La dieta anti-Alzheimer
Come prevenire diabete e insulino-resistenza Non manca quasi nulla (vi sono pure le raccomandazioni per un utilizzo appropriato del vino), ma a mio parere un argomento necessiterebbe di un ulteriore approfondimento, o meglio un’abitudine che potrebbe essere utilmente integrata con lo stile alimentare suggerito dagli autori ma che purtroppo il libro non affronta, forse temendo un “conflitto di interessi” con la sua finalità, che è quella di essere un “libro di cucina”. Mi spiego meglio. Per funzionare a dovere, il corpo umano necessita di un approvvigionamento costante di energia che è necessaria per alimentare tutte le reazioni biochimiche indispensabili alle funzioni metaboliche delle cellule di cui esso è composto. La “moneta energetica” per eccellenza del corpo umano, l’unica cioè da cui le cellule traggono l’energia che serve a far funzionare ogni reazione, è il glucosio. Perché il corpo possa funzionare a dovere è pertanto necessario che venga mantenuto ad ogni costo un flusso stabile di glucosio nel sangue (la cosiddetta glicemia). Per ottenere questo risultato esistono fondamentalmente due modi: il primo è introdurre glucosio mediante gli alimenti, mentre il secondo consiste nel produrre il glucosio che serve utilizzando scorte energetiche precedentemente accumulate2. Nel primo caso diremo che il metabolismo si trova in uno stato insulino-dipendente in quanto l’insulina è l’ormone responsabile dell’assorbimento del glucosio a partire dalla digestione degli alimenti. Nel secondo caso diremo che il metabolismo è in uno stato glucagone/ GH-dipendente in quanto glucagone e ormone della crescita (GH sta per Growth Hormone) sono i due ormoni responsabili della produzione di glucosio a partire dalle scorte di glicogeno muscolare e di grasso. La prima evenienza si verifica quando ci alimentiamo ad intervalli regolari, la seconda quando lasciamo a digiuno il corpo per un po’ (come avviene durante il sonno). Possiamo dire pertanto che il corpo - dal punto di vista metabolico - si trova di solito o in uno stato di nutrizione o in uno stato di digiuno. Se il digiuno non si protrae per più di otto-dodici ore, i livelli di glucosio vengono mantenuti stabili grazie alla glicogenolisi3. Dalle dodici alle ventidue ore di digiuno subentra invece la gluconeogenesi (questo è stato dimostrato con raffinati studi di spettrofotometria a risonanza magnetica)4. Questo significa che se non si assumono alimenti per più di dodici ore il corpo inizia a distruggere le proprie scorte di grasso onde mantenere stabili i livelli glicemici (cominciate a capire dove voglio arrivare?). Quando invece si mangia in continuazione e in eccesso, come purtroppo accade alla maggior parte degli abitanti dei paesi occidentali (e a circa il 40% degli italiani), l’organismo viene riempito continua2 I depositi di energia di scorta cui l’organismo può attingere consistono nel glicogeno (uno zucchero complesso che è accumulato nei muscoli e nel fegato) e nel grasso. Quando si rende necessario disporre di glucosio è possibile ottenere glucosio dal glicogeno mediante un processo chiamato glicogenolisi, oppure produrlo a partire dai trigliceridi (ottenuti dal grasso per lipolisi) mediante un processo chiamato gluconeogenesi. In caso di estrema necessità è possibile utilizzare la gluconeogenesi anche a partire da aminoacidi ottenuti dalle proteine muscolari mediante un processo chiamato proteolisi. 3 L’unico glicogeno che può essere utilizzato a questo scopo è quello contenuto nel fegato in quanto i muscoli non dispongono dell’enzima necessario a produrre glucosio destinato ad essere immesso nel sangue, ma sono in grado di usare il glicogeno accumulato soltanto per le loro specifiche necessità metaboliche. Questo spiega perché ben presto l’organismo è costretto a ricorrere ad un altro meccanismo per procurarsi il glucosio che gli serve. 4 Rothman DL, Magnusson I, Katz LD et al. “Quantitation of hepatic glycogenolysis and gluconeogenesis in fasting humans with 13C NMR”. Science 1991; 254: 573-6
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