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150 ore: una scuola che non deve finire
Quando nelle prime ore del pomeriggio alla scuola media Ungaretti «smontano» gli alunni del mattino, il loro posto viene preso da un secondo gruppo di studenti. Sono «ragazzi>, un po' cresciuti a dire il vero, ci sono anche padri e madri di famiglia: sono i lavoratori delle «150 ore» che abbandonano per qualche ora la fabbrica per tornare sui banchi di scuola. In tre anni circa 250 lavoratori si sono succeduti nelle aule della scuola di via Fara per conseguire il diploma di terza media. Forse neppure i dirigenti sindacali dei metalmeccanici che all'alba del 3 aprile 1973 siglavano il contratto collettivo della categoria che introduceva un monte-ore retribuito per i lavoratori da riservare alla scuola, erano sicuri che le «150 ore» sarebbero diventate un ciclone che avrebbe coinvolto quasi tutte le categorie e migliaia di lavoratori: 15 mila nel 1974, 40 mila nel '75, 70 mila nel '76, 90 mila nel '77. In questi giorni si sta concludendo l'anno scolastico anche per questo esercito di circa 100 mila lavoratori-studenti.
Siamo andati perciò alla scuola Ungaretti per conoscere meglio questa singolare esperienza. Sono 60 i lavoratori del modulo di quest'anno, divisi in 4 classi e con 4 insegnanti. programma di lavoro viene elaborato da professori e studenti in base agli interessi emergenti. Tre però sono i filoni centrali: linguistico (usi della lingua scritta e orale, analisi della comunicazione e dei suoi strumenti), storico (problemi di storia contemporanea), matematico (elementi fondamentali legati all'esperienza dei lavoratori). Gli studenti lavorano esclusivamente in classe divisi in piccoli gruppi. Frequenti i dibattiti nel gruppoclasse e tra le classi a cui vengono invitati anche specialisti del settore affrontato: medici, giornalisti, sindacalisti.
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Qual'è il bilancio dell'anno scolastico 1977-'78? L'abbiamo chiesto direttamente ai lavoratoristudenti di via Fara.
Cosa vi ha spinto a fare questa esperienza e a ritornare sui banchi di scuola?
Lina - Avevo sentito parlare delle «150 ore» conquistate dai metalmeccanici e ho voluto frequentarle per diversi motivi: avevo bisogno del diploma di terza media ma soprattutto mi interessava conoscere le esperienze di altri lavoratori.
Renza - Mi sono iscritta a questo corso solo per avere la licenza media, all'inizio avevo le idee molto confuse. Col passare dei giorni ho capito che non era questa la cosa più importante.
Giusy - lo abito nella zona ma non sapevo che anche le casalinghe potevano frequentare le 150 ore. Sono arrivata qui grazie ai volantini che davano al mercato.
Come vi siete trovati tra i banchi di scuola?
Giovanni - Sono unluomo di 52 anni. Ritornare a scuola a questa età è stata una cosa meravigliosa, mi ha risvegliato dal tran tran della vita di tutti i giorni.
Leda - Ho ripreso un discorso di studio abbandonato tanti anni fa.
Giorgio - All'inizio è stata dura, però mi è servito per vincere la timidezza che provavo a contatto con la gente. Quali sono i risultati di questa vostra esperienza di studio? Hanno soddisfatto le vostre aspettative?
Lina - Questa non è una scuola tradizionale e come tale va valutata: ci ha aiutato a conoscere alcune cose che un lavoratore deve conoscere. In «italiano» ad esempio ci è stato utile cercare di imparare a comunicare tra di noi, impresa non tanto facile. Così in «matematica» abbiamo tra l'altro penetrato i misteri di alcune realtà che ci toccano direttamente come la busta paga e l'equo canone. Questo per fare solo degli esempi.
Giusy - A me interessava conoscere da vicino i problemi sindacali, la classe operaia, non a- vendo mai lavorato in fabbrica. Questa esigenza è stata ampiamente soddisfatta.
Angelo - Fino a qualche mese fa, sui giornali leggevo solo le pagine dello sport. La colpa non è tutta mia perché dai 14 anni sono dovuto andare a lavorare per sostenere la famiglia: partivo alle 5,30 e arrivavo a casa alle 20. Adesso se non altro ho capito che ci sono tanti problemi importanti che mi toccano da vicino e che meritano di essere seguiti.
Sergio - Mi è sembrato molto positivo il continuo confronto di idee tra noi corsisti che, venendo dalle più varie esperienze di lavoro, di ambiente familiare e sociale, all'inizio era molto difficile.
Lina - Anche per me è stato positivo il parlare, il discutere su tutti i problemi che ci troviamo ad affrontare ogni giorno: è stato come vivere 60 esperienze in una sola volta.
Mario - La cosa più importante è che ogni lavoratore impari a parlare, scrivere, leggere, calcolare e soprattutto ragionare per capire che la propria esperienza di vita e di lavoro non è separata da quella degli altri ma si inserisce nei problemi del nostro paese.
Romano - Alla fine dell'anno sentiamo una certa volontà di continuare a studiare anche dopo aver terminato il corso: penso che questo sia uno dei frutti più importanti delle 150 ore: l'aver capito che bisogna continuare a lottare per farsi una cultura sem.pre maggiore.
Sono aperte le preiscrizioni al corso «150 ere» per il prossimo ottobre. Tutti (lavoratori dipendenti o no, disoccupati, casalinghe, ecc.) purché di età superiore ai 16 anni, possono iscriversi lasciando nome, cognome, indirizzo, professione presso la segreteria della Scuola Media «G. Ungaretti» al mattino dalle ore 10 alle 11 o al pomeriggio dalle 15 alle 17. - Tel. 65.95.150.
( rubrica pensioni) a cura di Luigi Tomasso