SUL COLERA A llAS!'At;A
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colo deposito; ha la stessa temperatura dell'altra, solo la rea· zione è un pochino più alcal ina. Quantunque, così l'acqua che il terriccio circostante a questo pozzo, mi abbiano data la caratteristica reazione del Cholera-roth, e siano stati da me osservatìJ con l'esame in ~oece pendenti, spìri llì somigliantissimi a quelli del colera, pure non mi è riuscito di osservarne le colonie sulle piastre, tanto numerose erano quelle rapidamente fondenti la gelatina. Queste per lo più appartenevano al genere Proteus, e propriamente potevano identificarsi al Protellsvulgar-is(HAUSER ), nonchè ad un bacillo verJe. Ho riscontrato anche in quest'acqua un gran numero d'infusor-i, fra cui alcune forme ~omigliantissime ai coccidi. Le colture in hrodo, mas;;imamente del terriccio, tramandavano un odore caratteristico di feci. Tbacilli del colera, dopo due giorni continuavano a vivere in quest' acqua;dopo nove giorni non ho potuto più rintracciarli. Questo fallo ho potuto accertarlo preparando le piastre direttamente dall'acqua, che aveva inquinata. Ghinda. - Qui l'epidemia nel settembre ha fatto il maggior numero di vitLime; talchè al presente lJUesta località è occupata per estesi tratti da sepoltura. l due pozzi, da cui ho preso i saggi , cioè il 1\". 3 e ili\". 4, ~ono posti sul torrente dello stesso nome, l'uno molto più distante dell'altro dall'abitato. Sulle sponde di questo torrente, a volte, e per lo più, arido, a vol~e percorso dall'acqua, si fermano a piccoli capannelli gran numero d'indigeni, in massima parte poveri e nomadi , che spesso, privi di forze e di mezzi di sussistenza., si arrestano sul posto, e vi muoiono. Inollre la Yia, che cammina lunghesso il torrente e spesso l'attraversa, è seminata di carogne di camelli e di altre bestie da soma, che, quando non sono prontamente divorate dalle