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LO SGUARDO DA FUORI

UN CUORE CHE BATTE FORTISSIMO

DOCUMENTARE LA REALTÀ E VIVERLA, PER RACCONTARLA ALLA GENTE COSÌ COM’È. L’ARTE DI TERESA PAOLI

DI TERESA FAVI

REGISTA, DOCUMENTARISTA E GIORNALISTA D’INCHIESTA, TERESA PAOLI VIVE E LAVORA A ROMA

Regista, documentarista e giornalista d’inchiesta Teresa Paoli, donna fuori dall’ordinario come un fiore selvatico, vive e lavora a Roma ormai da tanti anni. Una laurea in Scienze della Comunicazione a Siena nel 2001. Frequenta stage con Giacomo Campiotti e Abbas Kiarostami. Gira il suo primo documentario, Genova senza risposte, durante il G8 di Genova insieme a Stefano Lorenzi e a Federico Micali, con i quali ne realizza anche altri tra cui Nunca Mais (menzione speciale Cinemambiente 2003). Studia regia a Los Angeles dove nel 2005, grazie alla borsa di studio Fulbright e a un cospicuo contributo della famiglia Corbucci, realizza 100percento il suo primo cortometraggio di finzione, presentato al Torino Film Festival. Ha vinto il Premio Ilaria Alpi con il documentario Di Tessuti e di altre storie, e lavora stabilmente come inviata di Presa Diretta il programma su Rai3 di Riccardo Iacona.

Il fil rouge che unisce tutto ciò che hai fatto finora?

La passione per il racconto.

Il tuo amore per il cinema nasce da?

Risale ai tempi dell’università di Siena, ma ricordo ancora quando, in camera dei miei fratelli, intravidi un opuscolo per una scuola di documentario. Si parlava di imparare a fare cinema della realtà, perché solo con un rapporto diretto con la realtà si può avere l’ambizione (adesso direi spesso l’illusione) di cambiarla. Mi batté fortissimo il cuore, come se avessi avuto una rivelazione. In quel momento, capii cosa volevo fare nella vita.

Genova senza risposte è stato il tuo trampolino di lancio. Che svolta ha portato nella tua carriera?

E’ stato uno spartiacque anche morale nella mia vita. Io, Federico Micali e Stefano Lorenzi ci eravamo conosciuti all’Anna Magnani di Prato. Ci siamo trovati del materiale inedito tra le mani e abbiamo deciso di metterlo insieme per far vedere alla gente cosa avevamo visto davvero. All’epoca era una necessità. Non pensavamo che ci avrebbe cambiato la vita.

Vivi a Roma da anni. Cosa ti manca di Prato?

Tutto, a partire dalla mia numerosa famiglia d’origine. Trovo che sia un luogo, nelle sue contraddizioni, estremamente interessante. E ho alcuni amici che stanno facendo cose rivoluzionarie. Come il progetto di cinema per i piccoli, Cinefilante, iniziato da un’amica di sempre Pamela Maddaleno.

Tra i tuoi progetti legati alla città?

Ogni volta che torno a Prato scopro un lato inedito da esplorare. È stato così per il film sulla crisi del tessile del 2008 Di Tessuti e di altre Storie o per il film sugli adolescenti italo cinesi distribuito da Arte France Chinese or Italian. O per la questione di Prato capitale del riciclo degli stracci, che ho raccontato a PresaDiretta.

In questo periodo così cruciale qual è l’inchiesta che ti ha coinvolto di più?

Quest’inverno mi sono occupata delle persone in transito al confine tra Italia e Francia. Famiglie con bambini piccoli e anni di cammino alle spalle, partiti da Afghanistan, Siria, Iraq, costrette ad attraversare le Alpi con la neve alta qualche metro, per raggiungere il sogno di una vita serena. Camminano accanto ai turisti sulle piste da sci, braccate dai gendarmi, a rischio della propria vita, solo per attraversare un confine europeo. Sono storie ‘minori’, in questo momento di catastrofi planetarie, che meritano la stessa attenzione.

Sogno nel cassetto?

Girare un lungometraggio di finzione. Magari proprio con i collaboratori di sempre. Pamela e l’amico e produttore pratese Emanuele Nespeca. La storia ce l’ho. Ci lavoriamo da un bel po’. Magari prima o poi ce la faremo.

DA LASSÙ (2018) È IL CORTOMETRAGGIO DI TERESA PAOLI CHE RACCONTA L’INCONTRO TRA DUE FRATELLINI E UN SUPEREROE LORO COETANEO

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