PROGETTI: IO VALGO 3.0
Con Admo e quattro Enti partner per parlare al mondo del lavoro di / Michela Rossato /
Con Admo, Cisl, ConfCommercio, Lions e Centro di Medicina terza edizione del progetto. Regione ancora accanto.
Sotto. Da sinistra: Mara Rosolen, presidente Admo regionale Veneto; Chiara Manfrin, coordinatrice di progetto; Vanda Pradal, presidente Avis regionale Veneto alla conferenza stampa del 18 gennaio scorso.
28
D
urante la pandemia, i datori di lavoro si sono trovati a dover eseguire una serie di adempimenti formali e sostanziali per limitare i rischi di contagio. Prescrizioni, derivanti dalle imposizioni governative e dal buon senso, che hanno impattato sulla vita loro e dei lavoratori, modificando abitudini e percezioni individuali. Con che consapevolezza da parte del lavoratore? Con quali lacune e punti di forza? Se lo è chiesto Avis Veneto con il progetto “Io Valgo 3.0: il terzo settore e le imprese insieme per la salute della comunità”, terza edizione di un’iniziativa di promozione della cultura del volontariato, della donazione e della salute negli ambienti di lavoro. La prima, nel 2018, ha portato Avis all’interno di alcune aziende con il coinvolgimento di 400 lavoratori. La seconda, nel 2020, si è trovata nel mezzo della pandemia e ha subìto una rimodulazione, con la promozione del dono e della salvaguardia della salute a distanza, tramite video, la campagna “MoVita”, iniziative social e su piattaforme digitali. Io Valgo 3.0, che si conclude a fine aprile, fa un ulteriore passo in avanti, concentrando l’attenzione sul comportamento del singolo e
DONO&VITA
sulla salute della collettività in una situazione di pandemia. Il progetto vede ancora una volta il contributo della Regione Veneto e, per la prima volta accanto ad Avis Veneto, la partnership di Admo regionale. Collaborano Cisl Veneto, ConfCommercio Veneto, Villa Maria-Centro di Medicina e Lions Club International - Distretto 108Ta3. “Il progetto è partito da un questionario online rivolto ai donatori Avis e Admo, dal quale si sono raccolte informazioni sull’attenzione nei luoghi di lavoro verso la salute, su come sono cambiate le cose con la pandemia, su lacune ed eventuali nuove buone prassi attivate per salvaguardare la salute di tutti - spiega la coordinatrice di progetto, Chiara Manfrin - Con i dati è stata fatta una mappatura dei rischi percepiti e di eventuali buone prassi attuate negli ambienti di lavoro, sono stati realizzati dei grafici e video per i social, la pagina Facebook del progetto e si sono sviluppati dei tavoli di confronto tra figure professionali diverse, per realizzare delle linee guida di comportamenti da adottare, su base volontaria, negli ambienti di lavoro”. Tra gennaio e febbraio si sono svolti tre tavoli provinciali (Padova/Rovigo, Treviso/Venezia/Belluno, Verona/Vicenza) di confronto e co-progettazione, con rappresentanti di imprese, parti sociali, enti pubblici, terzo settore, accademia, centri di ricerca e professionisti socio-sanitari per un’analisi dei dati di partenza, contributi personali e professionali e la definizione delle linee di intervento strategiche. I tavoli online si sono svolti con il metodo mosaic-design your decisione, sviluppato da We Europe srl con il supporto tecnico scientifico di Sherpa srl-Spinoff dell’Università di Padova. I risultati sono poi stati condensati in report analitici e riportati in un ultimo tavolo di co-progettazione regionale, il 22 marzo. Obiettivo: creare linee guida comuni per la cura della salute di tutte le persone che entrano in contatto con attività esercitate dalle imprese e un protocollo di intervento, con sottoscrizione volontaria.