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LA VIZIAfA PEI\CEZIONE DEI COLORI
oppure da gravi traumatismi della tesla o per abuso di tabacco o di sostanze alcooliche: e per incidenza dirò che il Benedict di Vienna notò la frequenza del daltonismo come sintomo dell'atrofia progres~iva del nervo onico, e '-intorno abbastanza prezioso, perchè si manifesterebbe quando l'esame ottalmoscopico nulla ci dimostra e contemporaneamen te l'acuità visiva è ancora quasi intatta.
Il prof. Magnus dell'università di Breslavia, che si è occ npato con grande attività dell'argomento, circa la visione e percezione dei colori professa l'opinione che si possa seguire un a vera evoluzione storica nello sviluppo del senso di percepir"' i colori stessi e erede fermamente che i popoli antichi avessero tal senso mediocremente sviluppato ed assai più imperfetto di quello che abbiamo noi.
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Partigiano fervente delle teorie Darviniane che la materia sempre più col volger del tempo subisce dei perfezionamenti egli ammette ehe la retina abbia subito questo processo evolutivo perfezionatore e stabilisce 3 leggi in cui afferma:
1° :'{ella storia dell'evoluzione dell'uomo avvi un periodo nel quale è esistito solamente il senso della luce . 2° il senso dei colori ha avuto origine dal senso della luce, mercè il continuato eccitamento degli elementi sensibili della rP.tina dalla luc-e ~lessa, e così questa membrana ha perfezionato l'attitu· dine funziona!e ed è riuscita a poco a poco a sentire nei raggi luminosi non soltanto la loro intensitit ma anche il colore.
3° il tempo che i differenti colori hanno avuto bisogno per produrre sulla retina le loro impressioni specifiche ì• in ragi&rre inversa della quantità di forza luminosa da essi contenuta, cioè più hanno intensità I uminosa e minor tempo avra nno richiesto per impres:;i,>nare la retina, se invece l'intensità luminosa è minore, sarà occorso un perio<lo di tempo maggiore. Il )l ago us tJ uin di dice cbe il rosso fn il primo colore ad es-
LA \'IZIATA PERt,EZIOi'jE OEl COJ,OIH
sere percepito dalla retina e che tale colore fu il primo quindi ad essere conosciuto dall'antichità, segue poi il verde, il giallo e il violetto. Fu a tale teoria obbiettato che, se fosse vero che i colori sia no stati progressivamente percepiti in ragione della loro intensitit luminosa, il primo che avrebbe dovuto impressionare la retina s:ireube stato il giallo, perchè, ~e noi con un prisma decomponiamo la luce sola re, si vede subito che il massimo dei poteri lumino.. i dei colori che ne risultano sta appunto nel giallo e che il poter luminoso del rosso, che secondo il Mngnus ò stato il primo ad essere percepito, supt3ra appena di po co qnello del violetto, che sarebbe stato l'ul • timo. Inoltre il )l agnus crede anche che il rosso, per la maggior lunghezza della sua onda. la quale secondo lui è superiore a quella del verde e del violetto, sia statù il primo ad impressionare. )la all'incontro, SA riteniamo esatte le affermazioni dei fisici, cioè che i fenomeni luminosi corrispondono al rapido vibrare della materia eterea infinitomente divisa e che la diversità dei colo ri dipende dal numero e dalla lunghezza diversa di que ·te ondulazioni, abbiamo che il rosso ci pare tale perchè la sua luce compie 4-81 bilioni di vibrazioni per minuto sec~ndo, il verde un numero magl,!iore ell il violetlo 746 bilioni nello stesso tempo. Ora secondo queste leg~i il violetto d1e ha un numero maggiore di vibrazioni avrebbe dorato es~ere stato il primo ad essere percepito (cosa invece negata dal .\iagnu s, che lo ritiene ultimo), e se poi paragoniamo questi fenomeni con un fenomeno tutto fisiologico quale è quello dell'udito, la cui funzionalità ha tanta analogia con la vista, si ha che le ondulnzioni gravi e lente costituite da un minor· numero di vihrazioni, sono meno facilmente percepite, mentre invece le ondulazioni corte e rapide, che producono suoni acuti, sono le più facilmente sentile ed intese. .\l a, colle stesse teorie Darviniane colle quali il .\lagnu s