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Le tante strade che portano al dono: “Solo grazie a Voi mio figlio vive” - “1964: diventai donatore per un disastro aereo”
Le tante strade portano al Dono: “Solo grazie a Voi mio figlio vive”
Ci sono persone che si avvicinano alla donazione di sangue perché convinti da un familiare o un amico, perché ne hanno avuto bisogno per sé o un proprio caro, perché ne sentono parlare a scuola, al lavoro o per una serie di accadimenti della vita. A volte per un disastro… aereo! Come nel caso di un militare che ha legato la sua prima donazione ad un fatto drammatico, diventando poi donatore periodico e per Avis anche revisore dei conti. Ai donatori, invece, vuol dire un immenso grazie la mamma di Giovanni, la cui testimonianza è il più bell’esempio di come la donazione salvi la vita e di quanto sia importante farlo sapere, già sui banchi di scuola. Due voci di vita vissuta, dando e ricevendo!
Domenico Rottari
Sono la mamma di Giovanni. Questa mattina mio figlio ha partecipato al progetto scuola Avis con la sua classe 3ª G dell’IC Villorba Povegliano della scuola “Scarpa”. Quando è venuto a casa, era molto entusiasta nel raccontarmi com’era andata la mattinata. Sono felice che ci sia stato questo momento di opportunità per far conoscere una realtà importante, perché è grazie a Voi e ai molti donatori che Giovanni ha potuto seguire il suo percorso di cure (Giovanni oggi non lo ha detto a scuola, perché della sua esperienza non ne vuole proprio parlare, in quanto è stato un percorso di sofferenza soprattutto fisica). Nel luglio del 2019 gli hanno diagnosticato una Leucemia linfoblastica acuta molto aggressiva, e per poter seguire le sue cure ha avuto bisogno di molte sacche di sangue e piastrine. Potrei contarle, perché ad ogni sacca che gli mettevano, era una preghiera di gratitudine al suo Donatore. Adesso Giovanni sta bene, deve continuare a fare controlli mensili, ma confidiamo che le cure abbiano fatto il loro corso e

diano gli effetti sperati senza dover imbatterci in altre esperienze.
La foto di spalle (nella pagina accanto, ndr) per me ha un grande Significato: c’è mio figlio a sinistra e mio marito a destra... la fine della malattia e l’inizio della nuova vita. Nonostante la scalata sia stata dura, dal punto più alto adesso Giovanni può ritornare a guardare la vita con occhi migliori, perché la sofferenza ci ha insegnato che gli obiettivi non si raggiungono da soli. Serve un importante e costante lavoro di squadra e in questa squadra ci sono proprio tutti, genitori, nonni, fratelli, medici, infermieri, Oss, Volontari, Donatori, Associazioni, Insegnanti... Ognuna di queste persone, ognuno di Voi, ci ha fatto il dono più grande: la vita di Giovanni.
Mi rivolgo a tutti i donatori, a Voi come Associazione per dire grazie per il grande lavoro che fate: quello di regalare vita alle persone e sono felice che abbiate organizzato questi momenti di sensibilizzazione tra i banchi di scuola, luogo in cui crescono gli uomini di domani. Rimpiango di non aver conosciuto prima certe realtà, perché sicuramente avrei dato anche il mio contributo. Un caloroso abbraccio e ancora Grazie per il Vostro dono di Vita. Con affetto e profonda stima. Silena Stefani

Il volo Trans World Airlines 800 della compagnia aerea americana TWA con un Boeing 707-331, il 23 novembre 1964 esplose durante la fase di decollo dall’aeroporto di Roma-Fiumicino, causando 45 vittime tra i 62 passeggeri e 5 vittime tra gli 11 membri dell’equipaggio. Partito il 22 novembre alle ore 22.05 dall’aeroporto internazionale di Kansas City, era giunto a Roma-Fiumicino alle 13.15 del 23 novembre, dopo aver fatto scalo a Chicago, New York, Parigi e Milano. Ripartendo alla volta di Atene, il Boeing 707-331 esplose in fase di decollo.
Vi furono due versioni contrastanti della dinamica dell’incidente, ma un’unica certezza: serviva sangue! Un cablogramma (messaggio, ndr) dalla Stazione Carabinieri di Fiumicino al Comando dell’Accademia militare di Modena, chiedeva con urgenza alcune decine di sacche di sangue per i feriti (oggi non servono più questi “appelli”, si muovono le sacche già di “scorta” per calamità da tutta Italia, ndr).
Degli ottocento allievi in forza, ci presentammo al prelievo soltanto io e altri sette, tutti provenienti dal Veneto. Da quel momento è iniziata la mia ‘carriera’ di donatore di sangue prima con la Banca militare del sangue (Bms) e poi con l’Avis. Il donare periodicamente mi faceva stare bene sia nel fisico sia nello spirito.
Dopo aver coinvolto anche mio figlio in questa ‘missione’, il mio percorso di donatore si è concluso, per raggiunti limiti di età, al compimento di 65 anni, nel 2011.

Anche a Treviso il rugby fa “meta”
PAESE (TV). Nell’ambito delle attività di promozione al dono di Avis comunale Paese, la società Rugby Paese si è resa molto disponibile. Ha organizzato un incontro tra volontari Avis e giocatori dove è stata descritta l’importanza della donazione di sangue ed emocomponenti, l’iter per diventare donatori, a chi va il sangue e plasma donati. Un messaggio veicolato anche grazie a chi, tra i rugbisti, è già donatore e dà il buon esempio. La società si è rivelata molto sensibile e ha invitato Avis alla partita di cartello tra il Paese e il Vicenza, rispettivamente terzo e primo in classifica di serie A, mettendo a disposizione gratuitamente cinquanta biglietti ai donatori Avis di Paese. La manifestazione è stata occasione di scambio reciproco, con la premiazione da parte del presidente Avis Michele Marconato dei giocatori più anziani in campo, e l’esposizione permanente in campo di un banner promozionale dell’Avis. “Vogliamo ringraziare la società Rugby Paese - sottolinea Marconato - con l’auspicio di poter sensibilizzare altre realtà sportive del territorio, con cui abbiamo già dei contatti, e tutta la cittadinanza sull’importanza della donazione”.

Provinciale Venezia con il nuoto paralimpico

VENEZIA. C’era anche Avis il 30 gennaio, al Trofeo interregionale paralimpico Finp Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, svoltosi alla piscina della Polisportiva Terraglio di Mestre. Fabio Reggio, vice presidente di Avis provinciale Venezia, ha incontrato gli atleti portando il saluto del presidente Nevio Boscolo Cappon. Grandi complimenti in particolare al campione olimpionico medaglia d’oro alle Paraolimpiadi di Tokyo e primatista mondiale 100 metri Antonio Fantin, già sostenitore e testimonial di Avis provinciale. All’evento erano presenti l’assessore Simone Venturini del Comune di Venezia, il presidente della Polisportiva Terraglio Davide Giorgi e il presidente del Comitato Italiano Paralimpico di Venezia Pietro Martire (in rappresentanza del Comitato paraolimpico regionale).