Dono&Vita - Marzo 2022

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Le cellule staminali multipotenti, i progetti in corso, gli obiettivi

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le cellule staminali sono uno strumento terapeutico estremamente interessante nel campo della ricerca medica per la loro elevata capacità rigenerativa. I ricercatori di tutto il mondo le stanno studiando in laboratorio nella speranza di poter un giorno utilizzarle come un vero e proprio farmaco per sostituire qualsiasi tessuto o organo malato del corpo, ricreandolo in laboratorio. Da qualche anno è emersa la possibilità di utilizzare il sangue periferico come fonte di cellule staminali per la rigenerazione di diversi tipi di tessuto (osso, muscolo, cartilagine, nervi); questa opportunità risulta particolarmente importante se si pensa che il sangue è un tessuto facilmente accessibile, che si può ottenere con metodi poco costosi e non invasivi per il donatore (prelievo venoso) e soprattutto che si può utilizzare per terapie autologhe (il prelievo viene fatto dallo stesso paziente che deve essere trattato, eliminando qualsiasi problema di immunocompatibilità). Inoltre, queste sono cellule staminali definite “adulte”, ovvero non prelevate dall’embrione, che quindi non sollevano alcuna controversia etica per quanto riguarda il loro isolamento ed utilizzo clinico. La Fondazione T.E.S., attraverso una proficua partnership con Avis, promuove e sostiene da oltre dieci anni la ricerca sulle cellule staminali da sangue periferico, erogando donazioni liberali all’Università degli Studi di Padova allo scopo di finanziare progetti e ricercatori altamente qualificati. Risultati importanti sono stati raggiunti riguardo all’estrazione e alla coltura in laboratorio di queste cellule, al fine di ottenerne in quantità sufficiente per le applicazioni di Ingegneria Tissutale. Recentemente, grazie ad una collaborazione tra Università di Padova e Uoc di Medicina trasfusionale dell’ospedale

di Belluno, è stato possibile raggiungere l’obiettivo di isolare cellule staminali a partire da emocomponenti. Questo consente di ottenere quantità praticamente illimitate di cellule grazie alla coltura in laboratorio. Lo studio ha inoltre evidenziato una differenza di genere nella resa di isolamento delle cellule staminali: finora è stato possibile ottenerle dal sangue di donatori maschi, e ulteriori ricerche saranno volte a definire le tecniche e le condizioni di estrazione da campioni femminili. Queste differenze di genere si stanno rivelando sempre più significative per lo sviluppo di terapie rigenerative personalizzate. Valutata la capacità delle cellule staminali da sangue di trasformarsi in cellule specializzate per il recupero di diverse patologie e disfunzioni (cardiovascolari, respiratorie, muscolari e metaboliche come il diabete), sarà possibile farle crescere su supporti biologici immunocompatibili per riparare o ricostruire tessuti danneggiati. Questo studio innovativo verrà sviluppato in collaborazione tra la sezione di Anatomia Umana del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova, la Fondazione T.E.S. e le unità sanitarie di Belluno e di Treviso e permetterà di aggiungere un importante tassello al grande puzzle della ricerca sull’uso delle cellule staminali per la riparazione e rigenerazione dei tessuti, verso l’ambizioso obiettivo di una loro sicura ed efficace applicazione nei pazienti. Dr. Silvia Barbon PhD - Ricercatore post

In alto. Le due ricercatrici di T.E.S. A sinistra Elena Stocco, a destra Silvia Barbon. Sotto. La presidente di Abvs Belluno, Gina Bortot.

dottorato Istituto di Anatomia Umana Dipartimento di Neuroscienze - Università di Padova

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