte personali, apertura alle scoperte, cura di sé, degli altri, dell’ambiente e della solidarietà, dell’impegno, della giustizia, del bene comune. Lo sviluppo delle competenze, inteso come rafforzamento delle capacità sensoriali, motorie, sociali, linguistiche, intellettive, esplorazione e scoperta intenzionale, coerenza cognitiva, intuizione, creatività, gusto estetico, tali da consentire la comprensione, la rielaborazione e la comunicazione di conoscenze relative a specifici campi di esperienza. La riflessione educativa suggerisce, a tale proposito, l’adozione di alcuni orientamenti pedagogici adeguati per fornire un importante aiuto quali per esempio il cooperative learning, la peer-education e l’ormai consolidata organizzazione per sezioni eterogenee per età. C’è infine un altro recente orientamento che potremmo sintetizzare nel termine Coding al quale possiamo far corrispondere in senso generale l’espressione “me
todologia di programmazione”. Si parla ovviamente di programmazione informatica. A noi non interessa il senso letterale dell’espressione.... quanto il fatto che questo approccio “coding-dipendente” e le riflessioni che ne conseguono possano sostenere nei più piccoli lo sviluppo del pensiero, attraverso l’implementazione dell’attitudine a risolvere problemi più o meno complessi. A noi non interessa far apprendere ai bambini le procedure della programmazione, ma la metodologia del coding che in senso lato può rivelarsi interessante, perché può aiutare i bambini piccoli a pensare meglio e in modo creativo, stimolando la loro curiosità attraverso il gioco e la riflessione che gli adulti possono fare sulle attività del bambino stesso. Possiamo creare le condizioni affinché i più piccoli si abituino a risolvere problemi anche complessi, sostenendoli nella individuazione autonoma della strategia migliore per arrivare alla soluzione desiderata o possibile. Se, per esempio, un bambino vuole prendere il giocattolo di un compagno, oltre a dirgli di aspettare, gli possiamo suggerire anche di chiederlo per favore. Se dopo questa interazione educata e gentile, il bambino raggiunge il suo scopo, potremmo
rinforzare il suo successo facendogli notare che ha raggiunto il suo obiettivo, senza rompere la relazione con l’amico, cosa che sarebbe avvenuta nel caso gli avesse tolto il giocattolo con la forza. Se si portano in sezione o in giardino oggetti o materiali non strutturati, ci si pone l‘obiettivo di aiutare i bambini a sviluppare la loro creatività superando gli stereotipi. Proviamo a pensare a come possiamo rinforzare l’invenzione del bambino attraverso le nostre parole (poche e semplici). In altri termini utilizzando gli avveni

menti che accadono nella quotidianità del nido o della scuola dell’’infanzia, anche per abituare i bambini a uscire dagli schemi egocentrici propri dell’età, sviluppando creatività e apprendimento. In questa situazione, in cui è richiesto al personale docente di limitare le interazioni dirette con i bambini, è particolarmente utile approntare materiali e strumenti che permettano ai piccoli di inventare creativamente senza l’intervento diretto dell’’adulto, dimostrando che crediamo nella capacità dei più piccoli di sviluppare pensiero anche senza l’intervento diretto degli adulti. In conclusione, potremmo forse far tesoro di quanto la terribile pandemia Covid ci impone, utilizzando ciò che accade nella vita quotidiana (o ciò che noi predisponiamo affinché accada), per sostenere lo sviluppo del pensiero dei piccoli e non compromettere la qualità dell’’esperienza educativa, così come richiamato nel “Documento di indirizzo e orientamento per la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’’infanzia”.
LUCIANO POLI

Già insegnate di scuola primaria e professore a contratto presso l’Università di Bologna e Modena – Reggio Emilia. È autore di pubblicazioni sulla didattica della lingua di cui tiene percorsi formativi . È coordinatore pedagogico nei servizi educativi 0/6.
La collana L’Albero dei libri vuole proporre ai ragazzi della Scuola Primaria racconti e romanzi che rispettino i loro gusti e la loro graduale capacità di leggere e comprendere una storia. La collana si compone di quattro livelli di difficoltà sia linguistica che tematica contraddistinti da un diverso colore: verde, giallo, arancione e rosso.