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I grassi non sono tutti uguali 78

Potremmo anche chiederci: come mai noi occidentali sembriamo ammalarci (e morire) di malattie che in altre parti del mondo sono pressoché sconosciute? Se andiamo a vedere la classifica delle principali cause di morte nel nostro settore del mondo scopriamo che sei su dieci dipendono da patologie che sarebbero assolutamente prevenibili mediante semplici modifiche dello stile di vita. Scopriamo inoltre che queste patologie (stiamo parlando di ictus, infarto, cancro, diabete, insufficienza renale, Alzheimer) sono più o meno tutte correlate tra loro anche per quanto riguarda le cause predisponenti, i fattori scatenanti e di mantenimento. E tra queste troviamo naturalmente anche l’Alzheimer. Al momento attuale, possiamo dire con ragionevole certezza che l’Alzheimer è una malattia che ha stretti legami con una alterazione del metabolismo dei grassi e degli zuccheri e con alcune problematiche cardiovascolari, pertanto tutti gli sforzi fatti per trattare e/o prevenire queste patologie influiranno positivamente anche su una diminuzione globale del rischio di contrarre l’Alzheimer. Sappiamo inoltre che buona parte dei danni attribuibili a questa malattia possono essere prevenuti o attenuati controllando i livelli di ossidazione e di infiammazione cellulare e dunque che ogni strategia mirante a ridurre queste condizioni non potrà che ripercuotersi positivamente sui suoi sintomi o sulla probabilità di esserne colpiti.

Una proposta innovativa

Da tutte queste considerazioni muove il ragionamento dei due autori di questo libro, un neurologo ed uno chef, i quali vogliono insegnare al lettore che “noi siamo quello che mangiamo” e di conseguenza che “prevenire è meglio che curare”. È noto infatti che il modo migliore per prevenire insulino-resistenza, obesità e diabete di tipo 2 consiste nel modificare le proprie abitudini alimentari e il proprio stile di vita. Lo stesso è vero quando si desidera diminuire i livelli di infiammazione o di ossidazione cellulare. Tutte cose che - se realizzate - aiutano a proteggere il cervello dal rischio di sviluppare l’Alzheimer.

L’aspetto interessante di questo libro è scoprire che è possibile aumentare i livelli alimentari di antiossidanti e di antinfiammatori senza per questo sacrificare il gusto del cibo. Questo è importante perché non stiamo parlando di una dieta dimagrante da seguire per qualche mese, ma di una vera e propria modifica permanente del proprio stile alimentare che non potrebbe essere mantenuta a lungo qualora non venisse considerata più che soddisfacente (a differenza della maggior parte delle cosiddette “diete”). Un piacevole

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