Magazine P&F maggio 2024

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MAGGIO 2024

AGRIVOLTAICO,

UNA SFIDA DA VINCERE PER IL FUTURO SOSTENIBILE DELL’ITALIA

L’agrivoltaico rappresenta una delle sfide più affascinanti e complesse per l’Italia contemporanea. In un mondo che deve affrontare l’urgenza della transizione ecologica e la crescente domanda di energia pulita, questa tecnologia offre una soluzione capace di combinare innovazione, sostenibilità e salvaguardia del territorio agricolo. Eppure, come ogni grande opportunità, il suo futuro dipenderà dalla capacità di superare ostacoli normativi, tecnologici e sociali.

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L’Italia, con la sua vasta superficie agricola e il suo elevato potenziale solare, si trova in una posizione privilegiata per guidare lo sviluppo dell’agrivoltaico in Europa. Tuttavia, il percorso non è privo di difficoltà. Da un lato, c’è l’ambizione di contribuire in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi climatici fissati per il 2030 e il 2050; dall’altro, la necessità di preservare un patrimonio agricolo che è parte integrante della nostra identità culturale ed economica. La sfida più immediata è quella normativa. La regolamentazione italiana sull’agrivoltaico è ancora frammentata e, in alcuni casi, troppo lenta rispetto alle necessità del mercato. Serve un quadro normativo chiaro e omogeneo che favorisca gli investimenti, senza cadere nella trappola dell’eccessiva burocratizzazione. Le recenti linee guida del Ministero dell’Ambiente sono un passo nella giusta direzione, ma occorre fare di più per garantire che il settore possa svilupparsi rapidamente, nel rispetto delle specificità dei territori.

A ciò si aggiunge la necessità di innovazione tecnologica. L’agrivoltaico non è una semplice installazione di pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli, ma un sistema integrato che deve ottimizzare la coesistenza tra produzione energetica e coltivazioni. Le aziende e i centri di ricerca italiani stanno lavorando per sviluppare soluzioni avanzate, come pannelli sollevati e orientabili o tecnologie di monitoraggio basate sull’intelligenza artificiale. Questi sviluppi sono fondamentali per garantire che l’agrivoltaico non comprometta la produttività agricola, ma anzi la migliori, offrendo protezione contro eventi climatici estremi o ottimizzando l’uso delle risorse idriche. Ma il successo dell’agrivoltaico non sarà solo una questione tecnica o normativa. La vera sfida sarà conquistare la fiducia degli agricoltori e delle comunità locali. Spesso, l’installazione di grandi impianti è vista con sospetto, come una minaccia al paesaggio o alle tradizioni locali. È qui che il dialogo e la partecipazione diventano essenziali. Le aziende che operano nel settore devono dimostrarsi partner affidabili, capaci di rispettare le esigenze del territorio e di garantire benefici tangibili per chi vive e lavora nei contesti rurali.

Il futuro dell’agrivoltaico in Italia dipenderà anche dalla capacità di attrarre investimenti. I fondi del PNRR rappresentano una grande opportunità, ma non basteranno da soli. Sarà fondamentale mobilitare capitali privati, magari attraverso incentivi fiscali e meccanismi di finanziamento innovativi. Un modello virtuoso potrebbe essere quello delle community energy, dove agricoltori e cittadini partecipano attivamente alla gestione e ai profitti degli impianti.

La politica finanziaria dell’Unione Europea: obiettivi e sfide dopo le elezioni della primavera 2024

Maggio 2024 rappresenta un momento cruciale per l’Unione Europea, sia dal punto di vista politico che economico. Le recenti elezioni europee hanno ridefinito gli equilibri del Parlamento, aprendo la strada a una nuova fase di confronto e cooperazione tra le principali istituzioni dell’UE. Al centro delle discussioni, emerge con forza la politica finanziaria, una questione che nei prossimi anni sarà decisiva per affrontare le sfide economiche, climatiche e sociali che caratterizzano il continente.

La Commissione Europea, sotto la guida di una nuova maggioranza parlamentare, ha presentato le sue priorità in materia di politica finanziaria per il periodo 2024-2029. Le linee guida sono chiare: rafforzare la resilienza economica dell’Unione, accelerare la transizione verso un’economia verde e digitale, e promuovere una maggiore equità fiscale tra gli Stati membri. Questo programma ambizioso mira non solo a consolidare la ripresa economica post-pandemica, ma anche a porre le basi per una crescita sostenibile e inclusiva nel lungo termine.

Uno degli obiettivi principali della nuova Commissione è il rafforzamento del Patto di Stabilità e Crescita, il cui aggiornamento è stato oggetto di intensi negoziati negli ultimi anni. La crisi del debito sovrano, prima, e la pandemia di COVID-19, poi, hanno evidenziato la necessità di rendere le regole di bilancio più flessibili e adatte a un contesto economico in rapido mutamento. Le nuove proposte mirano a bilanciare la disciplina fiscale con la possibilità per gli Stati membri di investire in settori strategici, come le energie rinnovabili, l’innovazione tecnologica e l’infrastruttura sociale. In pratica, si punta a definire un quadro normativo che consenta agli Stati di mantenere sotto controllo il rapporto debito/PIL, senza però ostacolare gli investimenti necessari per affrontare le sfide del futuro.

Parallelamente, un altro pilastro della politica finanziaria riguarda la creazione di un sistema fiscale più armonizzato e equo all’interno dell’Unione. L’evasione fiscale e la competizione fiscale aggressiva tra Stati membri sono da tempo motivo di tensione all’interno dell’UE. La Commissione ha annunciato l’intenzione di introdurre nuove misure per combattere l’elusione fiscale, rendere più trasparente la tassazione delle multinazionali e promuovere una maggiore convergenza delle aliquote fiscali tra i Paesi membri. Si tratta di un progetto ambizioso, che richiederà una cooperazione stretta e un compromesso politico tra le diverse nazioni, spesso portatrici di interessi divergenti. Un’altra priorità è rappresentata dal completamento dell’Unione dei Mercati dei Capitali, un progetto che mira a creare un mercato unico dei capitali nell’UE, facilitando l’accesso delle imprese europee ai finanziamenti e riducendo la dipendenza dai prestiti bancari. La frammentazione dei mercati finanziari rimane uno degli ostacoli principali alla crescita economica dell’Unione, e la nuova Commissione intende accelerare l’implementazione delle riforme necessarie per superare questa barriera. Una maggiore integrazione finanziaria non solo favorirebbe la competitività delle imprese europee, ma rafforzerebbe anche la posizione dell’UE come attore globale in un contesto economico sempre

più dominato da Stati Uniti e Cina.

Un capitolo fondamentale del nuovo programma riguarda la transizione verde e digitale, che rappresenta il cuore del Green Deal Europeo e della strategia di crescita sostenibile dell’Unione. Per raggiungere gli obiettivi climatici fissati per il 2030 e il 2050, saranno necessari investimenti significativi in settori come l’energia rinnovabile, la mobilità sostenibile e l’efficienza energetica. La Commissione ha proposto di creare un Fondo per la Transizione Verde, destinato a finanziare progetti innovativi e a sostenere le regioni e i settori più colpiti dalla transizione ecologica. Questo fondo si affiancherebbe agli strumenti già esistenti, come il Fondo per una Transizione Giusta e il programma InvestEU, ampliandone le risorse e il campo d’azione.

Sul fronte digitale, l’UE intende accelerare l’adozione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, la blockchain e il 5G, promuovendo al contempo la sicurezza cibernetica e la sovranità digitale. La nuova Commissione ha annunciato l’intenzione di destinare una parte significativa del bilancio europeo al sostegno della ricerca e sviluppo in questi settori, riconoscendo il loro ruolo cruciale per la competitività futura dell’Europa. Tuttavia, resta aperta la questione di come finanziare questi ambiziosi progetti, in un contesto caratterizzato da risorse limitate e da un debito pubblico elevato in molti Stati membri.

Le novità annunciate dalla Commissione Europea non mancheranno di sollevare dibattiti e polemiche, sia all’interno del Parlamento che tra gli Stati membri. Alcuni Paesi, come quelli del Nord Europa, potrebbero opporsi a un ulteriore allentamento

delle regole fiscali, temendo un aumento del rischio finanziario e una maggiore esposizione al debito altrui. Altri, invece, come l’Italia e la Spagna, vedono nelle nuove proposte un’opportunità per rilanciare la crescita economica e ridurre le disuguaglianze regionali. Sarà fondamentale trovare un equilibrio tra le diverse posizioni, garantendo al contempo la sostenibilità delle finanze pubbliche e la possibilità di investire nel futuro.

Non meno importante sarà il ruolo della Banca Centrale Europea, che dovrà coordinare le sue politiche monetarie con le nuove strategie fiscali dell’UE. Dopo anni di tassi d’interesse bassi e politiche di stimolo, la BCE dovrà affrontare la sfida di normalizzare la politica monetaria senza compromettere la ripresa economica. In questo contesto, una stretta collaborazione tra la BCE e la Commissione Europea sarà essenziale per garantire la stabilità finanziaria e sostenere la crescita.

Maggio 2024 segna l’inizio di una nuova fase per l’Unione Europea, in cui la politica finanziaria giocherà un ruolo decisivo nel determinare il futuro economico e sociale del continente. Le sfide sono enormi, ma altrettanto grandi sono le opportunità. Se l’UE riuscirà a tradurre in realtà le ambizioni della nuova Commissione, potrà consolidare la sua posizione come leader globale in termini di sostenibilità, innovazione e inclusione. Il cammino non sarà privo di ostacoli, ma con visione e determinazione, l’Europa potrà affrontare con successo le sfide del nostro tempo e costruire un futuro più prospero e sostenibile per tutti i suoi cittadini.

Progettazione

Progettiamo una nuova

Lo Studio è organizzato per svolgere in autonomia attività di progettazione strutturale sia nell’ambito dell’edilizia civile che industriale, sia per la creazione di nuove costruzioni che per la ristrutturazione e la rivalutazione di costruzioni esistenti.

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La direzione lavori strutturale è attuata attraverso un susseguirsi di verifiche, analisi, sopralluoghi, prove, riunioni, verbalizzazioni e attività che portano alla stesura finale della Relazione a Strutture Ultimate che rappresenta l’atto finale del processo.

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Grazie alla pluriennale esperienza in svariati campi dell’ingegneria, lo Studio Archimede svolge anche una importante attività di analisi di prefattibilità per interventi Superbonus 110%

Progetti Futuri la professionalità nel mondo delle progettazioni firmate Archimede

INNOVARE E COSTRUIRE RAPPORTI UMANI CON IL CLIENTE,

LA RICETTA DI ARCHIMEDE INGEGNERIA

La strategia nella costruzione di edifici comprende la pianificazione del progetto, la scelta dei materiali e la determinazione del budget. La gestione comprende la supervisione delle attività sul cantiere, la coordinazione dei subappaltatori e il controllo della qualità. Il supporto progettuale include la consulenza tecnica e la preparazione dei documenti necessari. Il supporto finanziario comprende la gestione del budget e la ricerca di finanziamenti. Il supporto amministrativo e fiscale include la gestione della documentazione necessaria per le autorizzazioni e le tasse. Queste le coordinate per orientarsi nel mondo dell’ingegneria, ma non sempre è facile trovare dei partner di eccellenza capaci di soddisfare tali richieste e soprattutto di assicurare una bussola efficace per navigare in questo ginepraio. Tra le aziende leader che possono assicurare tale capacità c’è senza dubbio Archimede Ingegneria s.r.l. I latini amavano recitare “nomen omen”, ossia il “nome è il paesaggio” e così è per questa

azienda che prende il nome di Archimede, il grande matematico, fisico e inventore siracusano che grazie ai suoi studi, già nel 200 a.c. innovò le conoscenze dell’epoca, segnando un vero e proprio spartiacque nell’evoluzione dell’uomo. Proprio dallo spirito innovativo di questo grande studioso prende le mosse l’omonimo progetto di un’azienda ingegneristica che sta ottenendo grandi risultati nel settore dell’efficientamento energetico e sismico.

Archimede Ingegneria Srl, infatti, si occupa di definire la strategia, la gestione e il supporto progettuale, esecutivo, finanziario, amministrativo e fiscale, nell’ambito della costruzione di edifici e dello sviluppo di iniziative immobiliari. In questo periodo così complesso, dove il panorama dell’edilizia è costellato di bonus di vario tipo, risulta ancor più importante conoscere gli attori in campo per costruire un rapporto fiduciario con l’azienda e svolgere in tutta tranquillità i lavori finanziati dai crediti fiscali.

Proprio in questo settore si sta distinguendo Archimede Ingegneria. In Archimede Ingegneria l’area dedicata all’architettura si occupa di tutte le verifiche urbanistiche e delle tre fasi progettuali (preliminare, esecutiva e definitiva), attraverso lo studio creativo degli spazi interni ed esterni. Abitazione privata o esercizio commerciale, spazio ricettivo o luogo di lavoro: qualsiasi sia la destinazione d’uso, Archimede Srl fornisce servizi di consulenza immobiliare e perizie tecniche. Un servizio chiavi in mano per costruzione e ristrutturazione di interni. Nello specifico la consulenza immobiliare fornisce informazioni e supporto nella valutazione, acquisto, vendita, locazione e gestione di immobili. La perizia tecnica è un’attività che consiste nella valutazione di un immobile per determinarne il valore o la fattibilità tecnica per un progetto immobiliare. Entrambe le attività sono svolte da professionisti qualificati come agenti immobiliari e periti tecnici, presenti in

maniera talentuosa in Archimede Ingegneria, garantendo un insieme di prestazioni coordinate che segue l’unica tra le direzioni possibili: quella dell’eccellenza.

All’interno di questo gruppo così importante afferiscono tante professionalità, con il privilegio di poter contare sempre su un unico interlocutore. “Ciò che vogliamo rappresentare – fanno sapere a Progetti & Finanza da Archimede Ingegneria - è un nuovo modello operativo nel quale ogni servizio confluisce in un unico percorso organizzato dando tutta la tranquillità e la trasparenza di cui il cliente ha bisogno”. Archimede Ingegneria Srl ha investito nella creazione di gruppi di lavoro che uniscano capacità di coordinamento tecnico del progetto alla integrazione di competenze diverse. In collaborazione con Gargano Esco e Bono Ingegneria, si effettuano lavori di riqualificazione energetica. Maggiori informazioni sono presenti sul sito di riferimento, www.archimedeingegneriasrl.it.

AGRIVOLTAICO: la sfida del futuro tra sostenibilità e innovazione

L’Italia può diventare leader nell’integrazione tra energia
rinnovabile e agricoltura, ma il successo dipende dalla competenza delle aziende, dalla semplificazione buro cratica e dal coinvolgimento delle comunità locali.

L’agrivoltaico rappresenta una delle frontiere più innovative e promettenti nel panorama delle energie rinnovabili in Italia. Questa tecnologia, che combina la produzione di energia solare con le attività agricole, offre soluzioni integrate per affrontare alcune delle sfide più urgenti del nostro tempo, come la crisi climatica, la sostenibilità alimentare e la transizione energetica. Tuttavia, come in ogni settore emergente, l’agrivoltaico presenta sfide significative che devono essere affrontate con competenza e visione, rendendo fondamentale l’affidamento ad aziende affidabili e qualificate per garantirne il successo. Uno dei principali ostacoli all’adozione su larga scala dell’agrivoltaico in Italia è rappresentato dalla complessità normativa e burocratica. La regolamentazione dell’installazione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli varia notevolmente a seconda

delle regioni e delle amministrazioni locali, generando incertezza per gli investitori e ritardi nello sviluppo dei progetti. L’Italia, con la sua tradizione di tutela del paesaggio e del territorio, richiede un equilibrio delicato tra l’espansione delle energie rinnovabili e la salvaguardia delle aree agricole e ambientali. In questo contesto, è essenziale collaborare con aziende esperte, in grado di orientarsi tra normative complesse e di ottenere le autorizzazioni necessarie nel rispetto delle regole.

Un altro aspetto critico è il dimensionamento e la progettazione degli impianti agrivoltaici. Non tutte le colture e i terreni sono adatti a questo tipo di intervento. La disposizione dei pannelli, la loro altezza, e la densità di copertura devono essere attentamente progettate per garantire che l’attività agricola non venga penalizzata. In alcuni casi, l’ombra generata

dai pannelli può migliorare la resa delle coltivazioni, soprattutto in climi caldi, riducendo lo stress idrico delle piante. In altri casi, tuttavia, la stessa ombra potrebbe risultare controproducente. Solo aziende con un’esperienza consolidata e competenze multidisciplinari possono offrire soluzioni su misura, capaci di ottimizzare sia la produzione agricola che quella energetica.

Il tema dei finanziamenti e degli incentivi rappresenta un ulteriore nodo cruciale. Nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dei fondi europei per la transizione ecologica, l’agrivoltaico è una delle aree che potrebbero beneficiare maggiormente delle risorse stanziate. Tuttavia, accedere a questi fondi non è sempre semplice: richiede competenze specifiche nella redazione di progetti e nella partecipazione a bandi pubblici. Le aziende affidabili

svolgono un ruolo determinante non solo nella realizzazione degli impianti, ma anche nel supportare i clienti nell’accesso agli incentivi, garantendo che i progetti siano finanziariamente sostenibili.

Un altro elemento da non sottovalutare è l’accettazione sociale e culturale dei progetti agrivoltaici. In molte aree rurali italiane, c’è ancora una certa diffidenza verso l’installazione di impianti tecnologici che potrebbero essere percepiti come una minaccia per il paesaggio tradizionale o per le attività agricole. Per superare queste resistenze, è fondamentale affidarsi a operatori che abbiano esperienza nel dialogo con le comunità locali, capaci di illustrare i benefici concreti dell’agrivoltaico sia per l’ambiente che per l’economia locale. La trasparenza e la comunicazione sono armi fondamentali per costruire consenso e ottenere il supporto delle comunità.

Infine, un tema centrale è la qualità dei materiali e della manutenzione degli impianti. Gli impianti agrivoltaici, per loro natura, devono essere resistenti e duraturi, poiché devono operare in condizioni spesso difficili, esposti agli agenti atmosferici e in aree agricole attive. L’affidabilità dell’azienda scelta per la progettazione, installazione e manutenzione degli impianti è quindi fondamentale per garantire la sostenibilità e l’efficienza a lungo termine. Aziende affidabili lavorano con materiali certificati, tecnologie all’avanguardia e offrono servizi di assistenza post-installazione, garantendo che gli impianti continuino a funzionare al massimo della loro capacità per anni. Guardando al futuro, l’agrivoltaico in Italia ha un potenziale straordinario. Con una combinazione unica di risorse agricole, un’irradiazione solare tra le più elevate in Europa e una crescente sensibilità verso le energie

rinnovabili, il nostro Paese è nella posizione ideale per diventare un leader in questo settore. Tuttavia, per cogliere pienamente queste opportunità, è necessario un approccio sistemico che coinvolga istituzioni, imprese e agricoltori. Le aziende affidabili, con un track record solido e una visione di lungo termine, sono destinate a giocare un ruolo di primo piano in questa trasformazione.

L’agrivoltaico non è solo una soluzione tecnologica, ma un’opportunità di trasformazione economica e sociale, capace di rendere il settore agricolo più resiliente e di contribuire in modo significativo alla transizione energetica del Paese. Ma per far sì che questo potenziale diventi realtà, la scelta di partner affidabili è più che mai fondamentale. È un investimento non solo nel presente, ma anche nel futuro dell’Italia.

Cos’è l’agrivoltaico e come funziona: vantaggi e svantaggi

Combinare l’uso di pannelli solari all’agricoltura è possibile? L’agrivoltaico fa pro prio questo: diminuire il consumo di suolo del fotovoltaico facendo incontrare la produzione di energia rinnovabile solare con le attività agricole.

L’agrivoltaico è una delle innovazioni più promettenti nel campo delle energie rinnovabili, capace di unire la produzione di energia solare con l’attività agricola, rappresentando una soluzione vantaggiosa per l’ambiente e per l’economia. Questa tecnologia sta attirando sempre più attenzione, soprattutto in Italia, dove l’agricoltura è un settore fondamentale e l’esigenza di transizione verso fonti energetiche sostenibili è ormai una priorità. Ma cos’è esattamente l’agrivoltaico e come funziona? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa soluzione? E come può contribuire alla crescita economica del nostro Paese? Il principio dell’agrivoltaico è relativamente semplice. Si tratta dell’integrazione di pannelli fotovoltaici sopra i terreni agricoli, in modo che l’energia solare venga raccolta dai pannelli mentre, contemporaneamente, il terreno continua ad essere utilizzato per coltivazioni agricole. In pratica, l’installazione di impianti fotovoltaici sopra le coltivazioni non impedisce la crescita delle piante, ma anzi, in alcuni casi, può migliorarne la resa. I pannelli fotovoltaici, infatti, offrono ombra, proteggendo le coltivazioni da temperature eccessive e riducendo la necessità di irrigazione, il che può portare a un risparmio idrico, particolarmente importante in un Paese come l’Italia, che soffre periodicamente di siccità.

L’agrivoltaico rappresenta un modello che risponde a più di una necessità. Da un lato, contribuisce a produrre energia rinnovabile, un elemento cruciale per la transizione ecologica del Paese. Dall’altro lato, non compromette l’uso del suolo agricolo, che continua a essere destinato alla coltivazione. Questa tecnologia si inserisce perfettamente in un’ottica di

economia circolare, dove si massimizzano le risorse disponibili, migliorando l’efficienza energetica senza sacrificare la produzione alimentare. Il connubio tra agricoltura e fotovoltaico permette di conciliare due obiettivi fondamentali: aumentare la capacità di produzione energetica attraverso il solare e rafforzare la resilienza delle coltivazioni. I vantaggi dell’agrivoltaico sono evidenti su più fronti. Per prima cosa, la produzione di energia solare, che in Italia è tra le più alte in Europa grazie alla sua posizione geografica privilegiata, può essere ulteriormente incentivata utilizzando terreni agricoli. Gli agricoltori che decidono di adottare questa tecnologia possono non solo ottenere un’entrata aggiuntiva dalla vendita dell’energia prodotta, ma anche beneficiare di vari incentivi fiscali e fondi pubblici, come il Superbonus 110% o i finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che hanno lo scopo di sostenere la transizione energetica e di favorire l’utilizzo delle energie rinnovabili.

Un altro vantaggio significativo riguarda la sostenibilità ambientale. L’agrivoltaico contribuisce alla riduzione delle emissioni di gas serra, uno degli obiettivi principali dell’Unione Europea e dell’Italia, impegnate a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Inoltre, l’uso dei pannelli solari permette di ridurre la pressione sulle risorse naturali, come l’acqua, che sono fondamentali per l’agricoltura. Le piante che crescono sotto i pannelli solari possono beneficiare di un microclima più favorevole, con temperature inferiori e meno necessità di irrigazione, riducendo il rischio di stress idrico. Questo è particolarmente utile in regioni che, come la Sicilia, la Puglia o la Calabria, sono frequentemente sog-

gette a lunghi periodi di siccità. Anche sotto il profilo economico, l’agrivoltaico ha un grande potenziale. Non solo l’agricoltura beneficia della maggiore efficienza e della riduzione dei costi operativi grazie a una minore necessità di irrigazione, ma le aziende agricole che scelgono di integrare i pannelli solari possono diversificare le loro fonti di reddito. Con la vendita di energia solare, gli agricoltori possono avere entrate supplementari che li aiutano a contrastare i periodi di bassa produzione agricola o i prezzi di mercato instabili. Inoltre, questo modello di business può incentivare gli investimenti in nuove tecnologie, stimolando la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili e nell’industria agricola. Nonostante i numerosi vantaggi, l’agrivoltaico presenta anche alcune sfide. Una delle principali difficoltà riguarda i costi iniziali. Sebbene gli incentivi fiscali e i finanziamenti pubblici possano contribuire a ridurre il peso economico iniziale, l’installazione di impianti fotovoltaici richiede comunque un investimento consistente. Non tutte le aziende agricole, soprattutto quelle di piccole dimensioni, hanno accesso a capitali adeguati o la capacità di affrontare questi costi iniziali, nonostante la prospettiva di un ritorno economico nel lungo termine. Inoltre, il dimensionamento degli impianti e la loro compatibilità con le specifiche esigenze delle coltivazioni devono essere attentamente valutati. Alcune colture potrebbero non trarre beneficio dall’ombra prodotta dai pannelli, quindi la progettazione degli impianti deve tenere conto delle caratteristiche specifiche del terreno e delle coltivazioni.

Un altro aspetto da considerare è la complessità burocra-

tica. Le normative in materia di installazione di impianti fotovoltaici in aree agricole non sono sempre chiare e uniformi, e le autorizzazioni necessarie per la costruzione degli impianti possono richiedere tempi lunghi e complesse procedure burocratiche. Le amministrazioni locali, infatti, devono bilanciare l’esigenza di incentivare l’uso delle energie rinnovabili con la protezione del paesaggio e la tutela delle risorse agricole. Ciò può rallentare l’adozione dell’agrivoltaico, creando incertezze per gli investitori e gli agricoltori. Infine, un altro limite dell’agrivoltaico riguarda la disponibilità di terreno. Sebbene l’Italia possieda un ampio patrimonio agricolo, non tutte le terre sono adatte per la combinazione tra agricoltura e fotovoltaico. Terreni troppo ripidi o con bassa esposizione al sole potrebbero non essere idonei per questo tipo di impianto. Inoltre, il potenziale di produzione di energia dipende dalla densità dei pannelli fotovoltaici e dalla loro disposizione, il che implica la necessità di un’attenta progettazione per massimizzare sia la resa agricola che quella energetica.

In conclusione, l’agrivoltaico rappresenta una delle soluzioni più promettenti per il futuro dell’agricoltura e dell’energia in Italia. Le opportunità che offre in termini di sostenibilità ambientale, sviluppo economico e innovazione tecnologica sono significative, ma le sfide che il settore deve affrontare non sono trascurabili. Con il giusto supporto pubblico e privato, e una maggiore semplificazione delle procedure burocratiche, l’agrivoltaico potrebbe diventare un pilastro fondamentale nella strategia di transizione energetica del Paese, portando vantaggi sia agli agricoltori che alla collettività nel suo complesso.

AGRIVOLTAICO i nuovi incentivi del 2024

in questo nuovo anno il governo italiano ha intenzione di potenziare il supporto all’agrivoltaico con una serie di incentivi mirati, che vanno ad aggiungersi alle misure già previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Il 2024 si preannuncia come un anno cruciale per l’agrivoltaico in Italia, un settore che sta acquisendo una crescente centralità nel panorama delle energie rinnovabili. La combinazione di fotovoltaico e agricoltura rappresenta una delle soluzioni più promettenti per affrontare le sfide della transizione energetica, e il nostro Paese, con la sua grande vocazione agricola, ha il potenziale per diventare un leader in questo campo. In questo contesto, gli incentivi previsti per il 2024 saranno fondamentali per accelerare l’adozione e la diffusione di impianti agrivoltaici, con benefici economici, ambientali e sociali che vanno oltre la semplice produzione di energia.

L’agrivoltaico è un modello innovativo che prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli, mantenendo l’attività agricola sotto di essi. Questa tecnologia consente di produrre energia rinnovabile senza compromettere la coltivazione dei terreni, anzi, in molti casi migliora la resa agricola, grazie alla protezione dal sole e dalla siccità. Si tratta di una soluzione win-win che unisce la necessità di produrre energia pulita con quella di tutelare il nostro patrimonio agricolo e di migliorare la resilienza delle coltivazioni ai cambiamenti climatici. Nel 2024, il governo italiano ha intenzione di potenziare il supporto all’agrivoltaico con una serie di incentivi mirati, che vanno ad aggiungersi alle misure già previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La combinazione di fondi europei, incentivi fiscali e programmi dedicati alle energie rinnovabili offre un quadro favorevole per gli investitori, le aziende agricole e gli svi-

luppatori di impianti fotovoltaici. Ma andiamo ad analizzare più nel dettaglio cosa ci si aspetta nel nuovo anno. Uno degli strumenti principali per incentivare l’agrivoltaico sarà il Superbonus 110%, che, sebbene in fase di progressiva riduzione, continua a rappresentare una leva fondamentale per l’adozione di tecnologie verdi. Il Superbonus potrà essere applicato anche agli impianti agrivoltaici, ma con alcune specifiche modifiche rispetto agli anni passati. Gli agricoltori che sceglieranno di installare impianti agrivoltaici sui propri terreni potranno beneficiare di una detrazione fiscale significativa, riducendo sensibilmente il costo iniziale degli impianti. Questa misura, se ben utilizzata, può spingere molti agricoltori a investire nella transizione verso un’agricoltura più sostenibile e più redditizia.

In parallelo, il Fondo per la transizione energetica, previsto dal PNRR, continuerà a sostenere il settore agrivoltaico, con risorse destinate a finanziare nuovi impianti e a favorire la ricerca e l’innovazione tecnologica. A partire dal 2024, si prevede un aumento dei fondi destinati all’integrazione delle energie rinnovabili nel settore agricolo, con particolare attenzione agli impianti agrivoltaici. L’accesso ai finanziamenti sarà semplificato e accelerato, attraverso bandi e misure di sostegno dirette agli agricoltori che scelgono di investire in questo modello. Il settore pubblico giocherà un ruolo chiave, collaborando con enti locali e regionali per rendere questi incentivi facilmente accessibili e per favorire l’adozione di soluzioni di energia solare anche nelle aree rurali più remote. Inoltre, il 2024 vedrà il potenziamento dei Certificati

Bianchi, uno strumento che premia gli interventi di efficienza energetica. Le aziende agricole che installano impianti agrivoltaici potrebbero ottenere tali certificati, che sono scambiabili sul mercato, generando così un ulteriore flusso di entrate. Questo incentivo rappresenta una forma di reddito supplementare per gli agricoltori e una valida motivazione per passare rapidamente a impianti solari che possano anche generare energia destinata alla rete.

Una novità interessante per il 2024 è l’introduzione di un programma di finanziamenti agevolati per i piccoli agricoltori, che prevede condizioni particolarmente favorevoli per le realtà agricole più piccole. Questo è un aspetto fondamentale, poiché spesso sono proprio le piccole e medie aziende agricole a incontrare maggiori difficoltà nell’accesso al credito e agli incentivi. Il governo ha previsto tassi di interesse bassi e un periodo di rimborso esteso, per venire incontro alle necessità di queste imprese, che hanno un grande potenziale di crescita proprio attraverso l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione.

Un altro aspetto che si sta sviluppando in parallelo riguarda i bandi regionali, che a partire dal 2024 vedranno un aumento delle risorse per il finanziamento di progetti agrivoltaici. Le regioni italiane, in particolare quelle meridionali, sono chiamate a utilizzare le risorse del PNRR per sostenere la transizione energetica e agrivoltaica nelle aree rurali. Gli agricoltori e le aziende agricole avranno la possibilità di accedere a bandi che finanziano parzialmente o integralmente

la realizzazione di impianti fotovoltaici integrati nelle coltivazioni agricole. In alcune regioni, questi bandi saranno co-finanziati da fondi europei, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza energetica delle aree rurali e promuovere un modello di sviluppo più sostenibile. Non meno importante è l’aspetto della formazione e consulenza, che sarà un altro tema centrale per il 2024. La complessità delle normative, la necessità di scegliere tecnologie appropriate e la gestione dei fondi richiedono un supporto adeguato agli agricoltori. In questo contesto, sono previsti programmi di formazione mirati, con corsi specifici per l’installazione e la gestione degli impianti agrivoltaici, per aiutare gli agricoltori a navigare nel panorama degli incentivi e a sfruttare al massimo le opportunità offerte.

In conclusione, il 2024 rappresenta un anno cruciale per l’agrivoltaico in Italia. Gli incentivi e le risorse messe a disposizione dal governo, insieme alla spinta innovativa che questo modello di produzione energetica porta con sé, hanno il potenziale di trasformare radicalmente il settore agricolo. Investire in agrivoltaico non solo aiuta a contrastare i cambiamenti climatici, ma rappresenta una grande opportunità economica per il Paese, in termini di nuove fonti di reddito per gli agricoltori, creazione di posti di lavoro e crescita del settore delle energie rinnovabili. Con un mix di incentivi fiscali, finanziamenti agevolati e programmi di formazione, l’Italia si prepara a compiere un passo significativo verso un futuro più verde, digitale e sostenibile.

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UE, ritorno alla crescita: segnali di ripresa e prospettive future

A maggio 2024, l’economia dell’Unione Europea sta iniziando a mostrare i primi segnali di ripresa dopo un lungo periodo di stagnazione. I dati preliminari di Eurostat relativi al primo trimestre indicano un incremento del PIL dello 0,3% sia nell’UE che nella zona Euro. Un risultato modesto in termini assoluti, ma che assume un valore significativo considerando il contesto economico degli ultimi anni. La stagnazione iniziata nel 2022 sembrava aver congelato la capacità di crescita del blocco europeo, minando la fiducia di consumatori e investitori. Tuttavia, i dati attuali lasciano intravedere uno scenario più promettente. Secondo le previsioni di primavera della Commissione Europea, la crescita annuale del PIL nel 2024 dovrebbe raggiungere l’1% nell’UE e lo 0,8% nella zona Euro, con un’accelerazione prevista nel 2025: +1,6% e +1,4%, rispettivamente. Questi numeri riflettono una maggiore stabilità macroeconomica e una riduzione significativa dell’inflazione, che si stima scenderà al 2,7% quest’anno, un valore ancora sopra la soglia di riferimento del 2%, ma nettamente inferiore al 6,4% registrato nel 2023.

Uno dei fattori chiave alla base di questa ripresa è la ripresa dei consumi interni, spinti dal calo dell’inflazione e da una graduale ripresa del potere d’acquisto delle famiglie. La contrazione dei prezzi delle materie prime e la stabilizzazione dei costi energetici, favorita da un inverno mite e da politiche di diversificazione delle fonti di approvvigionamento, hanno ridotto la pressione sui bilanci familiari.

Le imprese, dal canto loro, stanno beneficiando di un clima economico più favorevole. La domanda interna, pur restando contenuta, mostra segni di consolidamento, specialmente nei settori del commercio, del turismo e dell’innovazione tecnologica. Le politiche monetarie meno restrittive da parte della Banca Centrale Europea, che ha rallentato il ritmo di rialzo dei tassi di inte-

resse, hanno contribuito a rilanciare gli investimenti, soprattutto nelle piccole e medie imprese.

Investimenti pubblici e transizione verde

La ripresa economica è anche il risultato delle politiche di sostegno messe in atto dagli Stati membri e dalla Commissione Europea. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), insieme al programma Next Generation EU, continua a rappresentare un pilastro fondamentale per il rilancio delle economie europee. I progetti legati alla transizione verde e digitale stanno stimolando gli investimenti infrastrutturali e tecnologici, con un focus particolare sulla sostenibilità e sull’innovazione.

L’agrivoltaico, ad esempio, è uno dei settori che stanno beneficiando di finanziamenti mirati e incentivi fiscali. Questa tecnologia, che combina la produzione di energia solare con l’attività agricola, rappresenta un esempio virtuoso di come gli investimenti pubblici possano stimolare non solo la crescita economica, ma anche la sostenibilità ambientale. Analogamente, gli interventi in settori strategici come la mobilità sostenibile e l’efficientamento energetico stanno creando un ecosistema favorevole alla ripresa. Nonostante i segnali incoraggianti, il percorso di ripresa dell’UE non è privo di sfide. La crescita prevista per il 2024 rimane moderata e varia significativamente tra i diversi Stati membri. Paesi come la Germania, tradizionalmente locomotiva economica dell’Europa, stanno affrontando difficoltà nel rilancio del settore industriale, mentre le economie mediterranee, come l’Italia e la Spagna, stanno trainando la crescita grazie al turismo e ai consumi interni.

Un altro elemento di incertezza è rappresentato dalla situazione geopolitica globale. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, insieme ai rischi legati alla sicurezza energetica, continuano a rappresentare un potenziale freno per l’economia europea.

Con Gargano Esco innovazione e sostenibilità nel cuore dell’energia

L’azienda si distingue per la sua missione centrata su due pilastri

fondamentali: la progettazione e lo sviluppo di processi tecnologica

mente innovativi e la realizzazione di sistemi di produzione energetica orientati all’efficientamento.

L’Italia, terra di antiche tradizioni e innovazione, si pone sempre più come avanguardia nella transizione verso un’economia sostenibile. In questo contesto, Gargano Esco emerge come una società d’impresa che, con la sua missione chiara e ambiziosa, si impegna nel progettare e sviluppare processi tecnologicamente innovativi, puntando all’efficientamento dei sistemi di produzione di energia elettrica sia a livello nazionale che internazionale.

La Missione di Gargano Esco: Sviluppo Tecnologico e Sostenibilità Ambientale

Gargano Esco si distingue per la sua missione centrata su due pilastri fondamentali: la progettazione e lo sviluppo di processi tecnologicamente innovativi e la realizzazione di sistemi di produzione energetica orientati all’efficientamento. Questa visione, ambiziosa e sostenibile, riflette la consapevolezza dell’importanza di investire in soluzioni energetiche all’avanguardia per affrontare le sfide dell’attuale scenario ambientale.

1) Progettazione e Sviluppo di Processi Innovativi: La Chiave dell’Efficienza Energetica Il primo pilastro dell’attività di Gargano Esco si concentra sulla progettazione e lo sviluppo di processi tecnologicamente innovativi. Questo significa affrontare la sfida dell’efficienza energetica attraverso l’introduzione di soluzioni avanzate e sostenibili. La società si impegna a studiare e implementare processi che non solo massimizzino la produzione di energia elettrica ma che, al contempo, riducano l’impatto ambientale. Questo approccio è particolarmente rilevante in un’epoca in cui la necessità di ridurre le emissioni di gas serra e di abbracciare fonti di energia rinnovabile è al centro delle preoccupazioni globali. Gargano Esco, attraverso la progettazione di processi all’avanguardia, contribuisce a plasmare un futuro in cui l’energia è prodotta in modo sostenibile e responsabile.

2) Realizzazione di Sistemi Energetici: Massimizzare il Rendimento e Ridurre il Consumo Il secondo elemento chiave dell’attività di Gargano Esco

riguarda la realizzazione di sistemi energetici, con l’obiettivo di massimizzarne il rendimento e ridurne il consumo. La società si distingue per la capacità di concepire e implementare soluzioni su misura, orientate a ottenere un generalizzato risparmio energetico. Questo approccio non solo risponde alle esigenze attuali di efficienza, ma anticipa le sfide future, anticipando le tendenze di mercato e le normative ambientali sempre più stringenti.

Gargano Esco come General Contractor per il

Superbonus 110%: Un Contributo Decisivo alla

Riqualificazione Energetica

Il ruolo di Gargano Esco come General Contractor per il

Superbonus 110% rappresenta un capitolo significativo nel suo impegno verso la sostenibilità e l’efficienza energetica. La società ha realizzato centinaia di commesse in questo contesto, sottolineando la sua capacità di gestire progetti complessi e multidisciplinari.

Il Superbonus 110% è una misura chiave per incentivare la riqualificazione energetica degli edifici, promuovendo l’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate. In questo

contesto, Gargano Esco ha dimostrato il suo impegno nel supportare la trasformazione degli edifici esistenti in strutture a basso impatto ambientale, contribuendo così al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio e al miglioramento della qualità dell’aria.

L’Impegno Continuo per un Futuro Sostenibile

In conclusione, Gargano Esco si erge come un esempio di impegno per la sostenibilità e l’innovazione nell’ambito energetico. La società, con la sua missione chiara e il track record di successo, si posiziona al centro di una trasformazione necessaria per garantire un futuro energetico sostenibile. Attraverso la progettazione di processi innovativi e la realizzazione di sistemi energetici avanzati, Gargano Esco contribuisce in modo significativo alla costruzione di un mondo in cui l’energia è prodotta e utilizzata in modo intelligente, rispettando l’ambiente e promuovendo la qualità della vita per le generazioni future.

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Educazione finanziaria: come investono gli italiani nel 2024

Il 38% degli italiani dichiara di avere conoscenze di base sulla gestione del denaro e sugli strumenti finanziari

A maggio 2024, il panorama degli investimenti in Italia riflette un cambiamento progressivo nei comportamenti dei risparmiatori. Sebbene la tradizionale prudenza degli italiani rimanga un tratto distintivo, l’educazione finanziaria sta acquisendo un ruolo sempre più centrale, guidando scelte di investimento più consapevoli e diversificate.

Secondo recenti studi di settore, circa il 38% degli italiani dichiara di avere conoscenze di base sulla gestione del denaro e sugli strumenti finanziari. Un dato in crescita rispetto al passato, ma ancora lontano dai livelli di alfabetizzazione finanziaria di altri Paesi europei. Le iniziative pubbliche e private per promuovere l’educazione finanziaria, come i corsi online gratuiti, le campagne informative e i programmi scolastici, stanno iniziando a dare i loro frutti. Tuttavia, la strada per colmare il divario resta lunga.

Storicamente, gli italiani hanno preferito investire in strumenti sicuri, come i conti di risparmio, i titoli di Stato e il mattone. Anche nel 2024, questa tendenza rimane forte: circa il 60% delle famiglie italiane considera i beni immobiliari una forma primaria di investimento. Tuttavia, le condizioni del mercato, con prezzi degli immobili che in alcune aree continuano a salire, stanno spingendo molti risparmiatori a cercare alternative più flessibili e meno onerose.

I titoli di Stato italiani, dopo un periodo di relativa stagnazione, stanno vivendo una rinnovata popolarità, grazie ai rendimenti più alti resi possibili dalle politiche della Banca Centrale Europea. Il BTP Valore, introdotto con successo nel 2023 e rilanciato nel 2024, rappresenta un esempio concreto di come lo Stato stia cercando di attirare il risparmio privato, offrendo condizioni favorevoli e promuovendo una maggiore fiducia tra i cittadi-

ni. Un fenomeno interessante che sta emergendo è l’aumento dell’interesse per gli investimenti ESG (Environmental, Social, and Governance). Gli italiani stanno dimostrando una crescente sensibilità verso temi come la sostenibilità ambientale e l’etica negli investimenti. Secondo una recente indagine, il 22% degli investitori italiani considera i criteri ESG un fattore determinante nella scelta degli strumenti finanziari. Questo trend è alimentato anche dalla maggiore trasparenza richiesta alle aziende e dai regolamenti europei, che stanno spingendo verso una finanza più responsabile.Un altro cambiamento significativo riguarda l’approccio delle nuove generazioni agli investimenti. I giovani italiani, più digitalizzati e aperti al rischio rispetto ai loro genitori, stanno rivolgendosi a piattaforme fintech per investire in azioni, criptovalute e fondi indicizzati. Gli strumenti di trading online, spesso accompagnati da app intuitive e costi contenuti, hanno reso l’accesso ai mercati finanziari più democratico. Tuttavia, l’assenza di una solida base di educazione finanziaria in questa fascia di popolazione rappresenta un rischio. Gli esperti sottolineano come molti giovani si affidino più al “sentito dire” o alle tendenze di mercato che a un’analisi consapevole, aumentando il rischio di errori e perdite significative. Nonostante i progressi, l’Italia resta un Paese in cui le disuguaglianze finanziarie si riflettono anche nel modo in cui si investe. Mentre le nuove generazioni sono più propense a sperimentare strumenti innovativi, le fasce di popolazione più anziane continuano a preferire opzioni a basso rischio. Questo gap generazionale è alimentato dalla mancanza di programmi educativi accessibili a tutte le età e dalla scarsa presenza di consulenti finanziari indipendenti, in grado di fornire orientamento neutrale.

La bolla immobiliare: cos’è e quali rischi può comportare nel 2024

A maggio 2024, il tema delle bolle immobiliari torna di attualità in diversi mercati globali, con analisi che mettono in guardia sui possibili rischi legati a una crescita eccessiva dei prezzi degli immobili. Ma cosa si intende esattamente per “bolla immobiliare”? E quali potrebbero essere le conseguenze di un suo scoppio, sia a livello economico che sociale?

Una bolla immobiliare si verifica quando il valore degli immobili cresce in modo sproporzionato rispetto ai loro fondamentali economici, come il reddito medio della popolazione, il livello occupazionale e la domanda reale di abitazioni. Questa crescita è spesso alimentata da speculazioni, un accesso facile al credito e un eccesso di ottimismo tra gli investitori. Tuttavia, una volta che il mercato si rende conto che i prezzi non sono più sostenibili, si assiste a un improvviso calo delle valutazioni, con effetti devastanti per l’intero sistema economico. Alla base di una bolla immobiliare ci sono una serie di fattori, spesso interconnessi. Tra i principali, troviamo: Facilità di accesso al credito: Quando le banche adottano politiche di prestito troppo permissive, concedendo mutui anche a chi non ha una solida capacità di rimborso, si crea una pressione artificiale sulla domanda di immobili, spingendo i prezzi verso l’alto.

Speculazione: Gli investitori acquistano immobili non per necessità abitativa, ma con l’idea di rivenderli a breve termine a un prezzo più alto, alimentando una spirale inflazionistica. Bassi tassi di interesse: Costi di finanziamento contenuti rendono più conveniente accendere mutui, aumentando la domanda di case.

Fiducia eccessiva nel mercato: La convinzione diffusa che i prezzi degli immobili possano solo aumentare porta a com-

portamenti irrazionali, con investimenti massicci anche in zone poco richieste o in condizioni economiche poco stabili. Il panorama globale nel 2024

In alcuni mercati internazionali, come gli Stati Uniti, l’Australia e alcuni Paesi europei, gli analisti stanno osservando segnali che potrebbero preludere a una nuova fase di instabilità nel settore immobiliare. Questi segnali includono una crescita dei prezzi fuori scala rispetto ai redditi medi e un aumento delle insolvenze nei mutui, soprattutto dopo l’aumento dei tassi di interesse deciso dalle banche centrali per combattere l’inflazione.

In Italia, invece, il mercato immobiliare sta vivendo una fase di relativa stabilità, anche se con dinamiche regionali molto diverse. Le grandi città come Milano e Roma continuano a vedere un aumento dei prezzi, trainato dalla forte domanda e dall’interesse degli investitori internazionali. Tuttavia, in molte aree interne e del Sud, i prezzi rimangono stagnanti o in calo, riflettendo le difficoltà economiche locali e una domanda abitativa insufficiente.

Lo scoppio di una bolla immobiliare può avere effetti devastanti. Innanzitutto, si verifica un crollo dei prezzi, che porta molti proprietari a trovarsi con mutui superiori al valore delle loro case (il cosiddetto negative equity). Questo genera insolvenze, perdita di fiducia nel sistema bancario e una contrazione del credito, con ricadute su tutta l’economia.

A livello sociale, una crisi immobiliare accentua le disuguaglianze. Chi ha acquistato case a prezzi elevati si ritrova in difficoltà economica, mentre chi non è riuscito ad accedere al mercato immobiliare si trova di fronte a una maggiore incertezza abitativa, soprattutto nelle grandi città.

THE FUTURE

IS NOW

GARGANO

rubrica di settore

PROGETTAZIONE E PNRR: LA CHIAVE PER IL FUTURO ECONOMICO DELL’ITALIA

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’opportunità unica per rilanciare l’economia italiana dopo le sfide poste dalla pandemia e per affrontare le transizioni green e digitali che stanno trasformando il panorama globale. Tuttavia, il successo di questa imponente operazione dipende in gran parte dalla qualità e dall’efficacia della progettazione. In un contesto in cui il tempo è un fattore critico e le risorse devono essere allocate in modo strategico, la fase progettuale è il fulcro attorno a cui ruota l’intera macchina del PNRR. Con oltre 190 miliardi di euro destinati a progetti di sviluppo, modernizzazione e sostenibilità, il PNRR pone al centro la necessità di una progettazione che non solo sia tecnicamente impeccabile, ma che sappia anche anticipare i cambiamenti strutturali dell’economia e della società.

I settori prioritari come infrastrutture, energia, digitale e sanità richiedono piani dettagliati e innovativi per rispondere alle esigenze attuali e per garantire una crescita sostenibile nel lungo termine. Per esempio, nel campo della transizione ecologica, i progetti devono includere soluzioni per ridurre le emissioni di CO2, promuovere l’economia circolare e sviluppare infrastrutture per le energie rinnovabili. Nel digitale, è fondamentale progettare infrastrutture e servizi che favoriscano la connettività, la cybersecurity e l’alfabetizzazione digitale.

La progettazione, in questo contesto, deve andare oltre la semplice esecuzione tecnica per diventare uno strumento

di visione strategica. Serve capacità di immaginare il futuro e di integrare gli obiettivi di sostenibilità, innovazione e inclusività in ogni intervento. Nonostante l’enorme potenziale del PNRR, la progettazione si scontra con numerose difficoltà. Una delle principali è la complessità burocratica. Le normative complesse e spesso sovrapposte rappresentano un ostacolo significativo, rallentando l’approvazione dei progetti e la loro attuazione.

Un altro problema critico è la mancanza di competenze adeguate in alcune amministrazioni pubbliche, che spesso non dispongono del know-how necessario per gestire progetti di grande portata. Questo limite si traduce in ritardi nella presentazione dei piani e nell’accesso ai finanziamenti europei.

A ciò si aggiunge la sfida del tempo. Il PNRR prevede scadenze stringenti per l’utilizzo dei fondi, con la maggior parte dei progetti che devono essere completati entro il 2026. Questo lascia poco margine di errore e rende fondamentale una pianificazione accurata fin dall’inizio. In questo scenario, il settore privato gioca un ruolo fondamentale. Le imprese, soprattutto quelle attive nell’ambito della consulenza, dell’ingegneria e della tecnologia, possono supportare la pubblica amministrazione nella fase di progettazione, offrendo competenze specializzate e strumenti innovativi.

I partenariati pubblico-privati rappresentano una soluzione promettente per accelerare i tempi e migliorare la qualità dei progetti. Ad esempio, le aziende pri-

vate possono contribuire con tecnologie avanzate per la gestione dei dati e per il monitoraggio degli impatti ambientali e sociali dei progetti, garantendo maggiore trasparenza e controllo.

Inoltre, il settore privato ha la capacità di attrarre investimenti aggiuntivi, moltiplicando l’impatto economico del PNRR. Questo è particolarmente rilevante nei settori ad alta intensità di capitale, come le infrastrutture energetiche e digitali. Nonostante le difficoltà, il PNRR offre opportunità straordinarie per modernizzare il Paese e renderlo più competitivo a livello internazionale. Per le imprese e i professionisti della progettazione, questo rappresenta un momento storico per contribuire alla trasformazione dell’Italia, facendo leva su innovazione, sostenibilità e collaborazione.

La progettazione non è solo un mezzo per accedere ai fondi del PNRR, ma un’opportunità per ripensare il modo in cui si concepiscono gli interventi pubblici e privati. Le aziende e le istituzioni che sapranno cogliere questa sfida saranno protagoniste di una nuova fase di sviluppo, con benefici economici, sociali e ambientali che si estenderanno ben oltre il 2026.

La fase progettuale del PNRR è molto più di un passaggio tecnico. È il cuore pulsante di un processo di rinnovamento che può ridisegnare l’economia e la società italiane. Con una visione chiara, competenze adeguate e un approccio collaborativo, l’Italia può trasformare questa sfida in un’opportunità storica, costruendo le basi per una crescita sostenibile e inclusiva per le generazioni future.

economia a 360°

BLOCKCHAIN ED ECONOMIA: UNA RIVOLUZIONE IN ATTO CON NUOVE OPPORTUNITÀ PER L’ECONOMIA ITALIANA

La blockchain è una delle innovazioni tecnologiche più significative degli ultimi anni, destinata a rivoluzionare profondamente il funzionamento dell’economia globale. Nata come tecnologia alla base delle criptovalute, ha rapidamente ampliato il proprio raggio d’azione, trovando applicazione in settori come finanza, supply chain, sanità, energia e pubblica amministrazione. Ma cosa rende la blockchain così speciale? E quali opportunità offre all’economia, italiana e internazionale?

La blockchain può essere immaginata come un registro digitale distribuito, in cui ogni transazione è registrata in modo trasparente, sicuro e immutabile. Il sistema funziona grazie a una rete di nodi decentralizzati che verificano e convalidano le informazioni senza necessità di un’autorità centrale. Questo riduce il rischio di frodi, errori e manipolazioni, rendendo la tecnologia particolarmente affidabile.

La decentralizzazione della blockchain elimina intermediari tradizionali, come banche o enti governativi, abbattendo i costi e accelerando i tempi delle transazioni. Per il settore economico, questo rappresenta un vantaggio competitivo straordinario, soprattutto in un contesto in cui l’efficienza e la trasparenza sono sempre più richieste dai consumatori e dagli investitori. Uno dei settori che ha maggiormente beneficiato dell’applicazione della blockchain è quello finanziario. Le criptovalute, come Bitcoin ed Ethereum, hanno introdotto nuovi modi di gestire e trasferire denaro senza confini geografici, in modo rapido e con commissioni ridotte. Questo ha facilitato l’inclusione finanziaria di milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo, dove i servizi bancari tradizionali sono spesso assenti o inaccessibili. Ma l’impatto della blockchain va oltre le criptovalute. Tecnologie come gli smart contract, protocolli auto-eseguibili basati su blockchain, stanno trasformando il mondo della finanza decentralizzata (DeFi). Questi strumenti consentono di automatizzare processi complessi, come la concessione di prestiti o la gestione di investimenti, riducendo i costi di gestione e aumentando la sicurezza delle operazioni. Anche in Italia, la finanza decentralizzata sta iniziando a fare breccia. Molte startup fintech stanno sviluppando piattaforme basate su blockchain per rendere i mercati finanziari più accessibili e trasparenti. Allo stesso tempo, le grandi istituzioni finanziarie stanno investendo in ricerca e sviluppo per integrare questa tecnologia

nei propri processi. La blockchain sta anche rivoluzionando il modo in cui le aziende gestiscono le proprie catene di approvvigionamento. Grazie alla sua capacità di registrare ogni transazione in modo immutabile, la tecnologia permette di tracciare l’intero ciclo di vita di un prodotto, dalla materia prima al consumatore finale. Per esempio, nel settore agroalimentare, la blockchain consente ai consumatori di verificare l’origine e la qualità dei prodotti che acquistano, aumentando la fiducia nei confronti dei marchi. Allo stesso tempo, le aziende possono ottimizzare i processi logistici, riducendo sprechi e costi.

Anche l’Italia, con il suo ricco patrimonio agroalimentare, sta beneficiando di queste innovazioni. Alcune aziende hanno iniziato a utilizzare la blockchain per certificare la provenienza di prodotti tipici, come vino, olio d’oliva e formaggi, valorizzando il Made in Italy e proteggendolo da contraffazioni.

L’Italia si trova in una posizione unica per sfruttare le potenzialità della blockchain. Grazie alla combinazione di un’economia diversificata e di un vivace ecosistema di startup, il Paese può diventare un hub per lo sviluppo di soluzioni innovative basate su questa tecnologia.

Uno degli ambiti più promettenti è quello dell’energia. La blockchain può essere utilizzata per gestire reti energetiche decentralizzate, facilitando lo scambio di energia tra produttori e consumatori in modo trasparente ed efficiente. Questo modello è particolarmente interessante per le comunità energetiche locali, che possono così ridurre i costi e promuovere la sostenibilità ambientale.

Un altro settore in cui la blockchain può fare la differenza è la pubblica amministrazione. L’utilizzo di registri distribuiti per la gestione dei dati pubblici può migliorare la trasparenza e ridurre la corruzione, aumentando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Alcuni comuni italiani stanno già sperimentando queste soluzioni, con risultati promettenti.

Nonostante le enormi potenzialità, l’adozione della blockchain non è priva di sfide. Tra le principali criticità vi sono i costi iniziali di implementazione, la complessità tecnologica e la mancanza di competenze specifiche. Inoltre, la normativa su blockchain e criptovalute è ancora in fase di definizione, creando incertezza per le aziende che vogliono investire in questo settore.

A cura di GARGANO GREEN ENERGY

GREEN ECONOMY

ENERGIE RINNOVABILI: L’AUTOPRODUZIONE COME CHIAVE DI RISPARMIO E SALVAGUARDIA AMBIENTALE

L’edilizia ecosostenibile e l’utilizzo delle energie rinnovabili sono oggi temi centrali nella trasformazione dei nostri stili di vita e delle nostre economie. La crescente consapevolezza sull’emergenza climatica e l’adozione di politiche mirate stanno aprendo nuove prospettive per costruire un futuro basato sulla sostenibilità ambientale e sul risparmio energetico. Come azienda impegnata nel settore delle energie alternative, ci troviamo in prima linea in questa transizione, promuovendo soluzioni innovative che possano trasformare il modo in cui viviamo e interagiamo con l’ambiente.

Tra i molteplici vantaggi dell’edilizia ecosostenibile, uno degli aspetti più rilevanti è rappresentato dall’autoproduzione energetica. Questo concetto non si limita a ridurre la dipendenza dalle fonti fossili, ma offre anche significative opportunità di risparmio economico e una riduzione concreta dell’impatto ambientale. Grazie all’installazione di impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo e soluzioni di gestione intelligente dell’energia, un edificio può diventare una vera e propria centrale elettrica autosufficiente, capace di coprire il proprio fabbiso-

gno energetico e, in alcuni casi, di immettere l’energia in eccesso nella rete.

L’Autoproduzione Come Pilastro della Sostenibilità

L’autoproduzione di energia rappresenta una rivoluzione silenziosa ma di enorme portata. Tradizionalmente, l’energia veniva prodotta in grandi centrali, distribuita attraverso lunghe reti e consumata da utenti finali spesso inconsapevoli del ciclo energetico. Con l’avvento delle tecnologie rinnovabili, questo paradigma si sta invertendo: oggi, ogni edificio può diventare un nodo attivo della rete, riducendo le perdite energetiche e abbassando i costi di distribuzione.

L’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti di abitazioni e strutture commerciali è uno degli esempi più diffusi di autoproduzione. In Italia, grazie a incentivi fiscali come l’Ecobonus e il Superbonus, la diffusione di queste tecnologie ha registrato un’impennata. Un impianto fotovoltaico ben dimensionato può generare energia sufficiente a soddisfare i consumi di una famiglia media, abbattendo le bollette e contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO₂. Inoltre, l’energia solare è una risorsa inesauribile, che rende questo modello particolarmente sostenibile nel lungo termine.

Risparmio Economico e Benefici Ambientali

Investire in tecnologie per l’autoproduzione energetica comporta un duplice vantaggio. Da un lato, si riducono drasticamente i costi energetici, trasformando una spesa costante in un investimento che si ripaga nel tempo. Le stime attuali indicano che un impianto fotovoltaico domestico può ridurre le spese energetiche fino al 70%, con un ritorno sull’investimento in pochi anni. Dall’altro, ogni chilowattora prodotto da fonti rinnovabili contribuisce a ridurre l’impatto ambientale, evitando l’emissione di gas serra e preservando risorse naturali.

Un altro aspetto cruciale è rappresentato dai sistemi di accumulo energetico. Le batterie di ultima generazione permettono di immagazzinare l’energia prodotta durante le ore diurne per utilizzarla di notte o nei momenti di maggiore domanda. Questo rende possibile una gestione energetica ottimale, aumentando l’autonomia dell’edificio e riducendo la necessità di prelevare energia dalla rete nei momenti di picco, quando i costi sono più elevati.

Un Modello Versatile per Tutti i Settori L’autoproduzione energetica non si limita al settore residenziale, ma trova applicazione in contesti industriali, agricoli e commerciali. Nel mondo dell’edilizia, la combinazione di energie rinnovabili con materiali sostenibili sta ridisegnando il concetto stesso di costruzione. Edifici progettati con criteri

ecosostenibili, dotati di impianti solari, geotermici o eolici, non solo migliorano il bilancio energetico, ma offrono un comfort superiore grazie a un microclima interno ottimale e a costi di gestione ridotti.

Nel settore agricolo, l’integrazione tra autoproduzione energetica e pratiche sostenibili sta rivoluzionando le modalità di produzione. I sistemi di irrigazione alimentati da energia solare, ad esempio, permettono di ridurre i consumi idrici ed energetici, mentre le serre fotovoltaiche uniscono la produzione agricola a quella energetica, massimizzando l’efficienza delle risorse disponibili.

Ostacoli e Opportunità

Nonostante i vantaggi evidenti, la transizione verso un modello di edilizia sostenibile e autoproduzione energetica non è priva di ostacoli. I costi iniziali di installazione, la complessità delle normative e la burocrazia rappresentano ancora barriere significative. Per superare queste difficoltà, è essenziale un maggiore coordinamento tra pubblico e privato, accompagnato da politiche fiscali favorevoli e programmi di sensibilizzazione.

In questo contesto, la nostra azienda si impegna a offrire soluzioni integrate che rendano accessibili a tutti i benefici dell’autoproduzione energetica. La chiave del successo risiede nella progettazione personalizzata, che tiene conto delle specifiche esigenze di ogni cliente e delle peculiarità del territorio. Inoltre, investiamo costantemente nella formazione dei nostri tecnici e collaboratori, per garantire un servizio di eccellenza che accompagni i clienti lungo tutto il percorso, dalla progettazione all’installazione e alla manutenzione.

Guardando al Futuro

L’edilizia ecosostenibile e le energie rinnovabili non rappresentano solo una risposta alle sfide ambientali, ma offrono un’opportunità unica per ridefinire il nostro modello economico e sociale. In un mondo sempre più interconnesso, la possibilità di autoprodurre energia consente di ridurre le disuguaglianze, garantendo accesso a risorse energetiche pulite e a costi contenuti.

Il futuro appartiene a chi saprà cogliere queste opportunità, investendo in innovazione e sostenibilità. Come azienda, crediamo fermamente che l’autoproduzione energetica non sia solo una tecnologia, ma un vero e proprio cambio di paradigma, capace di trasformare il nostro modo di vivere, lavorare e interagire con il pianeta. La sfida è ambiziosa, ma i benefici sono immensi: un mondo più pulito, più equo e più prospero per le generazioni a venire.

A cura di GARGANO ESCO

EDILIZIA ECOSOSTENIBILE CON LA CANAPA: UNA RIVOLUZIONE VERDE PER IL FUTURO DELLE COSTRUZIONI

L’edilizia si trova in una fase di transizione cruciale, e la sostenibilità ambientale rappresenta oggi uno dei pilastri su cui edificare il futuro. Tra le soluzioni più innovative e promettenti in questo contesto si distingue l’utilizzo della canapa industriale, un materiale che, grazie alle sue proprietà uniche, sta emergendo come protagonista di un nuovo paradigma edilizio. Non si tratta di una scelta puramente simbolica o di nicchia: la canapa, con il suo profondo impatto ecologico, tecnologico ed economico, offre una risposta concreta alle sfide che il settore delle costruzioni si trova ad affrontare. La canapa industriale è una pianta dalle straordinarie qualità, coltivabile senza pesticidi e con una ridotta necessità di acqua. Da essa si ricava il hempcrete, un biocomposito formato da canapulo (la parte legnosa della pianta), calce e acqua. Questo materiale possie-

de caratteristiche che lo rendono estremamente adatto per l’edilizia sostenibile: è leggero, traspirante, resistente e altamente isolante, sia termicamente che acusticamente. Il hempcrete consente di migliorare il comfort abitativo grazie alla sua capacità di regolare naturalmente l’umidità degli ambienti, riducendo la necessità di riscaldamento e raffrescamento e contribuendo così a un notevole risparmio energetico. Oltre alle proprietà funzionali, la canapa rappresenta una soluzione di straordinario valore dal punto di vista ambientale. Durante il ciclo di vita dell’edificio, il materiale realizzato con la canapa assorbe anidride carbonica, bilanciando o addirittura superando le emissioni prodotte durante la costruzione. Questo lo rende un materiale con un bilancio di carbonio neutro o negativo, un aspetto fondamentale

per un settore come quello edilizio, responsabile di una significativa quota delle emissioni globali di gas serra.

In un periodo in cui l’Unione Europea e i governi nazionali spingono per una rapida transizione verde, l’utilizzo della canapa risponde perfettamente alle esigenze di sostenibilità e riduzione dell’impatto ambientale. Le direttive comunitarie, unite ai fondi del PNRR e agli incentivi fiscali come il Superbonus, offrono un’occasione senza precedenti per promuovere l’adozione di materiali ecologici nelle costruzioni. La canapa, in questo contesto, può svolgere un ruolo da protagonista, contribuendo a ridurre le emissioni, migliorare l’efficienza energetica degli edifici e creare un modello produttivo più circolare.

La sfida, però, non è solo tecnica. Per rendere l’edilizia con la canapa una realtà diffusa è necessaria una filiera strutturata, capace di integrare produzione agricola, trasformazione industriale e applicazione edilizia. In Italia, la coltivazione della canapa potrebbe rappresentare una grande opportunità per l’agricoltura, soprattutto nelle aree rurali colpite dalla crisi economica e dallo spopolamento. Il nostro Paese vanta una lunga tradizione nella lavorazione della canapa, che può essere rilanciata grazie a politiche mirate e a una maggiore sensibilizzazione verso le potenzialità di questa pianta. Dal punto di vista economico, l’edilizia con la canapa offre anche vantaggi tangibili per i costruttori e i proprietari di immobili. Sebbene i costi iniziali di costruzione possano risultare leggermente superiori rispetto ai metodi tradizionali, i benefici a lungo termine sono significativi. I risparmi derivanti dall’efficienza energetica, dalla durabilità del materiale e dalla ridotta necessità di manutenzione compensano ampiamente l’investimento iniziale. Inoltre, l’impiego della canapa permette di rispondere alle crescenti richieste di edifici sostenibili da parte di consumatori e investitori, sempre più attenti agli impatti ambientali delle proprie scelte.

Come general contractor, è chiaro che uno degli ostacoli principali alla diffusione dell’edilizia con la canapa è rappresentato dalla mancanza di conoscenza e fiducia nei confronti di questa tecnolo-

gia. Molti operatori del settore non sono ancora consapevoli delle potenzialità del hempcrete, né hanno le competenze necessarie per utilizzarlo efficacemente. Questo evidenzia l’importanza di investire nella formazione e nell’aggiornamento professionale, così da diffondere le conoscenze tecniche e normative necessarie per integrare la canapa nei progetti edilizi.

La frammentazione normativa è un ulteriore ostacolo da superare. Attualmente, in Italia, non esistono standard tecnici univoci che regolamentino l’uso della canapa nell’edilizia, creando incertezza tra i professionisti e i potenziali investitori. È fondamentale che le istituzioni intervengano per creare un quadro normativo chiaro e incentivante, che favorisca lo sviluppo e la diffusione di questa tecnologia. Un altro elemento cruciale è il rapporto con le comunità locali. La coltivazione della canapa e il suo utilizzo nell’edilizia rappresentano un’opportunità non solo per le imprese, ma anche per le aree rurali e le piccole comunità agricole, che possono trarre vantaggio dalla diversificazione delle colture e dalla creazione di nuove filiere produttive. Tuttavia, per costruire un consenso attorno a questi progetti, è essenziale coinvolgere fin dall’inizio i soggetti locali, spiegando i benefici ambientali, economici e sociali della canapa.

L’edilizia ecosostenibile con la canapa non è solo una scelta per il futuro, ma una necessità del presente. In un contesto globale caratterizzato dal cambiamento climatico, dalla crisi energetica e dalla crescente pressione sulle risorse naturali, questa tecnologia rappresenta una risposta concreta e innovativa. L’Italia, con il suo patrimonio di competenze agricole e artigianali, ha un’opportunità unica per diventare leader in questo settore.

Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità di affrontare le sfide con visione e determinazione. È necessario un impegno collettivo, che coinvolga istituzioni, imprese, professionisti e cittadini, per trasformare l’edilizia con la canapa da innovazione di nicchia a pilastro della costruzione sostenibile. Il futuro delle costruzioni è verde, e la canapa potrebbe essere una delle chiavi per costruire un mondo migliore per le generazioni a venire.

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