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L’Avis “scende in Pace” contro tutte le guerre e con l’Ucraina

di / Michela Rossato /

Tante Avis a livello locale si sono mobilitate in tutto il Veneto dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Partecipando a manifestazioni per la Pace, ma anche mettendosi a disposizione dei tanti profughi in arrivo da noi.

Sotto: Olha e Svitlana, le prime profughe accolte grazie al “corridoio umanitario” Avis D urante la lavorazione di questo numero di “Dono&Vita”, l’Europa è stata sconvolta dallo scoppio della guerra in Ucraina. Dopo due anni di “lotta” al virus del Covid 19, combattuta con le armi della scienza e della medicina, carri armati e bombe hanno all’improvviso oscurato le prime “luci” in fondo al tunnel, facendoci ripiombare tutti in un’emergenza globale. Il 24 febbraio l’esercito russo ha invaso l’Ucraina, dando di fatto il via a una guerra che al momento di andare in stampa, a metà marzo, conta già migliaia di vite spezzate. La crisi tra Russia ed Ucraina, iniziata nel febbraio del 2014, si incentra sullo status della Crimea, della regione del Donbass e sulla possibile adesione dell’Ucraina alla Nato (North Atlantic Treaty Organization), l’alleanza fra Paesi dell’Europa e dell’America del Nord che permette ai Paesi membri di consultarsi e collaborare in materia di difesa e di sicurezza e condurre insieme operazioni multinazionali di gestione delle crisi.

Poche ore dopo l’inizio dell’invasione russa, il presidente della Repubblica Ucraina Volodymyr Zelensky aveva lanciato un appello al dono del sangue, a cui la popolazione civile ha subito risposto in massa. “Grazie ad uno sforzo congiunto è stata costituita in breve tempo una fornitura di emocomponenti in grado di rispondere pienamente alle esigenze della situazione attuale - aveva dichiarato l’associazione Donor.ua sulla sua pagina Facebook, sottolineando che - se necessario, il Ministero della Salute e il Centro di coordinamento trapianti ucraino faranno nuovamente appello ai cittadini”. Un appello al proprio popolo che ha da subito mobilitato anche parecchi donatori italiani, resisi immediatamente disponibili. L’ennesima, straordinaria dimostrazione del cuore grande degli avisini, ai quali il presidente di Avis nazionale Gianpietro Briola si è rivolto con gratitudine e spiegando la situazione.

“Molti cittadini ci stanno contattando per rendersi disponibili a donare il sangue a sostegno del popolo ucraino - ha detto Briola - Ringraziamo tutti per questa profonda manifestazione di solidarietà. Nel nostro Paese al momento non sono in programma delle raccolte espressamente dedicate alle popolazioni colpite da questa guerra. Sarà nostra premura aggiornarvi tempestivamente, attraverso i nostri canali ufficiali, se dovessero esserci eventuali accordi tra le autorità competenti italiane, ucraine e le organizzazioni umanitarie. Ricordiamo inoltre che il bisogno di sangue non si ferma mai e serve programmazione per l’invio di sangue. Per questo è importante dare il proprio contributo in modo periodico, al di là di conflitti o calamità naturali”.

Per dare subito, comunque, una mano Avis nazionale ha lanciato una raccolta fondi per finanziare l’acquisto di medicinali, dispositivi sanitari e l’attivazione di corridoi umanitari per gli ammalati ucraini. Ha, inoltre, preso contatti con numerose organizzazioni attive all’interno e all’esterno del Paese ucraino per coordinare gli aiuti e offrire il suo contributo incondizionato. Già nella prima settimana di raccolta sono stati raccolti 40mila euro, che hanno permesso l’arrivo in Italia, l’accoglienza e la prima assistenza sanitaria da parte di Avis nazionale di alcuni malati ucraini, affetti da malattie rare (e ai quali hanno fornito l’alloggio alcune Amministrazioni comunali).

IBAN: IT49N0200801601000100736058

“Se stiamo riuscendo a fornire un contributo concreto a chi, da un giorno all’altro, si è trovato la guerra dentro casa è solo grazie ai nostri straordinari donatori e alle Avis - ha commentato il presidente Briola all’arrivo delle prime due donne ucraine, Olha e Svitlana, malate di ipertensione polmonare - È proprio il caso di dire che la solidarietà non conosce confini e che le vite umane non si salvano solo donando sangue e plasma, ma anche consentendo a tanti innocenti di mettersi in salvo dalla follia umana. La raccolta fondi ci sta permettendo di acquistare medicinali, dispositivi sanitari e di gestire il corridoio umanitario. Ma la nostra missione è destinata a continuare - conclude - per questo mi rivolgo a tutte le donne, ai giovani e agli uomini che compongono la straordinaria famiglia di donatori, chiedendo loro di non smettere di aiutarci. Siamo abituati da sempre a vivere scegliendo di compiere quel gesto che consente anche ad altri di vivere. Oggi dobbiamo continuare a farlo anche in questo modo. Grazie a tutti quelli che sono e saranno al nostro fianco”.

Al momento di andare in stampa, Avis sta

ricevendo molte richieste di asilo in particolare da malati ematologici ed emofilici, e si sta attivando per poterle soddisfare.

È quanto mai prezioso il contributo di tutti, con un bonifico bancario sul conto corrente con IBAN: IT49N0200801601000100736058 intestato ad Avis nazionale, con la causale

“Donatori per la pace”.

Ovunque, comunque, non si contano le iniziative di accoglienza dei civili, per lo più donne e bambini, in fuga dalla guerra, così come le manifestazioni di piazza che vedono Avis accanto alle altre associazioni di volontariato e cittadini per dire no a tutte le guerre. Manifestazioni che, dopo due anni di restrizioni e isolamento, vedono il ritorno pubblico di quei sentimenti di altruismo, vicinanza e generosità che il Covid sembrava aver “congelato”.

E il suo no a questa e a tutte le guerre, al sangue versato inutilmente, lo ha detto anche Avis regionale Veneto partecipando, il 6 marzo, alla “Giornata per la pace” organizzata a Villa Margherita di Treviso dall’Associazione “Veneti Schiacciati dalla Crisi” in collaborazione con il Comune di Treviso e Fondazione Mazzotti. Presenti, tra le altre realtà regionali e locali, anche i rappresentanti di Aido, Lilt e Odv Tempio del donatore.

“Avis non sta al momento raccogliendo sangue per l’Ucraina, ma se servirà faremo come sempre la nostra parte – ha detto la presidente di Avis Veneto Vanda Pradal - Mi auguro che non ce ne sia bisogno e che questa guerra finisca al più presto. Chiedo a chi ne ha facoltà di far cessare il fuoco, perché di qualunque popolo e Paese siano, muoiono figli, fratelli, padri, madri, cugini, amici… Nessuno, mai, dovrebbe versare sangue per una guerra”.

Una riflessione sul tema della pace si è tenuta la domenica successiva, il 13 marzo, anche al Tempio internazionale del donatore, a Pianezze di Valdobbiadene (Tv), nato su un luogo di guerra proprio per gridare al mondo che “il sangue si dona, non si versa”. Avis nazionale ha aperto una raccolta fondi, servirà a sostenere corridoi umanitari. Al momento di andare in stampa arrivavano i primi malati profughi, ospiti delle Avis.

Sopra: Avis in piazza per la Pace a Mestre. In basso, i vertici di Avis regionale e provinciale alla manifestazione contro la guerra a Villa Margherita a Treviso.

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