Il libro
Quando impariamo, prendiamo un concetto, un’idea, un movimento, una storia e li facciamo nostri; integriamo nuove informazioni con quello che già sappiamo per ottenere qualcosa di nuovo, diverso, aggiornato. Queste nuove conoscenze e capacità sono a nostra disposizione quando abbiamo bisogno di loro; è in quel momento che mostriamo di aver appreso. L’evoluzione ha selezionato la capacità di apprendere come risposta flessibile alle sfide che l’ambiente in cui viviamo ci pone. Nel corso dei millenni abbiamo progressivamente riunito le nostre conoscenze pratiche e le tradizioni all’interno della cultura, la quale viene trasmessa di generazione in generazione attraverso l’educazione. Imparare ci permette sia di integrarci nel nostro ambiente culturale, sia di affrontare nuovi problemi e sfide della nostra generazione. Questo è particolarmente vero se consideriamo l’apprendimento matematico. Se imparare è così importante, allora è altrettanto importante capire quando impariamo meglio1. Il coinvolgimento attivo favorisce l’apprendimento. Se volete insegnare ai vostri figli/figlie o alunni/e come preparare una torta di mele, è bene che vi sporchiate le mani in cucina piuttosto che usare delle slides per presentare la ricetta. Minimizzare le distrazioni sostiene l’apprendimento. Facciamo in modo che l’attenzione sia sul contenuto da apprendere e non vi siano interferenze esterne. Come fare per suscitare attenzione e interesse? Una buona strategia è contestualizzare il materiale d’apprendimento, così che diventi rilevante per l’alunno/a. Spazio, velocità e tempo, per esempio, suonano più interessanti se applicati per calcolare l’itinerario della gita scolastica. Infine, apprendiamo meglio quando lo facciamo in interazione sociale: quando ci confrontiamo con altre persone costruiamo insieme la nostra conoscenza. Un ottimo modo per imparare e verificare il proprio apprendimento è insegnare ad altri. Nel creare le attività di questi libri abbiamo cercato di rispettare questi principi di apprendimento, in modo da massimizzare l’esperienza educativa.
Sorridoimparo
Apprendere la Matematica
La negoziazione sui significati mediata dalla narrazione Ogni unità viene introdotta da un piccolo accenno alla storia della Matematica, per attirare l’interesse dei bambini e delle bambine rispetto alla storia di questa disciplina, ma anche per sottolineare la natura pratica di una materia scolastica che spesso viene associata soprattutto a regole astratte da imparare a memoria. “Il metodo che consiste nel proporre e riproporre una negoziazione sui significati con la mediazione dell’interpretazione narrativa costituisce a mio avviso uno dei grandi risultati dello sviluppo umano in senso ontogenetico, culturale e filogenetico”. Questo è quanto scriveva Jerome Bruner (1915-2016) in un libro apparso in Italia nell’ormai lontano 19922, una delle opere più significative tra le numerose che descrivono “il compito” fondamentale della scuola, sovraordinato e sovraordinante rispetto ai campi specifici del sapere che si stanno trattando e che, è bene ricordare, sono “una parte” di quell’unicum che descrive, accompagna ed è un “prodotto” dell’evolvere della storia dell’essere umano. Questo vale a maggior ragione per la Matematica, sebbene sia improprio definirla “parte” del sapere. Per anticipare ciò che si dirà in seguito, “Matematica” vuol dire “imparare”, dal greco m¿qhma (máthema) = scienza, conoscenza, che, a sua volta, deriva dal verbo manq¿nw (manthano) = io imparo. Il μaqhmatikfiŁ (mathematikós), dunque, è “colui che è incline a sapere” 3. 1
Hirsh-Pasek, K., Zosh, J.M., Golinkoff, R.M., Gray, J.H., Robb, M.B., & Kaufman, J. (2015), Putting Education in “Educational” Apps: Lessons From the Science of Learning. Psychological Science in the Public Interest, 16(1), 3–34. https://doi. org/10.1177/1529100615569721 2 Bruner, J.,1992, La ricerca del significato, Bollati Boringhieri, Torino 3 Cortelazzo, M., Zolli, P., 1983, Dizionario etimologico della lingua italiana, Zanichelli, Bologna
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