LA LEGIONE CECO-SLOVACCA IN ITALIA E LA GRANDE GUERRA

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Pavel Helan Rapporti italo-cecoslovacchi durante la Grande Guerra e nel periodo postbellico I rapporti italo-cecoslovacchi non iniziarono solo dopo la costituzione formale della Cecoslovacchia, ma si svilupparono fortemente già nel corso della Prima Guerra Mondiale. Il protagonista principale del programma della nascita della Cecoslovacchia indipendente, Tomáš Garrigue Masaryk, già nel dicembre 1914 lasciò l’Austria-Ungheria per Roma. Nonostante l’Italia ebbe nelle rilessioni dei capi dell’esilio cecoslovacco un ruolo importante, per un lungo periodo le loro attività principali si svolsero in altri Stati, in particolare in Svizzera, poi in Francia e in Gran Bretagna. Uno degli interessi principali di Masaryk e dei suoi collaboratori riuniti nel Consiglio Nazionale Cecoslovacco,1 costituitosi nel 1916 in Francia, fu la formazione di un esercito composto da volontari cechi e slovacchi, che avrebbero partecipato al ianco dell‘Intesa nei combattimenti contro le Potenze Centrali. Erano consapevoli che la partecipazione attiva di un tale esercito nei combattimenti avrebbe costituito un valido argomento a sostegno della nascita di uno Stato cecoslovacco indipendente sul piano internazionale. Tali unità, le legioni cecoslovacche, si sono costituite con successo prima in Russia, poi in Francia ed inine proprio in Italia. Quale fu però la consapevolezza del programma cecoslovacco sulla Penisola appenninica? Nonostante all’inizio della Prima Guerra Mondiale non si poteva parlare della sua conoscenza o del suo sostegno in termini generali, bisogna dire che già il 12 marzo 1915 Gaetano Salvemini – come uno dei primi in Italia – nell’articolo „Finis Austriae“ pubblicato sull’Unità scrisse dello Stato autonomo composto dalla Boemia e dalla Moravia e nell’ottobre dello stesso anno il socialista italiano Leonida Bissolati a Cremona pronunciò la frase „delenda Austria“, e cioè il programma secondo il quale la monarchia asburgica doveva essere distrutta. Nei campi di prigionia italiani si trovarono verso la ine del 1916 più di 10 000 Cechi e Slovacchi, ciò signiica che esisteva un potenziale suficiente, su cui si poteva contare per trovare volontari per la formazione di un esercito cecoslovacco che avrebbe combattuto al ianco dell’Intesa. Tuttavia solo nel 1918 entrò in vigore la procedura che permetteva la costituzione di un vero e proprio esercito cecoslovacco in Italia, formato dai prigionieri di guerra su base volontaria. Inoltre già dal 1916 nelle linee italiane furono attive piccole squadre, i cosiddetti “informatori”, “interpreti”, “propagandisti” o “reparti di esploratori”, costituite da volontari provenienti dalle ile dei prigionieri cechi e slovacchi.2 1

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Il 6 febbraio 1916 furono adottati gli statuti del Consiglio Nazionale, nei quali venivano deiniti gli obiettivi politici, diplomatici e militari, così come le modalità di inanziamento e di propaganda. Il 10 febbraio 1916 furono nominati i membri del Consiglio – Tomáš Garrigue Masaryk - il futuro primo Presidente della Cecoslovacchia (presidente), Edvard Beneš – il futuro secondo Presidente della Cecoslovacchia (segretario generale), Josef Dürich e Milan Rastislav Štefánik (membri). La sede del Consiglio divenne Parigi e successivamente vennero fondate altre sezioni in Russia, a Roma e negli Stati Uniti. All’inizio il Consiglio si chiamava uficialmente Consiglio Nazionale dei Paesi Cechi. Dopo le proteste degli Slovacchi d‘America esso prese più tardi il nome di Consiglio Nazionale Cecoslovacco. Cfr. Vojenský ústřední archiv – Vojenský historický archiv Praha [Archivio centrale Militare - Archivio Storico Militare di Praga], fondazione Československá národní rada [Consiglio Nazionale Cecoslovacco], III/5, numero 5100, 5001. D. HÁJKOVÁ, I. ŠŤOVÍČEK, H. NOVÁČKOVÁ (a cura di) Edvard Beneš a Milan R. Štefánik – Svědectví jejich dopisů [Edvard Beneš e Milan R. Štefánik – la Testimonianza delle loro lettere], “Sborník archivních prací“, LII (2004), 2, p. 604 (E. Beneš a M. R. Štefánik, 26. 11. 1916); D. HÁJKOVÁ, I. ŠEDIVÝ (a cura di), Korespondence T. G. Masaryk – E. Beneš 1914–1918 [La corrispondenza tra T. G. Masaryk e Edvard Beneš 1914-1918], Masarykův Ústav AV ČR, Praha 2004, p. 79 (E. Beneš a T. G. Masaryk, 2. 4. 1916). K. PICHLÍK, B. KLÍPA, J. ZABLOUDILOVÁ, Českoslovenští legionáři (1914-1920) [I legionari cecoslovacchi (1914-1920)], Mladá fronta, Praha 1996, pp. 162-169.

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