Magazine P&F febbraio 2023

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MAGAZINE Finanza & Progetti Pubblicazione mensile in formato digitale sul sito www.progettiefinanza.info Editore Payclick srl anno VI •numero 55 • Febbraio 2023 L’esempio virtuoso dei pugliesi e di AQP: intervista al presidente Laforgia ® MAGAZINE Finanza & Progetti POSTE ITALIANE S.P.A.SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALEAUT. N°MIPA/CENTRO-SUD/191/2022 Allarme siccità: la mancanza d’acqua colpisce anche l’economia
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In questo numero ho voluto entrare a gamba tesa in quelle tematiche ambientali che molto spesso possono sembrare lontane dal nostro vivere la quotidianità. In Italia in questo momento stiamo vivendo una serie di emergenze ambientali che non ci permettono di poter pensare ad un futuro senza aver messo prima la parola fine a tante piaghe che soffocano anche la nostra economia. L’Italia è famosa per la sua bellezza naturale e la ricchezza della sua cultura. Siamo il Paese più bello del mondo perché l’ambiente italiano è molto vario e include le Alpi, le coste mediterranee, le colline e le pianure, e molte zone rurali con terreni coltivati a uliveti e vigneti. Tuttavia, l’Italia affronta anche molte sfide ambientali come la gestione dei rifiuti, la qualità dell’aria, la conservazione della biodiversità e la protezione delle risorse idriche. Il paese ha fatto progressi significativi nella riduzione delle emissioni di gas serra e nell’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, ma c’è ancora molto lavoro da fare per affrontare questi problemi. L’Italia è impegnata a raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima e ha adottato una serie di politiche e programmi per affrontare le sfide ambientali, come la riduzione delle emissioni di CO2, l’aumento dell’efficienza energetica e la promozione dell’energia rinnovabile. Inoltre, l’Italia ha una lunga storia di protezione del patrimonio culturale e naturale. Ci sono molte aree protette in tutto il paese, tra cui parchi nazionali, riserve naturali e siti del patrimonio mondiale dell’UNESCO. In sintesi, l’ambiente italiano è molto vario e affronta diverse sfide ambientali, ma il paese sta facendo progressi nella protezione dell’ambiente e nel raggiungimento degli obiettivi ambientali globali. Oggi però se vogliamo entrare nelle case degli italiani e fare i conti nei loro portafogli ci troviamo a dover constatare che le famiglie stanno pagando il peso più grande delle criticità di carattere ambientale. Basti pensare al costo delle tasse sui rifiuti solidi urbani, ma anche indirettamente, sul costo dell’energia su cui pesano miliardi di euro posti in bolletta oltre al fatto che per depuratori e discariche paghiamo all’Europa, milioni di euro quotidiani in sanzioni.

Una svolta ecologica quindi non è solo una “buona azione” da boyscout ma diventa una vera e propria manovra economica per non continuare a buttare soldi nel pozzo senza fondo dell’indifferenza. Inoltre va presa in considerazione anche la spesa legata al servizio sanitario nazionale. Vi chiederete perché? Presto detto: circa il 24% di tutte le malattie nel mondo è dovuto all’esposizione a fattori ambientali. Gran parte di questi rischi, però, potrebbero essere evitati attraverso interventi mirati, come dimostra il nuovo rapporto dell’Oms.

Tommaso Mazziotti

MAGAZINE
EDITORIALE anno VI •numero 55 •Febbraio 2023 •
EDITORE
Direttore Responsabile Maria Rosaria De Leonardis
MAGAZINE Finanza & Progetti

ITALIA TRA

AMBIENTE E FUTURO. Pesa l’edilizia selvaggia e abusiva

Dati allarmanti: 15,1 le costruzioni abusive per ogni 100 autorizzate in Italia nel 2021

La situazione ambientale in Italia è complessa e presenta molte sfide. Tra i problemi ambientali più critici del paese ci sono l’inquinamento atmosferico, la gestione dei rifiuti, la perdita di biodiversità e la scarsa efficienza energetica. Per affrontare queste sfide e costruire un futuro più sostenibile per l’Italia, sono necessarie molte azioni. Ad esempio, è importante investire in tecnologie pulite e rinnovabili, migliorare la gestione dei rifiuti attraverso il riciclo e l’eliminazione adeguata dei rifiuti pericolosi, proteggere le aree naturali e promuovere la mobilità sostenibile. In questo contesto, “Fly Future” potrebbe riferirsi all’idea di sviluppare nuove tecnologie per l’aviazione che siano meno inquinanti e più efficienti dal punto di vista energetico, oppure potrebbe significare promuovere la mobilità aerea sostenibile attra-

verso l’uso di biocarburanti, la riduzione delle emissioni di gas serra e la promozione di voli aerei a basso impatto ambientale. In ogni caso, l’obiettivo sarebbe quello di creare un futuro in cui il settore dell’aviazione sia meno dannoso per l’ambiente e contribuisca a una maggiore sostenibilità globale. L’Italia ha tra i mali endemici che attanagliano il bel Pese sicuramente l’edilizia selvaggia e spesso abusiva. L’abusivismo edilizio in Italia è un problema diffuso e molto grave. Si tratta di costruzioni realizzate in violazione delle norme urbanistiche e edilizie, senza il rispetto delle procedure di autorizzazione e di controllo previste dalla legge. Le conseguenze dell’abusivismo edilizio sono molteplici e spesso negative. Innanzitutto, queste costruzioni sono spesso insicure e rappresentano un rischio per la sicurezza delle persone che le abitano o le frequentano. Inol-

tre, l’abusivismo edilizio danneggia il paesaggio e l’ambiente, alterando il territorio e compromettendo l’equilibrio ecologico. Infine, l’abusivismo edilizio danneggia l’economia, poiché spesso queste costruzioni non sono tassate e non generano occupazione legale. Per combattere l’abusivismo edilizio, l’Italia ha adottato numerose misure negli anni, tra cui la promozione della legalità, la sensibilizzazione dei cittadini e l’intensificazione dei controlli da parte delle autorità. Tuttavia, il problema persiste e richiede un impegno costante da parte di tutti i soggetti coinvolti, dalla pubblica amministrazione ai cittadini stessi. È importante comprendere che l’abusivismo edilizio non è solo un problema giuridico, ma anche un problema culturale e sociale che richiede un cambio di mentalità e una maggiore attenzione al rispetto delle regole e dell’ambiente. L’abusivismo edilizio,

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nella forma di nuove costruzioni o di ampliamento di edifici già esistenti, è purtroppo un fenomeno caratteristico del nostro paese. Oltre a danneggiare la cultura della legalità e quindi il vivere civile, esso favorisce lo sfruttamento dei lavoratori e il proliferare della criminalità organizzata. Ma anche la compromissione del territorio, causando il degrado del paesaggio. Per questo è anche una questione di interesse ambientale. Secondo i dati provvisori Istat, raccolti nel rapporto Bes (benessere equo e sostenibile), ancora nel 2021 sono ancora molte le residenze costruite illegalmente. 15,1 le costruzioni abusive per ogni 100 autorizzate in Italia nel 2021. La situazione appare estremamente eterogenea da regione a regione. Il sud del paese in particolare è fortemente vessato dal problema dell’abusivismo edilizio. Purtroppo, al momento non ho accesso a dati

sulle attività di abusivismo edilizio in Italia relativi al 2022. Tuttavia, posso fornirti alcune informazioni generali sul fenomeno e sui dati relativi agli anni precedenti. Secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel 2020 sono stati effettuati 45.607 interventi di demolizione di opere abusive in Italia, di cui il 56% (25.748) riguardava opere di edilizia residenziale privata. Nello stesso anno, sono state adottate 45.003 sanzioni amministrative per violazioni urbanistiche ed edilizie. Dal punto di vista geografico, le regioni con il maggior numero di interventi di demolizione sono state la Campania (con 10.763 interventi), la Puglia (con 6.580 interventi) e la Sicilia (con 5.372 interventi). Questi dati confermano la persistenza del fenomeno dell’abusivismo edilizio in Italia e la necessità di continuare ad adottare misure per prevenirlo e contrastarlo.

Tuttavia, come ho già menzionato in precedenza, non ho accesso ai dati relativi al 2022 e non posso fornire informazioni più recenti. User siccità in italia ChatGPT La siccità in Italia è un fenomeno che colpisce periodicamente diverse parti del paese, specialmente durante la stagione estiva. La siccità può causare danni significativi all’agricoltura e all’ambiente, oltre ad avere ripercussioni negative sulla qualità della vita delle persone. Negli ultimi anni, l’Italia ha subito diverse ondate di siccità che hanno causato problemi in molte regioni. Ad esempio, nel 2017 e nel 2019, molte zone del paese sono state colpite da una grave siccità che ha compromesso la produzione agricola e ha causato problemi di approvvigionamento idrico. Per contrastare la siccità, l’Italia sta adottando diverse misure. Ad esempio, è stata promossa la riduzione degli sprechi.

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Lo Studio è organizzato per svolgere in autonomia attività di progettazione strutturale sia nell’ambito dell’edilizia civile che industriale, sia per la creazione di nuove costruzioni che per la ristrutturazione e la rivalutazione di costruzioni esistenti.

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Ora come non mai è importante avere partner giusti da mettersi a fianco nella gestione degli investimenti e del lavoro. Il repentino cambio delle normative, sopratutto sul piano dei bonus come 110% e similari, non permette più il cittadino e le imprese a gestire la situazione in maniera domestica. Avventurarsi nel ginepraio burocratico significa senza nessuna dubbio rischiare di perdere non solo l’incentivo ma anche l’investimento. Per questo motivo si rafforza sempre di più tra i professionisti del settore l’Asseveras srl. Una realtà consolidata sempre al passo con i tempi e sempre in prima fila nell’individuazione di risposte concrete ai problemi. Una serie di servizi che vanno da: Asseverazione di Business Plan; Asseverazione PEF; Asseverazione Project Financing; Fideiussioni e

cauzioni; Revisione di bilancio; Consulenza del lavoro fino a garantire anche la Consulenza tributaria. Un pacchetto di servizi fondamentale in questo determinato periodo storico. L’Italia sta affrontando, infatti, uno dei momenti più caotici rispetto agli incentivi governativi per il rilancio del Paese. Il termine “caos bonus”, difatti, si riferisce alla situazione in cui si trova attualmente l’Italia riguardo ai vari bonus messi a disposizione dal governo per affrontare le conseguenze economiche della pandemia di COVID-19. Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, il governo italiano ha istituito una serie di incentivi fiscali, sussidi e bonus per supportare i cittadini e le imprese in difficoltà. Tra questi ci sono il bonus vacanze, il bonus baby-sitter, il bonus cultura, il bonus 110%, il bonus mam-

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ma, il bonus affitto, solo per citarne alcuni. Tuttavia, la gestione di questi bonus ha creato una certa confusione e disorganizzazione, con molti cittadini che hanno riscontrato difficoltà nell’accesso ai fondi e nell’ottenere informazioni chiare sulle procedure per richiederli. Inoltre, la gestione dei bonus è stata a volte caotica, con cambiamenti frequenti alle norme e alle procedure di richiesta, che hanno creato ulteriore confusione. Avere di base Asseveras srl, come partner significa migliorare la gestione dei bonus e semplificare le procedure per accedervi, al fine di garantire che i fondi raggiungano in modo efficiente il progetto seguito. A garantire il massimo della professionalità vi sono i soggetti partner di Asseveras srl che permettono all’azienda di poter garantire solide risposte. Tra

questi vi sono Cred.it Spa, società finanziaria, specializzata nella finanza di progetto, abilitata al rilascio di Dichiarazioni di Preliminare Coinvolgimento e L’Assinetwork Srls è specializzata nel rilascio di cauzioni provvisorie e definitive per partecipazioni a gare d’appalto e fideiussioni per anticipazioni, a favore degli enti pubblici. La vera forza di Asseveras srl quindi è quella di non entrare nel mondo del lavoro come solista ma in formazione “orchestra” per poter realmente dare risposte alle centinaia di richieste e casistiche che in questo momento si stanno palesando anche a causa dei cambiamenti normativi. Se si tiene conto delle percentuali, sono decine di migliaia i progetti respinti per vizi di forma. Un rischio da non correre e che Asseveras ti permette di evitare.

REDAZIONALE A CURA DELL’INSERZIONISTA
E ALL’AEROSPAZIO Dal 23 al 24 maggio presso l’Università Europea di Roma
FLY FUTURE 2023: A ROMA IL GRANDE EVENTO DEDICATO ALL’AVIAZIONE
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MARIA PIA ROMANO

Aviazione e aerospazio prendono il volo, è proprio il caso di dirlo, e a Roma fervono i preparativi per “Fly Future 2023”, l’unico appuntamento italiano dedicato ad appassionati e aspiranti professionisti del settore. L’evento, giunto alla sua seconda edizione, è organizzato dall’associazione Ifimedia e da Mediarkè, si svolgerà martedì e mercoledì 23 e 24 maggio presso l’Università Europea di Roma. Secondo recenti stime, nei prossimi anni il settore dell’aviazione avrà sempre più bisogno di nuovi professionisti: piloti, assistenti di volo, tecnici di manutenzione e personale di terra. Non solo. Oltre all’aviazione, anche il settore spaziale sta crescendo in maniera esponenziale ed è pronto a offrire importanti opportunità di lavoro, dai progettisti ai tecnici fino agli astronauti. Si apre così un interessante ventaglio di sbocchi occupazionali per le nuove ge-

nerazioni. E non è tutto. Sapevate che adesso ci sono gli “influencer volanti” e che stanno vivendo un vero e proprio boom da centinaia di migliaia di follower? Sono professionisti e semplici appassionati di aviazione che hanno una dinamica attività social: il comandante di jumbo che racconta i suoi voli in giro per il mondo, il giovane pilota che decolla con una go-pro attaccata sull’ala, la hostess che svela dove dorme l’equipaggio a bordo degli aerei e addirittura l’astronauta che mostra in diretta come si vive in orbita. Di questo fenomeno in crescita e di molto altro ancora si parlerà nella seconda edizione di “Fly Future 2023”, l’unico evento in Italia dedicato ai futuri professionisti dell’aviazione e dello spazio: un momento di orientamento e informazione per coloro che intendano lavorare in questo settore in rapidissima ascesa. “I bravissimi influencer sul mondo

dell’aeronautica e anche dello spazio rendono un servizio molto importante alla divulgazione della cultura aerospaziale in Italia, soprattutto tra i giovanissimi che sono nativi digitali e utilizzano i canali social per scoprire e approfondire le loro passioni”, sottolinea Luciano Castro, ideatore e presidente di Fly Future. “Per questo motivo, abbiamo voluto invitare queste webstar a partecipare al nostro evento di maggio a Roma, dove potranno incontrare tanti ragazzi e ragazze appassionati del volo o che vorrebbero in futuro lavorare in una compagnia aerea o in un’azienda aerospaziale, o che magari sognano di andare sulla Luna e su Marte”. Il programma di Fly Future 2023 prevede circa venti convegni e conferenze, a cui parteciperanno piloti civili e militari, astronauti, manager di scuole di volo e aeroclub, dirigenti di enti, compagnie aeree e aziende specializzate, docenFinanza&

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ti, professionisti ed esperti. Nell’area espositiva ci saranno gli stand di numerose realtà aerospaziali italiane ed estere. “Lo scopo di Fly Future è quello di fornire un’occasione di orientamento e di informazione per coloro, soprattutto giovani, che intendono lavorare in ambito aerospaziale, che durante l’evento potranno incontrare i migliori professionisti di questo settore, comprendere i vari percorsi formativi e cogliere future opportunità di lavoro.”, spiegano gli organizzatori. Gli Istituti Aeronautici e di Costruzioni Aeronautiche e gli Istituti Tecnici Superiori nei settori Aerospazio e Mobilità Sostenibile saranno tra i protagonisti di “Fly Future 2023”. Sono fondamentali le convenzioni con la RICMA (Rete degli Istituti Aeronautici-Conduzione del Mezzo Aereo) e la COA (Rete degli Istituti di Costruzioni Aeronautiche), già presenti nello scorso anno. Novità dell’edizione 2023 è la convenzione con la Rete ITS Italy, che rappresenta il sistema degli Istituti Tecnici Superiori in Italia. Queste tre associazioni saranno presenti alla manifestazione, interverranno ai convegni in programma e avranno degli stand per poter incontrare i giovani visitatori e fornire informazioni sui vari percorsi formativi e di avviamento al mondo del lavoro in ambito aerospaziale. Prevista anche la partecipazione di singoli Istituti Aero-

nautici e ITS provenienti da tutta Italia. “Passione Spazio. Come i giovani possono avvicinarsi alle attività spaziali” sarà il tema del convegno previsto durante “Fly Future 2023” che vedrà, per la prima volta, la partecipazione di tutte le principali associazioni italiane che si occupano della divulgazione in ambito spaziale e astronautico. Sono state infatti invitate: ISAA, BIS Italia, ASIMOF, Scuola di Astronautica, Astrospace, Space Voyaging, SASA, PoliSpace, AESA, AMSAT Italia, ACME e Involve Space. Durante il convegno, presenteranno al pubblico le loro originali iniziative, come dirette streaming per seguire in diretta le missioni spaziali, magazine e forum online sull’astronautica, costruzione e lancio di razzi, palloni stratosferici o nanosatelliti, modellismo spaziale e anche collegamenti radio con gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Per quanto riguarda le star dei social, inoltre, c’è Francesco Mercorelli, pilota di ITA Airways che porta virtualmente in cabina di pilotaggio i suoi 70mila follower su Instagram, ai quali spiega anche come non avere paura di volare. Un altro influencer molto seguito è Ivan Anzellotti, pilota in quattro compagnie aeree, youtuber e autore di libri, che ha superato le 7mila visualizzazioni con il suo video “I miei voli con il Jumbo”. Blog di successo sono anche quelli

di alcune hostess: numeri da record ha Barbara Bacilieri, giovane assistente di volo di origini argentine ma residente a Torino, che racconta il suo lavoro sugli aerei delle Aerolíneas Argentinas a 3,6 milioni di follower su TikTok, mentre la sua collega Francesca Losito, che vola negli Stati Uniti con American Airlines, è seguita dagli oltre 14mila iscritti al suo canale Youtube “Vola con Francesca” e ha anche lanciato una linea di merchandising. Nella classifica degli “influencer volanti”, spiccano inoltre quattro piloti privati. Innanzitutto David Cenciotti, un giornalista che scrive di aviazione militare sul suo blog “The Aviationist” con quasi 170mila follower su Instagram, inseguito a breve distanza da Pasquale Abbattista, che spiega i segreti del volo e degli aeroplani agli oltre 150mila iscritti al suo canale Youtube “Oneira”. Sui vari canali social di “Pilotando”, Marco Gilli mostra invece a circa 20mila appassionati i video dei suoi voli in giro per l’Italia, mentre Filippo Randazzo su TikTok racconta ai 13mila follower di “Vds Channel” la sua passione per l’aviazione. Ma la vera regina dei social è l’astronauta Samantha Cristoforetti, anche lei già pilota in Aeronautica Militare, che con il nickname “AstroSamantha” spiega ad un milione di follower su Twitter e 800mila su TikTok come si vive sulla Stazione Spaziale Internazionale.

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Destinatari azioni formative: lavoratori dipendenti appartenenti a tutti gli inquadramenti contrattuali o in somministrazione per i quali è ridotto l’orario di lavoro a fronte della partecipazione a percorsi di sviluppo delle competenze, previsti dall’accordo collettivo. I lavoratori in cassa integrazione o percettori di TIS in deroga non possono essere interessati contemporaneamente dalla Cassa o dal TIS e dal Fondo partecipando alle attività formative. Devono aver terminato il periodo di cassa integrazione anche il giorno prima e poi accedere ai percorsi formativi.

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INGEGNERIA ENERGETICA: LA NUOVA SFIDA DI POLIBA E UNISALENTO

Di recentissima attivazione il corso Interateneo di Laurea Magistrale in Ingegneria Energetica, che punta a formare ingegneri che avranno come mission proprio quella di ridurre gli sprechi e l’utilizzo di petrolio e altri combustibili fossili, per aumentare quello di energia rinnovabile, come per esempio quella eolica o solare.

In un mondo che punta sulla transizione energetica come opportunità per fronteggiare le sfide del futuro e generare valore, la Puglia è in prima linea con l’offerta formativa universitaria: Atenei e Politecnico oggi più che mai operano in stretta sinergia per garantire la migliore proposta possibile ai giovani pugliesi. Esempio virtuoso di queste collaborazioni sono il Politecnico di Bari e l’Università del Salento che, con il suo Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione ha focalizzato da tempo l’attenzione sui temi della sostenibilità, della transizione energetica e della resilienza delle infrastrutture critiche, in linea con l’Europa che concilia sicurezza fisica e cyber.

Di recentissima attivazione il corso Interateneo di Laurea Magistrale in Ingegneria Energetica, che punta a formare ingegneri che avranno come mission proprio quella di ridurre gli sprechi e l’utilizzo di petrolio e altri combustibili fossili, per aumentare quello di energia rinnovabile, come per esempio quella eolica o solare.

Il Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Energetica, erogato congiuntamente dal Politecnico di Bari e dall’Università del Salento, ha come obiettivo infatti, proprio la formazione di ingegneri magistrali capaci di impiegare con competenza e flessibilità, le tecnologie di produzione

e utilizzo dell’energia, nelle sue diverse forme: in particolare il riferimento è alle fonti rinnovabili e all’idrogeno, alla gestione sostenibile delle infrastrutture energetiche. Presso la sede di Bari sono attivati due curricula, erogati in lingua italiana, e sono: “Produzione sostenibile dell’energia” e “Generazione distribuita ed usi finali dell’energia”. Presso la sede di Lecce, invece, è attivo il curriculum in lingua inglese “Energy Infrastructures”.

Si punta a garantire una solida preparazione, scientifica e tecnico-applicativa nelle discipline caratterizzanti dell’ingegneria energetica, per consentire un agevole approfondimento ed aggiornamento delle conoscenze necessarie a garantire una elevata professionalità del moderno ingegnere energetico, che sarà spendibile in Italia e all’estero. Nel primo anno di corso, in particolare, sono prevalentemente presenti insegnamenti di approfondimento delle discipline caratterizzanti: macchine a fluido, sistemi energetici, metodi di rappresentazione, sistemi elettrici, macchine elettriche, fisica tecnica. Nel secondo anno è disponibile un’ampia offerta di discipline in settori affini e di corsi a scelta, in ambito meccanico, economico-gestionale, automazione, informatica e della sostenibilità ambientale. Molti insegnamenti prevedono attività di progettazione, sperimentazione e analisi presso i laboratori

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MARIAPIA ROMANO

didattici e di ricerca.

La formazione del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Energetica del Politecnico di Bari e dell’Università del Salento è orientata a creare una figura professionale con forte propensione all’innovazione e all’interdisciplinarietà, in grado di operare nel contesto della transizione energetica, che prevede la progressiva fuoriuscita dalle fonti fossili e l’introduzione delle nuove tecnologie basate sulle fonti rinnovabili.

Anche Confindustria Lecce ha espresso soddisfazione per l’iniziativa di Unisalento e, in particolare del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione, volta ad ampliare, in collaborazione con il Politecnico di Bari, l’offerta formativa dell’Ateneo, nell’ottica di creare figure professionali di alto profilo da introdurre nelle imprese e nella pubblica amministrazione in un settore strategico per la competitività del tessuto economico e sociale dell’intero Paese.

Non solo: anche Confidustria Brindisi plaude all’attivazione della triennale in Ingegneria per l’Industria Sostenibile, presso la sede di Brindisi. Un percorso coerente e dinamico, quello voluto dal Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione, per consentire ai giovani e alle giovani salentine di puntare su temi di grande attualità per i quali è lecito prefigurarsi anche ottimi sbocchi occupazionali.

Il corso di Ingegneria Energetica ha come obiettivo quello di formare laureati magistrali che abbiano le conoscenze e le competenze per agire nell’ambito multi-disciplinare delle moderne applicazioni energetiche, con una preparazione tale poter seguire l’evoluzione scientifica e tecnologica che sarà prodotta dalla transizione energetica che si produrrà nei prossimi anni a seguito dell’attuazione dei programmi “Next Generation EU”.

La figura dell’ingegnerie energetico è in grado di ideare, pianificare, progettare e gestire opere, sistemi, impianti e servizi nei diversi ambiti di interesse dell’ingegneria energetica, ed indirizzati, in particolare, alla progettazione, realizzazione e industrializzazione, valutazione dell’impatto ambientale, analisi, gestione e manutenzione di: tecnologie, componenti e sistemi energetici; sistemi di produzione di energia elettrica e/o termica da fonti rinnovabili; sistemi per la refrigerazione, climatizzazione e controllo ambientale indoor; sistemi per la generazione distribuita di energia; ambienti costruiti in maniera sostenibile ed efficiente; nuove tecnologie per il miglioramento dell’efficienza e dell’impatto energetico (smart-grid, celle a combustibile, utilizzo dell’idrogeno e dei combustibili rinnovabili, tecnologie e sistemi di accumulo energetico, nuovi materiali, decarbonizzazione, ecc…).

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Si è appena conclusa presso l’Università del Salento, la Vertical Training Week del Progetto Ibitikar

IBTIKAR: L’innovazione che nasce dalla sinergia tra l’Italia e la Libia

Quaranta accademici libici a Lecce per approfondire la ricerca scientifica nel campo dell’ingegneria per la sostenibilità, la resilienza, le tematiche ambientali, in particolare il monitoraggio del particolato atmosferico e i danni causati dall’inquinamento sulla salute umana, l’ICT e molto altro. Si è appena conclusa un’intensa attività di formazione presso l’Università del Salento nell’ambito del progetto ERASMUS+ IBTIKAR. Ibtikar (“innovazione” in arabo) è un progetto nazionale coordinato da UNIMED - Unione delle Università del Mediterraneo (che ha sede a Roma), che vede coinvolto l’Ateneo salentino e il cui responsabile scientifico è il Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione Antonio Ficarella.

Il progetto Ibtikar prevede la definizione di un White Paper volto a portare l’attenzione dei decisori sulla definizione di un’agenda nazionale libica della ricerca, che sosterrà le strategie di specializzazione all’interno delle università, rafforzando i centri di ricerca e le unità di ricerca esistenti, supportando le università nella gestione della ricerca e nello sviluppo di competenze specifiche, nonché la creazione di infrastrutture adeguate.

Lo scorso novembre una delegazione di formatori europei, compresi docenti di UniSalento, si era recata a Tunisi per una settimana di formazione a un gruppo di circa ottanta accademici e amministrativi libici. Nei prossimi giorni la formazione continuerà dunque a Lecce, dove giungeranno rappresentanti delle Università libiche di Tripoli, Benghazi, Misurata, Sebha, Zawia, Bani Waleed, Sirte, Elmergib, Ala-

smarya Islamic, Ajdabiya, LIMU, oltre a rappresentanti dei partner portoghesi dell’Università di Tras-os-Montes and Alto Douro. Era presente anche il Rettore dell’Università di Bani Walid Salahaldein Alsadey Saleh.

Gli accademici libici giunti a Lecce, hanno dimostrato molto interesse verso le tematiche energetiche e la meccanica: le energie rinnovabili, la mobilità sostenibile, la transizione energetica, l’idrogeno. I professori Maria Grazia De Giorgi, Giovanni Manente, Paolo Carlucci e Riccardo Nobile, li hanno accolti nei vari laboratori, mostrando strumentazioni e motori. Grande attenzione anche verso il grande laboratorio Eumer, EUropean Maritime & Environmental Reseach, che si occupa di ingegneria marittima e costiera ed è dotato di una vasca 3D e di un canale 2D con generatore di moto ondoso. I Professori Samuele De Bartolo e Antonio Francone hanno fatto scoprire tutte le “meraviglie” di questo luogo incredibile. Il monitoraggio del particolato ambientale attraverso stazioni di campionamento, attive 24 h su 24, 7 giorni su 7, dell’ ISAC CNR ha destato interesse e curiosità: tantissime sono state le domande rivolte al Research Director Daniele Contini, sia nella Plenary, che durante le visite ai laboratori. Le implicazioni sulla salute del danno causato dal PM10 e PM2.5, e oltre, stimato attraverso saggi biologici su opportune linee cellulari immortalizzate, cioè che sono capaci di replicarsi all’infinto, ha focalizzato a lungo l’attenzione dei libici, che continueranno ad approfondire queste tematiche.

«Per il Dipartimento di Ingegneria dell’innovazione è stato

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un onore far visitare i nostri laboratori, evidenziando quello che facciamo nell’ambito energetico nel rispetto della sostenibilità e della transizione energetica, dell’ICT e delle energie rinnovabili, I colleghi libici hanno visitato, inoltre, molte strutture fiore all’occhiello del nostro territorio: l’Orto Botanico, il Museo dell’Ambiente, l’Acquatina, i laboratori dell’ISAC CNR, quelli del NANOTEC, il Dhitech», spiega il professor Antonio Ficarella, «Strategica è la valenza del progetto IBTIKAR: si punta alla riorganizzazione del sistema universitario libico, e in particolare UniSalento sta coordinando la stesura di una Research Agenda e di un White Paper da porre all’attenzione della politica libica ed europea». Il Direttore di UNIMED Marcello Scalisi sottolinea l’importanza della collaborazione con le università libiche, e non solo: «UNIMED è impegnata da oltre 30 anni nel sostenere la cooperazione accademica tra le due rive del Mediterraneo. Negli ultimi anni abbiamo sviluppato una specifica attività in favore delle università libiche, che vede oggi un’importante concretizzazione in questa settimana di formazione presso l’Università del Salento. Il sistema universitario libico, pur in un contesto di grandi difficoltà dovute all’instabilità politica e alle precarie condizioni economiche del paese, sta compiendo importanti passi in avanti in favore dell’internazionalizzazione delle università, della mobilità dei ricercatori e degli studenti e per contribuire allo sviluppo del paese e all’integrazione della Libia nel partenariato euromediterraneo. Credo che l’interesse dei nostri colleghi libici debba essere ulteriormente sostenuto e accompagna-

to da iniziative come quelle oggetto di questa iniziativa, e ringrazio l’Università del Salento per l’opportunità offerta alle università libiche».

IBTIKAR mira ad aumentare la produzione scientifica e la qualità della ricerca in Libia attraverso la formazione di una nuova classe di intellettuali in grado di far fronte alle sfide locali e globali, risolvendo i problemi della comunità e incidendo sulla crescita socio-economica del paese. IBTIKAR punta inoltre a rafforzare il ruolo delle Università libiche nel promuovere la qualità e la quantità della ricerca, in modo da effettuare una transizione all’interno degli obiettivi multidimensionali della sostenibilità. Il progetto IBTIKAR implementa diverse metodologie basate su approcci partecipativi e collaborativi, unendo attività in presenza e virtuali, in cui la conoscenza è costruita grazie a diverse azioni di formazione e Capacity Building per le Università libiche. La costruzione delle competenze avviene attraverso lo scambio con i partner europei del progetto ma anche attraverso lo scambio diretto di esperienze e capacità tra le stesse università libiche. Il personale amministrativo e accademico libico potrà condividere con i propri omologhi non solo le conoscenze acquisite, ma anche la propria esperienza nella gestione e realizzazione di attività di ricerca nel contesto libico. Nel lungo periodo, le competenze acquisite e le relazioni stabilite tra le università libiche, con i colleghi europei e con i decisori politici nazionali avrà il potenziale di rafforzare la capacità delle università di rispondere alle sfide socio-economiche del paese.

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Agricoltura: allarme mondiale “manca l’ acqua”

CHIESTO UN AUMENTO DI 500 MLN DI EURO DEL FONDO PER LE PRATICHE INNOVATIVE.

PROROGA AL 15 GIUGNO PER LE DOMANDE PAC

L’allarme per la siccità sale a livello globale. In Cina, le autorità sono state costrette ad intervenire per “stimolare” artificialmente la pioggia con la diffusione di ioduro d’argento nell’atmosfera. Con la carenza di piogge stanno facendo i conti anche gli agricoltori statunitensi. Già nell’estate del 2022 fu emanato un avviso di siccità a livello nazionale a fronte delle scarse precipitazioni e delle temperature più alte da sessant’anni. Negli ultimi mesi dell’anno passato, la portata d’acqua del Mississippi era ridotta al punto da rendere difficili, e quindi più costose, le esportazioni di mais verso i Paesi terzi. I prezzi al consumo delle carni bovine hanno intanto raggiunto il livello più alto da oltre dieci anni, a causa della riduzione dei capi allevati dovuta alla scarsità e all’alto prezzo raggiunto dai foraggi. Cresce l’apprensione dall’Africa Subsahariana all’Unione europea dove Italia, Spagna e Francia sono tra gli Stati membri più colpiti. Le conseguenze della scarsità idrica sono senza dubbio amplificate dalla mancanza di investimenti e dalle insufficienti manutenzioni delle infrastrutture. In Italia, secondo il rapporto diffuso dall’Istat in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, le perdite nella fase di distribuzione sono ammontate a 3,4 miliardi di metri cubi che corrispondono al 42,2% dell’acqua immessa in rete. La situazione non è migliore, ad esempio, in Francia. Annunciando nei giorni scorsi il Piano nazionale per l’acqua – che prevede una riduzione dei consumi del 10% entro il 2030 – il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha messo in evidenza che, a livello nazio-

nale, “si perde un litro d’acqua ogni cinque immessi negli acquedotti”. E solo l’1% dell’acqua usata viene trattata e riutilizzata. Sono stati varati ambiziosi programmi di investimenti in Italia, Francia e Spagna, facendo anche ricorso ai fondi dei Piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR). Al riguardo, destano preoccupazione i rilievi formulati dalla Corte dei Conti sulle iniziative programmate dall’Italia. In una delibera licenziata nei giorni scorsi sono state evidenziate “numerose e rilevanti criticità”. È stata riscontrata – si legge nel testo della Corte – “notevole incertezza nella concreta definizione degli obiettivi “. L’auspicio è che le questioni sollevate dalla Magistratura contabile siano risolte in tempi brevi, anche nell’ambito della revisione in corso del PNRR. Anche gli ingenti danni provocati negli ultimi giorni dalle piogge torrenziali in Emilia-Romagna sono in parte dovuti alla siccità; perché i terreni inariditi hanno una minore capacità di assorbire l’acqua piovana, che arriva in quantità notevoli in breve tempo. Confagricoltura ha già chiesto un aumento di 500 milioni di euro del Fondo per le pratiche innovative. È indispensabile incentivare gli investimenti delle imprese per l’acquisto di tecnologie idonee ad ottimizzare l’impiego delle risorse irrigue e contrastare le conseguenze del cambiamento climatico. Inoltre, è stata ottenuta una proroga al 15 giugno della scadenza per la presentazione delle domande relative agli aiuti della PAC, la massima flessibilità negli adempimenti in materia di condizionalità, ecoschemi, rotazioni obbligatorie e destinazione non produttiva dei terreni.

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Non piove e il Paese è in ginocchio

Nonostante gli sforzi a rischio le risorse idriche nel 2023

“Piove governo ladro” si diceva un tempo, ora purtroppo non si può neanche parafrasare questa citazione perché le piogge sono sempre più scarse o inadeguate. In questo primo bimestre del 2023 l’Italia continua ad essere divisa in due: al Nord-Ovest è arrivata solo la metà della pioggia normale, peggioramento la già grave siccità, mentre al Sud le precipitazioni sono state più abbondanti e frequenti. Questa situazione si è verificata anche nel mese di gennaio, quando sono mancate all’appello quasi due terzi delle precipitazioni sul Nord-Ovest. Sul fronte delle temperature, da inizio anno l’anomalia si aggira intorno ai +1°C per il nostro Paese, un valore eccezionale per i primi tre mesi dell’anno che rende l’inizio 2023 uno dei più caldi della serie storica italiana. La siccità è un problema ricorrente in Italia, specialmente durante i mesi estivi. L’irregolarità delle precipitazioni e l’aumento delle temperature causati dal cambiamento climatico hanno portato ad un aumento della frequenza e dell’intensità delle siccità nel paese. Negli ultimi anni, molte regioni italiane hanno subito gravi conseguenze a causa della siccità, tra cui la riduzione delle risorse idriche, l’aggravarsi della crisi agricola, l’aumento del rischio di incendi e la perdita di biodiversità. Il governo italiano ha avviato diverse iniziative per far fronte alla siccità, tra cui il potenziamento delle infrastrutture idriche,

il sostegno alle attività agricole sostenibili e l’adozione di misure di risparmio idrico. Tuttavia, la gestione delle risorse idriche in Italia continua ad essere una sfida importante che richiede un impegno costante da parte delle autorità e della società civile. La siccità è stata un problema importante in Italia nel 2021, soprattutto in alcune regioni del Centro-Sud del paese. Secondo il Servizio Idrografico Nazionale, il 2021 è stato un anno caratterizzato da una siccità persistente, con livelli idrici molto bassi nei fiumi e nei laghi in diverse parti del paese. La situazione è stata particolarmente critica durante i mesi estivi, quando le temperature elevate e la mancanza di piogge hanno portato a una riduzione delle risorse idriche e a una limitazione dell’uso dell’acqua per scopi agricoli e domestici. In alcune zone, le restrizioni all’uso dell’acqua sono state particolarmente severe, con l’imposizione di divieti di irrigazione e di altre attività che richiedono l’utilizzo di grandi quantità di acqua. Il governo italiano ha adottato diverse misure per far fronte alla siccità nel 2021, tra cui l’implementazione di programmi di risparmio idrico e di irrigazione a goccia, nonché il sostegno alle attività agricole sostenibili. Tuttavia, la gestione delle risorse idriche in Italia rimane una sfida importante, soprattutto alla luce dell’irregolarità delle precipitazioni causata dal cambiamento climatico.

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L’INTERVISTA AL PRESIDENTE AQP DOMENICO LAFORGIA Pugliesi virtuosi, pochi sprechi di acqua e una gestione lungimirante

È ben noto che la siccità e la crisi climatica siano problemi gravissimi con cui il mondo intero deve imprescindibilmente confrontarsi, ci fa piacere, intanto, fare un plauso ai cittadini pugliesi che sono degli attenti consumatori di acqua: in Puglia sono bassi gli sprechi, rispetto al resto d’Italia e la gestione virtuosa di AQP ha messo in atto un programma di investimenti lungimirante per diminuire ancora di più le perdite. E proprio l’Acquedotto Pugliese è stato protagonista della prima conferenza globale sull’acqua che si è svolta a New York. Una realtà che è un fiore all’occhiello della nostra Regione, e che alla sua Direzione Generale ha una donna, Francesca Portincasa. Di questo e molto altro, ci ha parlato il Presidente dell’Acquedotto Pugliese Domenico Laforgia.

L’accesso all’acqua non è scontato nel mondo, anzi. I delicati problemi legati alla disponibilità di risorsa idrica e i cambiamenti climatici in atto rendono necessaria la condivisione di competenze a livello internazionale per fronteggiare il problema. Mi pare che APQ, con la sua vastità e complessità, abbia un

ruolo di primo piano nell’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Che ne dice?

In effetti la mancanza di acqua legata alla siccità e al cambiamento climatico creerà problemi seri nel mondo che sono molto simili a quelli che la nostra regione ha vissuto per millenni prima della costituzione del Acquedotto Pugliese e della realizzazione del fitto sistema di approvvigionamento da altre regioni. AQP gestisce uno dei più grandi acquedotti pubblici d’Europa che è dotato di una straordinaria complessità perché gli invasi sono molto lontani dalle sedi di utilizzo dell’acqua potabile. Tale esperienza può essere messa a servizio di altri Paesi che presentano simili difficoltà nell’approvvigionamento e nella gestione. La qualità dell’acqua è garantita dall’analisi continua di milioni di parametri all’anno e il recupero dell’acqua dagli impianti di depurazione per un ulteriore uso agricolo è strada intrapresa da AQP già da alcuni anni con grande soddisfazione degli utenti.

L’ Acquedotto Pugliese è stato presente alla prima conferenza globale sull’acqua che si è tenuta a New

MARIA PIA ROMANO

York nel marzo scorso: questo testimonia che APQ è ritenuto uno dei maggiori player europei nella gestione dei servizi idrici. Qual è il contributo proposto all’ Agenda d’azione per l’acqua per accelerare le azioni idriche?

Più di un secolo di lavoro su due atomi di idrogeno e uno di ossigeno è stata e continua ad essere una fantastica avventura che ha coinvolto migliaia di dipendenti di AQP con differenti livelli di abilità e di responsabilità che mai sono state separate tra di loro e questo ci ha resi non solo un’azienda particolare ma potrei affermare un’azienda unica. L’acqua con l’albero di ulivo sono il simbolo di AQP e della nostra straordinaria terra, la Puglia. La nostra ambizione è che la gente possa disporre dell’acqua che serve, senza sprechi, per i propri bisogni nel pieno rispetto dell’ambiente perché solo così si può perseguire il vero progresso.

AQP propone la realizzazione di grandi acquedotti per servire tutti e la costruzione di grandi dissalatori nei luoghi in cui non è possibile avere invasi e acqua naturale. Sostenendo i consumi energetici attraverso l’installazione di grandi impianti ad energia rinnovabile, solare

ed eolica, che rendano i dissalatori e i pompaggi di acqua del tutto autonomi rispetto alla produzione di energia elettrica per gli altri usi. In questo modo l’acqua potrà essere resa disponibile per tutte le popolazioni del pianeta. AQP è disposta ad aiutare chiunque ne abbia bisogno e a sostenere con la propria Water Academy la crescita delle competenze di tutti i Paesi che ne facciano richiesta.

Si parla tanto di “sprechi” di acqua. E la cosa appare inaccettabile visto lo scenario globale. Qual è la situazione oggi in Puglia? Spesso la gente parla senza un effettiva cognizione di quello che dice facendo affermazione che non sono vere. La Puglia è caratterizzata da comportamenti virtuosi della propria popolazione al punto tale da vantare il più basso pro capite consumo in Italia con solo 155 litri al giorno, ben al di sotto della media nazionale che raggiunge i 215 litri/ giorno per persona e lontanissimi da alcune regioni che superano i 400 litri/giorno. Inoltre, le perdite della

nostra rete assommano, sulla base dei dati ISTAT, a 119 litri/giorno per persona molto al di sotto della media nazionale che supera i 180 litri/ giorno per persona. Nelle graduatorie nazionali siamo la quinta regione più virtuosa dopo la lombardia che vanta perdite di 113 litri/giorno per persona. I dati in percentuale fanno sempre torto ai risultati in assoluto che sono sempre i più corretti. Le percentuali si portano dietro tutte le incertezze della statistica e ignorano le differenze tra le situazioni reali utilizzando quantità del tutto inaccurate. In definitiva siamo una regione con una popolazione molto virtuosa e con un gestore altrettanto bravo che ha anche adottato un programma di investimenti ambizioso per diminuire ulteriormente le perdite.

Cosa le piace ricordare e menzionare nell’ultracentenaria storia di AQP, che possa essere esempio di buona pratica? Di cosa va particolarmente fiero del presente di APQ?

I primi acquedotti realizzati 100 anni fa sono un grande esempio di otti-

ma ingegneria perché portavano per semplice caduta l’acqua verso gli utenti con soluzioni tecniche molto avanzate difficile da realizzare anche oggi. Questi viadotti sono finiti nei libri di testo di ingegneria idraulica del mondo intero. Del presente AQP sono fiero delle competenze esistenti e della capacità di team working che si sviluppa a tutti i livelli, frutto anche della nostra direzione generale che, per la prima volta nella nostra storia, è retta da una donna.

Cosa ci racconta in merito alla recente attività di cooperazione a Cuba, dove AQP si sta facendo promotore di una diffusione di esperienze e buone pratiche nella gestione della risorsa idrica?

L’UNIDO e il Ministero delle risorse idriche cubano ci hanno richiesto di verificare, attraverso la nostra esperienza, le soluzione che hanno in mente di realizzare per fermare la risalita del cuneo salino verso i loro territori. Durante la missione dei nostri tecnici abbiamo anche suggerito alcune realizzazione migliorative per i loro acquedotti e la loro gestione.

parere legale

Assocontact: a lavoro per una legge di rilancio del comparto. L’appello alla politica: servono tutele e nuovi strumenti normativi

Si è svolto in forma aperta - alla presenza di Istituzioni, professionisti del comparto e rappresentati delle associazioni - il Consiglio Direttivo di Assocontact convocato per discutere delle opportunità, delle sfide e dei nuovi strumenti da introdurre per la tutela dei cittadini contro il telemarketing illegale. Sono intervenuti il Sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali Claudio Durigon e gli onorevoli Eliana Longi, Walter Rizzetto e Luca Squeri. Dall’appuntamento emergono impegni importanti e concreti per il rilancio del settore. Si punta ad offrire pieno sostegno al percorso della Certificazione delle Competenze, nonché all’attivazione di un Registro dei professionisti, snodo fondamentale per la regolamentazione del comparto. Emerge una comune volontà per rivedere le tabelle ministeriali e correggere le criticità della clausola sociale. Si è discusso anche del futuro del Registro pubblico delle opposizioni e di tutti i correttivi da apportare alle azioni di contrasto al telemarketing illegale. Emerge, inoltre, l’esigenza di una nuova piattaforma contrattuale che riequilibri le forze in campo e definisca il framework adeguato ad introdurre azioni specifiche per il mercato del lavoro. Infine, si è discusso di come incrementare il lavoro in Italia, intervenendo sul reshoring e augurandosi di poter recepire presto gli stimoli offerti dalla legge spagnola sul tempo massimo di attesa.

“C’è ancora un importante cammino da percorrere ma la sinergia con le Istituzioni e gli operatori del settore rappresenta un segnale importante da cogliere favorevolmente. L’introduzione di strumenti tecnolo-

gici o alleanze tra stakeholder e settori sono da considerarsi infatti non la soluzione al problema del telemarketing illegale, ma il tassello di una strategia industriale di filiera”’ ha spiegato il Presidente di Assocontact, Lelio Borgherese.

Sono stati individuati proprio da Assocontact quattro driver principali in merito alla proposta di Disposizione per il Rilancio del settore Call/ Contact Center:

la tutela del mercato del lavoro e lo sviluppo dell’employability dei lavoratori;

la tutela dei diritti dei consumatori e dei cittadini;

la tutela e il sostegno delle imprese di BPO e della filiera collegata in una prospettiva di protezione e valorizzazione del tessuto industriale made in Italy; il design innovativo dei servizi per favorire la transizione alla cittadinanza digitale e all’economia

Su questo tema è intervenuto anche il Sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Claudio Durigon che ha affermato: “Non credo a soluzioni generiche per il lavoro, ma a un decalage di interventi specifici. Puntare sulle competenze è una priorità, quindi bene il progetto sulle Certificazioni portato avanti da Assocontact: tutela il lavoro e la qualità dei servizi per i cittadini e i consumatori. Ma poi serve reintrodurre la formazione on the job, adeguare il costo minimo, magari introdotto nel Codice Appalti, così come una revisione dell’accordo quadro che ragioni sulla durata dei contratti e sugli strumenti di moral suasion per creare consenso anche tra i committenti. Interventi che possono trovare

naturale compimento in un framework contrattuale capace di sottrarsi agli squilibri di potere che frenano l’innovazione”. Il settore dei contact center è sicuramente uno dei più esposti ai processi di globalizzazione che caratterizzano l’economia, ed è purtroppo anche uno dei meno tutelati dal punto di vista normativo. Le lacune presenti nel nostro ordinamento si ripercuotono in primis sui lavoratori addetti al settore e sulle aziende che devono competere in un mercato con margini reddituali.

Importante anche il contributo dei rappresentanti politici.

L’onorevole Eliana Longi ha affermato: “C’è una relazione tra formazione certificata e salvaguardia dei livelli occupazionali, ma ce ne è una anche tra specializzazione delle competenze delle aziende, integrazione di servizi “speciali” come il supporto psicologico e l’assistenza delle persone fragile e l’incremento dei posti di lavoro. Per quei Contact Center che seguiranno la via del servizio alla persona io vedo una possibilità di crescita. Il nostro compito oggi è quello di fare sistema tra le varie Commissioni per creare condizioni innovative di lavoro”.

Ad avvalorare la posizione anche l’onorevole Luca Squeri che ha affermato: “Anche l’Italia dovrebbe recepire le logiche sul tempo massimo di attesa per le chiamate e l’obbligo di fornire un’opzione per parlare con un operatore umano. Sono norme a tutela dei cittadini, che fanno registrare impatti positivi sulla produttività sull’occupazione e di conseguenza sulla resilienza delle aziende del comparto”.

economia a 360°

Secondo quanto riportato dallo studio “La transizione delle aziende europee”, l’85% delle organizzazioni industriali europee e non europee è consapevole della nuova direttiva europea sulla sostenibilità aziendale, la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), Tuttavia, circa tre quarti delle aziende hanno ancora grandi difficoltà nell’adeguarsi ai requisiti ESG previsti dalla legge. Oltre alla crisi energetica, la difficoltà nella ricerca di personale qualificato e la carenza di specifiche competenze sono le maggiori preoccupazioni. In un terzo dei casi, inoltre, i dati non adeguatamente organizzati impediscono la trasparenza indispensabile per una maggiore sostenibilità. Lo studio ha coinvolto più di 440 top manager provenienti da 19 paesi europei, intervistati per conto di Aras, vendor della piattaforma tecnologica Aras Innovator.

Le aziende del settore industriale hanno da tempo riconosciuto l’importanza di posizionarsi strategicamente come aziende sostenibili. Infatti, il 90% delle aziende che hanno partecipato all’indagine hanno espresso la convinzione che l’adozione di azioni sostenibili sia essenziale per conseguire il successo economico a lungo termine.

L’attuale scenario richiede un’azione immediata: non è più sufficiente per le aziende adottare un’immagine “green” superficiale. Nel contesto dell’iniziativa Green Deal dell’Unione Europea, la politica ha posto l’economia di fronte ad una scelta cruciale. A partire dal 2024, circa 50.000 aziende dell’UE saranno tenute a pubblicare informazioni dettagliate e attendibili sulla sostenibilità ambientale (Environmental), sociale (Social) e di governance (Governance) secondo standard completi.

“ Per garantire il massimo vantaggio operativo, i produttori richiedono un livello elevato di trasparenza riguardo ai dati del prodotto durante tutte le fasi della produzione. Questa trasparenza è fondamentale per adempiere agli obblighi di reportistica ESG e prevenire potenziali sanzioni”, afferma Luigi Salerno, Country Manager di Aras Italia.

Tracciabilità delle materie prime e maggiore trasparenza nella supply chain.

Le nuove normative di reporting non si applicano solo alle aziende operanti all’interno dell’UE, ma anche ai fornitori provenienti da paesi come la Svizzera o il Regno Unito, poiché questi hanno un impatto significativo sull’intero ESG-Footprint di un prodotto in quanto parte della supply chain.

“I produttori che necessitano di una maggiore tracciabilità delle materie prime e di una maggiore trasparenza nella supply chain richiederanno dati sulla sostenibilità ai loro fornitori diretti”, aggiunge Salerno.

Nonostante ciò, il 72% delle aziende coinvolte nello studio ha ancora difficoltà a conformarsi ai requisiti di sostenibilità futuri previsti dalla legge.

Le tradizionali analisi manuali non sono più sufficienti per soddisfare i nuovi obblighi di reportistica sulla sostenibilità aziendale. La soluzione è rappresentata dalla digitalizzazione.

“Attraverso un’applicazione PLM, le informazioni sui prodotti e sui processi vengono fornite in modo trasparente lungo l’intero ciclo di vita, creando una base solida per lo scambio di dati tra aziende e la tracciabilità necessaria nel contesto della CSRD”, spiega Luigi Salerno. “Secondo la ricerca studio, le aziende che utilizzano già un Product-Lifecycle-Management (PLM) sono in media molto più preparate alle nuove esigenze ESG rispetto alla concorrenza. Una strategia di sostenibilità ben pensata basata su un PLM consente alle aziende non solo di evitare multe, ma anche di produrre prodotti ecologici in modo economicamente vantaggioso”, conclude Salerno.

L’indagine “La transizione delle aziende europee” è stata condotta alla fine dell’autunno 2022 e ha coinvolto 442 dirigenti di 19 Paesi europei. I partecipanti all’indagine operano in aziende con un fatturato minimo di 40 milioni di euro nei seguenti settori: automobilistico, aerospaziale e della difesa, ingegneria meccanica, medicale, chimico, farmaceutico e alimentare.

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Ricerca europea: quasi il 75% delle aziende nel settore industriale non è adeguatamente preparato per conformarsi alle nuove normative di sostenibilità
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