Magazine P&F giugno2024

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PROJECT FINANCING: UNA LEVA PER IL FUTURO TRA INFRASTRUTTURE,

SOSTENIBILITÀ E SFIDE NORMATIVE

Il project financing sta emergendo come uno degli strumenti più efficaci per affrontare le sfide globali e locali legate allo sviluppo infrastrutturale, alla sostenibilità e alla rigenerazione urbana. In un momento storico in cui il cambiamento climatico, la transizione energetica e la modernizzazione delle infrastrutture richiedono soluzioni innovative, questo modello si rivela un catalizzatore cruciale per unire risorse pubbliche e private in progetti ad alto impatto economico, ambientale e sociale.

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In Italia, le opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresentano una piattaforma unica per sfruttare il potenziale del project financing. Con una dotazione di oltre 191,5 miliardi di euro, il PNRR mira a trasformare il Paese in un laboratorio di innovazione e sostenibilità. Tuttavia, la capacità di trasformare questa visione in realtà dipenderà in gran parte dall’abilità di integrare investimenti privati nei grandi progetti infrastrutturali, sia per completare le opere strategiche sia per garantire la loro gestione efficiente nel lungo periodo.

Tra gli esempi più rilevanti, la rigenerazione urbana e la transizione ecologica si pongono al centro di un nuovo paradigma. Le smart cities, le infrastrutture energetiche rinnovabili e la riqualificazione di aree degradate rappresentano non solo sfide tecniche ma anche opportunità per ripensare il rapporto tra città e ambiente. In questo contesto, strumenti finanziari come i green bond e le certificazioni ESG stanno ridefinendo le regole del gioco, attirando investitori interessati a progetti che coniughino redditività e impatto positivo. I green bond, in particolare, offrono un meccanismo trasparente per canalizzare risorse verso iniziative sostenibili, riducendo al contempo il costo del capitale per gli emittenti.

Ma se da un lato il project financing apre nuove prospettive, dall’altro richiede un contesto normativo e burocratico adeguato per esprimere tutto il suo potenziale. In Italia, la complessità delle procedure autorizzative e la mancanza di standardizzazione nei contratti rappresentano ancora ostacoli significativi. Rispetto a paesi come il Regno Unito o la Francia, dove il partenariato pubblico-privato (PPP) è consolidato da decenni, l’Italia deve ancora superare un deficit di trasparenza, efficienza e competenze tecniche. Le riforme previste nel quadro del PNRR, come la semplificazione amministrativa e l’introduzione di linee guida più chiare, rappresentano passi nella giusta direzione, ma occorre fare di più per creare un ecosistema realmente attrattivo per gli investitori internazionali.

Il project financing non è solo uno strumento finanziario: è una visione strategica che integra risorse, competenze e obiettivi di lungo termine. Per l’Italia, questa visione è una leva fondamentale per colmare il divario infrastrutturale con gli altri paesi europei e per costruire un futuro più resiliente e inclusivo. È essenziale, però, adottare un approccio olistico che metta al centro la sostenibilità e l’innovazione, rafforzando il dialogo tra pubblico e privato e promuovendo una cultura della collaborazione e della trasparenza.

In definitiva, il successo del project financing in Italia dipenderà dalla capacità di affrontare le sfide normative e burocratiche con pragmatismo, di attrarre capitali privati con strumenti finanziari innovativi e di utilizzare le risorse del PNRR per innescare un cambiamento strutturale. Questa non è solo un’opportunità per modernizzare il Paese, ma una responsabilità verso le generazioni future, che erediteranno non solo le infrastrutture fisiche, ma anche le fondamenta di una nuova economia verde e digitale. Il momento di agire è ora, e il project financing potrebbe essere la chiave per aprire le porte di un futuro più sostenibile e prospero.

Tommaso Mazziotti

Zalando e il boom di vendite nel secondo trimestre 2024

Grazie alla significativa crescita nella categoria Sport, all’espansione della gamma di prodotti di alta qualità, agli investimenti in ispirazione tramite intelligenza artificiale e alla crescita a doppia cifra nel settore B2B

Zalando ha registrato nel secondo trimestre un’accelerazione nella crescita e un miglioramento della redditività grazie all’espansione dell’offerta lifestyle, con una forte crescita nelle categorie Sport, Designer e Beauty. Questo è stato possibile grazie all’aggiunta di nuovi marchi, a investimenti in esperienze innovative basate sull’intelligenza artificiale per intrattenere i clienti e all’espansione del segmento B2B. Il numero di clienti attivi è aumentato di 300.000 unità, raggiungendo 49,8 milioni dalla fine del primo trimestre del 2024.

Questi risultati evidenziano i progressi realizzati nell’implementazione della strategia aggiornata di Zalando, annunciata a marzo, che mira a costruire il principale ecosistema paneuropeo di e-commerce di moda e lifestyle, concentrandosi su due principali aree di

crescita: Business-to-Consumer (B2C) e Business-to-Business (B2B). Il Gross Merchandise Volume (GMV) è aumentato del 2,8%, raggiungendo 3,8 miliardi di euro nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre il fatturato è cresciuto del 3,4%, attestandosi a 2,6 miliardi di euro rispetto al secondo trimestre dell’anno scorso. L’utile rettificato prima di interessi e imposte (EBIT rettificato) è salito a 171,6 milioni di euro, in linea con le aspettative del mercato, rispetto ai 144,8 milioni di euro dello stesso trimestre dell’anno precedente. Questo miglioramento della redditività è stato possibile grazie a una gestione più efficace dell’inventario e a una riduzione dei costi di fulfillment, con un aumento del margine EBIT di 0,8 punti percentuali, portandolo al 6,5% del fatturato.

Zalando conferma le previsioni per l’intero anno 2024, prevedendo che sia il GMV sia il fatturato cresceranno tra lo 0% e il 5% rispetto al 2023. L’azienda continuerà a concentrarsi su una crescita redditizia, con una progressione costante dei margini. L’EBIT dovrebbe collocarsi tra 380 e 450 milioni di euro. “La strategia ecosistemica consente a Zalando di coprire una quota maggiore del mercato dell’e-commerce di moda e lifestyle. La risposta positiva da parte dei clienti e dei brand partner nel secondo trimestre conferma questa visione”, ha dichiarato Robert Gentz, co-CEO di Zalando. “I nostri clienti B2C sono entusiasti dei marchi di qualità aggiunti su Zalando, del tempo trascorso con nuovi strumenti e contenuti digitali e dell’offerta lifestyle in espansione in categorie come sport, design e bellezza. Abbiamo registrato

una crescita a doppia cifra anche nel B2B, dimostrando che entrambi i vettori di crescita stanno dando buoni risultati”. Nel contesto del vettore B2C, il primo pilastro di crescita di Zalando è differenziarsi puntando sulla qualità per offrire la migliore esperienza di acquisto possibile nel settore moda e lifestyle. Nel secondo trimestre, l’azienda ha migliorato l’esperienza di acquisto rendendola più comoda, localizzata e personalizzata. Per esempio, in Svezia, Zalando ha ridotto i tempi di consegna a un massimo di uno o due giorni per la maggior parte degli articoli. Inoltre, per offrire un assortimento sempre più inclusivo, Zalando ha lanciato la sua prima collezione sportiva adattiva, composta da 14 articoli, attraverso le sue etichette private Pier One Sports e Even&Odd active.

Il secondo pilastro della strategia B2C di Zalando si concentra sull’essere una destinazione lifestyle, valorizzando le categorie esistenti grazie a assortimenti più completi, ispirazione personalizzata e un’esperienza di acquisto senza interruzioni. Nel secondo trimestre, l’azienda ha sfruttato l’”estate dello sport”, lanciando campagne sportive nelle principali città europee con icone come Robert Lewandowski e David Alaba. Questo ha portato a giugno a regi-

strare la migliore performance mensile mai ottenuta nel settore sportivo.

Per quanto riguarda il terzo pilastro - l’introduzione di nuovi formati di contenuti nella vendita e l’offerta di ispirazione e intrattenimento personalizzati - Zalando ha ulteriormente sviluppato Trend Spotter come nuova fonte di ispirazione, mostrando settimanalmente ai clienti le tendenze fashion emergenti in sei grandi capitali europee della moda. Lanciato all’inizio dell’anno, questo servizio è ora disponibile anche tramite lo Zalando Assistant. Grazie all’intelligenza artificiale generativa, lo Zalando Assistant aiuta i consumatori a navigare l’assortimento in modo più intuitivo e naturale. Inoltre, l’azienda ha raddoppiato i contenuti di alta qualità, focalizzandosi sui dettagli e sull’estetica dei prodotti, utilizzando l’intelligenza artificiale generativa per la creazione di immagini di sfondo a costi inferiori, aumentando così l’engagement dei clienti.

Il fatturato del vettore di crescita B2C è aumentato del 2,8%, raggiungendo 2,4 miliardi di euro nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre l’EBIT rettificato è salito a 165,2 milioni di euro, con un margine EBIT rettificato del 6,8% nel trimestre.

Progettazione

Progettiamo una nuova

Lo Studio è organizzato per svolgere in autonomia attività di progettazione strutturale sia nell’ambito dell’edilizia civile che industriale, sia per la creazione di nuove costruzioni che per la ristrutturazione e la rivalutazione di costruzioni esistenti.

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La direzione lavori strutturale è attuata attraverso un susseguirsi di verifiche, analisi, sopralluoghi, prove, riunioni, verbalizzazioni e attività che portano alla stesura finale della Relazione a Strutture Ultimate che rappresenta l’atto finale del processo.

Consulenze tecniche

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Gargano Green energy: Illuminiamo il futuro con progetti di riqualificazione energetica

Il concetto di comunità energetica è al centro della nostra missione.

Creiamo legami che vanno oltre la fornitura di energia.

Gargano Green Energy sta promuovendo la creazione di comunità energetiche locali

In un’epoca in cui la sostenibilità diventa il cardine delle decisioni aziendali, Gargano Green Energy si distingue come pioniere nell’ambito della riqualificazione energetica e della creazione di comunità energetiche, offrendo soluzioni innovative e sostenibili per un futuro migliore.

Gargano Green Energy non è solo un’azienda, ma una visione audace per un’Italia più verde e sostenibile. La nostra missione è chiara: guidare il paese verso un futuro energetico in cui la riqualificazione degli edifici e la creazione di comunità energetiche siano al centro della trasformazione. Ci rivolgiamo all’intero territorio nazionale, portando avanti progetti ambiziosi e soluzioni avanzate per rendere l’energia più efficiente, pulita e accessibile a tutti.

La riqualificazione energetica è la chiave per migliorare

l’efficienza degli edifici esistenti, ridurre le emissioni di carbonio e abbattere i costi energetici a lungo termine.

Gargano Green Energy si impegna in progetti di riqualificazione su larga scala, utilizzando tecnologie all’avanguardia per ottimizzare il consumo energetico e ridurre l’impatto ambientale.

nnovazione Tecnologica: Attraverso l’uso di tecnologie avanzate, come sistemi di isolamento termico e fotovoltaico, implementiamo soluzioni su misura per ogni edificio. Dalla più piccola abitazione al più grande complesso industriale, la nostra attenzione ai dettagli e la competenza tecnica garantiscono risultati eccezionali. Efficienza Energetica: La nostra filosofia si basa sull’efficienza energetica, riducendo gli sprechi e ottimizzando l’utilizzo delle risorse. Investiamo in sistemi di riscal-

damento e raffreddamento intelligenti, illuminazione a basso consumo e soluzioni per il controllo energetico, garantendo un impatto positivo sulla bolletta e sull’ambiente.

Gargano Green Energy crede nell’importanza delle comunità energetiche come mezzo per creare un sistema energetico decentralizzato e partecipativo. Le nostre iniziative mirano a coinvolgere le comunità locali, consentendo loro di produrre, consumare e condividere l’energia in modo sostenibile. Collaboriamo con cittadini, imprese e istituzioni per costruire una rete energetica condivisa, resiliente e orientata al futuro.

Produzione Locale di Energia: I nostri progetti di comunità energetica promuovono la produzione di energia a livello locale attraverso fonti rinnovabili. Dai pannelli solari alle piccole centrali eoliche, lavoriamo per ren-

dere ogni comunità autosufficiente e meno dipendente dalle fonti tradizionali.

Condivisione dell’Energia: Attraverso l’implementazione di reti intelligenti e soluzioni di storage energetico, facilitiamo la condivisione dell’energia all’interno delle comunità. Ciò non solo riduce i costi, ma crea una rete di solidarietà energetica, contribuendo a costruire comunità più forti e connesse.

Gargano Green Energy guarda al futuro con fiducia, consapevole che il cambiamento è possibile con azioni concrete e una visione condivisa. Ci impegniamo a essere parte attiva della transizione verso un’Italia sostenibile, un passo alla volta. Unisciti a noi in questo viaggio verso un futuro verde, innovativo e inclusivo - il futuro dell’energia è ora, e insieme possiamo renderlo luminoso e sostenibile per tutti.

Questo modello di finanziamento, basato sulla collabo razione tra pubblico e privato, permette di superare i tra dizionali vincoli di bilancio e di attrarre capitali privati per progetti ad alto impatto sociale ed economico

Il ruolo del project financing nelle infrastrutture pubbliche e nella rigenerazione urbana

Il project financing è uno strumento strategico che sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nella realizzazione di infrastrutture pubbliche e progetti di rigenerazione urbana. La sua capacità di attrarre capitali privati e di integrare le risorse pubbliche ha consentito di superare molte delle barriere tradizionali legate ai vincoli di bilancio, soprattutto in contesti caratterizzati da crescenti necessità infrastrutturali e limitazioni di spesa pubblica. Questo modello si basa sulla collaborazione tra settore pubblico e privato, con la creazione di una società veicolo dedicata che assume la responsabilità di pianificare, costruire e gestire il progetto. I flussi di cassa generati dall’opera stessa, come pedaggi autostradali, tariffe ospedaliere o canoni scolastici, costituiscono il meccanismo principale per il rimborso dei finanziatori, rendendo il modello economicamente sostenibile nel lungo periodo.

Negli ultimi decenni, il project financing si è affermato come una soluzione vincente per la costruzione di infrastrutture essenziali, come strade, ponti, ospedali e scuole. In Italia, esempi significativi includono la realizzazione della Variante di Valico sull’autostrada A1 e il nuovo ospedale di Mestre. Entrambi i progetti hanno dimostrato come il coinvolgimento dei capitali privati possa accelerare i tempi di realizzazione, garantire standard qualitativi elevati e, allo stesso tempo, alleviare il peso finanziario sui bilanci pubblici. A livello internazionale, uno dei casi più emblematici è il progetto Crossrail di Londra, una delle opere ferroviarie più grandi e complesse in Europa. Finanziata in parte attraverso il project financing, l’infrastruttura ha beneficiato della sinergia tra risorse pubbliche e investitori privati per rispondere alle esigenze di mobilità della capitale britannica. Il coinvolgimento di capitali privati

non si limita però alla costruzione di nuove infrastrutture, ma si estende alla rigenerazione urbana, dove il project financing ha un impatto trasformativo. La riqualificazione di aree urbane degradate o sottoutilizzate richiede spesso investimenti significativi, difficilmente sostenibili dai soli enti pubblici. In questo contesto, il project financing si rivela uno strumento fondamentale per attrarre investitori e promuovere progetti integrati che coniughino innovazione, sostenibilità e ritorni economici. Un esempio italiano di successo è rappresentato dalla rigenerazione del quartiere Porta Nuova a Milano. Grazie a una combinazione di capitali pubblici e privati, questa ex area industriale è stata trasformata in un polo moderno e vibrante, con uffici, residenze, spazi verdi e infrastrutture urbane avanzate.

All’estero, un progetto altrettanto significativo è l’Hudson Yards di New

York, un quartiere costruito ex novo su un’area sopraelevata rispetto ai binari ferroviari. Finanziato attraverso una complessa struttura di project financing, Hudson Yards rappresenta un esempio di come il partenariato pubblico-privato possa generare non solo un valore economico diretto, ma anche un impatto sociale positivo, creando nuovi posti di lavoro, attirando imprese e migliorando la qualità della vita urbana.

Nonostante il successo di molti progetti, il project financing presenta anche sfide e criticità. Una delle principali riguarda la distribuzione dei rischi tra le parti coinvolte. Sebbene il modello consenta di trasferire una parte significativa dei rischi al settore privato, è fondamentale che il contratto di partenariato sia strutturato in modo chiaro ed equo, per evitare che eventuali imprevisti ricadano esclusivamente sull’ente pubblico o sulla collettività. Inoltre, la comples-

sità e i costi iniziali legati alla strutturazione del project financing possono rappresentare un ostacolo, soprattutto per i comuni o gli enti locali di dimensioni minori, che potrebbero non disporre delle competenze tecniche necessarie.

Un ulteriore elemento di attenzione riguarda l’accettazione sociale dei progetti. Il coinvolgimento di capitali privati in infrastrutture tradizionalmente pubbliche può suscitare resistenze da parte delle comunità locali, preoccupate per possibili aumenti delle tariffe o per un accesso meno equo ai servizi. È quindi fondamentale garantire la trasparenza e il coinvolgimento degli stakeholder durante tutte le fasi del progetto, dalla pianificazione alla gestione operativa. In prospettiva, il project financing si configura come un alleato cruciale per affrontare le sfide infrastrutturali e urbane del futuro. Con il crescente interesse verso progetti sostenibili e

green, questo modello può favorire la transizione energetica e lo sviluppo di smart cities, integrando tecnologie avanzate e criteri di sostenibilità ambientale. Gli investimenti in infrastrutture verdi, come i trasporti a basso impatto ambientale o gli edifici energeticamente efficienti, rappresentano un’opportunità per attrarre nuovi capitali e stimolare una crescita economica inclusiva e sostenibile.

Il project financing, se ben gestito, può diventare un motore di sviluppo economico e sociale, capace di creare valore condiviso tra pubblico, privato e comunità locali. Per realizzare il pieno potenziale di questo strumento, è essenziale investire in competenze, semplificare i processi normativi e promuovere un dialogo costante tra tutti gli attori coinvolti. Solo così sarà possibile costruire infrastrutture e città all’altezza delle sfide del XXI secolo.

Innovazione e sostenibilità nel project financing: il ruolo dei green bond e dei progetti ESG

Le infrastrutture energetiche rinnovabili, come parchi eolici, impianti fotovoltaici e sistemi per la produzione di energia idroelettrica, sono tra gli esempi più emblematici di come il project financing possa supportare la transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio

Il project financing sta evolvendo in risposta alle crescenti sfide globali legate alla sostenibilità ambientale e sociale, diventando uno strumento chiave per la promozione di progetti innovativi e sostenibili. In un’epoca in cui il cambiamento climatico e la transizione ecologica sono al centro dell’agenda politica ed economica, il modello di finanziamento basato sulla cooperazione tra pubblico e privato offre un’opportunità unica per realizzare infrastrutture che coniughino efficienza economica, impatto ambientale positivo e benefici sociali di lungo periodo. Questo approccio è particolarmente rilevante per progetti come le infrastrutture energetiche rinnovabili e lo sviluppo delle smart cities, che richiedono investimenti ingenti e una pianificazione integrata.

Le infrastrutture energetiche rinnovabili, come parchi eolici, impianti fotovoltaici e sistemi per la produzione di energia idroelettrica, sono tra gli esempi più emblematici di come il project financing possa supportare la transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio. In questi progetti, i flussi di cassa generati dalla vendita di energia rinnovabile rappresentano una fonte prevedibile di reddito, attrattiva per gli investitori privati. Inoltre, il modello consente di distribuire i rischi legati alla fase di sviluppo e costruzione tra i vari partner, riducendo la pressione sugli enti pubblici e incentivando la partecipazione di investitori istituzionali. Analogamente, le

smart cities, con le loro reti di trasporto intelligente, sistemi di gestione energetica avanzati e infrastrutture digitali, richiedono un approccio integrato che combini innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. Il project financing fornisce la struttura finanziaria necessaria per realizzare questi progetti complessi, sfruttando la sinergia tra competenze pubbliche e risorse private.

Un elemento fondamentale che sta accelerando la diffusione di progetti sostenibili attraverso il project financing è il ruolo dei green bond. Questi strumenti finanziari, specificamente destinati a progetti con benefici ambientali, stanno guadagnando popolarità tra gli investitori che cercano opportunità allineate ai principi di sostenibilità. I green bond offrono un doppio vantaggio: da un lato, consentono agli emittenti di accedere a una base più ampia di capitali a condizioni competitive; dall’altro, offrono agli investitori la possibilità di contribuire a obiettivi ambientali globali senza rinunciare ai ritorni finanziari. Secondo dati recenti, il mercato dei green bond ha registrato una crescita esponenziale, superando i 500 miliardi di dollari emessi annualmente, con una quota crescente destinata a progetti infrastrutturali sostenibili.

In parallelo, le certificazioni ESG (Environmental, Social, Governance) stanno diventando un criterio sempre più rilevante per attrarre investimenti nel project financing. Gli investitori

istituzionali, come fondi pensione e asset manager, stanno integrando i criteri ESG nelle loro decisioni di investimento per rispondere alla domanda crescente di strategie finanziarie responsabili. Nel contesto del project financing, una forte adesione ai principi ESG può migliorare la bancabilità di un progetto, ridurre i costi del capitale e garantire un maggiore supporto da parte delle comunità locali e delle autorità di regolamentazione. In particolare, le certificazioni ESG offrono una garanzia di trasparenza e accountability, rassicurando gli investitori sul fatto che i progetti finanziati avranno un impatto positivo a lungo termine.

Un esempio concreto di questo approccio è rappresentato dalla costruzione del parco eolico offshore Hornsea Two nel Regno Unito, uno dei più grandi al mondo. Questo progetto è stato finanziato attraverso una combinazione di green bond e investimenti privati, rispettando rigorosi standard ESG. Oltre a fornire energia pulita a milioni di abitazioni, il progetto ha creato opportunità di lavoro e contribuito alla rigenerazione economica di comunità costiere precedentemente svantaggiate. Analogamente, in Italia, il progetto del tram di Bologna ha integrato criteri ESG e finanziamenti sostenibili per sviluppare una rete di trasporto pubblico a basse emissioni, migliorando la qualità dell’aria e riducendo la congestione urbana. Tuttavia, il ricorso al project financing per progetti sosteni-

bili non è privo di sfide. Una delle principali è la necessità di bilanciare gli obiettivi di sostenibilità con la redditività economica, in modo da attrarre un’ampia gamma di investitori. I progetti green spesso comportano costi iniziali elevati e un ritorno sull’investimento più lento rispetto alle infrastrutture tradizionali. Per superare questi ostacoli, è essenziale un forte supporto normativo e fiscale da parte dei governi, attraverso misure come incentivi fiscali, garanzie pubbliche e politiche di prezzo del carbonio. Inoltre, è fondamentale migliorare la standardizzazione dei criteri ESG e dei framework per i green bond, al fine di garantire maggiore coerenza e comparabilità tra i progetti.

In prospettiva, il project financing ha il potenziale per diventare un catalizzatore fondamentale della transizione ecologica e dello sviluppo sostenibile. L’integrazione dei green bond e delle certificazioni ESG nel processo di finanziamento può rafforzare la fiducia degli investitori e accelerare la realizzazione di progetti che contribuiscano a un’economia più verde e resiliente. Per sfruttare appieno queste opportunità, sarà cruciale promuovere un dialogo costruttivo tra pubblico e privato, incoraggiare l’innovazione finanziaria e rafforzare il quadro normativo internazionale. Solo attraverso una collaborazione efficace tra tutti gli attori coinvolti sarà possibile affrontare le sfide globali e costruire un futuro sostenibile per le generazioni a venire.

Prospettive del project financing in Italia: tra opportunità del PNRR e sfide normative

Il project financing rappresenta una delle modalità più promettenti per affrontare le sfide infrastrutturali in Italia, specialmente in un momento in cui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) offre una straordinaria opportunità di trasformazione economica e sociale.

Il project financing rappresenta una delle modalità più promettenti per affrontare le sfide infrastrutturali in Italia, specialmente in un momento in cui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) offre una straordinaria opportunità di trasformazione economica e sociale. Questo strumento, che si basa sulla collaborazione tra settore pubblico e privato, consente di mobilitare ingenti capitali privati per finanziare progetti strategici, riducendo la pressione sui bilanci pubblici e accelerando la realizzazione delle opere. Tuttavia, nonostante il contesto favorevole creato dal PNRR, il project financing in Italia continua a incontrare ostacoli normativi e burocratici che ne limitano il pieno potenziale rispetto ad altri paesi europei. Il PNRR, con una dotazione complessiva di oltre 191,5 miliardi di euro, rappresenta un’occasione senza precedenti per colmare il gap infrastrutturale del Paese e promuovere la transizione ecologica e digitale. Tra le principali aree di intervento figurano i trasporti, le energie rinnovabili, le infrastrutture sanitarie e scolastiche, oltre alla rigenerazione urbana. In questo contesto, il project financing può svolgere un ruolo cruciale, soprattutto nelle fasi successive alla prima allocazione dei fondi europei, quando sarà necessario sostenere la gestione e l’implementazione delle opere. Il modello si presta particolarmente bene per progetti che generano flussi di cassa stabili nel tempo, come strade a pedaggio, impianti energetici rinnovabili o infrastrutture digitali.

Tuttavia, la piena integrazione del project financing nelle strategie del PNRR richiede il superamento di alcuni ostacoli strutturali che caratterizzano il contesto italiano. Uno dei principali problemi è rappresentato dalla complessità normativa e burocratica che spesso rallenta i processi di approvazione e realizzazione dei progetti. In Italia, i tempi medi per l’aggiudicazione di un contratto di partenariato pubblico-privato (PPP) superano di gran lunga quelli di altri paesi europei, a causa di procedure autorizzative frammentate, normative poco chiare e la frequente sovrapposizione di competenze tra diversi livelli di governo. Questi ritardi non solo scoraggiano gli investitori privati, ma mettono a rischio anche la capacità del Paese di rispettare le scadenze imposte dal PNRR, che richiedono il completamento delle opere entro il 2026.

Un ulteriore ostacolo riguarda la percezione del rischio associata agli investimenti in Italia. I partner privati spesso evidenziano incertezze legate alla stabilità regolatoria, ai potenziali cambiamenti normativi e alla capacità delle amministrazioni pubbliche di rispettare gli impegni contrattuali. Questo problema è amplificato dalla mancanza di standardizzazione nei contratti di project financing e dalla scarsa trasparenza nei processi decisionali, che possono portare a controversie legali e ulteriori ritardi.

Nonostante queste difficoltà, ci sono segnali positivi che indicano un potenziale miglioramento del conte-

sto normativo e istituzionale. Negli ultimi anni, sono stati introdotti strumenti come il “Fondo Nazionale di Garanzia per i Progetti Strategici” e misure di semplificazione amministrativa per favorire l’adozione del project financing. Tuttavia, è necessario un ulteriore impegno per armonizzare le normative nazionali con quelle europee e per promuovere un approccio più coordinato tra le diverse autorità coinvolte.

Una riforma chiave potrebbe essere l’introduzione di un quadro normativo più chiaro e prevedibile, con linee guida standardizzate per i contratti di partenariato pubblico-privato. Questo approccio non solo ridurrebbe l’incertezza per gli investitori, ma faciliterebbe anche il lavoro delle amministrazioni pubbliche, che spesso si trovano impreparate a gestire la complessità tecnica e finanziaria dei progetti. Inoltre, sarebbe auspicabile rafforzare le capacità tecniche delle autorità locali attraverso programmi di formazione specifici e l’istituzione di centri di competenza a livello regionale o nazionale, in grado di fornire supporto operativo durante tutte le fasi del ciclo di vita del progetto.

Un’altra area di intervento riguarda il miglioramento dell’attrattività del mercato italiano per gli investitori internazionali. A tal fine, è fondamentale garantire maggiore stabilità normativa e promuovere strumenti finanziari innovativi, come i green bond e i social impact bond, che possono integrare il project financing

tradizionale e attirare capitali interessati a progetti con un forte impatto ambientale e sociale.

Altri paesi europei offrono esempi utili per comprendere come superare queste sfide. Nel Regno Unito, ad esempio, il modello PFI (Private Finance Initiative) ha dimostrato come un quadro normativo chiaro e procedure semplificate possano accelerare la realizzazione delle opere e attrarre investitori privati. Anche in Francia, il partenariato pubblico-privato ha registrato successi significativi grazie a un approccio coordinato tra governo centrale e autorità locali, supportato da una solida rete di consulenza tecnica e finanziaria. In conclusione, il project financing rappresenta una leva fondamentale per sfruttare appieno le opportunità offerte dal PNRR e per trasformare l’Italia in un paese più moderno e competitivo. Tuttavia, per realizzare questo obiettivo, è necessario affrontare con decisione le sfide normative e burocratiche che continuano a ostacolare la diffusione di questo modello. Attraverso riforme mirate, un rafforzamento delle competenze istituzionali e una maggiore apertura agli investitori privati, l’Italia può cogliere questa occasione unica per colmare il divario infrastrutturale, promuovere la crescita economica e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Solo con un approccio strategico e coordinato sarà possibile trasformare il project financing in un motore di sviluppo sostenibile per il futuro del Paese.

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IL MOTORE DI RICERCA CHE RIVOLUZIONA LA FISCABILITÀ AZIENDALE

Una rivoluzione nella gestione e comprensione delle normative fiscali prende forma grazie al nuovo portale di Assolombarda, un passo significativo verso la semplificazione amministrativa e l’accesso alla conoscenza. Il motore di ricerca digitale, disponibile dal 2018 e aggiornato costantemente, raccoglie oltre 2.500 risposte ufficiali dell’Agenzia delle Entrate alle istanze di interpello presentate da cittadini e imprese. Con un’interfaccia semplice e gratuita, il portale offre la possibilità di esplorare la vasta banca dati per materia, data o parole chiave, rendendo il processo di ricerca accessibile anche ai non addetti ai lavori.

Questa piattaforma non è solo uno strumento per migliorare l’efficienza amministrativa, ma rappresenta una risorsa strategica per aziende e contribuenti. Attraverso l’interpello, i contribuenti possono chiedere chiarimenti specifici all’Agenzia delle Entrate, ricevendo interpretazioni ufficiali su norme tributarie che li riguardano direttamente. Questo processo elimina molte delle incertezze che spesso frenano la pianificazione aziendale, fornendo risposte tempestive e vincolanti.

Alessandro Scarabelli, direttore generale di Assolombarda, ha definito il portale uno strumento essenziale per orientare le scelte aziendali e migliorare la conoscenza del contesto normativo. “Grazie a questa piattaforma, le imprese possono avere una visione chiara delle interpretazioni ufficiali e cogliere tutte le opportunità offerte dall’ordinamento, riducendo i margini di errore e ottimizzando la gestione fiscale,” ha dichiarato. Oltre alla funzione principale di consultazione, il portale ar-

ricchisce l’offerta con approfondimenti curati dagli esperti di Assolombarda, ampliando le prospettive e offrendo un supporto pratico per decisioni strategiche. La possibilità di accedere gratuitamente e senza registrazione amplia l’accessibilità, rendendo il servizio uno strumento fondamentale non solo per le grandi aziende, ma anche per PMI e singoli professionisti.

Questo innovativo motore di ricerca rappresenta anche un importante contributo alla trasparenza, uno dei pilastri fondamentali per costruire un rapporto più collaborativo tra contribuenti e Amministrazione finanziaria. Con aggiornamenti continui e una facilità d’uso invidiabile, il portale di Assolombarda non solo riduce le barriere alla conoscenza, ma stabilisce anche un nuovo standard nella relazione tra mondo economico e istituzioni.

L’importanza di questo strumento si fa sentire particolarmente in un contesto economico e normativo in continuo mutamento. Le imprese italiane affrontano sfide crescenti, dalla complessità fiscale ai cambiamenti normativi dettati dalla riforma tributaria. In questo scenario, il portale non è solo un archivio, ma un alleato strategico per pianificare il futuro e sfruttare al meglio le opportunità offerte da un contesto in evoluzione.

Questa iniziativa segna un punto di svolta nell’accesso alle informazioni fiscali in Italia, offrendo una visione chiara e strutturata per aiutare cittadini e imprese a navigare nel complesso mare della fiscalità con maggiore sicurezza e consapevolezza.

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Consulenza Strategica per Progetti Finanziari

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Predisposizione e Revisione del PEF: Tempi Rapidissimi e Costi Competitivi

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I manager italiani si riuniscono per parlare

del futuro delle

imprese

Mantovani: “Per far progredire il Paese, è fondamentale ottimizzare la spesa, valorizzare le competenze ”

“Manageritalia che vorrei” è il tema del VI° Congresso della Federazione nazionale dei manager del terziario, inaugurato oggi a Milano. Oltre 400 delegati sono presenti e hanno avviato i lavori dialogando con ospiti istituzionali e del mondo economico sul futuro del Paese.

A dare il via ai lavori, dopo il saluto di Mario Mantovani, presidente di Manageritalia e delle istituzioni, si è tenuta una tavola rotonda dal titolo “Il Futuro che vogliamo - Ripartiamo da crescita sostenibile e territori, lavoro e welfare”.

“Questo congresso vuole focalizzarsi maggiormente su ciò che Manageritalia deve realizzare per i suoi associati e su quanto possiamo fare insieme per il Paese”, ha dichiarato Mario Mantovani, presidente di Manageritalia, aggiungendo: “Dobbiamo affrontare sfide come la valorizzazione dei territori, la nuova organizzazione del lavoro, il futuro delle professioni e delle competenze, e le sinergie tra welfare pubblico e privato. È fondamentale ribadire l’importanza dei corpi intermedi e di un sindacato come il nostro, che rappresenta i manager tutelando i loro interessi e quelli del Paese. Per raggiungere questi obiettivi, dobbiamo ottimizzare la spesa, valorizzare le competenze e promuovere l’innovazione tecnologica e sociale”.

“Le competenze dei manager rappresentano un patrimonio non solo per le aziende, ma anche per le Istituzioni e i decisori pubblici, fondamentali per orientare scelte e politiche utili al Paese,” afferma Renato Loiero, Consigliere del Presidente del Consiglio per il bilancio, che prosegue: “Questa ricchezza è indispensabile per integrare

in azienda e nell’economia le competenze necessarie a cogliere le sfide della transizione digitale e della sostenibilità, coinvolgendo tutti, in particolare giovani e donne”. Francesco Morace, Sociologo e saggista, sottolinea: “Nel nostro sistema, l’attuale inverno demografico continuerà se non adotteremo un autentico cambio di passo nelle strategie di sostegno a giovani e famiglie. È essenziale abbandonare i bonus poco etici del passato e abbracciare visioni a lungo termine capaci di generare valore e speranza per il futuro. Solo una condivisione generale di un futuro positivo permetterà all’economia reale di crescere, a partire dall’aumento dei consumi e degli investimenti”. Romano Benini, giornalista economico, afferma: “Oggi i manager hanno un ruolo cruciale per lo sviluppo, non solo delle aziende in cui operano, ma anche del sistema Paese. Le parole del Ministro Calderone al Congresso di Manageritalia evidenziano l’interesse del Governo nel puntare sulle competenze dei manager, sostenendo quanto già fatto dall’associazione”.

Marcella Mallen, Presidente di Prioritalia e ASviS, ha spiegato: “I nuovi manager devono guidare il cambiamento verso un orizzonte sempre più inclusivo e sostenibile, poiché il nostro futuro non si basa solo sul profitto, ma sulla capacità di rispondere ai bisogni del consumatore e di attuare la transizione ecologica e digitale che sta trasformando la nostra quotidianità. Solo i manager e le imprese in grado di tradurre questa rivoluzione in beni e servizi potranno essere protagonisti del futuro e del mercato”.

Il gap tra i costi degli affitti e le aspettative di spesa : continua a diminuire

HousingAnywhere, una delle principali piattaforme di affitto in Europa, ha riportato che nel secondo trimestre del 2024 gli inquilini hanno notato prezzi di affitto superiori del 19,8% rispetto alle loro previsioni di spesa. La piattaforma ha analizzato i dati dei suoi utenti, prevalentemente studenti e giovani professionisti che si trasferiscono in nuove città, focalizzandosi sui filtri di prezzo utilizzati nella ricerca di alloggi a medio termine già arredati. Le “aspettative” di spesa sono state confrontate con i prezzi effettivi degli affitti offerti sulla piattaforma.

Come nel trimestre precedente, l’attuale differenza di affitto del 19,8% è inferiore al 24,4% dell’anno scorso e il divario è aumentato solo leggermente rispetto al 18,7% del trimestre scorso.

Djordy Seelmann, CEO di HousingAnywhere, ha dichiarato: “Dopo anni di continui aumenti degli affitti in tutta Europa, gli inquilini devono adattare le loro aspettative di spesa durante la ricerca. Nel secondo trimestre dell’anno, i prezzi degli affitti degli appartamenti sono aumentati del 4,2% rispetto all’anno scorso, portando gli utenti a incrementare le loro intenzioni di spesa del 7,3%, probabilmente a scapito di altre voci del proprio budget”.

Roma, Amsterdam e Stoccarda sono tra le 28 città europee analizzate, dove il divario tra i prezzi degli affitti attesi e quelli reali risulta maggiore. A Roma, questa differenza arriva a ben 600 euro. Secondo l’International Rent Index di HousingAnywhere, che ha esaminato i prezzi in 28 città europee, l’affitto medio mensile di un appartamento nella capitale italiana è di 2.100 euro, il secondo più alto dopo Amsterdam, mentre gli utenti si aspettano di trovare un alloggio a circa 1.500 euro, con un aumento del 40% rispetto alle loro aspettative.

Seguono Amsterdam e Stoccarda, con un divario rispettivamente di 588 e 550 euro. Nessuna città mostra una situazione in cui gli inquilini trovano affitti inferiori alle loro aspettative, ma Firenze si distingue per una corrispondenza perfetta tra le aspettative degli utenti e i prezzi effettivi, entrambi a 1.800 euro. Anche Atene e Vienna presentano differenze minime, con solo 50 e 86 euro che separano i costi di affitto previsti da quelli reali. Al di sopra della media del divario si trovano anche altre città italiane, con Milano e Bologna che registrano uno scarto rispettivo di 310 e 360 euro su cifre di affitto già elevate. A Milano sono necessari 1.710 euro per un appartamento arredato, mentre a Bologna ben 1.760 euro. Torino, invece, si distingue come la città più economica in Italia per gli appartamenti (solo 1.000 euro, in confronto al resto del paese), con un divario relativamente basso di 145 euro.

L’Housing Anywhere Rent Gap Monitor confronta il prezzo medio di affitto degli appartamenti pubblicizzati su HousingAnywhere (come riportato dall’International Rent Index) con il prezzo medio massimo impostato dagli utenti come filtro di ricerca sulla piattaforma. Attraverso questo confronto, l’Osservatorio evidenzia il divario tra i prezzi della piattaforma e le aspettative degli inquilini in valori assoluti (differenza di prezzo in euro).

Il divario a livello europeo, che comprende i dati delle 28 città analizzate, esprime lo scarto in termini relativi (delta) ed è calcolato come mediana per evitare valori anomali.

Per la terza edizione del Rent Gap Monitor, HousingAnywhere ha analizzato 6 milioni di ricerche effettuate da oltre 423.284 utenti in cerca di alloggio in 28 città europee durante i secondi trimestri del 2024 e del 2023.

THE FUTURE

IS NOW

GARGANO

rubrica di settore

PROJECT FINANCING: OPPORTUNITÀ E PROSPETTIVE

DI SVILUPPO NEL 2024

Il project financing rappresenta una delle modalità più strategiche per finanziare grandi opere e progetti infrastrutturali, con un modello che consente di coniugare il capitale privato con l’interesse pubblico. In un contesto globale caratterizzato da crescenti esigenze infrastrutturali, pressione fiscale e vincoli di bilancio per gli enti pubblici, il project financing emerge come una soluzione sempre più rilevante. Nel 2024, questo strumento finanziario si trova al centro di un processo di rinnovamento e ampliamento, alimentato dalle opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dai trend globali verso sostenibilità e innovazione tecnologica.

Il project financing si basa su un principio fondamentale: il finanziamento di un progetto viene garantito principalmente dai flussi di cassa che il progetto stesso genererà una volta operativo. Questo approccio consente di limitare il rischio per gli enti pubblici, spostandolo sui promotori privati e sulle banche che finanziano l’opera. Tuttavia, la complessità di questi modelli richiede competenze specializzate nella pianificazione, nella gestione dei rischi e nell’allocazione delle risorse.

Nel panorama italiano, le infrastrutture continuano a rappresentare uno dei settori di punta per l’impiego del project financing. Strade, autostrade, porti, ferrovie, ospedali e impianti energetici sono tra le opere più frequentemente finanziate attraverso questo schema. Tuttavia, l’evoluzione normativa, la crescente attenzione alla sostenibilità ambientale e le nuove tecnologie stanno ampliando i confini tradizionali di applicazione del project financing. Nel 2024, settori

emergenti come le energie rinnovabili, l’agrivoltaico, i progetti di economia circolare e le infrastrutture digitali offrono nuove prospettive di sviluppo per questo strumento. Il PNRR gioca un ruolo chiave nel favorire il ricorso al project financing, offrendo una cornice di supporto e incentivi che facilitano la collaborazione tra pubblico e privato. Le risorse europee destinate alla transizione ecologica e digitale, così come quelle dedicate al rafforzamento delle infrastrutture sanitarie e di trasporto, rappresentano un’opportunità unica per attrarre investimenti privati e accelerare la realizzazione di opere strategiche. Inoltre, il ricorso al project financing consente di superare le limitazioni imposte dai bilanci pubblici, mobilitando capitali privati per progetti di grande portata.

Un aspetto cruciale per il futuro del project financing è la sostenibilità. La crescente domanda di opere che rispettino i criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) sta spingendo il settore a integrare nuove metriche e standard nella valutazione e realizzazione dei progetti. Ad esempio, le infrastrutture finanziate attraverso project financing devono sempre più frequentemente rispettare requisiti di riduzione delle emissioni di CO2, efficienza energetica e minimizzazione degli impatti ambientali. Questo cambiamento è particolarmente evidente nel settore energetico, dove i progetti legati a fonti rinnovabili, accumulo di energia e reti intelligenti rappresentano un’area di forte crescita. Un altro elemento di sviluppo per il project financing è l’innovazione tecnologica. Le tecnologie digitali, come l’intelligenza artificiale, l’analisi dei big data e il digital twin,

stanno trasformando il modo in cui vengono concepite, gestite e monitorate le grandi opere. Questi strumenti consentono di migliorare la precisione delle previsioni sui costi e sui benefici, ottimizzare i processi di costruzione e garantire una gestione più efficace dei rischi. Nel 2024, l’integrazione della tecnologia nei progetti di project financing sarà un elemento distintivo per attrarre investimenti e garantire la sostenibilità a lungo termine delle opere.

Nonostante le opportunità, il project financing in Italia deve affrontare alcune sfide significative. La burocrazia, i tempi lunghi per l’approvazione dei progetti e l’incertezza normativa continuano a rappresentare ostacoli rilevanti. Inoltre, la frammentazione delle competenze tra enti pubblici e privati rende spesso difficile la realizzazione di progetti complessi. Per superare queste difficoltà, è fondamentale promuovere una maggiore collaborazione tra pubblico e privato, sviluppare competenze specifiche e garantire un quadro normativo chiaro e stabile. Il 2024 si prospetta come un anno cruciale per il project financing, con nuove opportunità che emergono sia a livello nazionale sia internazionale. In un contesto in cui la domanda di infrastrutture moderne e sostenibili è in continua crescita, questo strumento finanziario può rappresentare un pilastro fondamentale per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale del project financing, sarà necessario affrontare con determinazione le sfide esistenti e promuovere un approccio innovativo e sostenibile alla progettazione e realizzazione delle opere.

economia a 360°

CRIPTOVALUTE: QUALI SVILUPPI ASPETTARSI ENTRO LA FINE DELL’ANNO

Le criptovalute stanno attraversando una fase di trasformazione che promette di ridefinire il panorama finanziario globale entro il 2025. Da un fenomeno inizialmente di nicchia, dominato da Bitcoin e pochi altri pionieri, le criptovalute sono diventate un asset strategico, attirando investitori istituzionali, aziende tecnologiche e governi. Questa evoluzione è guidata dall’innovazione tecnologica, dalla regolamentazione sempre più strutturata e dall’adozione crescente in settori come finanza decentralizzata (DeFi), tokenizzazione di beni reali e pagamenti digitali. Entro il 2025, uno dei principali sviluppi attesi riguarda l’adozione delle valute digitali delle banche centrali (CBDC). Molti paesi stanno accelerando i test e le implementazioni di queste versioni digitali delle monete nazionali, con la Cina in prima linea grazie al suo yuan digitale, già utilizzato in progetti pilota su larga scala. In Europa, la Banca Centrale Europea sta avanzando nello sviluppo dell’euro digitale, che potrebbe essere una realtà concreta entro la metà del decennio. Le CBDC promettono di integrare alcune caratteristiche delle criptovalute, come l’efficienza nei pagamenti, ma con il supporto della stabilità istituzionale, contribuendo a ridurre la volatilità e il rischio associati ai mercati cripto tradizionali.

Parallelamente, il settore della finanza decentralizzata sta crescendo rapidamente, attirando miliardi di dollari di liquidità. La DeFi si basa su contratti intelligenti (smart contract) per fornire servizi finanziari senza intermediari, come prestiti, scambi di token e assicurazioni. Entro il 2025, ci si aspetta che questa tecnologia si integri ulteriormente con i sistemi finanziari tradizionali, aprendo nuove opportunità di investimento e trasformando il modo in cui le persone accedono al credito e gestiscono i propri risparmi. Tuttavia, questa evoluzione richiederà una maggiore standardizzazione e regolamentazione per mitigare i rischi associati alla mancanza di controlli centralizzati. Un altro sviluppo cruciale sarà la tokenizzazione degli asset, che consente di rappresentare proprietà fisiche o diritti in forma digitale su blockchain. Questo processo rende possibile frazionare e scambiare beni come immobili, opere d’arte e materie prime in maniera più accessibile e trasparente. Entro il 2025, ci si attende che i mercati della tokenizzazione raggiungano volumi significativi, grazie anche all’interesse di istituzioni finanziarie che vedono

in questa tecnologia un’opportunità per ampliare la gamma di prodotti offerti.

La regolamentazione sarà un fattore determinante per il futuro delle criptovalute. Negli ultimi anni, molte giurisdizioni hanno iniziato a sviluppare quadri normativi più chiari, mirati a garantire la trasparenza, prevenire il riciclaggio di denaro e proteggere gli investitori. Entro il 2025, si prevede un aumento della convergenza regolatoria a livello globale, con una maggiore cooperazione tra i governi per standardizzare le normative e rendere i mercati delle criptovalute più accessibili e sicuri. L’Unione Europea, con il regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets), rappresenta un esempio significativo di come le normative possano bilanciare innovazione e sicurezza.

Nonostante i progressi, il settore delle criptovalute continua a fronteggiare sfide significative. La volatilità rimane una delle principali preoccupazioni, con forti oscillazioni di prezzo che possono destabilizzare gli investitori. Inoltre, il consumo energetico associato al mining di criptovalute, in particolare Bitcoin, è un tema controverso, soprattutto in un contesto di crescente attenzione alla sostenibilità ambientale. Per affrontare questo problema, sono in corso ricerche su meccanismi di consenso più efficienti, come il proof-of-stake, già adottato da Ethereum nella sua transizione verso Ethereum 2.0.

Entro il 2025, il panorama delle criptovalute potrebbe diventare più maturo e integrato con l’economia globale. Le aziende stanno già esplorando nuovi casi d’uso, come la gestione della supply chain, l’identità digitale e i sistemi di votazione basati su blockchain. Questi sviluppi ampliano il potenziale delle criptovalute oltre il semplice ambito finanziario, rafforzandone il ruolo come tecnologia trasformativa. In definitiva, il futuro delle criptovalute sarà plasmato dall’interazione tra innovazione tecnologica, regolamentazione e adozione da parte del pubblico e delle istituzioni. Entro il 2025, potremmo assistere a un settore più stabile, sostenibile e integrato, capace di soddisfare le esigenze di un’economia sempre più digitale e interconnessa. Per gli investitori e gli operatori del settore, il prossimo triennio rappresenta una finestra di opportunità unica per posizionarsi in un mercato destinato a essere uno dei pilastri dell’economia del futuro.

A cura di GARGANO GREEN ENERGY

CERTIFICAZIONI DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO

E INNOVAZIONI NELLE ENERGIE RINNOVABILI: IL FUTURO DELL’ECONOMIA VERDE

Il settore energetico è al centro di una profonda trasformazione, guidata dalla necessità di ridurre le emissioni di CO₂, migliorare l’efficienza nell’uso delle risorse e promuovere la sostenibilità. In questo contesto, le certificazioni di efficientamento energetico assumono un ruolo cruciale, rappresentando non solo uno strumento per misurare e migliorare le prestazioni energetiche degli edifici e delle aziende, ma anche un motore per l’adozione delle energie rinnovabili e delle nuove tecnologie verdi. Il 2024 segna un punto di svolta per queste certificazioni, grazie alle innovazioni normative

e tecniche che si stanno diffondendo in tutta Europa e che trovano terreno fertile in Italia, con il supporto di incentivi e politiche promosse dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Le certificazioni energetiche, come l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) o i più avanzati standard internazionali quali il LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) e il BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method), hanno ormai superato il loro ruolo iniziale di mero strumento burocratico. Oggi rappresentano un

indicatore strategico del valore di un immobile o di un’azienda, integrandosi con le politiche di sostenibilità aziendale e le strategie di decarbonizzazione. Gli edifici certificati energeticamente non solo riducono i consumi e i costi di gestione, ma attraggono investimenti più consistenti, soprattutto da parte di fondi e istituzioni finanziarie che sempre più spesso premiano i progetti con elevate credenziali ambientali. Il panorama delle energie rinnovabili gioca un ruolo determinante in questo contesto. Le innovazioni tecnologiche stanno rapidamente ampliando le possibilità per le aziende e i privati di produrre e consumare energia in modo sostenibile. L’energia solare, eolica, geotermica e quella derivante dalla biomassa si stanno evolvendo grazie a una combinazione di progressi nella ricerca scientifica e nella digitalizzazione. I nuovi pannelli solari ad alta efficienza, le turbine eoliche di ultima generazione e i sistemi di accumulo energetico stanno consentendo una gestione più flessibile e conveniente dell’energia, rendendo le fonti rinnovabili sempre più competitive rispetto ai combustibili fossili.

Un esempio emblematico dell’integrazione tra certificazioni energetiche e rinnovabili è rappresentato dalla diffusione delle comunità energetiche, gruppi di cittadini, aziende e istituzioni che condividono energia autoprodotta da fonti rinnovabili. Questi modelli, oltre a ridurre i costi, valorizzano la produzione locale di energia, abbattendo le emissioni di CO₂ e promuovendo l’autonomia energetica. Le certificazioni qui diventano essenziali per garantire trasparenza e credibilità, misurando il reale impatto ambientale di tali iniziative.

L’auto-produzione di energia da fonti rinnovabili si sta affermando come una delle strategie più efficaci non solo per ridurre i costi energetici, ma anche per contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici. Dotarsi di impianti fotovoltaici o eolici, o investire in tecnologie come le pompe di calore, consente alle imprese di ridurre la loro dipendenza dalla rete elettrica e di proteggersi dalle fluttuazioni dei prezzi dell’energia, fenomeno che negli ultimi anni ha inciso pesantemente sui bilanci aziendali. Inoltre, l’autoproduzione favorisce un’economia circolare in cui le risorse locali sono valorizzate, creando benefici economici e sociali per il territorio.

In Italia, gli incentivi legati alle certificazioni energetiche e alle energie rinnovabili hanno avuto un impatto significativo nell’accelerare questa transizione. Tra i più rilevanti troviamo il Superbonus, che ha favorito l’adozione di tecnologie per l’efficientamento degli edifici, e il Credito d’Imposta per le Imprese Energivore, che ha permesso alle aziende di investire in impianti fotovoltaici e in altre soluzioni gre-

en. Questi strumenti, sebbene abbiano affrontato critiche e revisioni, hanno rappresentato una leva fondamentale per modernizzare il parco immobiliare e industriale italiano, con benefici che si riflettono sia sull’ambiente sia sull’economia.

Il futuro delle certificazioni di efficientamento energetico è legato alla capacità di integrare nuovi parametri, come l’uso di materiali sostenibili e la gestione intelligente delle risorse. I software basati su intelligenza artificiale e blockchain stanno già trasformando il modo in cui vengono raccolti, analizzati e certificati i dati relativi ai consumi energetici. La possibilità di monitorare in tempo reale le prestazioni energetiche di un edificio o di un impianto sta aprendo nuove prospettive per il mercato delle certificazioni, rendendolo più dinamico e accessibile.

Non mancano però le sfide. Il processo di certificazione energetica richiede competenze specifiche e una rigorosa aderenza agli standard normativi, il che può rappresentare un ostacolo per le piccole e medie imprese. Inoltre, è fondamentale che le politiche di incentivazione siano stabili e coerenti nel tempo, evitando discontinuità che potrebbero minare la fiducia degli investitori.

Nel complesso, le certificazioni di efficientamento energetico e l’adozione delle energie rinnovabili rappresentano due facce della stessa medaglia: strumenti indispensabili per costruire un’economia sostenibile, resiliente e competitiva. Il 2024 segna un momento cruciale per rafforzare questi processi, cogliendo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dai fondi europei, e ponendo le basi per un futuro in cui l’energia sarà non solo una risorsa, ma un’opportunità di crescita condivisa. Per consolidare questi progressi, è necessario un cambio di paradigma nell’approccio culturale e operativo al tema dell’efficientamento energetico e delle energie rinnovabili. Le aziende devono andare oltre l’adempimento normativo, integrando la sostenibilità nei loro modelli di business come pilastro strategico. Questo significa pianificare investimenti a lungo termine in tecnologie verdi, formare personale qualificato e creare partnership con enti pubblici e privati per sviluppare progetti innovativi. Allo stesso tempo, le istituzioni hanno il compito di garantire un contesto favorevole, con regolamenti chiari, incentivi mirati e una burocrazia semplificata, che non ostacoli ma favorisca l’adozione delle certificazioni energetiche e delle tecnologie rinnovabili. Solo attraverso questa sinergia tra pubblico e privato sarà possibile realizzare una transizione energetica efficace, capace di coniugare vantaggi economici, rispetto ambientale e benessere sociale.

A cura di GARGANO ESCO

CERTIFICAZIONI SOA: UN PILASTRO FONDAMENTALE PER LE SOCIETÀ EDILI

E I GENERAL CONTRACTOR NEGLI APPALTI

Nel panorama italiano delle costruzioni, le certificazioni SOA (Società Organismo di Attestazione) rappresentano un elemento imprescindibile per le società edili e i general contractor che aspirano a partecipare agli appalti pubblici. Queste attestazioni, disciplinate dal Codice dei Contratti Pubblici, certificano la capacità tecnica ed economica di un’impresa, assicurandone l’idoneità a eseguire lavori di una certa complessità e valore. In un settore in cui la competizione è sempre più serrata e i progetti richiedono standard qualitativi elevati, la SOA si configura come uno strumento essenziale per accedere a opportunità strategiche e consolidare la credibilità aziendale.

La certificazione SOA non è soltanto un requisito formale, ma una garanzia di affidabilità. Essa attesta che un’impresa possiede requisiti specifici, come solidità economica, competenze tecniche e adeguata organizzazione interna, necessari per affrontare lavori pubblici con importi superiori a 150.000 euro. Questo processo di attestazione non è statico: le imprese devono dimostrare di mantenere costantemente i requisiti richiesti, sottoponendosi a verifiche periodiche che certificano la loro effettiva capacità di operare.

Il processo per ottenere una certificazione SOA è rigoroso e comprende diverse fasi, dalla verifica della documentazione aziendale alla valutazione delle esperienze pregresse e delle

capacità operative. L’impresa deve dimostrare di avere svolto lavori analoghi a quelli per cui si richiede la certificazione, evidenziando l’aderenza ai requisiti normativi e la capacità di rispettare i tempi e i costi stabiliti nei contratti. Inoltre, vengono valutati parametri come il fatturato, l’organico aziendale, le qualifiche professionali del personale e il possesso delle attrezzature necessarie. Questo rigoroso iter garantisce che solo le imprese realmente qualificate possano accedere agli appalti pubblici, promuovendo la trasparenza e la qualità nell’intero sistema.

Per le società edili e i general contractor, la certificazione SOA non è solo un biglietto d’ingresso per i lavori pubblici, ma un elemento strategico che incide sulla competitività aziendale. Possedere questa certificazione significa essere riconosciuti come partner affidabili, sia per le amministrazioni pubbliche sia per altri attori del settore. Nel contesto degli appalti pubblici, dove la trasparenza e la tracciabilità sono cruciali, la SOA rappresenta una garanzia contro le frodi e le irregolarità, contribuendo a costruire un ambiente di lavoro più etico e professionale.

Il valore delle certificazioni SOA è particolarmente rilevante in un momento storico in cui gli investimenti pubblici nel settore delle infrastrutture stanno crescendo significativamente, grazie anche ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Le grandi opere, i progetti di riqualificazione urbana e gli interventi infrastrutturali legati alla transizione ecologica e digitale richiedono competenze tecniche elevate e un’organizzazione impeccabile. In questo contesto, le imprese certificate SOA si trovano in una posizione privilegiata per intercettare le opportunità offerte dal mercato.

Tuttavia, ottenere e mantenere una certificazione SOA non è privo di sfide. Le normative in materia sono complesse e in continua evoluzione, richiedendo alle imprese un aggior-

namento costante e un impegno significativo in termini di risorse. Inoltre, la certificazione è valida per cinque anni, ma prevede un controllo intermedio al terzo anno, il che significa che le imprese devono garantire una gestione rigorosa e una continua dimostrazione delle proprie capacità. Per molte aziende, in particolare per le piccole e medie imprese, questo può rappresentare un onere significativo.

Nonostante le difficoltà, investire nelle certificazioni SOA è una scelta strategica che può offrire vantaggi di lungo periodo. Oltre a garantire l’accesso agli appalti pubblici, queste attestazioni migliorano la reputazione dell’impresa, aumentandone l’attrattività agli occhi di clienti, partner e investitori. In un mercato sempre più competitivo, la SOA diventa anche un elemento di differenziazione, permettendo alle aziende certificate di distinguersi da quelle che non possiedono tali qualifiche.

Nel prossimo futuro, il ruolo delle certificazioni SOA potrebbe diventare ancora più centrale, soprattutto se le normative europee e nazionali continueranno a promuovere standard sempre più elevati di qualità e sostenibilità nei lavori pubblici. Per le imprese edili e i general contractor, prepararsi a questi cambiamenti significa non solo ottenere la certificazione, ma anche integrarla in una strategia aziendale più ampia, che punti all’innovazione, alla formazione continua e alla gestione sostenibile delle risorse.

Le certificazioni SOA, quindi, non sono solo un obbligo normativo, ma un vero e proprio asset strategico per le imprese del settore edile. In un’epoca di grandi trasformazioni e investimenti, rappresentano un passaggio obbligato per chiunque voglia essere protagonista nel mercato degli appalti pubblici, contribuendo al contempo alla realizzazione di opere che migliorano la qualità della vita e lo sviluppo del Paese.

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