LA LEGIONE CECO-SLOVACCA IN ITALIA E LA GRANDE GUERRA

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Bohumila Ferenčuhová (Istituto storico – Accademia Slovacca delle Scienze) La questione slovacca nella Grande guerra nel contesto della politica internazionale * Nei miei precedenti lavori dedicati al periodo della Grande guerra, partivo essenzialmente dalla prospettiva della questione cecoslovacca, della resistenza cecoslovacca all’estero, e cercavo di dimostrare che gli slovacchi in questo conlitto non sono rimasti passivi, non sono stati ‘liberati’, magari anche contro la propria volontà, ma che anzi hanno contribuito in modo signiicativo alla formazione della coscienza di uno stato cecoslovacco.1 Nel porre ora l’accento sulla ‘questione slovacca’, ho focalizzato la mia attenzione sulle premesse fondamentali e sulle iniziali incertezze della politica slovacca, argomento di cui parlerò nella prima parte di questo saggio. Nella seconda parte affronterò l’aspetto militare della problematica (1916-1917), evidenziando il ruolo chiave di Milan Rastislav Štefánik. Nella terza parte tratterò sinteticamente il processo che determinò le scelte delle personalità politiche più rilevanti in Slovacchia nel 1918. 1. PREMESSE E INCERTEZZE. Alle soglie della Grande guerra, circa 2 milioni di slovacchi vivevano in 16 comitati dell’Ungheria settentrionale, in un territorio che non costituiva un’unità amministrativa. Ciononostante gli slovacchi, già nel 1848, in un documento uficiale indirizzato al regnante e al parlamento ungherese, si dichiaravano un’entità autonoma, affermando di essere una nazione. Lo ripeterono nel Memorandum della nazione slovacca del 1861. All’inizio del XX secolo questa realtà viene ribadita con enfasi dallo scrittore e giornalista Svetozár Hurban Vajanský, con parole rivolte alle cerchie dominanti ungheresi che la negavano: „Noi siamo slovacchi, un popolo con tutti i requisiti fondamentali di una nazione.“2 La struttura della società slovacca era alterata dall’emigrazione (negli USA all’inizio della guerra vivevano 750.000 slovacchi) così come dalla politica di magiarizzazione del governo ungherese. L’ascesa sociale era condizionata dall’adesione all’identità ungherese e dall’uso esclusivo della lingua ungherese in campo amministrativo, nel contempo venivano perseguitati coloro che agivano da slovacchi consapevoli partecipando attivamente alla vita culturale e sociale slovacca.3 Quest’ultima, all’inizio del XX secolo si presentava differenziata. Il suo centro si trovava a Turčiansky Svätý Martin, emblema delle tradizioni slovacche negli anni 1848-1867; là si coltivava la reciprocità slava e si accoglievano ospiti da tutta la Slovacchia e dall’estero in occasione delle festività nazionali in agosto. Martin era la sede del Partito nazionale slovacco, a capo del quale fu per molti anni Pavol Mudroň, e dopo la sua morte nel marzo del 1914 Matúš Dula. Là veniva pubblicato il giornale “Národnie noviny” (Giornale nazionale), i cui toni erano dettati da S. H. Vajanský e Jozef Škultety. Costoro dedicavano ampio spazio alle questioni di politica internazionale in Europa e nel mondo. Dalla ine del XIX secolo, il Partito nazionale slovacco presentava propri candidati alle elezioni del parlamento ungherese, ma la speranza di un cambiamento della condizione degli slovac1

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*Contributo nato nell’ambito del progetto VEGA 2/0135/15. La vittoria e la caduta della Terza repubblica. La Piccola Intesa tra Francia e Italia 1914-1940. Questo lavoro è stato pubblicato con il contributo dell’Agenzia per la promozione della ricerca e dello sviluppo in base all’accordo n. APVV-0628-11. Questa tesi è presentata in modo provocatorio da ZEMKO, Milan. Občan, spoločnosť, národ v pohybe slovenských dejín. [Il cittadino, la società, la nazione nei movimenti storici slovacchi.] Bratislava : Historický ústav SAV vo vydavateľstve Prodama 2010, p. 50, 56-57, 64, 76, 97. Citato da Elena Jakešová, Spoločnost.[Società.] In KOVÁČ, Dušan a kol. Slovensko v 20. storočí, prvý zväzok. Na začiatku storočia 1901-1914.[ La Slovacchia nel XX secolo, primo volume. Gli inizi del secolo 1901-1914.] Bratislava : Veda 2004, p. 43. LIPTÁK, Ľubomír. Petite histoire de la Slovaquie. Paris : Institut d’Etudes slaves 1996, p. 54-55.

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