Il bello della letteratura

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LABORATORIO DI METODO

verso l’esame Tipologia A

PRIMA PROVA Analisi e interpretazione di un testo letterario italiano Comprensione e analisi [Risposta alle singole domande] Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte alle domande proposte.

1. Sintetizza i principali temi della poesia.

2. A quali «risvegli» allude il testo?

3. Che cosa rappresenta per l’io lirico l’«epoca fonda/fuori di me» nella prima strofa?

4. Quale significato ha la guerra, evocata dal riferimento al luogo in Friuli e dalla data di composizione, nel dispiegarsi della memoria?

5. Quale significato assume la domanda «Ma Dio cos’è? » e come si spiega il fatto che nei versi successivi la reazione è riferita ad un’impersonale «creatura/atterrita» anziché all’io che l’ha posta?

Come annunciato nel titolo, il tema principale è la rinascita fisica e spirituale alla vita che giunge dopo la dolorosa esperienza vissuta dal poeta nel corso della prima guerra mondiale. A questo tema si intreccia quello del ricordo, sia della sofferenza patita nella vita in trincea, sia del sentimento di comunione con i compagni di battaglia, sia della vita normale, la vita trascorsa prima di aver toccato con mano l’orrore della guerra, che gli eventi bellici avevano fatto dimenticare. Un’altra tematica presente nella poesia è quella religiosa, che si esprime con la domanda sull’esistenza di Dio, un Dio di cui si dubita dopo aver visto le morti e le distruzioni provocate dal conflitto. I «risvegli» a cui allude l’autore possono essere individuali e collettivi. Il risveglio individuale è quello che sente il poeta quando torna alla vita dopo gli orrori della guerra, quando il contatto con le cose semplici della quotidianità lo aiutano a superare il suo stato di angoscia e di paura. I risvegli collettivi riguardano la presa di coscienza che Ungaretti auspica per tutta l’umanità, che dovrebbe trarre dalla brutalità della guerra la forza per riuscire a evitarla, anteponendo la dolcezza della vita e della natura alla tragicità dei conflitti. Il poeta, voce narrante della lirica, sembra ricordare tutta la sua vita “profonda e lontana”, che rivive con un percorso di distacco dal presente e di ricerca interiore, relativo a questioni fondamentali dell’esistenza: che cos’è la vita, che cos’è la morte, che cos’è Dio. La precisazione del luogo e della data (Mariano il 29 giugno 1916) ci fa capire che Ungaretti vuole contestualizzare chiaramente la poesia per aiutarci a comprenderla. Mariano è un comune del Friuli che si trovava nelle retrovie durante la prima guerra mondiale. Emerge quindi, fin da subito, il riferimento alla guerra, accompagnato dal senso di angoscia per le distruzioni, cui il poeta ha assistito, per gli amici morti, per le “vite perse” che percorre tutta la poesia, associato però al bisogno essenziale di ritornare alla vita consueta. La domanda «Ma Dio cos’è?» è posta dal poeta, che si si fa “portavoce” di tutta l’umanità dolente e spaventata («creatura/atterrita»), che di fronte agli orrori della guerra giunge a dubitare dell’esistenza di Dio. Come potrebbe, infatti, Dio, essere supremo perfettissimo, tollerare che gli uomini patiscano tanta sofferenza e crudeltà? Una risposta viene dalla percezione di Dio come “natura”, nella quale la creatura piccola e insignificante che è l’uomo trova la pace, il conforto e l’energia vitale per superare l’angoscia e recuperare il senso della vita.


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