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Comprendere un testo scritto richiede la maturazione di diverse competenze. Innanzitutto è fondamentale, come scritto sopra, che la lettura tecnica sia automatizzata. Inoltre, solitamente, si suggerisce una lettura “a mente”, in modo che il bambino possa concentrarsi sul contenuto di quanto legge. Un classico modello (Meneghetti, C., De Beni, R., Cornoldi, e Carretti, B. 2003) descrive dieci componenti che devono svilupparsi ed interagire tra loro in modo che il bambino riesca a comprendere con successo un testo. Il modello presuppone che i bambini inizialmente debbano padroneggiare testi narrativi o testi espositivi di fatti specifici; per questi testi risulta fondamentale che gli studenti riescano ad identificare i personaggi, i luoghi, i tempi e i fatti. Inoltre, rispetto all’identificazione dei fatti descritti, risulta importante che l’alunno sappia distinguerne le diverse tipologie e i nessi consequenziali (fatti e sequenze). Risulta anche fondamentale che il lettore possegga quelle conoscenze linguistiche che gli permettano di elaborare gli aspetti grammaticali e sintattici presenti all’interno delle frasi e tra le frasi (struttura sintattica). Man mano che i testi diventano più complessi, è possibile che non siano in essi presenti in modo esplicito tutte le informazioni necessarie per la comprensione e quindi il bambino deve imparare a compiere delle inferenze di tipo lessicale (significato di parole non conosciute) e semantico (relazioni all’interno della frase o delle frasi). Inoltre, deve imparare a collegare parti del testo anche distanti tra loro (collegamenti). Risulta poi fondamentale mettere in gerarchia le varie parti del testo, per non farsi distrarre dalle informazioni meno importanti, ma imparare invece a concentrarsi su quelle più rilevanti. A questo punto il lettore dovrebbe essere in grado di costruirsi un modello mentale del contenuto di quanto ha letto; questo consiste nel creare un quadro di riferimento generale del testo in cui collocare e dare significato alle informazioni principali del testo. In questo tipo di compiti risulta quindi fondamentale sviluppare quelle competenze metacognitive che rendono più completa la comprensione del testo. Innanzitutto, è importante che il bambino-lettore riesca a riconoscere le caratteristiche del testo che deve comprendere (sensibilità al testo). Inoltre, risulta di grande aiuto saper adattare le proprie modalità di approccio ed elaborazione del testo in base alla tipologia che si ha davanti, agli scopi che ci si pone ecc. (flessibilità). Infine, si dovrà imparare a capire come sta procedendo il processo di comprensione, riconoscendo quando questi si è inceppato (errori e incongruenze). (Meneghetti et al. 2003). Il lettore esperto deve possedere una serie di conoscenze metacognitive che riguardano gli scopi della lettura, le strategie di lettura per comprendere il testo e le caratteristiche dei diversi tipi di testo. Le tre principali strategie di lettura sono: analitica, rapida, la rilettura e la lettura selettiva (De Beni e Pazzaglia, 1991).

Graduale sviluppo delle abilità di revisione ortografica

Una volta reso sufficientemente sicuro il recupero delle regole ortografiche, può essere utile allenare i bambini a rivedere ciò che hanno scritto per rilevare eventuali errori ortografici di cui non si sono accorti durante la scrittura. Questo passaggio diventa una buona abitudine, che in un momento successivo può essere estesa ad altri aspetti del testo, come per esempio inesattezze morfosintattiche, errori di punteggiatura e poi anche scarsa coerenza e ripetizioni. Ovviamente, inizialmente questa è un’azione difficile da compiere in autonomia, ma l’insegnante può essere una buona guida. Può essere utile, infatti, che l’insegnante segnali al bambino o alla bambina gli errori ortografici presenti in una frase, senza però dare troppo risalto alla parola scorretta: si sa, infatti, che ciò che viene sottolineato o evidenziato si fissa maggiormente nella nostra memoria. Un semplice pallino sotto alle parole scorrette può essere un modo per segnalare dov’è l’errore, senza però rendere la parola tanto evidente agli occhi dell’alunno. In un momento successivo si potrebbero anche solamente segnalare le righe dove sono presenti errori. Il bambino deve capire che l’insegnante si allea con lui contro l’errore: deve sentirsi facilitato e aiutato, mai giudicato. Un altro elemento di aiuto potrebbe essere quello di discutere con la classe sulle strategie più efficaci per individuare e correggere l’errore. Per esempio, provare a leggere la parola esattamente come è

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