I CONSIGLI DI ZONA
Più poteri per una maggiore partecipazione

Intervista esclusiva ad Antonio Taramelli assessore al decentramento del Comune di Milano
Entro la metà giugno verranno rinnovati a Milano i 20 Consigli di zona. Anche se le elezioni dirette per tali organi di decentramento sono state rinviate da una legge del Parlamento al 1980, questo rinnovo riveste un carattere di particolare importanza perché da esso avrà inizio l'applicazione del nuovo regolamento approvato dal Consiglio Comunale. Regolamento che non prevede soltanto aspetti che potremmo anche definire formali quali l'aumento da 400 a 592 consiglieri complessivamente (con zone al di sotto di 75 mila abitanti che avranno 26 consiglieri, ed altre con oltre 75 mila abitanti, come la nostra, i cui consiglieri verranno aumentati a 32), ma comprende anche aspetti di notevole importanza assegnando alle zone poteri non più soltanto consultivi, ma anche decisionali.
Per questo riteniamo che i cittadini debbano considerare questo rinnovo non un fatto burocratico, ma un momento di maggior partecipazione per un modo nuovo di governare la città.
Proprio in questa visuale abbiamo ritenuto opportuno rivolgere, per conto dei nostri lettori, alcune domande all'Assessore Antonio Taramelli.
Assessore, alla vigilia del rinnovo dei Consigli di zona ci sembra opportuno fare una specie di bilancio e pertanto ci facciamo interpreti della prima domanda che si pongono molti cittadini: in questi nove anni di esperienza il decentramento si è dimostrato uno strumento valido?
Senza dubbio sì. Basterebbe guardare da una parte alla crescita effettiva della partecipazione, come si può rilevare dai dati statistici. Ma ancor più mi pare importante sottolineare la mole di lavoro che i C.d.Z. hanno svolto, sia quantitativamente che qualitativamente, per dimostrare non soltanto la validità, ma ancor più la necessità. Importante è inoltre sottolineare il ruolo più generale che questi assolvono. I primi Comitati di Quartiere, poi istituzionalizzati in Consigli di zona 9 anni fa, avevano al centro della loro attenzione questioni di tipo particolaristico riguardante una strada, ecc. Oggi il salto di qualità è del tutto evidente: basta scorrere gli ordini del giorno dei consigli per averne la conferma. Sono i temi della difesa delle istituzioni democratiche, i problemi dell'occupazione in generale e quella giovanile in particolare ed altri ancora. Direi che proprio questa crescita sta a dimostrare la validità del decentramento.
Cosa farò da grande
Anche quest'anno, per la seconda volta, i ragazzi e le ragazze che frequentano la terza media hanno anticipato di alcuni mesi la scelta del tipo di scuola superiore.
Infatti hanno dovuto compilare, entro il 20 maggio, il modulo di »preiscrizione», indicando il tipo di studi e l'Istituto prescelto, e consegnarlo al preside della Scuola media statale frequentata. Chi invece frequenta una scuola media privata ha fatto la preiscrizione direttamente all'Istituto prescelto.
Quali sono i poteri reali dei
C.D.Z.? Si arriva ora alla fase di dare contenuti alla partecipazione dando reali poteri (art. 12 pareri obbligatori, art. 13 poteri decisionali). Mano a mano, con gradualità sia nei tempi, sia per la quantità dei compiti da attribuire, verranno trasferiti ai Consigli di zona i poteri previsti dal Regolamento approvato dal Consiglio comunale di Milano, che ha dato della legge un'interpretazione estesiva viva e originaria. Già alcune delibere - quadro sono in vigore, altre dovranno entro breve, essere predisposte come per esempio quelle del settore cultura - sport - tempo libero, del patrimonio comunale, che è notevole e che dovrà essere gestito d'intesa con i C.D.Z. Le deliberequadro saranno più compiute quando potranno indicare quanto, potrà essere utilizzato direttamente dalle Zone. Si avvia pertanto con queste misure la vera attuazione del decentramento, che non sia soltanto il <chiacchierare». Si realizzerà una vera svolta; da giugno infatti i C.d.Z. avranno la possibilità di deliberare.
Qualcuno asserisce che il nuovo regolamento è tale da immiserire la partecipazione popolare. Quanto vi è di vero in tale affermazione?
È una polemica cui abbiamo già risposto, certo che chi non
vuoi sentire non sente. Dire che il nuovo regolamento »burocratizza» i C.d.Z. è dire cose senza senso. Da esso emerge che gli organi di decentramento devono svolgere certamente funzioni amministrative, ma anche mansioni di vigilanza e di controllo. Questo secondo aspetto, che sarà certo rilevante, stimolerà la creazione di nuovi momenti di gestione da parte degli utenti: i C.d.Z. dovranno vigilare sull'attività dei vari Comitati, che saranno i veri momenti di gestione reale, coinvolgendo così un maggior numero di cittadini. Quindi è assurdo asserire che il nuovo regolamento possa immiserire la partecipazione. Quale è il ruolo dei C.d.Z. nel nuovo modo di governare la città?
La domanda è forse non formulata bene. Non c'è dubbio che assicurare una maggiore partecipazione fa parte di quella nostra concezione di un modo nuovo di governare. Vuoi dire chiamare a decidere un numero sempre più grande di cittadini realizzando, fra l'altro, pur nella indispensabile dialettica, un migliore rapporto fra Consiglio Comunale e periferia. Tutto ciò consentirà anche un maggiore slancio nelle iniziative ivi compresa quella riguardante la ristrutturazione della macchina comunale e la riorganizzazione di certi servizi. Riesaminare certi (segue a pag. 8)
I genitori dei ragazzi dovranno poi dare la conferma entro l'otto luglio, allegando documenti necessari. Due sono i motivi che hanno imposto questa nuova procedura: il primo è la necessità per il Provveditorato agli Studi di conoscere con un certo anticipo il fabbisogno di aule e materiali per i vari tipi di istituto; il secondo, la necessità di limitare, per quanto possibile, il famigerato carosello degli insegnanti all'inizio dell'anno scolastico. Per ottobre si dovrebbe sapere, almeno con una certa approssimazione, quanti insegnanti necessitano per le varie materie ed in quali sedi scolastiche. Se il nuovo sistèma funziona sarà un bel sollievo per tutti, genitori, alunni ed insegnanti.
F. Palermo e A. Leporati
LA "167" IN ZONA 2 pag. 2
INTERVISTA ESCLUSIVA ALL'ON. LUIGI LONGO pag. 3
L'FLM E LE MULTINAZIONALI pag. 4
LA SCUOLA DELLE 150 ORE pag. 5
FESTA GRANDE ALLA MUZIO pag. 5
QUANDO LA MAMMA VA IN PENSIONE pag. 6
LA POESIA CIVILE DI NEW RISI pag. 7
Nella Zona 2 non tutti gli indirizzi scolastici sono presenti; riportiamo per comodità dei lettori interessati gli elenchi delle scuole superiori, divise per zona.
ZONA 2 RAGIONERIA «ZAPPA»
«DECIMO»
«DECIMO» SCIENTIFICO «CREMONA»
VITA DEL DECENTRAMENTO
Calendario del Consiglio di Zona 2 ( )
V settimana del mese
Lunedì:
18.30 Comitato interpartitico per il TIBB.
21.00 Commissione bilancio.
Martedì:
21.00 Commissione casa.
Mercoledì:
18.00 Ufficio di presidenza. I rappresentanti del Consiglio di Zona ricevono i cittadini.
Giovedì:
21.00 Consiglio di Zona. settimana del mese
Lunedì:
18.30 Comitato interpartitico.
21.00 Commissione scuola.
Martedì:
18. Commissione stampa.
21.00 Commissione commercio.
Mercoledì:
21.00 Capigruppo.
21.00 Commissione sanità.
Giovedì:
21.00 Commissione lavoro.
21.00 Commissione cultura. settimana del mese
Lunedì:
18.30 Comitato interpartitico.
21.00 Commissione bilancio.
Martedì:
21.00 Commissione casa.
Mercoledì:
18.00 I rappresentanti dei Consigli di Zona ricevono i cittadini.
21.00 Commissione urbanistica.
Giovedì:
21.00 Consiglio di Zona. settimana del mese
Lunedì:
18.30 Comitato interpartitico.
21.00 Commissione scuola.
Martedì:
21.00 Commissione sport.
Mercoledì:
21.00 Riunione dei capigruppo.
21.00 Commissione sanità.
Giovedì:
21.00 Commissione cultura. FLASH
La «167» nacque ben 16 anni fa (il 18 aprile 1962) e fu per l'epoca una legge importante per gli obiettivi e le finalità sociali che si proponeva. Gli scopi allora erano soprattutto quelli di coprire il grande fabbisogno arretrato di edilizia popolare: erano tempi di grande sviluppo industriale e l'immigrazione a Milano registrava valori altissimi; la domanda d'alloggi per lavoratori, soprattutto nelle fasce periferiche dela città, dove cioè sorgevano i grossi complessi industriali, non trovava sbocco nel libero mercato edilizio che già allora, sia pure in misura molto inferiore ad oggi, proponeva affitti e prezzi d'acquisto troppo alti per chi era costretto a vivere con il proprio salario.

Successivamente con l'introduzione della «865» la cosiddetta «legge ponte per la casa» il vincolo di «167» prima limitato alle aree di espansione (aree cioè libere e prevalentemente agricole)
cui gli immobili si trovano al momento dell'esproprio; questi valori di massima sono poi suscettibili di variazioni in base a coefficienti da valutare caso per caso. Per quanto riguarda globalmente la «167» nella zona 2, l'intervento principale è inteso a riqualificare l'abitato del Quartiere Isola, prevedendovi una naturale presenza di servizi; sempre dî risanamento sono le proposte che. interessano le aree a forte degrado, a sud ed a ovest della stazione Garibaldi.
Sul lotto 46 a Greco sono in corso i lavori di costruzione del nuovo complesso scolastico, mentre la parte residenziale è ormai ultimata da tempo.
Per rendere più comprensibile quello che è da considerarsi l'intervento di «167» nella Zona 2 nel suo insieme, è necessario riferirsi alla tabella di seguito riprodotta, in cui sono contenuti tutti i dati relativi alla nostra zona, sia
funzioni e verificando l'opportunità del ripristino di quelle originarie.
Infatti il problema nodale di questa zona di Milano come del resto di altre (vedi Garibaldi) è rappresentato dall'esistenza di attività produttive in simbiosi con la residenza e della necessità di un loro consolidamento o di una loro riaggregazione: infatti la gran parte delle aree oggetto di risanamento sono aree miste, residenziali ed artigianali ed il piano almeno in potenza si propone di difendere questa vitale compresenza con possibilità di razionalizzazione e di riorganizzazione ma non certo di espulsione.
Nell'elaborazione dei piani di «167» si è cercato quindi di soddisfare il drammatico fabbisogno di case popolari; ed in modo particolare in zona 2 dove l'intervento della «167» è riferito quasi interamente ad immobili preesistenti e bisognosi di risanamenZONA N. 2
Nell'impegno dei partiti per il decentramento e per i problemi del territorio, un momento importante è stata la prima conferenza dei comunisti della zona 2. Gli interventi sui nodi politici generali e sui problemi della città e del nostro quartiere si sono susseguiti dalla serata di apertura, venerdì 5 maggio, fino alle 14 di domenica 7 maggio. I temi affrontati sono stati numerosi: dal rilancio del decentramento, al problema della casa e dei servizi socio sanitari; non sono mancati interventi sulla scuola, sui giovani, sulla questione femminile e sulle fabbriche e aziende della zona, con la prospettiva concreta di orga-
quartiere e politica
nizzare la conferenza economica deila zona.
Ma il dato sicuramente più significativo è stata la partecipazione ai lavori della conferenza di alcuni rappresentanti dei partiti democratici: Giuliano Lombardo del PSI, Sandro Bernasconi del PSDI, Romano Juvara del PRI e presidente del Consiglio di zona, Guido Manca, consigliere di zona per il PSI non hanno portato soltanto il saluto formale dei loro partiti, ma hanno dato un contributo importante per mettere in luce i problemi che tutti noi abbiamo come cittadini del quartiere.
Palestra Giano
venne esteso, in base all'art. 32 della stessa legge, anche ai fabbricati, sia che questi si trovassero all'interno del centro edificato; sia in quegli abitati periferici in cui era necessaria una ristrutturazione globale; esempi classici di questa scelta operativa sono i lotti che compongono il piano di corso Garibaldi, cioè in pieno centro storico, viceversa in periferia, l'intervento per il risanamento dell'abitato di Ponte Lambro.
Tecnicamente la legge «167» denominata «per l'edilizia economica e popolare» prevede l'acquisizione di aree e di immobili, attraverso il meccanismo dell'esproprio per pubblica utilità. Ai privati espropriati viene corrisposta una indennità in base ai valori stabiliti dall'ufficio tecnico erariale. Per quanto riguarda ìl suolo; nel caso di fabbricati esistenti sull'area, la valutazione viene fatta in considerazione dello stato in
per quanto riguarda la ristrutturazione, sia per le aree destinate dal nuovo PRG a piano particolareggiato per l'individuazione di ulteriori lotti di «167».
Esaminando questi dati emerge la mancanza in Zona di nuove localizzazioni residenziali su aree libere, (se si eccettua il Lotto di Piazzale Maciachini - viale Marche, peraltro di difficile acquisizione a causa delle forti resistenze private che si incontrano nella fase di esproprio).
Un discorso a parte merita il Quartiere Isola per cui l'inserimento in «167» tende a fare coincidere gli obiettivi urbanisticiedilizi con quelli politico sociali della difesa dei ceti meno abbienti, contro la tendenza sin qui manifestatasi della loro espulsione dalle zone centrali e medio centrali verso la periferia, e più in generale del mantenimento del tessuto sociale esistente garantendo la permanenza delle attuali
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to, ci troviamo di fronte alla condizione umana di inquilini costretti a vivere in tuguri.
Ultimo argomento non certo meno importante su cui tutti dobbiamo riflettere è il problema del finanziamento dei piani «167» finanziamenti soprattutto riferiti alla costruzione ed alla ristrutturazione degli stessi.
Spetterà tuttavia al Governo ed alla Regione farsi carico di finanziare questi piani sia pure tenendo conto delle grosse difficoltà legate soprattutto al periodo di crisi che il paese sta attraversando; ma è pur vero che se si intende finalmente modificare il modello di sviluppo della nostra Società, privilegiando i consumi sociali rispetto a quelli semplicemente privati, non sarà difficile garantire all'edilizia popolare dei finanziamenti adeguati e giustamente programmati.
Roberto MaccabruniCome sconfiggere il terrorismo
La strage di via Fani, la barbara uccisione dell'onorevole
Aldo Moro, i giornalieri delitti perpetrati dalle Brigate Rosse e dai gruppi terroristici dalle varie sigle hanno dato il via a un intenso dibattito sulla strategia del terrore che ha sostituito negli ultimi anni quella della tensione avviatasi nel lontano 1969. Pubblichiamo in questo numero un'intervista in esclusiva rilasciata a ‹<Quartiere e Politica» dall'onorevole Luigi Longo Presidente del PCI, aprendo così una serie di interventi che presenteremo nei prossimi mesi.
È in atto una diffusa campagna di stampa che in modo più o meno esplicito cerca di attribuire al Partito Comunista Italiano, alla sua storia e tradizione, una qualche paternità del terrorismo delle Brigate Rosse. Qual'è il tuo giudizio in merito?

Nel quadro dei tentativi di analisi da varie parti compiuti a proposito del terrorismo — e sulla legittimità dei quali nulla vi è da obiettare — si è inserito un tentativo di altra natura, assai poco serio dal punto di vista della ricerca, ma comprensibilissimo: un attacco propagandistico contro il PCI, presentato come un progenitore delle bande terroristiche.
Non vi è nulla nella nostra storia come nella storia di tutti i partiti comunisti, che possa giustificare questa affermazione. In nessuna circostanza, di tempo e di luogo, abbiamo considerato il terrorismo come strumento di lotta politica. Anche quando eravamo in pochi a combattere fascismo, non abbiamo mai ceduto alla tentazione sciagurata dell'atto terroristico, ma abbiamo sempre e tenacemente ricercato attorno alla nostra linea, il consenso, l'appoggio delle masse. Se non fosse stata questa la nostra strategia, non saremmo oggi la grande forza democratica e nazionale che siamo.
Che rapporto c'è, a tuo parere, tra estremismo e terrorismo?
Certamente una distinzione va fatta: l'estremismo, fenomeno in qualche misura connaturato ad ogni esperienza rivoluzionaria, rappresenta l'esaspera-
zione generalmente verbale dei fenomeni di una ideologia o di una linea politica. Di solito i suoi approdi sono l'attesa vana, la paralisi dell'azione, l'involuzione, l'opportunismo. Il terrorismo ha invece origini ideologiche diverse, di destra o di sinistra indifferentemente. Teorici del terrorismo furono gli anarchici ad esempio, allo stesso modo in cui lo furono e lo sono i fascisti.
Il terrorismo, sempre perdente, non persegue un proprio obiettivo politico di fondo: dissoda un terreno su cui altri semineranno, ricavandone i frutti politici. Espressione dell'individualismo, il terrorismo è la negazione dell'azione politica di massa, è l'esatto contrario (.4.falla pratica rivoluzionaria.
Nella situazione attuaI9, è senz'altro possibile — data la natura sostanzialmente piccolo borghese dell'estremismo — che una parte dell'area che si definisce rivoluzionaria si presenti come terreno di cultura per le reclute del terrorismo. Come si può coerentemente isolare il terrorismo nel senso di spezzare il legame con aree sia pur ristrette di consenso o di agnosticismo?
L'esistenza di legami tra terrorismo e determinate aree, sia pure ristrette, sulla base di un consenso esplicito o potenziale, deriva in gran parte dalla sfiducia ingenerata in alcuni strati sociali, specialmente giovani, che pensano che il metodo democratico non possa costruire strumento di trasformazione della società. Scontiamo con ciò un trentennio di pessima gestione
del potere, di una egemonia totale della DC che ha provocato guasti profondissimi nella struttura dello Stato e nel funzionamento delle istituzioni.
Bisogna dunque ricostruire questa fiducia lottando contro il terrorismo — di cui va svelata senza esitazione la sostanza reazionaria — e facendo funzionare la democrazia. L'iniziativa delle masse è oggi indispensabile anche — e direi soprattutto per strimolare, criticare, incalzare il governo a lavorare seriamente in modo efficiente alla soluzione dei problemi nazionali. La classe operaia, i lavoratori che in modo così netto hanno espresso la loro condanna verso il terrorismo — costituiscono oggi l'autentico pilastro a sostegno della democrazia, senza la quale — ripeto — non è pensabile avviare il nostro Paese verso traguardi di libertà e di effettiva giustizia sociale.
La scomparsa di
Credo di interpretare anche i sentimenti dei componenti del Comitato interpartitico per l'area ex TIBB ricordando ai cittadini della Zona 2 la figura dell'arch. Luciano Narici, rappresentante del PSI, prematuramente scomparso.
Fin dalla nascita del Comitato Narici ha operato con il massimo impegno e con grande intelligenza tecnica e politica perché il problema del riutilizzo a fini sociali di un'area così importante per la Zona 2 divenisse una realtà. Il suo contributo nasceva da una grande fiducia nel decentramento e nelle istituzioni democratiche, nella loro capacità di porsi in un rinnovato rapporto con i cittadini e, più in generale,
Luciano Narici
con i più gravi problemi della città e dei suoi quartieri. Per questo il Decentramento perde uno dei suoi più validi operatori. Alla famiglia di Luciano Narici e al PSI vada il più commosso cordoglio dei comunisti della Zona 2. Ambrogio Sala Coordinatore del PCI Zona 2
Nel 79mo anniversario i familiari ricordano il partigiano Giuseppe Raboni (Binda) della 78ma Brigata Garibaldi operante in Val di Ceno. Offrono L. 5.000 a <sCuartiere e Politica».
2° FESTIVAL DE /9 Unita DELLA ZONA 2
Giardini di Viale Restelli - 16/25 Giugno 1978
La più bella festa popolare della zona
Spettacoli - Dibattiti - Spazio donna - Spazio bambiniMostre politiche - Libri - Quadri - Mostra fotografica dei quartieri "Isola-Fontana-AbbadesseGiochi - Gastronomia - Ballo Popolare.
Richiedete il programma completo del Festival alle Sezioni del PCI e ai Circoli della FGCI.
L'FLM e le multinazionali
Intervista con Sergio Civati, responsabile sindacale della zona centro direzionale. Le lotte, i problemi, i Contratti degli ottomila metalmeccanici della zona 2.
Da un punto di vista sindacale, qual è la radiografia della nostra zona?
Come prima cosa si può dire che la zona del centro direzionale a chi non è del quartiere e a chi non conosce la realtà sindacale può sembrare addirittura non esista per il settore dei metalmeccanici, proprio perché è collocata vicino al centro di Milano, vicino alla stazione centrale, nel cuore degli uffici della città. Invece la realtà è che moltissimi gruppi industriali e soprattutto multinazionali hanno qui le proprie sedi commerciali, direzionali, amministrative: basterebbe ricordare la Siemens che ha gli stabilimenti a Vimercate e a Sulmona, la Philips che ha lo stabilimento a Monza. Ci sono poi aziende multinazionali ctie hanno qui non la sede in termini amministrativi, ma come la Sperry-Univac, il centro decisionale e commerciale; nel caso perciò, in cui la presenza in Italia è soltanto commerciale e non produttiva, si tratta della sede più importante. È il caso anche della Honeywell S.p.A. e Honeywell Hisi, che operano la prima nel campo dell': elettronica e la seconda dell'informatica (calcolatori elettronici). I metalmeccanici occupati in questa zona sono circa 8.000 e la stragrande maggioranza sono impiegati. Si possono individuare tre settori: quello dell'elettronica con la Siemens e la Philips per esempio, quello dell'informatica, con !a Hisi, la Sperry-Univac e l'IBM e infine il settore dell'impiantistica con la presenza della Foster Willer, della Sadelmi, della Sirti, della Sae. C'è infine una miriade di piccole fabbriche, anche con la presenza di operai, unità produttive con 30, 50 fino a 100 lavoratori al massimo, e una serie di uffici molto piccoli per la tendenza non nuova di avere una propria sede a Milano anche se la produzione e la direzione sono collocate altrove. Questa è un po' la radiografia della zona.
Una zona con queste caratteristiche che problemi pone?
I lavoratori della zona sono per quasi totalità impiegati: ci muoviamo quindi tra un ceto che ha dei problemi specifici, dopo la maturazione che questo strato ha raggiunto attraverso le lotte sindacali e contrattuali dal '68 in poi.
Un secondo aspetto investe la programmazione per settori che il congresso di Rimini e il dibattito sindacale nel suo complesso ha posto con fermezza e che, proprio per la grande concentrazione qui di. molte aziende di uno stesso settore, può trovare nella zona importanti momenti di elaborazione, di proposta e di lotta perché si crei un collegamento molto stretto tra lo sviluppo delle aziende e il controllo delle multinazionali nel quadro di .una riconversione che tenga conto della programmazione per settori. Il settore dell'elettronica e dell'informatica più in particolare sono tra i pochi settori in espansione in Italia. Ma non esistono aziende italiane nè un piano e per le multinazionali che operano in Italia si tratta di un rapporto di tipo coloniale: produzione, profitti e decisioni vengono maturate al di fuori dell'Italia, paese che viene usato soltanto per la commercializzazione dei prodotti.
Il secondo aspetto è quindi molto importante e proprio in questo settore sono state fatte delle battaglie per lo sviluppo dell'occupazione che hanno avuto esito positivo: più di 1000 assunzioni all'IBM sono un buon risultato. L'ultimo dato sulla zona, cioè la presenza di una gran quantità di piccole fabbriche e sedi impiegatizie, fa registrare
ancora una carenza di sindacalizzazione: il nostro impegno è di muoverci anche qui.
Prima del rinnovo del contratto nazionale, qual'è la situazione nelle aziende della nostra zona?
In questo periodo che precede i contratti si sono aperte delle vertenze e una alla Honeywell Hisi è tuttora aperta. Nel settore dell'elettronica, per esempio, alla Philips, c'è stato il tentativo di licenziare 1000 lavoratori, anche ricorrendo agli incentivi, che altro non sono che soldi per i lavoratori disposti a lasciare la fabbrica; anche alla Siemens c'è stato il tentativo di un attacco all'occupazione. E si tratta oggettivamente di 2 aziende in crisi in un settore che sappiamo promettente. Il livello occupazionale in queste due aziende è stato mantenuto insieme all'impegno di nuovi investimenti e nuove produzioni. Nel settore dell'informatica invece, con le vertenze all'IBM e alla Honeywell Hisi, che, come dicevo, è ancora aperta, ci si è mossi per lo sviluppo dell'occupazione e all'IBM si sono ottenute più di 1000 assunzioni. Ma per le aziende multinazionali
sviluppare l'occupazione significa affrontare ìl discorso di una maggiore autonomia della filiale italiana: una politica che va contro la tendenza delle multinazionali in Italia a un aumento della commercializzazione, cioè delle vendite, e a un disimpegno nel settore della produzione e della ricerca; noi abbiamo chiesto e chiediamo che i profitti vengano reinvestiti in Italia nel quadro dei piani di settore e che anche la ricerca avvenga in Italia. In questo discorso si inquadra la richiesta di un centro di ricerca a Pomezia della IBM. Per la Hisi ci si muove in questa direzione, ma la vertenza è ancora aperta. Alla Sperry Univac era stato deciso a livello internazionale lo smantellamento della divisione Remington, — quello dei rasoi e delle macchine da scrivere — che in realtà è avvenuto in America e altrove proprio perché non ha saputo riconvertirsi secondo le esigenze del mercato. Qui invece, per la battaglia molto forte e unita dei lavoratori, si è ottenuta la conservazione della Remington attraverso la riconversione nella produzione di mini calcolatori e il mantenimento di alcune produzioni esistenti.
L'organizzazione del lavoro è un tema specifico della fabbrica. E per gli impiegati?
L'organizzazione del lavoro non può essere vista solo come un problema operaio perché anche tra gli impiegati esiste una divisione del lavoro molto parcellizzata: la segretaria che fa la segretaria, il venditore che fa il venditore, e così via. In più tra gli impiegati esiste una gerarchia molto rigida.
Risultati significativi si sono ottenuti alla Sperry e alla Philips proprio per formare dei momenti collettivi di decisione, superando la parcellizzazione che relega gruppi di lavoratori alla conoscenza e all'esecuzione di una sola parte dell'insieme delle procedure di lavoro.
Si è registrato nei contratti integrativi una richiesta di aumenti salariali?
La tendenza attuale è al contenimento degli aumenti dei salari per andare invece ad una maggiore perequazione giusta e necessaria tra gli impiegati sopratutto in un settore come quello dell'informatica e dell'elettronica dove la politica del padronato è quella della discriminazione salariale selvaggia, specialmente nel settore dei tecnici o alle categorie più elevate: l'aumento di merito è usato come arma di ricatto all'interno dell'azienda stessa o come mezzo di richiamo per assumere questo o quel tecnico impiegato in una azienda concorrente, offrendogli uno stipendio sempre più alto.
Si è creata una grossa sperequazione, lasciando in una situazione ‹<di ghetto» professionale e retributivo una larga fascia di impiegati amministrativi, come le segretarie per esempio, e creando dall'altra parte una cerchia di tecnici o impiegati direttivi o molto specializzati che hanno contatti solo con la direzione e godono di periodici aumenti di merito.
Per quanto riguarda l'applicazione della legge 285 per il preavviamento al lavoro dei giovani e della 903 sulla parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro, come si è andati avanti?
L'applicazione della legge sul lavoro dei giovani ha trovato qui come altrove una serie di resistenze da parte del padronato: l'appello numerico e non nominativo, cioè l'impossibilità di scegliere questo piuttosto che quell'altro giovane iscritto alle liste speciali previste da questa legge, è stato lo scoglio più grosso. Scoglio che all'IBM per esempio non si è riusciti a superare: su più di 1000 assunzioni, solo una piccola percentuale è rappresentata da giovani. Maggiore è invece la percentuale alla Honeywell S.p.A., anche perché durante la vertenza si è registrato un rapporto molto stretto tra Consiglio di Azienda e Lega giovanile. Per l'applicazione della legge di parità del lavoro femminile ci stiamo impegnando ora, nella vertenza aperta alla Honeywell Hisi, chiedendo che il 50% delle nuove assunzioni sia rappresentato da donne.
Qual è l'impegno dell' FML sul territorio?
I nostri primi obiettivi sono quelli di continuare il rapporto con la Lega giovanile iniziata in maniera estremamente positiva con la vertenza alla Honeywell S.p.A. Inoltre il destino dell'area ex-TIBB e il suo uso sociale e commerciale deve vederci impegnati perché non può e non deve essere un problema che riguarda solo il Consiglio di Zona.
a cura di Claudia Borsano
rubrica fiscale ) a cura di Antonio Di Cesare La giungla dei moduli
Ricordiamo che il periodo per la presentazione della Dichiarazione dei redditi conseguiti nel 1977 è stato fissato tra il 1° ed il 30 giugno 1978.

Naturalmente il termine del 30 giugno 1978 è operante limitatamente alla presentazione dei modelli 101 - 102 - 740 - 750 e 770.
Il mod. 760 riguarda le società di capitale e pertanto il termine di presentazione della dichiarazione è legato all'approvazione del bilancio.
Non devono presentare la dichiarazione (Mod. 740): coloro che nel 1977 non hanno avuto alcun reddito o harno conseguito soltanto redditi derivanti dall'affitto di terreni e fabbricati per un importo non superiore a Lit. 360.000; coloro che nel 1977 hanno percepito esclusivamente redditi di lavoro dipendente (impiegatioperai - pensionati) per un ammontare non superiore a Lire 1.620.000 anche se da più datori di lavoro);
lavoratori e pensionati che hanno percepito esclusivamente redditi da lavoro dipendente da unica fonte.
I contribuenti di cui ai punti b) e c) hanno solo l'obbligo di presentare entro il 30 giugno prossimo il Mod. 101.
La compilazione della dichiarazione è invece obbligatoria anche se l'importo del reddito non supera L. 1.620.000 nei seguenti casi: qualora il contribuente abbia percepito nel 1977 arretrati di stipendi di anni precedenti o indennità di fine rapporto, la cosiddetta liquidazione, come da mod. 102;
qualora il contribuente- abbia conseguito anche un reddito da fabbricati, sia da proprietà che da locazione.
RicordiamO infine:
Devono presentare la dichiarazione 750 le società di persone;
Devono presentare la dichiarazione 770 i sostituti d'imposta e precisamente coloro che nel 1977 hanno effettuato le ritenute d'acconto su stipendi e salari dei propri dipendenti e sulle prestazioni professionali ricevute.
Tutte le dichiarazioni devono essere presentate:
direttamente ail'Utticio comunale nella cui circoscrizione si trova il domicilio fiscale del contribuente; mediante raccomandata (senza ricevuta di ritorno) all'Ufficio Distrettuale delle Imposte Dirette dove il contribuente ha il domicilio fiscale o residenza anagrafica. Da questo anno è esclusa la possibilità di consegnare la dichiarazione dei redditi direttamente agli sportelli degli Uffici Imposte.
Decine di giornali di zona e di comune hanno deciso unitariamente di pubblicare questo foglio per dare il loro contributo autonomo alla vittoria del NO ai referendum per l'abrogazione della legge Reale e del finanziamento pubblico ai partiti.
Hanno aderito all'iniziativa numerosi esponenti della cultura, amministratori e politici milanesi, di cui pubblichiamo gli interventi.
LA VOCE della città flano 19
La sedicesi
VOTIAMO TUTTI, VOTIAMO NO
Il momento è gravissimo: crisi economica e terrorismo incalzano, mai come ora'è necessario rinsaldare l'unità democratica, difendere le istituzioni nate dalla Resistenza, sostenere l'azione legislativa del Parlamento.
Eppure, c'è chi punta allo sfacelo.
Sotto la falsa veste libertaria del "Comitato Promotore" dei Referendum, si cela il disegno di chi vuole screditare il Parlamento, dividere i lavoratori, paralizzare il Paese.
9 erano i Referendum proposti.
Il Parlamento, accogliendo l'indicazione di migliaia di cittadini firmatari, ha dato prova di grande responsabilità, impegnandosi a modificare alcune delle leggi che si volevano abrogare. Il sabotaggio dei radicali e missini ha bloccato la nuova legge sull'ordine pubblico. E ora tenta di privare lo Stato di mezzi efficaci nella lotta al terrorismo.
La miopia qualunquistica di chi non crede nel sistema democratico basato sui partiti, tenta inoltre di bloccare il finanziamento pub-
blico, preferendovi quello occulto.
Due sono dunque i Referendum su cui siamo chiamati a votare 1'11 e il 12 giugno. E la risposta dev'essere NO.
NO all'abrogazione della legge Reale per impedire il rischio di un vuoto legislativo che potrebbe lasciare impuniti eversori e criminali comuni. NO, soprattutto, all'abrogazione delle misure antifasciste previste dalla legge.
NO all'abrogazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti, per permettere una reale autonomia dei partiti democratici e punire i finanziamenti occulti e i fondi neri.
NO infine alla manovra provocatoria di chi vuol gettare il Paese nel caos.
Le redazioni dei giornali di zona milanesi e della provincia, coerenti con la loro impostazione democratica, invitano tutti i cittadini a votare ai due Referendum. E li invitano a votare NO per dare una grande risposta di democrazia e di fiducia nelle istituzioni, messe a dura prova in questi giorni drammatici.
Il Comitato di Redazione
situazione dell'ordine pubblico.
Gli ispiratori dei referendum sono guidati da una visione qualunquistica e irresponsabile. Nel momento in cui le forze politiche più sensibili e l'opinione pubblica democratica avvertono la necessità di una politica di unità e di solidarietà nazionale, essi cercano invece di seminare sfiducia, divisione, e di aggravare ulteriormente la situazione di crisi.
Non va dimenticato che il tentativo è stato quello di imporre al Paese ben nove referendum, tra cui anche quello sul tema delicato e difficile dell'aborto.
ARTICOLI DI:
Anna Boffino
Cecilia Chiovini
Laura Conti
Ernesto Deserti
Ermanno Filosa
Peter Kolosimo
Pippo Micalizio
Valerio Miscio
Pierluigi Muzio
Vera Squarcialupi
Riccardo Terzi
Carlo Tognoli
Roberto Vitali
ria, che pensano di utilizzare il voto dell'I 1 giugno per scardinare l'assetto politico del Paese e per determinare una situazione di scontro e di disordine.
La legge sul finanziamento pubblico riconosce il ruolo fondamentale dei partiti e regolamenta in modo rigoroso il problema del loro finanziamento; la legge Reale sull'ordine pubblico, non può essere abrogata, ma deve essere cambiata con una legge nuova. Si tratta di questioni di grande rilievo, davanti alle quali non ci deve essere indifferenza o disimpegno.
Vota NO per la democrazia
Un contributo alla battaglia per il "NO": l'opera è del pittore Luigi Veronesi.
Nei referendum dell'I 1 giugno i cittadini sono chiamati ad esprimere una posizione di fiducia e di sostegno alle forze democratiche e alle istituzioni dello Stato repubblicano. Pur diversi nei loro contenuti, i due referendum hanno un elemento in comune: la richiesta di abrogazione, infatti, tende a colpire aspetti essenziali del nostro ordinamento, mettendo in discussione il ruolo delle forze politiche, ed indebolendo la capacità dello Stato di far fronte con mezzi adeguati alla gravissima
Il Parlamento ha lavorato, in questi mesi, per risolvere positivamente i problemi sul tappeto, e anche in tema di ordine pubblico era stato raggiunto un accordo per correggere e migliorare la legge Reale.
L'ostruzionismo dei radicali e dei fascisti ha reso inevitabile il ricorso al referendum, e già in questa prima fase del dibattito abbiamo visto mettersi in moto tutte le forze più avventurose, dai gruppi estremistici alla destra qualunquistica e reaziona-
Il PCI è impegnato a fondo per vincere questa prova, politicamente così importante, e fa appello ai lavoratori, ai cittadini, a tutti i democratici, perchè, votando no alla richiesta di abrogazione, contribuiscano al rafforzamento della vita democratica e allo sviluppo della politica di unità nazionale, necessaria per portare il Paese fuori dalla crisi.

I referendum sono utili perchè consentono la verifica diretta e popolare in merito a particolari problemi di interesse generale. È però indispensabile non abtpsare dello strumento democratico del referendum, altrimenti si correrebbe il rischio di paralizzare la vita delle istituzioni. Potremmo arrivare all'assurdo che il Parlamento legifera, con il rischio di trovare dietro ogni angolo comitati che si costituiscono per indire referendum abrogativi delle leggi promulgate. In altri termini l'abuso degli strumenti democratici determina pericoli altrettanto gravi della mancanza degli strumenti stessi.
Per quanto riguarda il referendum contro la legge del finanziamento dei partiti, io credo che il pericolo che dobbiamo evitare sia quello che prevalga una ondata di qualunquismo contro i
partiti. Non bisogna dimenticare che i partiti sono l'asse portante della vita democratica, e che lo Stato deve assicurare loro i mezzi finanziari per vivere. Altrimenti è inutile che tutti quanti ci scandalizziamo se si verificano atti di corruzione od abusi volti ad assicurare comunque i mezzi di sostentamento ai partiti. Ecco perchè ritengo che la legge per il finanziamento dei partiti sia una legge moralizzatrice. Il no al referendum abrogativo è quindi ampiamente motivato e corrisponde ad un atto di maturità democratica.
In merito al referendum contro la legge Reale, siamo i primi a riconoscere che essa è uno strumento imperfetto, e che sono necessari altri mezzi per battere il terrorismo. Ma intanto è meglio questa legge che nessuna legge. Se dovessero prevalere i "si" al referendum abrogativo della legge Reale il terrorismo avrebbe via libera in questa Repubblica, cosa che noi vogliamo evitare per la difesa delle istituzioni. Votare NO a questo referendum è quindi qualcosa di più di un atto di maturità democratica; è un atto di difesa delle istituzioni democratiche, ed è un atto di fiducia nella capacità dello Stato di emanare leggi normali — come è la legge Reale — senza ricorrere a leggi speciali per la tutela della libertà e della democrazia sorte dalla Resistenza.
Pierluigi Muzio Presidente Consiglio Zona 3, democristiano
ER FILOSA:
Il referendum è un istituto fondamentale per lo sviluppo della democrazia, che dà un senso concreto alla domanda di partecipazione sempre più pressante che proviene dai cittadini. È uno strumento importante: e la vittoria sul divorzio lo dimostra. È auspicabile però che l'istituto del referendum non sia utilizzato da parte di gruppi e gruppetti, per strumentalizzare posizioni che a volte politiche non sono.
Sulla legge Reale è chiaro: bisogna votare "no".
L'ostruzionismo radicale - missino ha impedito la tempestiva conversione del provvedimento che modifica la legge. Bisogna votare "no", perchè occorre evitare che i fascisti e gli eversori, che sono sempre in agguato nel nostro Paese, approfittino di un inevitabile vuoto
legislativo che si creerebbe se invece si votasse "si". La legge Reale deve essere modificata, è chiaro; la situazione drammatica dell'ordine pubblico e la necessità di una legislazione adeguata, hanno consigliato al P.S.D.I. e agli altri partiti democratici la revisione della legge. La modifica della legge Reale avrebbe evitato il Referendum. Il testo della nuova legge già approvato dal Senato e in corso di approvazione alla Camera, affronta con serietà i problemi dell'ordine pubblico; l'ostruzionismo irresponsabile e contradditorio, per non dire ridicolo dei radical - missini ha impedito l'approvazione della legge anche alla Camera. Ecco un esempio clamoroso di malafede politica: i radical - missini non vogliono cioè risolvere un problema, ma vogliono sollevare un grosso polverone che non serve certo allo spirito democratico della partecipazione popolare.
Bisogna votare "no" anche all'abrogazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti, che ha introdotto finalmente nel nostro Paese chiari propositi di moralizzazione. Ci si deve preoccupare piuttosto di un altro problema: portare avanti la lotta aperta al finanziamento occulto dei partiti. Solo così la legge sul finanziamento pubblico ai partiti continuerà ad avere un senso.
Prof. Ermanno Filoaa della Segreteria Federazione P.S.D.I. milanese. Assessore del Comune di Pioltello
L'11 giugno il Paese affronterà il referendum sull'abrogazione della Legge sul finanziamento pubblico dei Partiti e della Legge Reale.
Riteniamo questa prova elettorale inutile, non per una avversione all'istituto del referendum, che è anzi una norma profondamente democratica che consente il diretto giudizio popolare su leggi che il Parlamento non ha voluto modificare, ma per le caratteristiche delle leggi in discussione.
Il finanziamento pubblico dei Partiti, che ha avuto effetti positivi, contribuendo ad un più corretto funzionamento delle istituzioni, è la riaffermazione della validità del sistema dei Partiti e la garanzia di un'effettivo pluralismo.
Per quanto riguarda la Legge Reale il nostro no alla sua abrogazione significa un chiaro impegno a sostituirla con una nuova legge che tenga conto delle proposte di revisione e di correzione che abbiamo formulato e che vanno nel senso di un maggiore rispetto delle libertà individuali.
Con queste specifiche motivazioni i socialisti, di fronte ad un referendum provocato per ragioni strumentali, hanno concordato con gli altri Partiti della maggioranza una linea contraria alla richiesta di abrogazione e rivolgono agli elettori l'invito a votare no.
Bisogna innanzitutto aver chiaro che il "Comitato promotore" dei referendum, formato dai radicali e dagli estremisti, si è assunto la gravissima responsabilità di portare il Paese a una prova lacerante e pericolosa in un momento grave della vita nazionale. Utilizzando in modo strumentale le richieste dei firmatari per i referendum, si è voluto in realtà paralizzare il Paese e screditare il Parlamento quando è in corso una battaglia durissima contro la crisi e contro il terrorismo. E in questa battaglia tutti devono sentirsi impegnati.

Il voto dell'i 1 giugno, allora è in primo luogo un voto contro questo tentativo di lacerazione, per il funzionamento delle istituzioni. Quindi bisogna votare tutti, e bisogna votare NO: un NO al Comitato promotore di questi referendum, ma poi un NO all'abrogazione delle due leggi. La legge Reale deve essere modificata, certo. Infatti il Parlamento stava operando in questa direzione, ma lo schieramanto fascista, radicale ed estremista lo ha impedito con l'ostruzionismo. La legge sul finanziamento pubblico ai partiti, d'altra parte, è una legge democratica, costituzionale, moralizzatrice.
E allora? Allora bisogna condannare con il giudizio deciso dei votanti chi cerca di attaccare le istituzioni screditandole, e fa tutto questo grazie a quella democrazia che fu conquistata anche per lui dalle masse e dai partiti nella guerra di Liberazione.
VOTIAMO TUTTI, VOTIAMO NO
PER LA DIFESA
delle istituzioni repubblicane della democrazia della funzione dei partiti
chi vorrebbe paralizzare il Parlamento e il Paese
chi vorrebbe ricacciare indietro i lavoratori e le masse popolari dalle loro conquiste
chi vorrebbe aprire un vuoto e una crisi gravissima nel campo dell'ordine democratico e della vita stessa della Repubblica
l'ostruzionismo di radicali e missir non serve a demcia
La vecchia Milano nell'atrio
Una foto come tante? Questo giudizio apparentemente scettico in questo caso rappresenterebbe da solo un grosso riconoscimento: autori infatti non sono professionisti dell'obbiettivo ma alcuni studenti della scuola media «Ungaretti» nel corso della loro normale attività didattica. I ragazzi di via Fara hanno infatti organizzato un concorso fotografico con relativa mostra nei locali della scuola sul tema «Vecchia Milano popolare». «Vietato ai maggiori di 14 anni» hanno scritto nel volantino di presentazione: l'iniziativa ha così registrato una viva partecipazione da parte di decine di mini-fotoamatori a volte improvvisati che si sono buttati alla ricerca di aspetti caratteristici della Milano di un tempo che sono riusciti a resistere all'assalto del «cemento». L'iniziativa è partita
da due classi di seconda media la «C» e la «D». ‹,La scuola — osserva il professor Mario Cucci insegnante di educazione tecnica che ha coordinato il lavoro di questi studenti — per mancanza di fondi non ha potuto aiutarci e così abbiamo dovuto preparare tutto da soli». Appena fissate le norme per la partecipazione al concorso una valanga di fotografie è pervenuta al Comitato promotore. È la prima volta nella storia di questa scuola che si lancia una iniziativa esterna di così ampio respiro. “È stata anche un'occasione — spiega il professor Cucci — per aprire la scuola a quella che è ed è stata la nostra città, non negli aspetti più noti dei monumenti celebri, ma in quelli del patrimonio popolare che rischia di scomparire».
Festa grande alla
Muzio
La "settimana di esperienze" alla Scuola Muzio, (nata da una proposta dell'assemblea dei genitori presentata nell'anno scolastico 1977/78 e sostenuta faticosamente, tra dibattiti e polemiche, dagli insegnanti che avevano aderito con entusiasmo all'iniziativa, fino a ripresentarla quest'anno perchè potesse finalmente attuarsi) è qui presentata in due dei suoi vivaci momenti.

La settimana si è conclusa il 27 maggio, con l'allestimento di una "Kermesse" nella strada, trasformata in una vera scuola all'aperto, che ha coinvolto anche il quartiere.
Per la durata di tutta la settimana, le classi impegnate hanno funzionato come atéliers di mimica e animazione, grafica, ecologia, costumistica, folklore ecc, dando vita ad un'esperienza di didattica nuova che vede la metodologia fondata sul principio delle "classi aperte" sia nel discorso interno (personale non docente, oltrechè genitori e componenti "classiche" della scuola) sia in quello con il quartiere, primo punto di riferimento di una scuola che viva e che proceda al passo con l'inarrestabile cammino dell'evoluzione sociale.
C'è da augurarsi che esperienze analoghe possano ripetersi e moltiplicarsi, per creare successivi anelli tra il quartiere e la scuola.
150 ore: una scuola che non deve finire
Quando nelle prime ore del pomeriggio alla scuola media Ungaretti «smontano» gli alunni del mattino, il loro posto viene preso da un secondo gruppo di studenti. Sono «ragazzi>, un po' cresciuti a dire il vero, ci sono anche padri e madri di famiglia: sono i lavoratori delle «150 ore» che abbandonano per qualche ora la fabbrica per tornare sui banchi di scuola. In tre anni circa 250 lavoratori si sono succeduti nelle aule della scuola di via Fara per conseguire il diploma di terza media. Forse neppure i dirigenti sindacali dei metalmeccanici che all'alba del 3 aprile 1973 siglavano il contratto collettivo della categoria che introduceva un monte-ore retribuito per i lavoratori da riservare alla scuola, erano sicuri che le «150 ore» sarebbero diventate un ciclone che avrebbe coinvolto quasi tutte le categorie e migliaia di lavoratori: 15 mila nel 1974, 40 mila nel '75, 70 mila nel '76, 90 mila nel '77. In questi giorni si sta concludendo l'anno scolastico anche per questo esercito di circa 100 mila lavoratori-studenti.
Siamo andati perciò alla scuola Ungaretti per conoscere meglio questa singolare esperienza. Sono 60 i lavoratori del modulo di quest'anno, divisi in 4 classi e con 4 insegnanti. programma di lavoro viene elaborato da professori e studenti in base agli interessi emergenti. Tre però sono i filoni centrali: linguistico (usi della lingua scritta e orale, analisi della comunicazione e dei suoi strumenti), storico (problemi di storia contemporanea), matematico (elementi fondamentali legati all'esperienza dei lavoratori). Gli studenti lavorano esclusivamente in classe divisi in piccoli gruppi. Frequenti i dibattiti nel gruppoclasse e tra le classi a cui vengono invitati anche specialisti del settore affrontato: medici, giornalisti, sindacalisti.
Qual'è il bilancio dell'anno scolastico 1977-'78? L'abbiamo chiesto direttamente ai lavoratoristudenti di via Fara.
Cosa vi ha spinto a fare questa esperienza e a ritornare sui banchi di scuola?
Lina - Avevo sentito parlare delle «150 ore» conquistate dai metalmeccanici e ho voluto frequentarle per diversi motivi: avevo bisogno del diploma di terza media ma soprattutto mi interessava conoscere le esperienze di altri lavoratori.
Renza - Mi sono iscritta a questo corso solo per avere la licenza media, all'inizio avevo le idee molto confuse. Col passare dei giorni ho capito che non era questa la cosa più importante.
Giusy - lo abito nella zona ma non sapevo che anche le casalinghe potevano frequentare le 150 ore. Sono arrivata qui grazie ai volantini che davano al mercato.
Come vi siete trovati tra i banchi di scuola?
Giovanni - Sono unluomo di 52 anni. Ritornare a scuola a questa età è stata una cosa meravigliosa, mi ha risvegliato dal tran tran della vita di tutti i giorni.
Leda - Ho ripreso un discorso di studio abbandonato tanti anni fa.
Giorgio - All'inizio è stata dura, però mi è servito per vincere la timidezza che provavo a contatto con la gente. Quali sono i risultati di questa vostra esperienza di studio? Hanno soddisfatto le vostre aspettative?
Lina - Questa non è una scuola tradizionale e come tale va valutata: ci ha aiutato a conoscere alcune cose che un lavoratore deve conoscere. In «italiano» ad esempio ci è stato utile cercare di imparare a comunicare tra di noi, impresa non tanto facile. Così in «matematica» abbiamo tra l'altro penetrato i misteri di alcune realtà che ci toccano direttamente come la busta paga e l'equo canone. Questo per fare solo degli esempi.
Giusy - A me interessava conoscere da vicino i problemi sindacali, la classe operaia, non a-
vendo mai lavorato in fabbrica. Questa esigenza è stata ampiamente soddisfatta.
Angelo - Fino a qualche mese fa, sui giornali leggevo solo le pagine dello sport. La colpa non è tutta mia perché dai 14 anni sono dovuto andare a lavorare per sostenere la famiglia: partivo alle 5,30 e arrivavo a casa alle 20. Adesso se non altro ho capito che ci sono tanti problemi importanti che mi toccano da vicino e che meritano di essere seguiti.
Sergio - Mi è sembrato molto positivo il continuo confronto di idee tra noi corsisti che, venendo dalle più varie esperienze di lavoro, di ambiente familiare e sociale, all'inizio era molto difficile.
Lina - Anche per me è stato positivo il parlare, il discutere su tutti i problemi che ci troviamo ad affrontare ogni giorno: è stato come vivere 60 esperienze in una sola volta.
Mario - La cosa più importante è che ogni lavoratore impari a parlare, scrivere, leggere, calcolare e soprattutto ragionare per capire che la propria esperienza di vita e di lavoro non è separata da quella degli altri ma si inserisce nei problemi del nostro paese.
Romano - Alla fine dell'anno sentiamo una certa volontà di continuare a studiare anche dopo aver terminato il corso: penso che questo sia uno dei frutti più importanti delle 150 ore: l'aver capito che bisogna continuare a lottare per farsi una cultura sem.pre maggiore.
Sono aperte le preiscrizioni al corso «150 ere» per il prossimo ottobre. Tutti (lavoratori dipendenti o no, disoccupati, casalinghe, ecc.) purché di età superiore ai 16 anni, possono iscriversi lasciando nome, cognome, indirizzo, professione presso la segreteria della Scuola Media «G. Ungaretti» al mattino dalle ore 10 alle 11 o al pomeriggio dalle 15 alle 17. - Tel. 65.95.150.
( rubrica pensioni) a cura di Luigi Tomasso
Quando la mamma va in pensione
Per le lavoratrici è senz'altro interessante conoscere come avviene esattamente il riconoscimento per la pensione dei periodi di maternità e puerperio, perché , come sempre, in questo campo le idee non sono mai sufficientemente chiare.
Da oltre quarant'anni (e precisamente dal 26 ottobre 1935) esiste il diritto per la lavoratrice madre al riconoscimento dei contributi figurativi. In questi decenni la materia è stata più volte rivista e modificata, per cui ci limitiamo ad esporre la situazione attuale.
LE ASSENZE PER MATERNITÀ
Le leggi a tutela della maternità prevedono, in sintesi, due periodi di assenza obbligatoria, così articolata:
due mesi prima del parto (o tre se richiesto dall'Ispettorato del Lavoro); tre mesi dopo il parto.
Se durante tale periodo non si percepisce dall'azienda la retribuzione, la mutua versa alla lavoratrice 1'80% dello stipendio.
Dopo l'assenza obbligatoria la lavoratrice può anche chiedere un'assenza facoltativa di altri sei mesi, e la mutua deve versarle il 30% della retribuzione.
Sia per l'assenza obbligatoria che per quella figurativa l'INPS riconosce la contribuzione figurativa, cioè considera quei mesi come se la lavoratrice avesse regolarmente lavorato.
LA DOMANDA
La lavoratrice deve farne esplicita domanda-alla sede provinciale INPS competente per territorio e allegare una dichiarazione della ditta ed uno stato di famiglia (che ovviamente deve riportare la registrazione del bambino).
Non ci sono, scadenze per questa domanda di accredito figurativo, per cui in alcuni casi si può consegnarla senza pregiudizio direttamente con la domanda di pensione. E comunque consigliabile in ogni caso far compilare la dichiarazione della ditta al più presto possibile perché molto spesso avviene che quando la lavoratrice
La rubrica pensioni viene realizzata con la collaborazione del Patronato INCA - CGIL che assiste gratuitamente tutti i cittadini nel disbrigo delle pratiche per:
infortunio e malattia professionale pensioni di invalidità, vecchiaia e reversibilità tubercolosi e disoccupazione assegni familiari versamenti volontari e recupero contributi maternità, malattia, responsabilità civile.
Trattoria
Via Pietro Maroncelli, 5 tel. 6595130
La domenica chiuso per turno
Cosa si legge
nella nostra zona
(maggio 1978)
Nel consueto giro nelle principali librerie della Zdna 2, abbiamo raccolto le seguenti segnalazioni:
CAMPONUOVO Via Farini, 69 Tel. 6889356
Stan Steiner UOMO BIANCO SCOMPARIRAI
ha bisogno della dichiarazione la ditta non ha più i documenti o è fallita o è irreperibile il datore di lavoro o comunque altri impedimenti rendono difficile il riconoscimento del diritto ai contributi figurativi.
LA DICHIARAZIONE DELLA DITTA
In ogni caso, qualora non sia possibile avere la dichiarazione della ditta, è sempre possibile esibire un certificato della mutua o anche un atto notorio reso dalla stessa lavoratrice al sindaco, purché la data di nascita del bambino si inserisca esattamente in un periodo vuoto nella posizione assicurativa.
È importante tutto questo, perché il contributo figurativo (che vale per la pensione esattamente come se la lavoratrice avesse versato i normali contributi per attività lavorativa alle dipendenze di terzi) può essere riconosciuto solo se l'interruzione per maternità avviene durante un rapporto di lavoro. Non può quindi essere riconosciuta la maternità avuta dopo la cessazione del rapporto di lavoro.
Si ricorda ai lettori che tutti i venerdì dalle ore 18 alle ore 19 va in onda la RUBRICA PENSIONI DI RADIO REGIONE (canale 91 in modulazione di frequenza) a cura di Luigi Tomasso. Per chiarimenti ed informazioni i lettori possono telefonare al 73.86.993 e al 73.86.610.
Lavoratori, cittadini rivolgetevi al Patronato
Servizio della Camera del lavoro ufficio ZONA 2 - 9 Via La Farina I (Bicocca) Milano
L'ANGOLO Via Lario, 30 Tel. 680164
G. GIACON Viale Zara, 118 Tel. 691843
ENODIETETICA Via Gasparotto, 4
ENODIETETICA Via Gasparotto, 4 Tel. 690246
RINASCITA Via Volturno, 33 Tel. 606815
G. VECELLIO Via Cagliero, 14 Tel. 6896825 LDC Via M. Gioia, 62 Tel. 6084133
CAMILLA CEDERNA LEONE
CAMILLA CEDERNA LEONE
Sebastiana Papa LA CUCINA Tel. 690246
Sebastiana Papa LA CUCINA DEI
G.C. Paletta LA LUNGA MARCIA DELL'INTERNAZIONALISMO
Gunter Wallgrass
PRIMA CONFERENZA DEL DISTRETTO SCOLASTICO
Sabato 13 maggio u.s., nel pomeriggio, presso il teatro dei Salesiani di via Copernico, si è tenuta una conferenza indetta dal Consiglio Distrettuale Scolastico della nostra zona.
A questo primo incontro del mondo della scuola della zona, erano state invitate tutte le quarantuno scuole statali e non statali che esistono nella nostra zona. L'invito era allargato a tutte le tradizionali componenti della scuola genitori, docenti, non docenti e studenti, oltre che alle loro rappresentanze degli organi collegiali, quali i consigli di scuola delle scuole materne comunali, i consigli di circolo delle scuole elementari, i consigli di istituto delle medie inferiori e superiori, e le rappresentanze della gestione
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Zuretti, 2
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Le vostre lettere saranno pubblicate.
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Il giornale Quartiere e Politica lo fate anche voi.
GLI ARRETRATI potete chiederli direttamente a: Renata Garzia telefonando al n. 6891289. Costano sempre lire Trecento.
delle scuole non statali.
Dopo l'introduzione del presidente del CDS, Sciumè, il quale ha illustrato. attività e prospettive dell'appena inserito organo di decentramento scolastico, si è aperto un dibattito, che ha portato un contributo a tutte le tematiche che coinvolgono i rapporti fra il Consiglio di zona, il Consiglio Distrettuale Scolastico, le scuole tutte, anche se questo contributo non è approdato a proposte precise atte ad incidere su una reale trasformazione della scuola.
A conclusione dei vari interventi è stato auspicato un intensificarsi dei rapporti fra gli enti sopradetti e le scuole, in direzione di una programmazione sul territorio di tutto il settore scolastico della nostra zona.
Pasticceria Pastore di BONANOMI
Via Melchiorre Gioia, 77 tel. 691069
PER INFORMAZIONI
DA DARE O DA AVERE da far pubblicare o su quello già pubblicato telefonare a: Renata Garzia - tel. 6891289
1 «Contrasto» con Nadia Furlon & Mario Acquaviva
2-3 PINO MASI + recital di Andrea Tich
4 LINO RUFO
6 «Jazz pictures» con l'Attilio Zanchi Quartet
7-8 «Cantaut-aut» con Tiziano Cantatore e Giangilberto
Monti
9 PAOLO CONTE
10 ENZO MAOLUCCI
11 «Jazz box» con gli Ziggurat
13 «ll gran fuoco» con il Gaetano Liguori Trio e Giulio
Stocchi
14 «Lo strumento fa concerto» con il Gruppo Musicale
Popolare
15-16 «Suono ipotesi» con i Bella Band e Lucio Violino
Fabbri
17 RAFFAELE MAZZE! + recital di Gianni Siviero
18 «Punto a capo» con Giancarlo Cabella e Alessandro
Carrera + recital di Enzo Capuano
Con il patrocinio del Club Tenco di Sanremo e l'adesione del CIDCA CONSULENZA ARTISTICA DI MARIO DE LUIGI
NELO RISI: un protagonista di poesia civile
da «DI CERTE COSE» di Nelo Risi
Le armi hanno una loro vita è di ieri la foto di quattro paia di cammelli al traino di un carro armato zoppo tra [le sabbie contro un verde tramonto di fuoco Seppi poi ch'era uno Sherman che aveva fatto Napoli e Cassino e le manovre in Sardegna della [Nato poi retrocesso a livello di piazza tanto per contrastare il popolo poi venduto a prezzo di rottame a un trafficante di Pavia che lo [cedette a Nasser come nuovo Di nuovo aveva i cingoli Pirelli e una torretta Breda più leggera
L'ultima volta è stato visto a [Gaza gambe all'aria nel deserto con la [cupola saltata come il coperchio di una [pentola Curiosamente era rimasta intatta la bussola di bordo che un casco blu dell'ONU subito ha rivenduto ad un amico che partiva mercenario nel [Katanga dove oggi per via di un'imboscata orna il collo di un sergente [negro il quale...
Pavese e Pasolini ci sembrano oggi già quasi «poeti di campagna», e nella nascita e sviluppo della poesia civile in Italia ci appaiono come importanti testimoni dei temi sociali e politici di un Periodo complesso e contraddit-
Riconosciti e vinci
tono: chi si accinge a scrivere in versi non tesse più arabeschi ermetici, ma si arma di una carica d'ira, di ironia, di denuncia. La poesia, così, tende concretamente alla verità, deve «servire agli altri come strumento di lotta».
Abbiamo citato due nomi fondamentali, quasi emblematici, Pavese e Pasolini: tra la denuncia esistenziale del primo e la disperata vitalità del secondo si muovono poi altri nomi legati alla generazione della resistenza tra i quali spicca il lavoro di Franco Fortini. E ancora una generazione di intellettuali che si formano attorno a riviste («Officina», il «Verri», il Gruppo 63): che spingono il canto civile verso esiti ormai di piena avanguardia.
Questa succinta introduzione è stata necessaria per collocare e definire il lavoro del milanese
Nelo Risi, approdato alla pagina scritta dopo esperienze di cinema. Tra le più note raccolte Polso teso, Pensieri elementari, Dentrola sostanza, e lo straordinario «Di certe cose», (premio Viareggio '70) e nel quale il poeta da epigrammista elegante alza il discorso largo e franco di poeta civile: un'indignazione appassionata e una vivida ironia sono la tessitura del giudizio morale, secco e senza remissione, che Risi riserva ai farisei del nostro tempo, ai bari e agli sciacalli, ai servi ed ai tiranni di un potere che si alimenta con l'assenteismo e la pigrizia mentale. In «Di certe cose (che dette in versi suonano meglio che in prosa)» tutto è leggibile e fruibile come un raro dono all'intelligenza del lettore: e la poesia che propongo (la n. 16) è scelta tra molte altre possibili, senza la pretesa di un'indicazione di merito ma appena sollecitata da un' inclinazione personale.

Franco Gentilucci
Camminando per la zona 2 a caccia di immagini la nostra fotografa ha scattato questa foto. Alla fortunata "vittima" del suo obiettivo indiscreto "Quartiere e politica - Zona 2" offre un mese di notorietà, un anno di abbonamento al giornale e un libro.
Mobili moderni e in stile
SEDE: PIAZZA TITO MINNITI 6
ESPOSIZIONE: PIAZZALE ARCHINTO 6 - VIA SEBENICO 7
TELEF. 606675
dalla prima standard oggi considerati legittimi, ma che gravano troppo pesantemente sul bilancio comunale. Ad esempio non si potrà più andare avanti con asili nido con costi di 15-16 mila lire per bambino, sono lussi che non ci si può più permettere. Si deve contenere la spesa pubblica per privilegiare gli investimenti produttivi. Nuovo modo di governare non è soltanto guardare in una casa di vetro ma passare «dal dire al fare».
Da quando è in carica l'attuale Giunta Municipale i rapporti tra la stessa id i C.d.Z. quale evoluzione hanno avuto?
Per un certo periodo vi è stato un deciso miglioramento, poi vi è stata, da parte dei C.d.Z., qualche giustificata lamentela per qualche lentezza in certe risposte e anche perché qualche Assessore ha dimostrato una certa tendenza a porre in secondo piano i rapporti tra Amministrazione comunale e C.d.Z.
Un'ultima domanda. Quali sono i maggiori ostacoli che si frappongono tra i cittadini ed i C.d.Z. e come si pensa di rimuoverli?
Gli ostacoli dovrebbero cadere sensibilizzando i cittadini, facendo loro capire che il loro interlocutore primario sarà il C.d.Z., che, avendo poteri precisi, sarà il «gestore» della zona. L'altro mezzo per rimuovere certe difficoltà è l'informazione. Un contributo lo si avrà se l'Amministrazione comunale nei prossimi mesi riuscirà ad arrivare in tutte le case con un suo organo di informazione. Una parte di esso verrà dedicata alla vita del decentramento e certamente dovrebbe suscitare l'attenzione dei cittadini. Con questo periodico si riuscirà ad avere un contatto più diretto, con i cittadini, favorendone la partecipazione. Quindi da una parte maggiori poteri ai C.d.Z., dall'altra la seconda iniziativa che dovrebbe valorizzarne l'attività.
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PARTITI POLITICI
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Federazione provinciale milanese - Vla Volturno 33 - tel. 6880151/5
Sezione "Andrea Bontadinl" - Via Comune Antico 9/A - tel. 6884797
Sezione "Antonio Bietolini" - Via Bitonto 3 - tel. 691467
Sezione "Carlo Ferretti" - Via Gluck 14 - tel. 6884957
Sezione "Luigi Pea" - Via Taormina 11 - tel. 680308
Sezione "I° Maggio" - Via Confalonleri 11
Partito della Democrazia Cristiana
Sezione "Di Dio" - Via Menabrea 4 - tel. 600454
Partito Socialista Democratico Italiano
Sezione "Volta - Turati" - Via Boifava 11 - tel. 8460861
Partito Socialista italiano
Federazione provinciale milanese - Viale Lunigiana 35 - tel. 6881087/97
Sezione "Cacioppo" - Viale Lunigiana 35 - tel. 6881087
Sezione "Istria" - Via Taormina 11
Sezione "G. Matteotti" - Piazza XXV Aprile 11
Sezione "Ercolani - Valcarenghi - Zara" - P.zza Minnitl 6 - tel. 6086633
Sezione "Emilio Caldara" - Via Bitonto 11
SINDACATI
CUZ - Consiglio unitario sindacale di zona - Via La Farina 1tel. 6434481 FLM Zona 2 - Federazione unitaria lavoratori metalmeccanici - Via Porro Lambertenghi 19 - tel. 6887510
NOME:
TELEFONO:
quartiere e politica
Redazione ed Amministrazione Via Bitonto, 3 Tel. 691467
Direttore responsabile: Sergio Dugnani - Redazione: Gabriele Be lotti, Claudia Borsano, Marco De Marco, Raffaele Fiengo, Renata Garzia, Luigi Tomasso - Foto di Marzia Malli - Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 133 in data 19.4.1974 Tipografia: Coop. Il Guado - Robecchetto con Induno - Pubblicità: Spazio Nuovo, Via Castelfidardo (Milano) - Chiuso in tipografia il 31.5.1978
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associazione
I CIRCOLI "A.R.C.I."
NELLA ZONA 2
CENTRO D'ARTE E CULTURA "ISOLA"
Via P. Lambertenghi, 19 Tel. 6084424
GIARDINO
Via Bitonto, 3 Tel. 691467
Via Pastrengo, 16 Tel. 6071695
RADIO REGIONE
Via P. Lambertenghi, 28 Tel. 6886612
FILCAMS Zona 2 - Federazione italiana lavoratori commercio ausiliari mense e servizi - Via Pastrengo 11 - tel. 6070150
SUNIA Zona 2 - Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari - Via Volturno 35 - tel. 6888745 La Sezione è aperta al pubblico Il giovedì e venerdì dalle ore 21.
ASSOCIAZIONI E CIRCOLI CULTURALI
A.C.L.I. Associazione cristiana lavoratori italiani
Circolo Greco S. Martino - P.za Greco 10 - tal. 6086152
Circolo S. Agostino - Via M. Gioia 50 - tel. 600016
Circolo S. Paolo - Via Asmara 2/A - tel. 6881562
A.R.C.I. Associazione ricreativa culturale italiana
Comitato provinciale - Via Cola Montano 8 - tel. 6893863
Centro d'arte e cultura "L'Isola" - Via P. Lambertenghi 19tel. 6084424
Circolo "Giardino" - Via Bitonto 3 - tel. 691467
Centro sociale Lunigiana - via Sammartini 33
CIRCOLI COOPERATIVI
25 Aprile - Via Ussi 1 - tel. 6420902
Indipendenza - Via Abbadesse 21 - tel. 600422
F. Sassetti - Via Volturno 35 - tel. 690139
F. Sassetti - Via Taormina 11 - tel. 6898677
La Vittoria - Via Murat 72 - tel. 6881983
Progresso - Via Progresso 22 - tel. 689314
Giuseppe Verdi - via Pastrengo 16/18
SERVIZI SOCIO — SANITARI
S.M.A.L. Servizio medicina ambientale del lavoro - Via Valdossola 19tel. 6434495
COMUNE DI MILANO - Servizio di igiene mentale dell'età evolutiva - Via Emanuele Muzio 5 - tel. 683786
COMUNE DI MILANO - Ambulatorio geriatrico - Via Andrea Dona 52tel. 279346. A domicilio assistenza specialistica, infermieristica, sociale e di aiuto domestico.

ISTITUTI ASSISTENZIALI E PREVIDENZIALI
I.N.A.M. Istituto nazionale assicurazione malattie - Sezione "Porta Nuova" - Via M. Gioia 63 - tel. 6084727
J.N.P.S. ist. naz. previdenza sociale - Via M. Gioia 22 - tel. 62671
I.N.A.I.L. istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro - Sezione staccata "A" e ambulatorio - Via Menabrea 2 - tel. 690585
CHIESE
Cattoliche parrocchiali
S. Agostino - Via Copernico 9 - tel. 6881751
S. Angela Merici - Via Cagliero 2, - tel. 6896994
S. Antonio da Padova - Via Farini 10 - tel. 661145
S. Gioachimo - Via Fara 2 - tel. 637104
S. Maria alla Fontana - P.za S. Maria alla Fontana 11 - tel. 691800
S. Maria Gorettl - Via M. Gioia 193 - tel. 680303
S. Martino in Greco - Via Conti 23 - tel. 690172
S. Paolo Apostolo - Via Asmara 2 - tel. 69!095
Cattoliche non parrocchiali
Chiesa di Segnano - Via Comune Antico 62 - tel. 690172
S. Volto - Via Sebenico 31 - tel. 690639
SS. Carlo e Vitale alle Abbadesse - Via Oldofredi 14 - tel 690696 Altri culti Evangelica Metodista - Via Porro Lambertenghi 28 - tel. 6886612
VIGILI URBANI
Comando centrale 7727
Comando di Zona - Piazza 25 Aprile 6 - tel. 662755
Il comando di Zona fa servizio delle ore 7 alle ore 20.
COMMISSARIATI DI POLIZIA
Soccorso pubblico di emergenza 113 30 Distretto - Via Schiaparelli 8 - tel. 6084067
Commissariato Greco — Turro - Via Bissolati 29 - tel. 680288
CARABINIERI Pronto intervento 6220
Stazione Porta Garibaldi - Via Copernico 32 - tel. 6898156
Stazione Greco - Via P. Finzi 10 - tel. 2576673
VIGILI DEL FUOCO
Chiamate di soccorso città tel. 34999
AUTOAMBULANZE
Coordinamento chiamate urgenti tel. 7733
Croce bianca Zona 2 - Via Ugo Bassi 6 - tel. 6898181
S.O.S. Zona 2 - Via M. Gioia 48 - tel. 603233
FARMACIE DI TURNO
(a cura dell'ordine dei farmacisti del distretto di Milano) tal. 192
TAXI
Autoradiotaxi - tel. 2053
Posteggio Via Farini (ang. Stelvio) - tel. 6086555
Posteggio Via Cagliero (ang. Stefini) - tel. 600395
Posteggio piazzale Istria - tel. 603879
Posteggio piazzale Lagosta - tet. 6881856
Posteggio piazza duca d'Aosta - tel. 222786
Posteggio via Ponte Seveso (ang. Lunigiana) tel. 680215
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