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RICERCHE SPERIMENTAZIONI ESPERIENZE

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L’INTERVISTA

L’INTERVISTA

L’ARCIPELAGO DEI BISOGNI FORMATIVI DEGLI ADULTI

di Nicoletta Morbioli

PAROLE CHIAVE: RICERCA - BISOGNI FORMATIVI - ADULTI - APPRENDIMENTO - COMPETENZE

In una fase in cui è ricorrente la segnalazione della necessità di continuare a imparare durante il corso della vita (life long learning) è fondamentale conoscere analiticamente e in modo sistematico i bisogni formativi della popolazione adulta. Lo studio presentato raccoglie dati di ricerca che consentono di assumere decisioni fondate a chi ne ha la responsabilità amministrativa e politica al fine di dare risposte aperte, versatili, capaci di assecondare le esigenze formative di ciascuno. L’Italia resta uno dei Paesi europei dove il bisogno di migliorare le competenze di base è tanto grande quanto sfidante. Secondo l’indagine PIAAC 1 , la percentuale di adulti con punteggio 0-1 in literacy è quasi al 28% (UE = 19,9%) e in numeracy al 31, 7% (UE = 23, 6%); gli individui privi di competenze digitali sono il 57% della popolazione fra i 16 e i 74 anni (UE = 31%); il tasso di partecipazione alle opportunità formative degli adulti (25 - 64 anni) raggiunge l’8%, mentre in UE la media è di 10,6%. Con il CRRS&S 2 che attualmente dirigo, si è voluto sondare questo argomento, approntando una ricerca esplorativa 3 sui bisogni della popolazione adulta in Veneto, attraverso queste domande-guida a cui si è cercato di dare risposta: 1) Quali sono i fabbisogni formativi della popolazione adulta nel territorio veneto? 2) In quali luoghi o situazioni si esprimono? 3) Come procedere, a livello territoriale, per realizzare una rilevazione sistematica e organizzata delle esigenze di formazione degli adulti? La raccolta dei dati è stata condotta nei territori di Verona e di Schio (VI): due realtà che, pur appartenendo alla stessa Regione, sono rappresentative di contesti socio-culturali differenti.

In entrambe le città sono state realizzate interviste narrative a figure apicali e a operatori/trici (di servizi sanitari, postali, servizi al cittadino, …) a contatto con esigenze formative di persone adulte per un totale di n. 12 interviste individuali. Parallelamente sono stati condotti due Focus Group (con n. 12 partecipanti per Verona e n. 13 per Schio), con rappresentanti di enti pubblici e privati che erogano servizi formativi. Quella effettuata è, pertanto, una ri

1 PIAAC (Programme for the International Assessment of Adult Competencies) è un Programma ideato dall’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. 2 CRRS&S (Centro Regionale di Ricerca, Sperimentazione & Sviluppo) del Veneto che ha sede presso il CPIA di Verona. 3 L’indagine è stata pubblicata nell’opera: Tacconi G., Morbioli N. (a cura di), scuola. La sfida dell’istruzione degli adulti in Italia, Erickson, Trento 2020. Reinventare la

cerca partecipata 4 , che si fonda sulla centralità epistemologica dei soggetti - personali e istituzionali - e la conseguente rivalutazione del punto di vista degli attori come fonti e produttori di conoscenza. All’insieme della ricerca si accompagna un’analisi delle pratiche indagate nei contesti in cui si sviluppano, nella loro autonomia rispetto a modelli teorici prescrittivi. Gli elementi raccolti evidenziano spazi privilegiati in cui si esprime il bisogno di formazione degli adulti: - gli sportelli come punti di riferimento (centri antiviolenza, gli sportelli dei centri per l’Impiego, il servizio

Informagiovani del Comune, gli enti accreditati come servizi al lavoro, ecc.); - i corsi di formazione per la terza età; - il contesto aziendale. Il mondo degli adulti risulta composto da una costellazione di identità multiple, non racchiudibile in una categoria esplicativa unica. Da questa trama di percorsi differenziati emergono domande complesse e differenti di formazione. I bisogni, direttamente espressi o induttivamente rilevati, tracciano il profilo di un adulto disorientato, bisognoso di aiuto

per delineare nuovi progetti di vita e per navigare con padronanza nella quotidianità. Dalle narrazioni degli operatori di sportello emerge, infatti, l’esigenza di un adulto che ha bisogno di essere accompagnato in un percorso di consapevolezza dei propri bisogni formativi e orientato a un possibile progetto futuro: “Molte volte non si rendono neanche conto di che cosa effettivamente hanno bisogno: alle volte partono con un’idea e poi nello specifico si vede che il fabbisogno è diverso” 5 . Il titolo di studio o la qualifica costituiscono una carta di presentazione ancora importante per accedere a una occupazione e integrarsi socialmente. Il bisogno formativo degli adulti che frequentano corsi serali manifesta la necessità di una certificazione formale delle competenze. Il conseguimento di un diploma si connota anche come un’opportunità per rimotivarsi allo studio, per validare istituzionalmente il percorso formativo intrapreso e, spesso, è occasione per uscire da una situazione di disorientamento e inattività, per esempio per i giovani adulti, cosiddetti NEET. Dalle narrazioni risulta che lo sviluppo di competenze linguistiche, in particolare in lingua inglese o l’italiano per gli stranieri, è un bisogno sempre più diffuso degli adulti occupati, ma anche degli anziani per viaggiare e aprirsi a scambi culturali o per dialogare con i partner stranieri dei figli o con stranieri presenti nel nostro Paese (adulti over sessanta), per poter continuare a svolgere o a migliorare la propria posizione lavorativa (adulti occupati), per integrarsi socialmente e trovare occupazione (adulti stranieri), per uscire dall’isolamento sociale e poter supportare i figli (donne straniere). Un secondo ambito che descrive competenze culturali è quello delle competenze informatiche e digitali. Dagli interventi emergono un analfabetismo informatico diffuso, inteso come incapacità di usare un dispositivo e un analfabetismo digitale, cioè l’incapacità di utilizzare le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) per reperire, valutare, produrre e scambiare informazioni. I bisogni di alfabetizzazione informatica e digitale sono segmentati in modo diverso in funzione dell’età: si segnala il digital divide tra giovani

“ Il mondo degli adulti risulta composto da una costellazione di identità multiple, non racchiudibile in una categoria esplicativa unica.

Da questa trama di percorsi differenziati emergono domande complesse e differenti di formazione. ”

4 Tacconi G. e Hunde A.B. (2017),

Participatory research on teaching practice as basis for teacher education and networking between universities and VET schools. In F. Eicker, G. Haseloff e B. Lennartz (a cura di), Vocational Education and Training in Sub-Saharan Africa. Current Situation and Development, Bielefeld, W. Bertelsmann Verlag, pp. 167-174. 5 Tacconi G., Morbioli N. op cit p. 157.

e adulti ultraquarantenni, italiani e stranieri, tra nativi digitali e persone cresciute “con la carta”. La possibilità di accesso ai servizi diventa condizione vitale per integrarsi socialmente e praticare una cittadinanza attiva e consapevole. Nell’attuale società della conoscenza e nel mondo aziendale si delineano anche i bisogni di alta formazione digitale per profili di alta qualità (specializzazione tecnologica) e per figure professionali di basso profilo. La pervasività del mondo virtuale nelle nostre vite, se da un lato facilita il mantenimento dei legami relazionali, dall’altro sembra modificare il nostro modo di pensarci nella relazione e di relazionarci di fatto con l’altro. Sembra affiorare il bisogno significativo di uscire dalla frammentazione del pensiero in cui ci costringono i nuovi media per ritrovare la capacità di approfondire, leggere criticamente le informazioni, ragionare sulle cose, costruire un punto di vista originale e personale. Per fare questo, è importante “imparare a informarsi”: saper reperire informazioni corrette e attendibili, riabituarsi al ragionamento, ritrovando spazi e tempi per rimettere al centro il desiderio di capire se stessi e la realtà. Si aggiunga a questo, un bisogno diffuso di orientamento nella rete dei servizi per il lavoro, lo studio e la salute. Un mondo di offerte e opportunità frammentato, scarsamente coordinato, che molti adulti (giovani, “ La possibilità di accesso ai servizi diventa condizione vitale per integrarsi socialmente e praticare una cittadinanza attiva e consapevole. ”

anziani, stranieri) sembrano non riuscire a interpretare. Le pratiche burocratiche appaiono un ulteriore terreno irto di difficoltà per la popolazione adulta: le capacità di decodificare ciò che viene chiesto, comprendere le procedure, rispondere alle richieste formali di enti e agenzie del territorio sembrano significative. L’operatore di sportello assume un ruolo di interfaccia importante per aiutare molti adulti che non sanno da che parte cominciare. Dalle narrazioni emerge, infine, una progressiva decadenza delle competenze culturali di base, in particolare quelle di literacy reading, ossia la capacità di comprendere e decodificare un testo scritto (adulti over trenta). Difficoltà di scrittura e lettura si incontrano presso gli sportelli degli enti pubblici e privati, dove le richieste devono formalizzarsi in istanze scritte o nella compilazione di moduli prestampati. Si profila, quindi, un fenomeno crescente di analfabetismo funzionale diffuso. Nell’intreccio tra i contesti formativi e quelli lavorativi è stato possibile far emergere i principali bisogni della popolazione adulta, organizzando i dati all’interno di un sistema di categorie. Decifrare e interpretare le pratiche che si realizzano in un contesto definito assume un valore che va anche al di là del contesto stesso in cui si è svolta l’esplorazione e offre spunti di riflessione e di azione per chi si occupa di istruzione degli adulti. La sfida, ora, è di creare rete sul territorio e costruire alleanze per dare risposta a questo articolato e complesso quadro di bisogni emersi.

NICOLETTA MORBIOLI

È Dirigente Scolastico e Coordinatrice del Centro Regionale di Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo del Veneto per l’istruzione degli adulti. È formatrice in ambito pedagogico e didattico. Molti suoi articoli e racconti sono pubblicati in riviste e antologie a carattere nazionale.

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