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Bevande 109

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Le regole del digiuno intermittente

Vi sono però casi in cui questi accorgimenti non sono sufficienti ad ottenere i risultati desiderati a causa dell’eccessiva progressione delle alterazioni patologiche già in atto. La ricerca ha dimostrato che in queste situazioni è necessario ricorrere ad un metodo ancora diverso: il digiuno intermittente, il quale è in grado di ridurre i livelli di insulina in maniera assolutamente superiore rispetto ai precedenti5 .

Il digiuno intermittente consiste nell’astenersi volontariamente dall’assumere qualsiasi tipo di cibo o di bevanda contenente calorie per un lasso di tempo che va dalle 16 alle 24 ore al massimo.

I metodi che si possono usare per ottenere questi risultati sono essenzialmente due: • digiunare per un giorno intero (24 ore); • digiunare per una quantità di tempo variabile dalle 16 alle 20 ore.

Entrambi questi metodi possono essere messi in pratica con frequenze diverse nel corso della settimana. La scelta dell’uno o dell’altro, come pure della frequenza relativa dei digiuni, dipende essenzialmente dagli scopi per cui si decide di intraprendere questo schema nutrizionale, dalle proprie abitudini di vita e dalle abitudini individuali.

Questa strategia, indipendentemente dagli altri effetti metabolici del digiuno, sembra in grado di influire positivamente sulla longevità sia del corpo sia del cervello6. Particolarmente affascinante, dato che stiamo parlando di Alzheimer, è il fatto che gli studi più approfonditi sugli effetti del digiuno intermittente siano stati messi in atto proprio da un ricercatore che si interessa specificamente di invecchiamento del cervello e che è attualmente il neuroscienziato più citato dalle riviste di neurologia: il prof. Mark P. Mattson7. A lui sono infatti da attribuire gli studi più autorevoli ed avveniristici che sono stati realizzati in questo ambito scientifico8 .

Secondo Mattson il digiuno intermittente e la restrizione calorica sono i due metodi più affidabili per garantire la longevità e la salute cognitiva.

Ho discusso approfonditamente le diverse strategie di digiuno intermittente nel mio libro La dieta più antica del mondo9 e concordo pienamente con Mattson nel confermare l’assoluta efficacia di questo

5 Halberg N, Henriksen M, Soderhamn N et al. “Effect of intermittent fasting and refeeding on insulin action in healthy men”. Journal of Applied Physiology 2005; 99(6): 2128-46. Ed anche: Klein S, Sakuray Y et al. “Progressive alterations in lipid and glucose metabolism during short-term fasting in young adult men”. American Journal of Physiology Endocrinology and Metabolism 1993; 265(5): 801-6. 6 Kassi E, Papavassiliou AG. “Could glucose be a proaging factor?” Journal of Cellular and Molecular Medicine 2008; 12(4): 1194-8. 7 Si veda questa intervista rilasciata al giornalista Gary Taubes: http://archive.sciencewatch.com/ana/st/alz2/11julSTAlz2Matt/ 8 Martin B, Mattson MP, Maudsley S “Caloric restriction and intermittent fasting. Two potential diets for successful brain aging”. Ageing Res. Rev. 2006

August; 5(3), 332-353. (articolo reperibile al link http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2622429/) 9 Piccini F, La Dieta Più Antica Del Mondo. Baldini Castoldi e Dalai. Milano 2013.

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