PratoReview n.53

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ECONOMIA TESSILE

PRATO, FAI LA FORMAZIONE

I L F U T U R O D E L D I S T R E T T O T E S S I L E PA S S A A N C H E D A I C O R S I O R G A N I Z Z AT I A L P I N E R AC C O N TAT I DALLA PRESIDENTE DANIELA TOCCAFONDI D I M AT T E O G R A Z Z I N I

Le risorse ci sono, le idee anche, manca forse solo un po’ quell’amore verso il telaio (ma non solo) che una volta caratterizzava i pratesi e che adesso sembra perso nei mille rivoli dei lavori “moderni”. Prato ha un problema di ricambio generazionale nel tessile: lo dicono i numeri di Confindustria Toscana Nord, con gli industriali che cercano e cercheranno nei prossimi dieci anni almeno 12.000 tra operai e tecnici, e lo dice anche la storia recente, con il Buzzi che solo negli ultimi anni ha invertito il trend della diminuzione delle iscrizioni che faceva temere il peggio. Ma se Prato resterà la patria nazionale del tessile lo dovrà anche ai tanti corsi di specializzazione o formazione che sono stati avviati al PIN di Prato, nell’ex Buzzi di piazza Ciardi, per l’appunto. Una serie di opportunità di imparare una professione o di aggiungere conoscenze ad un percorso scolastico già avviato in precedenza; il tutto accanto ad altre iniziative parallele che rendono l’offerta ancora più completa, grazie anche alla collaborazione e alla sinergia con le istituzioni, dalla comunità europea a calare, fino al Comune di Prato. Il progetto più recente è Prisma, ovvero PRato Industrial SMart Accelerator, rivolto alle start up dell’innovazione tecnologica organizzato grazie a 3,2 milioni di euro, finanziati in gran parte dal Ministero dello sviluppo economico e finalizzato alla trasfor-

mazione digitale delle imprese del distretto tessile e moda attraverso progetti di ricerca e sperimentazione con l’università e i centri di ricerca. Un progetto che ha già portato in città ambienti open space, una sala seminari e una serie di “cervelli” che discernono di tecnologia 5G, Internet of things, Intelligenza artificiale e blockchain. Sembra un tuffo nel futuro ma in realtà siamo in pieno presente e bisogna prendere atto che lamelle, subbi e rocche vanno di pari passo con modem e mouse. Ma c’è anche qualcosa di più tradizionale, ovvero i tanti corsi fatti per insegnare il mestiere anche partendo dalle basi, o quelli che si rivolgono a chi vuol diventare un manager nel settore tessile-moda. “Il ruolo del PIN è determinante – dice Daniela Toccafondi, presidente del polo universitario, ex assessore comunale e anima storica di Pratofutura – perché per Prato avere una istituzione del genere è un’opportunità che i pratesi non possono non cogliere. Tutti i corsi dell’Università di Firenze che si svolgono a Prato sono legati alla specificità del territorio e a volte troviamo ancora difficoltà a far capire alle aziende che possono far ricorso a noi per la formazione. Imprenditoria e istruzione devono avvicinarsi più che mai in questo periodo storico, anche per fare ricerca”.

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